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Avete mai pensato a come sarebbe uno shoujo con protagonista un ragazzo grande, grosso e nient'affatto affascinante invece della solita ragazza svampita e sognatrice?

Deve essere lo stesso quesito che si è posta Kazune Kawahara, l'autrice dell'opera "Ore Monogatari!!", che ha immaginato di mettere al centro delle vicende che si vanno a raccontare Takeo Gouda, un corpulento ragazzo di sedici anni, alle prese con la sua prima storia d'amore con Rinko Yamato, una ragazzina minuta e molto dolce.
Nel 2015 il famoso studio di produzione MadHouse, a manga ancora in corso, ha dato vita all'anime, altresì noto con il titolo "My Love Story!!, per un totale di ben ventiquattro episodi.
Scegliere un ragazzo come protagonista della storia è stata sicuramente una mossa originale e il fatto che la relazione con Yamato nasca nel giro dei primi tre episodi è cosa buona e giusta, ma, arrivati a questo punto, la trama si ferma, perché non ha più nulla da raccontare. L'anime infatti non fa altro che ribadire sempre i medesimi concetti evidenziati nell'episodio pilota, non aggiungendo nulla alla già striminzita trama.
Ogni episodio gira sempre intorno alla figura di Takeo, che per carità è un personaggio positivo, altruista e generoso che è persino riuscito a farmi ridere in più di un'occasione, ma a parte questo non ha altro da offrire. Nonostante ciò, si insiste continuamente sul fatto che un gorilla come lui ha dei lati positivi, e li si mette eccessivamente in mostra attraverso escamotage francamente ridicoli, oltre che assurdi (mi viene in mente su tutte la scena della trave, altamente evitabile). Per non parlare di Yamato, un personaggio piatto e senza alcun tipo di background che passa il suo tempo a preparare dolci per il suo "kakkoii" "Takeo-kun", paroline che ripete all'infinito con la sua vocina stridula e molto fastidiosa.
La loro relazione amorosa poi è molto superficiale e non lascia spazio a incomprensioni, fraintendimenti o qualsivoglia tipo di approfondimento sulla coppia. Certo si riesce bene a mettere in risalto la dolcezza e la tenerezza del primo amore, ma tutto è eccessivamente smielato (ho rischiato più volte il coma diabetico) e la storia non si evolve, nonostante i protagonisti si giurino eterno amore.
Per giunta ci sono molti episodi incentrati su aspetti noiosi e per nulla aderenti alla realtà, dal momento che Takeo e Rinko sono dei personaggi veramente assurdi e privi di raziocinio, laddove trattano problemi di poco conto come dilemmi esistenziali senza alcun motivo.
Fortunatamente ci sono personaggi secondari molto validi come Suna, il classico bel ragazzo che qui ha un comportamento completamente apatico ma coerente fino alla fine, che è completamente diverso da quello rivestito nei classici shoujo, e sua sorella, che tuttavia non vengono sfruttati a dovere, perché basano la loro esistenza sulla figura di Takeo in maniera del tutto forzata.

Fin qui la recensione potrebbe apparire decisamente negativa e volta a bocciare la serie, ma devo ammettere di essermi affezionata a tutti i personaggi e alla serie stessa, anche grazie al fatto che ci sono stati determinati episodi che mi hanno un po' emozionato. Hanno riservato alle ultimissime puntate la parte più interessante, perché si stava imparando a conoscere un lato nascosto di Takeo in cui mi ci sono ritrovata molto, ma poi la serie finisce (il manga era ancora in corso all'epoca dei fatti e non so se ci sarà mai una seconda stagione).
In ogni caso, la grafica è assolutamente eccezionale, con dei colori molto caldi che ben sottolineano i momenti più importanti della relazione di coppia, e non soffre mai di cali di qualità.
Per quanto riguarda il comparto audio, la opening è molto carina e adatta all'anime, ma preferisco decisamente la ending, molto più emozionante e profonda.

In conclusione, non mi sento affatto di bocciare l'anime, che però non riesce a strapparmi un voto più convinto: per questo si piazza con un sei e mezzo.