Micro Machines World Series - Recensione PS4

Codemasters sfida Mario Kart! Chi vincerà?

di axydraul

Dopo qualche anno passato in sordina la saga di Micro Machines torna finalmente sui nostri schermi su PlayStation 4, Xbox One e PC grazie a Micro Machines World Series. È il momento di verificare pad alla mano se tanta attesa è stata ripagata.
 
 
Era il 1991 quando sul NES uscì Micro Machines, il primo videogame dedicato ai celebri automodelli miniaturizzati tanto amati all’inizio degli anni ‘90. Fu un successo, tanto da veder proliferare conversioni su quasi tutti i sistemi allora disponibili e dar vita a due seguiti negli anni successivi. Il secondo di questi, Micro Machines V3 del 1997, complice l’esplosione della prima PlayStation su cui fu rilasciato si rivelò un successo mondiale, giocatissimo per mesi e mesi (chi ha detto anni?), grazie soprattutto alla componente multiplayer locale che lo rendeva perfetto per passare le serate con amici o colleghi.
Con queste premesse è facile intuire come mai i videogiocatori di vecchia data abbiano gioito all’annuncio del nuovo capitolo, sviluppato da Just Add Water (famosi soprattutto per il recente Oddworld: New 'n' Tasty!) sotto egida di Codemasters, che per quanto i racing game è sinonimo di garanzia assoluta.

I tempi sono cambiati in questi 20 anni ed ormai multiplayer è sinonimo di connessione ad internet. Micro Machines World Series punta tutto infatti sul gioco via rete, ampliando l’offerta storica della saga con nuovi contenuti, ma non dimenticando il suo glorioso passato. È consigliabile iniziare dal tutorial un po’ nascosto nel menu delle opzioni, che permetterà in pochi minuti di impratichirsi col sistema di guida tramite l'esecuzione di un giro secco di pista e di una corsa da 3 giri e successivamente spiegherà i fondamenti dell’arena combattimento che sono la base della modalità battaglia che vedremo in seguito.

In locale è possibile selezionare esclusivamente la modalità Schermaglia, dove da soli o con 3 amici a fianco si potrà dare luogo a gare ad Eliminazione. La Gara classica invece, come da tradizione, è giocabile solo in solitario, poiché nel titolo non esiste (da sempre) il canonico split screen, ma i contendenti giocano sulla stessa schermata. Chi non riesce a stare entro una certa distanza dal battistrada e finisce fuori telecamera viene eliminato, finché non ne rimarrà soltanto uno. Storie narrano di amicizie finite a causa di una spinta da un bordo con conseguenza caduta dalla pista e sconfitta difficile da dimenticare e digerire...
Infine abbiamo un modalità Deathmatch, giocabile fino ad un massimo di 4 giocatori, molto curiosa visto che l’intera mappa è disegnata dentro una sola schermata per cui le auto risultano davvero piccolissime a video.
Le partite locali sono un semplice allenamento, tanto che non forniscono punti necessari per livellare il proprio personaggio, un po' come accade in molti picchiaduro ad esempio.
 
 
Il nucleo vero e proprio di Micro Machines World Series è come detto la componente online. Una prima distinzione principale si ha già dal menù di gara, in Partite Veloci e semplicemente Partite. La differenza fra le due voci è sostanziale in quanto le seconde, che vengono sbloccate al raggiungimento del decimo livello, sono classificate e salendo nel world ranking potremo sbloccare la ambitissime casse bottino, mentre le prime sono semplicemente “amichevoli”.

Cosa sono le casse bottino? Semplice. I dodici mezzi che vanno a comporre il parco-auto del gioco sono altamente customizzabili tramite timbri, frasi ed emoticons da sbloccare, ma soprattutto le skin che permettono anche di cambiare completamente la carrozzeria del mezzo oltre che il colore. Tali potenziamenti sono acquistabili tramite la moneta di gioco o si trovano nelle casse, dove potremo ricevere anche varie personalizzazioni o le stesse monete. Le casse oltre che salendo di classifica sono recuperabili ad ogni level up o tramite gli eventi speciali.

Ogni mezzo è asssociato ad un pilota, ed ha caratteristiche peculiari sia come maneggevolezza che come abilità, usabili nelle modalità battaglia. Ad esempio la Dottoressa Penny Cillin (sì, si chiama così, c’è pura Shimu Nita del resto nel roster…) può rianimare i compagni di squadra mentre l’auto della polizia del tenente Manett è munita di sirena che riduce l’effetto dei colpi avversari, il camion dei vigili del fuoco può spazzare via i nemici con l’acqua e così via. Tutte le auto sono dotate di un’arma primaria, di due abilità che si ricaricano col tempo dedite a danneggiare rivali o aiutare i compagni e di una abilità speciale, che si sblocca dopo aver inflitto un certo quantitativo di danni alla squadra opposta e può rivelarsi devastante, come un attacco aereo, un tornado o un temibile pupazzo di neve che spara palle di neve, quest'ultimo ovviamente abilità peculiare dello spazza-neve cingolato di Viktoriya Donnikost, la Regina del Polo Nord!

