NBA 2K18 - La recensione

Torniamo sul parquet videoludico più famoso del mondo e vediamo i miglioramenti di NBA 2K18

di DannyK

Accompagnati da Kyrie Irving, che ha recentemente abbandonato la corte di sua maestà LBJ per accasarsi a Boston, in veste di principale uomo copertina, ci apprestiamo a scoprire NBA 2K18, sicuramente la simulazione di basket più importante di questi ultimi anni. Già i trailer di lancio ci avevano fatto intuire su quante e quali migliorie il team di 2K Sports si era concentrato rispetto alla pur ottima edizione passata; resta solo da capire se sono riusciti a mantenere le promesse.
 
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Un vicinato di livello

Data la sempre crescente importanza della modalità carriera rispetto alle altre (pare che più del 70% dei giocatori incominci creando il proprio personaggio), partiremo proprio da qui con la nostra recensione. La storia del nostro player in NBA 2K18 è molto meno vincolante del passato, dando meno la sensazione di vivere all'interno di un film e lasciando maggiore libertà al nostro alter ego (anche quest'anno la scansione facciale può essere migliorata) di muoversi e gestirsi in un modo fatto a misura per gli amanti della palla a spicchi. Ci troveremo infatti in un quartiere in cui gli abitanti sono tutti gli altri giocatori di basket ed aspiranti leggende, all'interno del quale non mancano le attività extra NBA, le possibilità di visitare negozi di brand famosissimi per personalizzare l'abbigliamento, parrucchieri, tatuatori, minigiochi ed anche gli ovvi campetti su strada, punti di aggregazione dove organizzarsi in team e sfidare (anche scommettendo i crediti accumulati, in un luogo apposito) altri utenti in divertenti partite 3 vs 3 di street basket. La possibilità di scegliere come reagire ad alcuni dialoghi della trama aumenterà un po' la personalizzazione del nostro giocatore, mentre lo guidiamo sulla strada per raggiungere il tanto agognato "livello 99" e guadagnare la copertina del prossimo NBA 2K19. Salire di livello e migliorare gli attributi è diventato un processo più lungo (i maligni diranno che è stato fatto per agevolare il pay-to-win ed in effetti si fa fatica a dar loro torto), ma perlomeno adesso il nostro giocatore crescerà anche giocando nelle partite online contro avversari umani. In più la crescita delle caratteristiche sarà influenzata maggiormente da quanto di buono faremo in campo ed in palestra.
 
 
La trovata del quartiere è stata molto apprezzata; la resa dell'hub formato "mini open world" non è ovviamente in stile GTA (tutti gli altri utenti sono come fantasmi per noi, salvo quando si entra in campo per le partitelle), ma è piacevole non vivere tutta la nostra carriera confinati in quei pochi ambienti di casa, allenamento e campo. Anche grazie a questa scelta quest'anno si è deciso di abbandonare una vera e propria narrazione, concentrandosi invece sugli aspetti più scanzonati della vita di spogliatoio e su brevi scenette pre/post game, che però a volte risultano troppo fuori contesto e che sacrificano l'immedesimazione propria invece di una storia coinvolgente. Giocando la modalità carriera abbiamo trovato un'IA avversaria altalenante. Leggermente troppo punitiva in attacco (praticamente ogni volta che si perde palla o che si lascia un metro in più all'avversario si subisce un canestro) e nella difesa 1vs1 di cui parleremo più avanti, ma più barcollante in difesa di squadra. Tutto questo ha determinato una notevole difficoltà nel realizzare punti, soprattutto all'inizio a causa dei valori bassi, mentre è piuttosto facile far crescere il counter del voto complessivo inanellando rimbalzi (basta avere la voglia di andare sotto canestro, soprattutto in difesa) ed assist, con una difesa avversaria a volte non in grado di anticipare semplici passaggi dentro l'area. Senza dubbio però, questa è la modalità che ha ottenuto il maggior numero di migliorie rispetto alla passata edizione.
 
Nuove animazioni e nuova grafica
 
Passando a valutare l'aspetto tecnico del gioco, possiamo senza dubbio affermare che i passi in avanti ci sono e sono anche molto immediati. Intanto le migliorie grafiche sono impressionanti, il nuovo responsabile delle animazioni arrivato lo scorso anno in Visual Concept, ha ricostruito da zero la fisica di divise ed altri dettagli come il sudore degli atleti.
 

