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Epocale. Emblema incontestabile della cultura pop nipponica. È stato convertito su quasi tutti i sistemi casalinghi esistenti sulla faccia della terra (PC, home computer, console, handheld e perfino sugli LCD marchiati Gig/Tiger). Non aver mai sentito parlare di questo coin-op equivale ad avere vissuto per vent'anni su un altro pianeta o in un sottoscala con bende agli occhi e tappi alle orecchie. Tale meraviglia della tecnica ha fatto rimanere a mascelle spalancate più di una generazione (almeno fino all'avvento di "Virtua Racing") e lanciò definitivamente Yu Suzuki - a capo del team AM2 e reduce dai fasti di "Hang-On" - nell'Olimpo degli sviluppatori (in Giappone è secondo solo a Shigeru Miyamoto, il papà di Mario). Quando s'immaginava una sala giochi (quelle nelle località di villeggiatura, non le tristi, attuali sale-slot) il primo pensiero andava dirimpetto al fiammante cabinato deluxe di "OutRun" in bella mostra al centro del locale. Ma ci si accontentava anche della versione, per così dire, in formato 'mignon', solo con volante e pedaliera, nel bar vicino a casa. Se poi lì si aveva il sole in faccia, un po' di brezza estiva e una bibita ghiacciata a portata di mano, ecco che si poteva provare una delle cose per cui valeva la pena di stare al mondo. Il gusto pieno della vita, recitava un famoso spot degli anni '80. L'effetto di scaling era mostruoso per l'epoca (parliamo del 1986, quando la tecnologia a 16-bit era agli albori) e i frame al secondo settati in modalità non plus ultra, senza risparmio di memoria Ram da parte dei programmatori di casa Sega. Spiagge assolate, villaggi rurali, deserti africani, sfilze di mulini a vento, rovine di monumenti megalitici; era possibile - grazie ai bivi, entrati di diritto nei libri di storia dei videogames - avere la sensazione di evadere dal logorio quotidiano (compiti, catechismo e altre incombenze), percorrendo ameni itinerari e sfrecciando sulle strade di tutto il mondo con la mitica Ferrari Testarossa (su licenza ufficiale!) e la isterica biondona al fianco. Vogliamo per ultimo, ma bisognerebbe aprire un capitolo a parte, parlare delle indimenticabili musiche di sottofondo? Tre scelte, "Passing Breeze", "Splash Wave" e "Magical Sound Shower" (da non perdere le cover rockeggianti inserite in "OutRun 2006"), tutte talmente orecchiabili e cristalline che era comune prassi inserire tre gettoni di fila per avere la precedenza sugli altri giocatori e ascoltarle tutte, e si faceva pure fatica a smettere di zufolarle una volta tornati a casa (c'erano stati vani tentativi di registrarle in maniera artigianale, con scarsi risultati).