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"Shantae" è una serie di videogiochi ideata nei primi anni duemila da Matt Bozon e dalla sua attuale moglie Erin, entrambi membri storici dell'indipendente casa californiana "Wayforward". Attualmente, la loro creatura conta ben cinque capitoli, proseguiti con particolare costanza dal secondo in poi. Il titolo approdò per la prima volta sul Gameboy Color, sfoggiando un comparto tecnico assolutamente elevato per la media del dispositivo portatile Nintendo, purtroppo, le tempistiche non furono a loro favore ed il gioco finì quindi per risultare un fallimento di vendite. L'aver perseverato, ha prodotto un decennio dopo una piccola, ma crescente nicchia, di appassionati.

La saga vede come protagonista una giovane danzatrice del ventre, per metà genio e per metà umana, assunta ufficialmente per proteggere i cittadini di Scuttle Town dalle scorribande di mostri e predoni. Le sue armi principali sono costituite dalla lunga chioma viola, che può usare come frusta, e dai passi di danza che le permettono di trasformarsi in alcune creature, sia animali che umanoidi. Le sembianze in cui la nostra bella majokko magrebina può mutare, possono variare a seconda dei capitoli in questione, ma sono principalmente: Scimmietta (per arrampicarsi ed entrare in piccoli passaggi), Elefante (per frantumare ostacoli di pietra), Sirena (per scandagliare i fondali acquatici), Aracne (per sfruttare i soffitti) e Arpia (per solcare i cieli). Ad essi si aggiungono occasionalmente il Tinkerbat, ovvero una copia dei servitori della sua principale avversaria, e alternative alle forme più classiche, tipo: Salamandra, Granchio e Pipistrello. In questo gioco in particolare, ci sono state pure trasformazioni aggiunte tramite contenuto digitale, per celebrare collaborazioni con altri studi indipendenti, come Inti Creates ed il suo "Blaster Master".

Emblemi della serie, sono da sempre il suo tono scanzonato e l'elemento ammiccante dei numerosi personaggi femminili che, pur non scadendo mai nel volgare o nell'esplicito, mostrano sempre di avere le curve al posto giusto. Di questo quintetto di giochi, "Half Genie-Hero" è il penultimo, nonchè il primo ad abbandonare la pixel-art in favore di uno stile più definito e cartoonesco. Personalmente l'ho terminato in 9 ore, raggiungendo l'84% di completamento e, senza svelare troppo, posso dire che si intuiscono un finale e un combattimento migliori se verrà platinato, un po' come fu per "Pirate Curse".

Devo dire che nel complesso mi è piaciuto, ma avendo giocato i precedenti, capisco bene il perchè di alcune critiche. E' sicuramente molto più lineare dei precedenti capitoli, a conti fatti non è più definibile come un metroidvania, ma in compenso, c'è un ragionevole numero di oggetti da trovare, alcuni anche adeguatamente nascosti. La colonna sonora si riconferma di buon livello, e la "Dance Through the Danger" della doppiatrice Cristina Vee si riascolta sempre volentieri. I personaggi, sempre più in stile manga, rimangono graziosi, ma le animazioni, specie all'inizio, non mi hanno convinto del tutto. In particolar modo coi boss tradiscono l'economia del prodotto. Le movenze generali riprendono i capitoli precedenti, ma sembrano ancor più esasperate, nel bene e nel male, mentre le immagini espressive dei dialoghi sono ancora volutamente scarse di numero. Capisco la tradizione, ma personalmente, oggi ne amplierei un pochino la quantità.

La modalità normale risulta piuttosto facile, i danni sono inferiori a quelli di un tempo e i cuori ottenibili dai mostri sono aumentati come frequenza. A ciò si aggiunge che i poteri acquistabili si sbloccheranno ridicolmente presto, e se si farà la danza per il ripristino vita, possedendo pure il consumo dimezzato del mana, si diventerà quasi immortali. Praticamente, il gioco è a prova di giovincello suicida. In favore di "Half Genie-Hero" però, posso dire che si intravede un minimo il desiderio di osare, infatti nel gioco ci sono un paio di sezioni di salto più impegnative, tipo; nella torre del deserto, con le colonnine che sbucano fuori dal muro, oppure nel castello, con i familiari blocchetti ciclopici. Entrambi ostacoli che poi, con la trasformazione finale non potranno più costituire un problema.

