Dead or Alive 6 - Recensione

Preparatevi alla sesta edizione del torneo di lotta Dead or Alive!

di Revil-Rosa

Nel mezzo della moltitudine di picchiaduro nati negli anni ‘80-‘90, ovvero quella che potremmo considerare la parte finale dell'epoca d'oro del genere, solo alcuni titoli sono riusciti a sopravvivere alla seguente era glaciale diventando poi di fatto delle vere e proprie serie storiche. Dead or Alive, nonostante il successone Tekken, è riuscito a ritagliare il proprio spazio nel cuore degli appassionati e il perchè, secondo il suo creatore Tomonobu Itagaki, risiede nel corretto mix fra accessibilità delle meccaniche, profondità del gameplay e bellezza delle ragazze.
 
Dead or Alive 6 disponibile

Per molti giocatori quest'ultimo punto è quello che maggiormente ha caratterizzato la serie; effettivamente l'esagerata attenzione di Koei Tecmo verso i dettagli femminili ha un che di inquietante, ma se i meriti di Dead or Alive si fermassero davvero a questo, considerando il genere di prodotti disponibili al giorno d'oggi sul mercato, difficilmente saremmo qui a parlare del sesto capitolo.
 

Ninja, wrestler, studenti, macchine, assassini, scienziati e chi più ne ha più ne metta, tutto il roster di Dead or Alive è pronto a fare sul serio!

 
Dead or Alive 6 è, come tutti di certo già sapranno, un picchiaduro 3D dove due personaggi si affrontano in uno scontro corpo a corpo. I giocatori potranno scegliere fra 26 personaggi piuttosto diversi fra loro, sia dal punto di vista del design che per quanto concerne il gameplay. Il variegato roster vede il ritorno di 24 personaggi storici e 2 sole new entry ovvero la loli scienziata NiCO e lo street fighter tamarro Diego. La piccola Nico avrà un ruolo importante nella storia di questo sesto capitolo e ciò le permetterà di lasciare il proprio marcato segno nel mondo di Dead or Alive, discorso diverso invece per il povero Diego, il quale non sembra avere molto da dire all'interno degli eventi principali.
 
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La storia di Dead or Alive 6 è divisa in capitoli per ogni personaggio, composti ognuno da una battaglia o un breve filmato, più una serie di eventi legati alla trama generale che seguono la stessa impostazione. È possibile giocare ogni capitolo nell'ordine che si preferisce, ma per sbloccare gli eventi dei propri protagonisti preferiti potrebbe essere necessario prima completarne altri di personaggi diversi. Notare che le storie dei singoli si intersecano spesso con quelle degli altri e ciò è un bene, tuttavia tali collegamenti avvengono in modo tutt’altro che organico e, per questo, capire l'ordine corretto in cui giocare i capitoli per avere una visione d'insieme ordinata non è affatto facile.

Detto questo, la trama di Dead or Alive 6 non si discosta troppo dai canoni classici del genere, troviamo infatti il ben noto torneo mondiale a cui molti abili combattenti prendono parte per i piú svariati motivi, seguito dalle oscure macchinazioni che si sviluppano nei retroscena dell'evento. Il vero problema della storia comunque non risiede nelle anonime e monotone tematiche quanto nella narrazione, terribilmente disordinata e frammentaria al limite della comprensione, e soprattutto nei dialoghi e nelle reazioni dei personaggi: entrambi elementi capaci di lasciare a bocca aperta anche i giocatori piú disattenti grazie alla loro totale mancanza di logica o coerenza.
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Se dal lato storia Dead or Alive 6 fallisce completamente, l'ultimo capitolo del picchiaduro Koei Tecmo riesce comunque a farsi perdonare grazie alle diverse modalità di gioco che, pur non introducendo nulla di particolarmente innovativo, riescono a rendere l’esperienza offline del titolo interessante. Le modalità disponibili sono il classico Versus, i percorsi Arcade, Sopravvivenza e Prove a Tempo, tante sfide combo per i 26 protagonisti, una modalità Tutorial ricca e ben organizzata (sia per le regole generali che per i singoli personaggi), la già citata Storia e le interessanti Missioni DoA, ovvero una serie di battaglie dalle richieste più disparate e dalle allettanti ricompense.

Il lato online è invece ridicolmente povero, i giocatori possono sfidarsi esclusivamente in match classificati contro avversari casuali, manca quindi completamente la possibilità di creare delle lobby o di invitare i propri amici, rendendo di fatto impossibile giocare liberamente con i propri amici. Sebbene la casa abbia già comunicato le proprie intenzioni riguardo l’aggiunta di tali features attraverso aggiornamenti gratuiti, una mancanza così grave non può che far storcere il naso a tutti i giocatori. Come se non bastasse, anche le partite contro i giocatori con le connessioni migliori non sono esenti da difetti, tuttavia il fatto di poter vedere se l’avversario abbia o meno una connessione via cavo rende facile evitare gli scontri peggiori.
 