Nelle Gare e nelle Eliminazioni invece è possibile usare solo dei bonus da raccogliere sull'area di gioco, che aiutano durante la corsa, ma non risultano mai troppo invasivi. Si tratta di martelli giganti, mitragliette o mine da lanciare a chi ci segue, molto simili come forma ai gusci blu di Mario Kart.

Se grazie alle skin i 12 mezzi possono essere considerati 36, almeno dal punto di vista visivo, le piste invece sono dieci e le arene qualcuna in più, purtroppo non tantissime anche considerando la breve lunghezza dei tracciati, il che porta a vedere in breve tempo tutto quanto il gioco ha da offrire.
 
 
Tornando alle partite, sia quelle veloci che quelle classificate sono a loro volta divise nei tre gruppi citati in precedenza, ovvero Gara, Eliminazione e Battaglia. Purtroppo qualunque sia la scelta si tratta di una gara one off, terminata la quale ci troveremo nuovamente nel menu di selezione. La possibilità di creare una lobby o dei tornei sarebbe stata migliore, ma almeno il gioco con gli amici è salvaguardato dal fatto che è possibile creare facilmente un gruppo di gioco che poi viene inserito nel suo complesso nel matchmaking.
In eliminazione gareggiano fino a 6 giocatori, in gara invece il computo arriva a ben 12, idem in battaglia, divisi in due squadre da 6. Le battaglie ricordano non troppo vagamente il recente Mario Kart 8 Deluxe, anche se a ben vedere le modalità sono molto più ispirate ai canonici fps. Abbiamo infatti modalità storiche come Cattura la Bandiera o il Re della Collina, con zone random da conquistare per far salire la propria squadra di punteggio. Molto interessante Consegna Esplosiva con una bomba vagante che deve essere fatta stazionare per qualche secondo nella base avversaria per segnare un punto.

Le battaglie sono piuttosto caotiche e fracassone e non mancano di divertire, durano fino a 10 minuti e possono portare a capovolgimenti di risultato a volte insperati. Le gare invece sono molto più corte, spesso non arrivano a 3 minuti. Ed è la rovina, ma non del gioco, ma del giocatore e del suo sonno o della sua vita sociale. La esigua durata fa davvero pensare “vabbè un’altra, dai”, poi l’ultima viene vinta con una grossa prestazione e ok, un‘altra ancora e ancora e poi suona la sveglia che ci ricorda che saremmo dovuti andare a letto circa sei ore prima o suona il telefono dell’amico/partner che ci aspetta da tre ore e ci da per dispersi…

Infine abbiamo gli Eventi Speciali, in cui si guadagnano punti esperienza e casse. Si tratta di eventi a tempo con regole particolari, in quello attualmente in corso ad esempio ad ogni rigenerazione si utilizza un modellino casuale.
 

L’aspetto grafico di Micro Machines World Series convince, i mezzi sono molto curati e ben caratterizzati e le aree di gioco sono stracolme di dettagli e di oggetti. Si va da fornelli a gas che incendiano la macchinina se ci passiamo troppo vicino a tostapane-catapulta, da nocciole che ci intralciano nei giardini a pozzanghere ghiacciate che sotto il “peso” delle Micro Machines si rompono facendo affogare il malcapitato pilota, a seghe circolari che affettano le automobiline. Tornano i tratti distintivi della serie, il tavolo dei dolci con la marmellata appiccicosa che ci frena, il mulinex che ci spara gelato addosso, i salatini che ci intralciano nella nostra corsa verso la vittoria, tutte le sezioni sopraelevate in cui cader… far cadere gli avversari con audaci sportellate. Sì, torna pure il biliardo. E sì, so cosa si stanno chiedendo i fan. Si, ci si butta ancora dentro una buca per riuscire dalla parte opposta in salto, come ai vecchi, bellissimi tempi. Il tutto è modellato in tre dimensioni, con uno stile pastello che non può non ricordare il passato e che non trova il minimo appiglio per una qualsivoglia critica, almeno su PlayStation 4 Pro, a parte qualche sporadico drop di framerate che però non infastidisce. Critiche invece possono essere mosse alle voce dei piloti, richiamabili dai vari giocatori col D-Pad ed a tratti troppo invasive, seppur risultino ben doppiate.
 
 
La domanda iniziale era se Micro Machines World Series riesce a battere i mostri sacri del racing arcade. La risposta dipenderà molto dal supporto online. Il titolo ha una identità tutta sua, ormai ventennale, tirata a lucido nonostante qualche difetto che magari potrebbe pure essere migliorato in seguito. E dopo tutti questi anni riscoprire questa storica saga e vedere che riesce ancora a divertire per ore ed impensierire chi nel frattempo è diventato uno standard de facto non era così scontato. Il gioco è questo, è semplice, non ricchissimo di contenuti (ma costa la metà di un titolo retail), è bello da vedere e bello da giocare, ovviamente se si può giocare online. Il single ed il multiplayer locale sono adatti ad allenarsi o passare una serata con gli amici, ma è online l'anima del titolo con tutto ciò che ne consegue in termini di abbonamenti Plus/Gold obbligatori e di presenza di giocatori online necessari per godersi il titolo come merita.
E poi, questo vale per i meno giovani, tutti abbiamo quell’amico a cui dobbiamo ancora perdonare quel volo dal biliardo… Bene, è giunto il momento di vendicarsi, quel biliardo aspetta solo noi…


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