Per quanto siano... fondamentalmente, degli omaggi ai fedelissimi, e in parte pubblicità ad altri loro marchi, come "Mighty Switch Force", devo ammettere che l'annuncio delle modalità extra sembrò al tempo molto interessante. Purtroppo, l'unica di esse che definirei un minimo utile è quella in cui comanderemo i tre amici della mezza genietta, ovvero; l'ingenuo guerriero Bolo, l'autoritaria falconiera Sky e la scapestrata ragazza-zombi Rotty. Ciò che rende la loro partecipazione più sensata è il poter colmare un buco evidente della storia, anche se col sapore adolescenziale del grande potere dell'amicizia. Al contrario, la modalità dedicata alla cianotica arci nemica Risky Boots si è rivelata una evitabile delusione. L'unica cosa in suo favore (se si è in tempesta ormonale), sarà vedere l'insaponata nella vasca da bagno durante i suoi monologhi nel vascello.

Il problema principale di queste modalità extra è che sono eccessive di numero, onestamente avrei preferito averne anche solo una, ma con quadri e boss nuovi. Una mini-espansione diciamo. Ognuna di esse è stata finanziata in un secondo momento come obiettivo del kickstarter, e certamente aggiungono una sufficiente rigiocabilità oltre ad un lato artistico rinnovato, variando in parte i comandi/poteri e adattando le animazioni dei personaggi al contesto o al nuovo costume. Disgraziatamente, il gioco in queste fasi ricicla totalmente momenti già visti nell'avventura principale, e la voglia di ripercorrere una versione scremata di quanto già fatto non è per nulla attraente. Ergo, se finisci una modalità extra è già tanto.

Narrativamente... il gioco è scarso, diciamolo, anche per i già bassi livelli storico-demenziali della saga. L'umorismo poi, almeno nel caso del puccioso Squid Baron, era talmente campato in aria e da sfondamento della quarta parete, che mi ha pure infastidito. In generale, "Half-Genie Hero" è il solito progettino "Wayforward" a basso costo, ma fatto con competenza. Il gioco lascia trasparire disperatamente il suo voler acchiappare nuovi utenti, più del precedente "Pirate Curse" e forse più del successivo e recente "Seven Sirens", in cui pare si sia tentato almeno di coniugare passato e presente, per non scontentare (e perdere) nessuno. Sarò lieto di verificarlo appena possibile.

"Half-Genie Hero" non è il capitolo migliore della serie, questo è pacifico, si avverte una spezzettatura nella sua costruzione e una crescente commercialità, ma rimane abbastanza solida come esperienza videoludica. Non ci vorrà molto per finirlo, ma sarà facile affezionarsi al mondo di "Shantae". Purtroppo, la serie è inficiata da una serie di pecche croniche, quali: un gergo a tratti troppo americano per il già debole contesto arabeggiante, l'economica e imperfetta localizzazione negli altri idiomi, tra cui il nostro, e le cadute nel grottesco con alcuni personaggi secondari, che possono far storcere il naso. Considerando che al tempo questa casa di sviluppo ebbe defezioni nel proprio personale, finito poi a fare il famoso Shovel Knight, direi che non è il caso di essere eccessivamente duri con questa quarta avventura, ma non penso meritino nemmeno particolari lodi. Onestamente... se anche le cose fossero andate diversamente, non credo che avrebbero mirato ad una struttura esplorativa più classica ed elaborata, e nemmeno a spendere molto di più.

Oltre a trasporre film e cartoni come: "La mummia", "Piccoli Brividi", "Batman", "American Dragon" e "Bakugan", dal 2010 "Wayforward" sta puntando discretamente sulla sua mezza genietta, al momento la loro proprietà intellettuale più forte, ma nonostante i costanti ammodernamenti, duole dire che non sembrano capaci di fare un vero salto qualitativo. A detta dei coniugi Bozon, vi sarebbe il desiderio di indirizzare un giorno il marchio verso capitoli totalmente in tre dimensioni, ma la verità è che molti fan non sarebbero contenti dell'abbandono del 2D, e non è facile dire se una scommessa tanto dispendiosa risulterebbe azzeccata oppure controproducente, come fu per i più storici "Castlevania". Sicuramente non è l'unica strada percorribile per migliorarsi, e nemmeno la più urgente. Nel frattempo, aver introdotto i filmati sul quinto capitolo, coinvolgendo lo "Studio Trigger", è stato sicuramente un segnale incoraggiante, per quanto abbia tolto pecunia su altri fronti ed il risultato finale, almeno ad un'occhiata veloce, non appaia particolarmente elevato.

Una certa cautela non è mai negativa per la salute di una società, specie se medio-piccola, tuttavia, per quanto gli autori sembrino consci di cosa piace della loro forte e al contempo tenera protagonista, il loro continuo cercare approvazione, unito alla migliorabile gestione delle risorse e all'innegabile stagnazione del contesto, di partenza comunque più sviluppato di un "Mario Bros", rischiano alla lunga di ledere l'interesse del pubblico su questa gradevole saga. Il rapporto qualità/prezzo, per ora, si sta facendo pian piano meno invitante.