Recensione
Ennesima trasposizione televisiva della fortunata commedia poliziesca ideata da Kosuke Fujishima, Full Throttle ci narra un nuovo capitolo delle avventure della Super coppia della polizia del traffico di Bokuto. Tornano Miyuki e Natsumi alle prese con i criminali più svariati, dal borseggiatore al pirata del traffico, per una serie di episodi autoconclusivi all'insegna dell'azione e della commedia spensierata. Alla luce di un paio di "doppi episodi" - o anche del film cinematografico realizzato in passato - tale struttura episodica appare quantomeno limitante, costringendo gli sceneggiatori a focalizzarsi principalmente sull'aspetto comico e quotidiano per porre in secondo piano quello poliziesco, non avendo il tempo materiale per la realizzazione di trame complesse ed articolate a favore quindi di crimini ed operazioni piuttosto semplici e lineari.
Anche per quanto riguarda i personaggi, non c'è alcuna intenzione, a parte un paio di eccezioni, di soffermarsi più del dovuto sulla loro analisi interiore, prediligendo comportamenti e relazioni già consolidate nel tempo. Completamente assente anche qualsiasi loro evoluzione nell'arco dell'intera serie, salvo qualche piccolo cambiamento in alcuni personaggi, che paiono tuttavia nascere ed esaurirsi tutti all'interno del medesimo episodio. Che questa sia una precisa scelta degli autori, o un limite produttivo imposto dalla natura mainstream dell'opera, risulta un peccato la decisione di non osare in nessuno dei due sensi (introspezione/maturazione psicologica e trama poliziesca), specialmente alla luce dell'ottima impressione data dal caso del Fantasma Rosso, spalmato su due episodi e indubbiamente la parte migliore di tutto l'anime. Purtroppo lo scossone che pareva in procinto di dare alla serie si esaurisce in un episodio speciale di dubbia qualità e in un finale classicissimo che finisce per ristabilire completamento lo status quo.
Encomiabile, invece, la decisione di non ricorrere in alcun modo al fanservice di matrice ecchi nonostante la disponibilità di due bombe sexy quali Miyuki e Natsumi.
Il comparto tecnico è nella media e non si lascia ricordare né in positivo né in negativo.
In definitiva una serie leggera e godibile che si lascia guardare con piacere ma che non riesce a (o non vuole) sfruttare al meglio tutto il suo potenziale, ad esclusione di qualche episodio particolarmente ben riuscito - controbilanciato però da altri sottotono - finendo quindi per risultare un discreto passatempo ma non molto di più.
Anche per quanto riguarda i personaggi, non c'è alcuna intenzione, a parte un paio di eccezioni, di soffermarsi più del dovuto sulla loro analisi interiore, prediligendo comportamenti e relazioni già consolidate nel tempo. Completamente assente anche qualsiasi loro evoluzione nell'arco dell'intera serie, salvo qualche piccolo cambiamento in alcuni personaggi, che paiono tuttavia nascere ed esaurirsi tutti all'interno del medesimo episodio. Che questa sia una precisa scelta degli autori, o un limite produttivo imposto dalla natura mainstream dell'opera, risulta un peccato la decisione di non osare in nessuno dei due sensi (introspezione/maturazione psicologica e trama poliziesca), specialmente alla luce dell'ottima impressione data dal caso del Fantasma Rosso, spalmato su due episodi e indubbiamente la parte migliore di tutto l'anime. Purtroppo lo scossone che pareva in procinto di dare alla serie si esaurisce in un episodio speciale di dubbia qualità e in un finale classicissimo che finisce per ristabilire completamento lo status quo.
Encomiabile, invece, la decisione di non ricorrere in alcun modo al fanservice di matrice ecchi nonostante la disponibilità di due bombe sexy quali Miyuki e Natsumi.
Il comparto tecnico è nella media e non si lascia ricordare né in positivo né in negativo.
In definitiva una serie leggera e godibile che si lascia guardare con piacere ma che non riesce a (o non vuole) sfruttare al meglio tutto il suo potenziale, ad esclusione di qualche episodio particolarmente ben riuscito - controbilanciato però da altri sottotono - finendo quindi per risultare un discreto passatempo ma non molto di più.