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Altra scelta discutibile è quella effettuata riguardo l’ottenimento dei numerosi costumi alternativi: i personaggi hanno in media 3 costumi diversi (ognuno con 3 varianti di colore) e per poterli utilizzare non basta acquistarli con la valuta in-game bensì sarà prima necessario sbloccarli ottenendo tutte le ‘frazioni’. Al completamento delle Missioni DoA, di una partita online oppure di uno qualsiasi dei percorsi Arcade, Sopravvivenza e Sfide a Tempo si otterranno dai 100 ai 400 punti di un abito casuale fra tutti quelli disponibili dei 26 personaggi.

Per sbloccare un abito sono necessari dai 100 ai 1000 punti, con una maggioranza di 500; considerato l’elevato numero di costumi disponibili non è difficile capire che sbloccarne uno sia un’impresa inutilmente lunga e decisamente poco interessante dato che non solo potremmo impiegare giorni e giorni prima di sbloccare i vestiti del nostro personaggio preferito (auguri a beccare anche il modello e la combinazione di colori desiderata), ma una volta completato sarà anche necessario sborsare un’ingente somma di monete e ciò scoraggia ad acquistare gli altri simpatici elementi di personalizzazione quali capigliature alternative, occhiali o musiche.
 
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Tale scelta rende snervante e lento l’ottenimento dei costumi e vedere i punti spalmati su abiti di personaggi che non interessano è a dir poco frustrante. Visto fino a qui Dead or Alive 6 appare un titolo da evitare, in particolare se paragonato al precedente capitolo visto che l’update grafico è quasi inesistente e il numero di personaggi giocabili è minore, tuttavia le tante pecche passano in secondo piano quando si scende sul campo di battaglia: il gameplay è davvero ottimo. Le differenze rispetto a Dead or Alive 5 non sono molte, ma bastano per dare nuova vita al sistema e, cosa ancora più importante, la triade che secondo il creatore della serie Tomonobu Itagaki ha reso grande la serie qui è davvero rispettata. Il sistema triangolare di colpo-batte presa-che batte contrattacco crea un equilibrio unico che permette ai giocatori più attenti di risultare competitivi anche senza un grande studio.

La possibilità di poter quasi sempre eseguire un contrattacco scoraggia i giocatori dal ripetere fino alla nausea sempre i soliti attacchi, pena il dannoso contrattacco, e li costringe a cercare di variare un minimo il proprio stile così da non risultare prevedibili e, di conseguenza, gli scontri si faranno più divertenti. L’attenzione verso l’avversario diventa quindi l’aspetto fondamentale dello scontro, rendendo più efficace un’analisi a sangue freddo rispetto ad una carica a testa bassa e portando così una appagante dose di strategia apprezzabile anche alle persone meno esperte. A rendere il gameplay ancora più appetibile troviamo un layout di comandi intuitivo e ben studiato, capace di regalare soddisfazione sia ai neofiti, i quali sperimenteranno in modo più o meno casuale sequenze di colpi e tasti direzionali, che agli esperti, che potranno sbizzarrirsi con le combo e i setup più ragionati.
 
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Da notare infine, oltre alla colonna sonora anonima e dimenticabile, la possibilità di scegliere se dare priorità alla grafica o al gameplay. L'idea di avere un'opzione del genere non è affatto male, tuttavia le differenze grafiche sono in realtà quasi impercettibili durante le battaglie e saranno maggiormente apprezzabili durante le 'schermate di vittoria' in cui ombre e luci renderanno gli zoom sui volti dei personaggi migliori, come possibile notare dai primi due screenshot in galleria. Quello che invece sarà difficile non notare saranno gli sporadici cali di frame rate durante gli scontri, cosa che rende la scelta di 'dare priorità alla grafica' decisamente sconsigliata, a meno forse di possedere una Playstation 4 Pro o una Xbox One X.

GIUDIZIO FINALE

In linea di massima Dead or Alive 6 si conferma un titolo valido che con il suo ottimo gameplay pone una base più che buona per il futuro, tuttavia alcune scelte discutibili come i costumi lunghi da sbloccare o l’impossibilità di giocare online con gli amici rendono il titolo poco appetibile, almeno in questo primo periodo. Le qualità di Dead or Alive 5, titolo espanso e migliorato in anni e anni di continuo supporto, non devono invalidare i pregi di questo sesto capitolo che, sperabilmente, riceverà lo stesso attento trattamento da parte della casa, tuttavia a fronte di differenze fra 5 e 6 quasi impercettibili per i giocatori meno esperti e proposte di marketing a dir poco infelici, uno sguardo al passato viene naturale e questo porta giustamente a chiedersi se valga davvero la pena, nonostante le buone qualità, buttarsi su Dead or Alive 6.

Gioco testato su Playstation 4.

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