Dragon Quest Treasures - Recensione della versione PC

Un'avventura in miniatura ma con il doppio dell'assuefacenza

di Klarth Curtiss

La saga di Dragon Quest è sempre stata considerata (insieme a Final Fantasy) la quintessenza del gioco di ruolo giapponese, non necessariamente puntando sulla storia quanto sul suo worldbuilding e mondo fantasy sorretto dal magnifico stile grafico di Akira Toriyama (ndr. il papà di Dragon Ball), benché infatti la serie sia riuscita ad affermarsi anche con il grande pubblico con il suo lato narrativo grazie all'undicesimo capitolo, nel corso degli anni il franchise ha sfornato moltissimi spin-off di vario genere, ultimo tra questi è stato Treasures, approdato lo scorso dicembre in esclusiva su Nintendo Switch e finalmente arrivato anche su Steam lo scorso 14 luglio, noi della redazione lo abbiamo provato per voi e siamo finalmente pronti a dirvi con la nostra recensione se valga la pena o meno di recuperarlo
 
Una trama semplice ma efficace ci porterà a diventare dei provetti cacciatori di tesori

Le premesse narrative di Dragon Quest Treasures sono tanto semplici quanto interessanti e funzionali: il titolo si pone infatti come una sorta di prequel dell'undicesimo capitolo facendoci vestire i panni dei gemelli Erik e Mia in una versione un po' più "fanciullesca", i due si ritrovano a loro malgrado a viaggiare su una nave di vichinghi che li ha salvati da morte certa in quanto orfani, tuttavia i due combinaguai con la passione per la caccia al tesoro non possono fare a meno di notare due particolari animali catturati dall'equipaggio e, dopo averli liberati mossi dal loro buon cuore ed essere fuggiti dalla conseguente ira della ciurma, il duo viene condotto da loro su uno strano atollo nebbioso in mezzo al mare, dove all'interno delle rovine in esso situate rinvengono due particolari pugnali che li teletrasportano in una terra sconosciuta.
Dopo alcune bizzarre vicissitudini con gli abitanti del posto i due gemelli (separati nel momento del trasferimento) riescono a riunirsi ed apprendono dagli strani animali volanti, un maiale di nome Suyn ed una gatta chiamata Misha, che i due sono stati portati a Draconia, una terra formata da isole nel cielo chiamata così in quanto costruita sugli scheletri di due draghi dove un'antica leggenda narra che chi riuscirà ad impossessarsi delle 7 gemme del drago (lo abbiamo detto che c'entra Toriyama si?) otterrà il potere di evocare l'Isola Dorata, sul quale si narra ci siano ricchezze oltre ogni immaginazione; subito attirati dalla prospettiva i due non esitano un istante a lanciarsi nell'impresa, soprattutto considerato che i pugnali del quale si erano impossessati non sono semplici tesori ma gli permettono di comunicare con i mostri e riattivare il treno che un tempo percorreva la ferrovia di Draconia, dopo aver quindi stretto un patto con le creature locali di restaurare per intero la linea ferroviaria in cambio dell'utilizzo della stazione principale come base operativa il duo inizia la sua ricerca del più grande tesoro mai conosciuto (prima che le bande rivali glielo sgraffignino da sotto il naso).
 
I personaggi principali sono tutti caratterizzati con il classico carisma della serie

