logo GamerClick.it

-

Premesso che "Re:ZERO" potrebbe apparire ai più come quel tipo di anime che o lo si ama o lo si odia, io personalmente faccio parte di quella ristretta cerchia di spettatori che cerca e trova una sorta di via di mezzo. Ma andiamo per gradi.

Trama: Subaru è un ragazzo privo di vita sociale che, all'improvviso, viene catapultato in un mondo fantasy di ambientazione medievale, in cui si svolgerà il resto della serie, e, senza porsi alcuna domanda, accetta, anche abbastanza felicemente, questa "scelta del destino". Si trova poi ad essere tratto in salvo da una brutta situazione da Emilia, giovane mezz'elfa dai capelli argentati, di cui si innamora quasi subito. Per ripagare il debito (e in funzione dei sentimenti che prova per lei), decide di accompagnarla nelle sue avventure (o disavventure) future. In breve tempo Subaru si accorge di aver acquisito una capacità che gli permette di sopravvivere alla morte, riavvolgendo il tempo e facendolo ripartire da una sorta di check point posto qualche giorno addietro, capacità definita dallo stesso Subaru "Ritorno dalla Morte".

Il teletrasporto in un mondo parallelo è ormai cosa nota, vista e rivista, ma ben venga, visto che permette agli autori di non avere alcun limite a livello di trama e ambientazione, che è cosa buona e giusta. Il problema è che questo tipo di premessa genera delle aspettative che pretendono e meritano di essere alimentate a dovere. E' proprio il caso di "Re:ZERO", ovvero un anime che parte con tanti buoni propositi e un'idea, quella del "respawn", tutto sommato, originale e dall'ottimo potenziale, finendo però per perdersi per strada. Analizziamolo nel dettaglio.

Malus: la trama c'è, si percepisce, appare anche abbastanza avvincente e potenzialmente articolata. Il problema è che manca di un qualsiasi tipo di approfondimento, tanto che a metà serie viene da chiedersi se abbia effettivamente avuto inizio. E' di genere mistery, e quindi può anche andare bene porre alcune domande senza dare le risposte, ma, se all'ultimo episodio non sono ancora venuto a conoscenza di nulla, ci rimango male. La caratterizzazione dei personaggi è superficiale e piatta; persino per i protagonisti Subaru e Rem (sì, di fatto è lei la coprotagonista, non Emilia) non vengono approfonditi a dovere i tratti e i background (quasi totalmente inesistenti per gli altri personaggi). Inoltre molti vengono estremizzati all'inverosimile senza motivazione alcuna, tanto da rasentare, in alcuni casi, il ridicolo. Estremizzare non è sbagliato, ma è un tipo di caratterizzazione da non prendere alla leggera, bensì da trattare con cura e devozione. I dialoghi non sono gestiti troppo bene; sono belli, ma risentono dei personaggi eccessivamente stereotipati, finendo per apparire, in molti casi, prevedibili e banali (riferimenti a episodio 18 puramente casuali).

Bonus: il design dei personaggi è in assoluto, a mio parere, il punto di forza dell'anime; le gemelle in primis sono trattate in modo eccelso dal punto di vista estetico. Pur essendo, soprattutto Rem, pura carne da macello per l'otaku medio, non ho potuto fare a meno di apprezzarle. Anche Emilia, le altre candidate al trono e i cavalieri non sono da meno. La grafica in generale è da pieni voti così come il sonoro.

In conclusione, non è difficile notare come lo scopo ultimo dell'anime sia far parlare di sé, nel bene e nel male, lasciando quei buchi nella trama per alimentare la curiosità dei fan, pubblicizzando di fatto la serie di light novel. Anche questa volta ha vinto il portafogli. Una seconda stagione trattata a dovere potrebbe porre rimedio a tutti gli errori presenti in questa prima serie, che sono di fatto buchi di trama e mancanza di approfondimento dei personaggi. Nonostante tutto l'ho seguito abbastanza volentieri e mi ha lasciato dei buoni spunti, anche se mi aspettavo molto di più, perciò conquista una sufficienza di fiducia in vista appunto di stagioni successive. Ne consiglio una visione tranquilla e priva di aspettative e qualcosa di buono ci troverete.