World of Warcraft: Battle for Azeroth - Recensione

Un viaggio nella nuova espansione di World of Warcraft

di Horus

Se c'è una cosa che resta immutabile nel panorama dei videogiochi questa è senza ombra di dubbio World of Warcraft, che a due anni di distanza dall'uscita di Legion (e a quattordici dalla pubblicazione del gioco originale) è di nuovo pronto a iniziare una nuova avventura e se nella passata espansione ad assumere un ruolo centrale è stata la battaglia finale tra le forze di Azeroth e la temibile Legione guidata dal titano oscuro Sargeras, con Battle for Azeroth si torna un po' alle origini del titolo, quando, prima ancora dei tanti sviluppi narrativi che si sono avvicendati nel corso degli anni, ai primi giocatori a mettere piede (digitale) su Azeroth venne offerto come base della loro avventura la lotta tra l'Alleanza e l'Orda.
 

"La nuova espansione di World of Warcraft ci trascina nel pieno dello scontro tra Alleanza e Orda"

Certo gli anni hanno fruttato non poca esperienza alla Blizzard e così, a differenza della scarna trama del 2004, questa volta gli intrecci narrativi che fanno da sfondo alla battaglia per Azeroth sono quantomai corposi, a partire proprio dagli antefatti risalenti alle patch più recenti, quando, dopo la sconfitta definitiva (?) di Sargears la nuova capoguerra dell'Orda, l'infida Sylvanas Ventolesto al fine di assicura all'Orda il controllo completo dell'azerite ha dato il via alla guerra delle spine, distruggendo Teldrassil e la capitale degli elfi della notte Darnassus,

Da tali eventi nasce l'incipit di Battle for Azeroth, con i giocatori proiettati nella ritorsione organizzata dall'Alleanza per la riconquista di Lordaeron, e da lì la ricerca da parte di entrambe le fazioni di nuovi alleati (Zandalar per l'Orda e Kul Tiras per l'Alleanza) per vincere la guerra e porre così fine ad un conflitto che tra scontri aperti e momenti di pace ho tormentato Azeroth da tempo immemore, un mondo però che, a seguito dell'ultimo gesto di Sargeras, rischia di morire (il secondo intreccio narrativo dell'espansione).
 
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Senza star qui a dilungarsi sulle tante sotto trame che si dipanano nel corso del tempo, quel che si può dire con certezza è che ancora una volta la Blizzard è stata molta attenta nel voler rendere l'esperienza di gioco quanto più simile possibile ad un rpg ordinario, anche se all'interno di un mondo con un passato ricco e un futuro sempre in movimento. Il giocatore è quindi accompagnato in tutti i suoi spostamenti dai tanti eventi narrativi che si susseguono incalzanti, i quali  grazie anche all'uso del phasing (meno marcato rispetto al passato però), rendono la fase di leveling (dal 110 al 120) coinvolgente e mai pesante, pur non essendoci quest particolarmente originali.

Non manca poi la fase esplorativa e anzi rispetto al passato c'è un cambiamento significativo, perché se nelle espansioni recenti i nuovi territori erano sempre unici, questa volta essi sono suddivisi per fazione, anche se le missioni di guerra ben presto portano ad approdare nelle terre ostili della fazione avversaria. Una scelta, quella di non creare una 'mappa unica' che si è tradotta quindi nella creazione di una grande varietà di ambientazioni, che, complice la grafica, in men che non si dica riescono a catturare l'attenzione del giocatore.
 
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"Battle for Azeroth introduce degli scenari mozzafiato"

Ovviamente però Battle for Azeroth è innanzitutto un mmorpg e così, al netto dell'accurata trama che fa da sfondo alle nuove avventure, ecco che l'espansione non manca di incidere sul gameplay, a partire dalla radicale modifica delle statistiche che, oltre a semplificare notevolmente la vita, strizza chiaramente l'occhio ai nuovi giocatori, senza dubbio agevolati dal fatto di non doversi più confrontare di punto in bianco con numero astronomici di difficile comprensione.

Parimenti cambiano anche le classi di gioco (ma non v'è nessuna nuova) e andando oltre le discussioni sul bilanciamento delle varie spec, si conferma ancora una volta l'intenzione della Blizzard di creare un gioco più user friendly possibile, con un numero di abilità tutto sommato ben bilanciato (non siamo alla barra unica di Guild Wars 2, ma neanche all'eccesso di Final Fantasy XIV) e un sistema di gestione dei talenti semplice, ma anche dotato di grandi possibilità di personalizzazione.