Se è vero che la trama funge più che altro da pretesto per farci partire all'esplorazione senza troppi sviluppi è il gameplay il punto focale di questa esperienza, per quanto infatti il nostro obiettivo principale sarà la ricerca delle gemme del drago, tutto quello che faremo nel mentre sarà una scarica continua di serotonina: dopo aver scelto il nostro gemello preferito tra i due (scelta puramente estetica) ed assemblato il nostro party composto da 3 mostri potremo partire per una delle regioni che compongono l'isola completamente a nostra scelta e senza alcun tipo di limitazione, dove anziché ridurci al tirare dritto per la main quest potremo non solo accettare parecchie missioni secondarie, ma soprattutto dedicarci alla caccia di tesori, potere insito nei pugnali dei ragazzi è infatti quello del Tesoroscopio, una bussola che ci indicherà la posizione del forziere più vicino e, una volta raggiunto il luogo, ci consentirà di vedere la sua posizione "esatta" ottenendo delle visioni dalla prospettiva dei mostri in squadra, che ci aiuteranno a capire dove scavare, abbiamo apprezzato molto questa feature in quanto diversi mostri ci mostreranno cose diverse in base al loro punto di vista, per esempio quelli muniti di cappello o armature avranno la visuale ostruita, i pipistrelli mostreranno lo scenario in bianco e nero, altri avranno degli evidenti difetti visivi e così via, dando un senso di "realismo" al tutto, sarà importante considerare la formazione del party non solo per questa ragione ma anche per altri tre motivi: il primo legato alla propensione dei tesori (ogni isola, prima di raggiungerla, avrà delle "previsioni" costituite da diversi simboli e per avere la massima possibilità di scovare forzieri sarà necessario portarsi dietro dei mostri corrispondenti), il secondo alla loro stazza (mostri grandi potranno trasportare più forzieri e viceversa) ed il terzo relativo alle loro abilità di navigazione (ogni mostro possiede infatti un'abilità di movimento per l'overworld, tra gli slime che ci faranno rimbalzare su di loro, i vampistrelli che ci faranno volare, le armature che ci consentiranno di spaccare gli ostacoli e via dicendo, spesso per accedere a certi tesori sarà infatti necessario avere l'abilità giusta), tutto ciò rende l'avere a disposizione un ampio roster di mostri un requisito fondamentale.
Quando non staremo cercando di stanare tesori staremo combattendo con la fauna locale e qui dobbiamo dirlo, il combat system è risultato piuttosto "strano": per quanto infatti noi potremo attaccare con il nostro pugnale infliggeremo danni veramente irrisori e starà al nostro team completamente controllato dall'IA fare la maggior parte del lavoro, mentre noi utilizzeremo la nostra fida fionda per distrarre gli avversari o potenziare e curare i nostri con specifiche biglie e talvolta attivare delle mosse speciali dei singoli mostri, capiterà inoltre che dopo certi scontri gli avversari sconfitti vorranno unirsi al nostro team e per reclutarli sarà necessario tornare alla base e soddisfare le loro richieste (che potrebbero essere soldi o materiali); per quanto l'IA dei nostri compagni si comporti egregiamente avremmo sicuramente preferito che il nostro personaggio avesse un ruolo più attivo nel tutto.
Da non dimenticare infine il campo base, dove non solo potremo gestire i mostri come sopracitato, ma man mano che proseguiremo nella storia lo espanderemo con nuove funzioni come la possibilità di creare le biglie per la fionda con i materiali recuperati in giro.
 
L'umorismo spesso e volentieri si spreca

Dal punto di vista tecnico non abbiamo veramente nulla da dire, se è vero infatti che alcuni elementi dello scenario risultano piuttosto poveri di texture tutto il resto è vivo e colorato con la deliziosa direzione artistica tipica della serie che rispecchia la giovane età dei protagonisti, oltre all'esteso roster di mostri che prende a piene mani dall'intero immaginario della serie, nota a favore anche per la durata complessiva che si aggira intorno alle 40 ore cercando di fare il più possibile, permettendo quindi davvero a chiunque di goderselo nella sua interezza; da segnalare inoltre la colonna sonora che non solo riprende moltissimi effetti tipici della serie ma propone una pletora di nuove tracce che difficilmente riuscirete a scollarvi dalla testa.
 
 
Togliamoci subito il dente: Dragon Quest Treasures non è il solito titolo pieno di epicità al quale sono abituati i fan della serie e sicuramente non raggiunge le vette di capitoli come l'ottavo o l'undicesimo, tuttavia va a conformarsi al livello qualitativo degli spin-off come la saga Monsters Joker o i più recenti Builders, proponendo una trama più leggera ma con un ottimo gameplay che, in questo caso, vi farà passare le ore a forza di "dai ancora un tesoro e poi stacco" e va benissimo così; adesso scusateci ma la bussola ce ne sta indicando un altro nelle vicinanze.


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