Resident Evil 3 - Recensione

Vi raccontiamo gli ultimi giorni di Raccoon City nella nuova veste di Resident Evil 3 Remake

di DannyK

Dopo l'operazione riuscitissima che Capcom ha messo in piedi con Resident Evil 2 Remake, proprio come nel 1999 è bastato un anno perché vedesse la luce il capitolo successivo, quello probabilmente con il nemico più iconico della serie: parliamo ovviamente di Resident Evil 3 Remake e di Nemesis.
 
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Ma cosa hai da correre?

La storia di questo gioco si intreccia con quella di Leon e Claire, in quanto avviene negli stessi momenti ed in parte negli stessi luoghi, ma è più focalizzata sul concetto di fuga. Prima dal Nemesis, un Tyrant sperimentale in grado di essere programmato e controllato, alla spietata ricerca dei membri S.T.A.R.S., in questo caso Jill Valentine, unica sopravvissuta ancora in città. In seguito si passerà a tentare a tutti i costi di fuggire proprio dalla città, sotto la minaccia di una detonazione che nuclearizzerà l'intera area (e le conseguenze della diffusione del Virus T).

Il gameplay è interamente mutuato dal secondo capitolo, con qualche aggiunta che sgrezza in parte la legnosità nei movimenti, resa indispensabile dalla deriva più action soprattutto del Nemesis: con la pressione del tasto RB/R1 si potrà effettuare una schivata molto fluida e funzionale, che se fatta al momento giusto ci permetterà di scampare a qualsiasi attacco. Trovare questa finestra non sarà semplicissimo in quanto i nostri nemici sono abbastanza imprevedibili, con i loro movimenti dinocollati che precedono un balzo felino verso il nostro collo, ma in caso di riuscita l'effetto sarà senza dubbio soddisfacente. La prosecuzione nella storia avviene in maniera lineare e scriptata, ma tutto questo non deve essere per forza una nota negativa, in quanto trasmette la concentrazione della nostra eroina nella fuga disperata da una città condannata.
 
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Horror si, survival un po' meno
 
Le armi non sono molte, ma hanno tutte un ottimo bilanciamento ed una grande personalità e come al solito si potranno combinare polveri da sparo ed esplosivi per creare munizioni di ogni tipo. La realtà è che in questo capitolo si farà molta difficoltà a trovarsi sprovvisti di colpi per le nostre bocche da fuoco. Giocando con un approccio survival (quindi utilizzando spesso il coltello - tra l'altro indistruttibile - per finire gli zombie a terra) e cercando solo headshot (comunque indispensabili data la coriaceità dei nemici), si terminerà il gioco con centinaia di colpi non esplosi a prendere polvere nella cassa porta oggetti. 

Durante gli scontri più importanti ci sarà sempre tanto da raccogliere in giro, rendendo di fatto inutile lesinare su bombe a mano, su colpi di fucile, di lanciagranate e di magnum. Lo stesso vale anche per le cure: curatevi pure, di erba ce n'è abbastanza.
 
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Tra gli aspetti positivi c'è anche lo spazio dedicato ai personaggi secondari come CarlosTyrell Nicholai che sono più approfonditi e caratterizzati che nell'originale. Lo stesso si può dire della trama, che scorre molto piacevolmente verso il finale senza buchi narrativi o situazioni poco chiare ed in questo, possiamo dirlo, il lavoro di remake è stato eccellente, dato che nel capitolo originale (ma anche nel remake del 2, se consideriamo le incongruenze tra campagna A e B), le situazioni a volte si succedevano in modi alquanto fantasiosi.

Già fattooo?!?