Ecco proprio sulla questione della facilità di approccio va subito che Battle for Azeroth pur essendo la settima espansione è invero facilmente giocabile anche da chi ha smesso di giocare a World of Warcraft da anni o addirittura non ci ha mai giocato prima, dato che abbinato all'acquisto vi è il servizio che consente di creare direttamente un personaggio di livello 110 per affrontare direttamente i nuovi contenuti, senza doversi sorbire un lungo percorso di leveling, che peraltro proprio in occasione dell'uscita dell'espansione ha subito modifiche sensibili che sembrano figlie proprio della volontà della Blizzard di incentivare l'uso del boost 110 (che per altri personaggi è a pagamento).
 
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"Battle for Azeroth tenta di introdurre un pvp sullo stile rts"

Tornado al gameplay vero e proprio, non potevano mancare i classici dungeon e raid che, senza entrare nel dettaglio, si rivelano piacevoli nella fase di livellaggio e abbastanza variegati quando, giunti al livello 120, arriva il momento di 'lavorare' per creare il proprio equipaggiamento. La vera novità però è sul lato pvp, dove sono stati introdotti i fronti di guerra, ovvero una sorta di commistione tra mmorpg e strategia in tempo reale (RTS), con i giocatori (20 in totale) che sono chiamati a guidare una battaglia enorme, creando un avamposto, cercando delle risorse e stabilendo delle linee di approvvigionamento, e addestrando le truppe per contribuire all'avanzata e alla distruzione della fortezza nemica (insomma una struttura che ricorda molto il vecchio realm vs realm di Dark Age of Camelot). 

Per finire l'ultima novità introdotta da Battle for Azeroth sono le tre nuove razze per fazione (Tauren di Alto Monte, Nobili Oscuri, Orchi Mag'Har, Nani Ferroscuro, Draenei Forgialuce ed Elfi del Vuoto) che, come si può capire dai nomi, più che altro sono una sorta di reskin di razze già esistenti. Un'idea tutto sommato buona, anche perché consente di accedere a razze prima esclusive di Orda e Alleanza, ma in parte limitata dal sistema necessario per sbloccarle (la necessità di guadagnare reputazione con varie fazioni) di cui sinceramente si poteva fare a meno.

Per quanto riguarda invece il lato tecnico, Battle for Azeroth è il solito piccolo capolavoro grafico della Blizzard che, pur con un motore grafico non certo di ultima generazione, con una cura quasi maniacale dei dettagli riesce a regalare degli scenari mozzafiato, come ad esempio la stupenda capitale di Kul Tiras, Boralusl, e non da meno sono poi gli equipaggiamenti con le loro textures in alta qualità. Unico neo, volendo, sono ancora i movimenti dei personaggi (ad esempio l'effetto delle gonne quando il personaggio cammina), ma sono dettagli piuttosto trascurabili in un contesto comunque di alto livello.

Di alto livello come la colonna sonora che risulta semplicemente magnifica e degno accompagnamento delle nuove avventure concepiti dalla Blizzard. Inoltre cosa veramente apprezzabile è l'elevato numero di dialoghi doppiati in italiano, un elemento, il doppiaggio, spesso trascurato nei mmorpg, ma che gioca un ruolo determinate nel favorire l'immersione del giocatore nella storia e nel mondo in cui essa è ambientata.
 
 
Su Battle for Azeroth si potrebbe scrivere ancora, ma, senza tediarvi eccessivamente, quel che si può dire che è che per l'ennesima volta la Blizzard è riuscita a dare nuova linfa a World of Warcraft, la cui fine, a dispetto di quanto si dice con cadenza periodica, sembra essere ancora molto lontana. Ricca di nuovi contenuti questa nuova espansione punta non solo sui giocatori storici ma anche e soprattutto sui nuovi giocatori che, grazie alle tante accortezze introdotto, sono messi in condizione di poter entrare facilmente nelle dinamiche del gioco. Insomma, se volete iniziare a giocare a World of Warcraft o volete ritornare dopo tanto tempo questo è il momento giusto.


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