Utawarerumono Zan - Recensione

La serie Utawarerumono si lancia nel genere musou

di Horus

Gli hack and slash ormai sono una sorta di must per gli sviluppatori giapponesi e, di conseguenza, anche la serie Utawarerumono, da sempre nota per l’impostazione da rpg tattico/strategico, si è lanciata in questo genere con Utawarerumono Zan, di cui è appena giunta in Italia la localizzazione in inglese per PlayStation 4, nel tentativo raggiungere un pubblico più ampio rispetto a quello ovviamente più di nicchia degli rpg tattici.
 
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Dal punto di vista della trama Utawarerumono Zan è una versione riveduta e corretta degli eventi già narrati Utawarerumono: Mask of Deception e tutto sommato la scelta forse non è stata proprio felice, perché, volenti o nolenti, siamo di fronte ad un titolo che, pur giocabile da tutti, risulta chiaramente fatto su misura dei fan della serie, a maggior ragione se si considera che il lavoro di taglia e cuci sulla storia per adattarla ad uno stile di gioco più veloce non l’ha certo resa più comprensibile (tra l’altro i capitoli della storia in sé portano solo a poche ore di gioco).
Insomma, per dirla in altri termini, Utawarerumono Zan non è il titolo migliore con cui approcciarsi alla serie e per non perdersi niente e goderselo a pieno a pieno dal punto di vista narrativo c’è poco da fare: bisogna giocare quantomeno conoscere i titoli precedenti della serie recentemente pubblicati in occidente.

Ciò detto, a Utawarerumono Zan va comunque riconosciuto il merito di avere un gameplay piuttosto solido, per quanto possa esserlo quello di un hack and slash. I personaggi controllabili sono infatti 12 e ognuno di essi ha uno stile di gioco proprio che, pur con i noti limiti del genere, contribuiscono a creare una certa varietà, cosa che tutto sommato era lecito aspettarsi, visto che la ‘mente’ dietro questo gioco è quella della Tamsoft, un nome che già da solo dice molto agli appassionati del genere, ed in effetti in Utawarerumono Zan si vede chiara e innegabile l’influenza della serie Senran Kagura.
 
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Espressione di questa solidità è anche la soluzione trovata per la gestione degli attacchi (comunque già vista nella serie Senran Kagura), improntato sul affiancamento delle combo (tutti i personaggi utilizzabili hanno una serie combo da realizzare con la pressione dei tasti quadrato e triangolo), al uso di un potere speciale, denominato Chain (se ne possono equipaggiare due per ogni personaggio), il cui utilizzo è connesso allo Zeal, una sorta di mana point accomunabile nel corso dei combattimenti.

Meno riuscita (e questo è da sempre il punto debole della Tamsoft) l’integrazione, nella modalità storia, tra la parte musou e quella visual novel, che purtroppo, pur contando su un ottimo character design, risente veramente troppo di dialoghi troppo prolissi e in parte inconferenti con la storia. Insomma spesso i personaggi parlano tanto per parlare senza aggiungere niente di interessante alla storia.
 
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Parimenti un po’ deboli sono anche le altre modalità di gioco, che ci sono e sono anche tante (la Battle Recollections per rifare specifiche missioni della modalità storia, le Free Missions, Battle Arena, improntate al uno contro tutti, e persino il multiplayer), ma di fondo il concetto è che non c’è alcuna significazione variazione del gameplay, che resta uguale a sé stesso e, tutto sommato, non induce il giocatore a provare qualcosa altro che non sia la canonica modalità storia, anche se la modalità co-op in multiplayer appare comunque interessante.

Per quanto riguarda invece la parte tecnica, Utawarerumono Zan è il classico gioco in cel-shading della Tamsoft, che sui personaggi raggiunge livelli ottimi, mentre è ancora migliorabile negli ambienti di gioco che, pur eccellenti in alcuni frangenti, in altri l’impressione di essere un po’ spogli, anche se nel complesso il risultato finale è senza dubbio di buono. Quel che è certo, comunque, è l’ottimo lavoro di ottimizzazione del titolo, che, anche in presenza di tanti nemici, non lascia trasparire alcuna incertezza a livello di fps.

Come da tradizione dei giochi nipponici, di buon livello è anche la colonna sonora, in linea con le caratteristiche del titolo e perfettamente coordinata con le sequenze sul campo di battaglia.
 
 
In conclusione Utawarerumono Zan non è un gioco malvagio, però non è neanche un gioco da consigliare. Poco ‘amichevole’ per i giocatori che non conoscono la serie e, paradossalmente, allo stesso tempo poco interessante per i fan di lungo corso, Utawarerumono Zan è un buon hack and slash che purtroppo risente un po’ troppo dei limiti legati alla trama e che, proprio per questo, non pare offrire contenuti in linea con il prezzo.


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