La vera nota dolente di questo remake, inutile nasconderlo, è la durata. Dal gioco originale sono state tagliate parti iconiche come la visita alla Torre dell'Orologio o la scampagnata nel parco di Raccoon City con il suo celebre vermone, indegnamente sostituite da aree poco memorabili o riciclate dal 2 (la stazione di polizia che si visita con Carlos). Potevamo farci andar bene l'assenza di enigmi, per quanto non ne capiamo il motivo, poteva passare la rivisitazione degli ambienti - quindi una minore fedeltà all'originale - in favore di una regia più coerente con sé stessa (anche se siamo convinti che uno spunto per tornare alla torre lo si poteva trovare), ma non è accettabile che una campagna di un titolo single player tripla A duri tra le 5 e le 6 ore, senza avere reali motivazioni per essere rigiocata. L'intuito ci porta a pensare che il tutto sia stato fatto con troppa fretta, probabilmente credendo che accompagnare il terzo capitolo al multiplayer asimmetrico Resistance avrebbe supplito a tale mancanza. Avremmo aspettato volentieri qualche altro mese in più per avere almeno un altro paio di ore in compagnia di Jill, Carlos e Nemesis, su questo non c'è alcun dubbio, visto che le prime ore di gioco fanno davvero gridare al capolavoro, evidenziando maggiormente l'occasione persa da Capcom per pubblicare il Resident Evil definitivo.
 
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Il comparto tecnico, il RE Engine già visto su Resident Evil 2, fa il suo lavoro in maniera egregia. Poligoni dei personaggi, texture, effetti particellari, sfondi, tutto concorre a fare di Resident Evil 3 Remake uno dei più bei giochi da vedere di questa generazione. Aggiungiamo anche l'ottimo audio, con doppiaggio completo in italiano, anche questo davvero ben eseguito, alla pari delle prove attoriali dei personaggi.

Nessuna modalità Mercenari, il gioco è corredato dal già citato Resident Evil Resistance, un particolare multiplayer asimmetrico creato da NeoBards, in cui una persona interpreta il Mastermind, che dovrà mettere in difficoltà ed eliminare quattro sopravvissuti piazzando nemici (potendo anche controllarli di persona) e trappole nella mappa, stando attento nel dosare bene l'energia per spendere azioni di gioco. Cambiando Mastermind (tutti cattivi iconici della serie), cambierà anche la BOW unica evocabile, anche queste tutte prese tra i Boss storici. Anche i sopravvissuti non assolvono tutti agli stessi compiti (hacker, medico, picchiatore ecc), tenendo presente che l'obiettivo comune è quello di scappare il prima possibile.

Il gioco multiplayer onestamente non sposta la valutazione del single player, diventando di fatto un'aggiunta che può regalare qualche ora di divertimento, senza però avere quel fascino o quelle motivazioni che possono spingere a passarci le tantissime partite necessarie a sbloccare semplici modifiche estetiche. Ad oggi inoltre è decisamente più divertente e soddisfacente giocare nei panni del cattivo di turno, giacché le partite dei sopravvissuti dipendono interamente dallo spirito di collaborazione che c'è nella squadra, cosa quasi mai scontata, giocando online.
 
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Conclusioni
Resident Evil 3 Remake ha proprio il sapore della classica occasione sprecata, come un eccellente piatto gourmet che però termina in due forchettate. Capcom ha confezionato un gioco che nelle prime 2/3 ore di gioco fa gridare al miracolo, per poi perdersi nella fretta e velocità di andare al sodo, riciclando asset a piene mani dal remake del secondo capitolo e tagliando fette importanti da quello originale. Il tutto è un gran peccato, considerando l'eccelso comparto tecnico, il gameplay solido e divertente, per quanto lineare, la fascinosa minaccia del Nemesis sulle nostre tracce e, sostanzialmente, le possibilità enormi che offriva il rimettere mani su uno dei capitoli più amati (nonostante la fama di anello debole della prima trilogia) della serie survival horror per eccellenza. L'ottima nuova caratterizzazione dei personaggi secondari, unita ad una trama più coerente e fluida, non servono da sole a farci bastare una campagna oggettivamente troppo corta. Il multiplayer Resistance non offre grossi spunti per alzare o abbassare la valutazione, risultando come un'aggiunta simile ad un gioco bonus post credit, che può divertire un po' senza emozionare eccessivamente. Il voto finale non è altro che la media tra quello che avrebbe potuto essere (e che è effettivamente all'inizio) e quello che invece diventa con un finale così affrettato.
Resident Evil 3 e Resident Evil Resistance sono disponibili per PlayStation 4, Xbox One e PC.



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