Anche le abilità dei giocatori di punta, come JamesDurant, lo stesso Irving, o il sempiterno Jordan, sono rese in maniera superba e con un livello che sfiora la maniacalità, oltre a risultare decisive sul parquet. La fisica dei contatti negli 1 contro 1 è stata sensibilmente migliorata, aumentando la percezione di imprimere o subire una forza nei confronti del nostro avversario che tenta di superarci o fermarci e costringendoci ad evitare di buttarci a caso contro il nostro diretto marcatore. L'indicatore di tiro è stato modificato ed "accorciato", rendendo più complicato rilasciare il tasto per un tiro perfetto (tiri che a volte si permettono di andare dentro o fuori dopo qualche rimbalzo un po' forzato), ma anche più soddisfacente piazzare una bella tripla dal perimetro.
L'IA delle squadre - nelle modalità team vs team - è stata perfezionata, con i cestisti che non faticheranno ad inserirsi nei blocchi, a sfruttare (o difendere, finalmente) il pick and roll ed a sovrapporsi o raddoppiare quando ce ne sarà bisogno. Le pecche che abbiamo trovato consistono in una non perfetta gestione dei falli sotto canestro e da sfondamento ed in una eccessiva facilità nel perdere la palla in mischia, cosa che succede molto più alla nostra squadra che a quella avversaria.
 

Una leggera sospensione dello stato di fotorealismo generato da una partita di NBA 2K18 è data dalle innumerevoli compenetrazioni tra modelli poligonali che avvengono in panchina. Possiamo capire quelle tra gli utenti che si muovono nel quartiere della carriera, ma vista la fisica che c'è in campo si poteva fare qualcosa di più anche per quanti siedono ed agiscono a bordo dello stesso. Eccellente invece il colpo d'occhio dello stadio e le reazioni del pubblico alle fasi più concitate del match.

Squadra che vince non si cambia, si migliora

Le altre modalità di gioco, MyLeague, MyGMMyTeam, hanno subito molte meno variazioni degli anni passati. Il Mio GM vede un inizio un po' traumatico, con il nostro alter ego costretto al ritiro da un infortunio, che decide di lanciarsi nel mondo dei General Manager, optando quindi per un approccio gestionale tanto caro ai giochi di calcio come Football Manager.
 
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Nelle altre due tipologie potremo invece metterci alla guida di una franchigia (esistente o creata ad hoc) e gestirla per 50 stagioni, oppure guidare un Team cercando di portarlo al vertice della lega, anche con l'integrazione di nuove possibilità, tra cui l'intesa di squadra e la scelta di un certo allenatore più propenso ad avere l'idea di gioco consona ai cestisti della squadra.
Graditissime le aggiunte della partita rapida, con un roster di squadre arricchito sia dai grandi team classici (sin dagli anni '60), che addirittura dalle squadre leggendarie, composte da i migliori componenti di tutti i tempi di una determinata franchigia. Insomma una gioia per ogni amante del basket.
 
Conclusioni
 
Ancora una volta gli sviluppatori di Visual Concept si portano a casa l'anello del basket videoludico, riuscendo nel proposito di migliorare il meglio. Di fatto NBA 2K18 è quanto di più bello e stimolante ci sia per godere del basket virtuale: i nuovi dettagli grafici, le migliorie nella fisica dei corpi e nell'IA portano il livello ancora un gradino più su, rendendo complicatissima la vita della concorrenza nel mondo della palla a spicchi virtuale. La modalità carriera è meno coinvolgente a livello di trama, ma è stata arricchita dalla trovata del vicinato/hub, in cui muoversi su binari meno definiti che in passato. Lo sviluppo del personaggio è stato rallentato e la cosa sembra voler incentivare un po' troppo il pay-to-win, che comunque resta non obbligato. Le altre modalità, già al top, sono state mantenute integralmente, mentre caricamenti in game più rapidi, server più stabili e l'aggiunta delle squadre leggendarie fanno il resto per rendere questo gioco quello che i Golden State sono stati nella passata stagione NBA: inarrivabile.


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