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Quando si recensisce una raccolta di opere credo sia doveroso separare il giudizio dell’operazione di raccolta di per sé, da quello delle singole opere. In questo caso però, parliamo di una collection ben fatta e che contiene alcuni titoli davvero meritevoli, quindi anche cercando di separare le due cose, vale per entrambe a mio modesto giudizio, una valutazione positiva. Cercherò comunque in primo luogo di riassumere in breve le caratteristiche, i pregi e i difetti di questa “Castlevania Anniversary Collection”, per poi concentrarmi maggiormente sui singoli giochi.

Questa collection sembra indirizzarsi abbastanza bene non solo al pubblico dei nostalgici, ma anche a quello dei neofiti, visto che al suo interno vi sono perlopiù i capitoli che hanno contraddistinto gli esordi di questa saga pluridecennale. Ci si chiede quindi se l’opera di selezione sia stata fatta con perizia, evitando di lasciar fuori il minor numero di titoli possibili. Da questo punto di vista il lavoro fatto è discreto, ma non eccellente perché le mancanze purtroppo ci sono, anche se si tratta di titoli più trascurabili di quelli qui presenti. Idealisticamente, una collection con l’obiettivo di comprendere i primi titoli di Castlevania credo che avrebbe dovuto raccogliere tutti i giochi usciti dal 1986 al 1997, prima cioè di quella coppia di capitoli usciti per Nintendo 64 nel 1999 che portavano per la prima volta la serie in 3D. Tuttavia, nel 2018 già era stata rilasciata una collection che comprendeva due dei capitoli più amati usciti in questo arco di tempo, ovverosia “Rondo of Blood” e “Symphony of the Night”. La loro presenza in questa “Anniversary Collection” era quindi molto improbabile e sicuramente una mossa poco intelligente per Konami. Anche escludendo questi due capitoli però, le assenze non sono comunque poche. Mancano all’appello, infatti, titoli come “Vampire Killer”, “Haunted Castle” e “Castlevania Chronicles”, non inseriti probabilmente perché versioni differenti o remake del “Castlevania” originale. Anche “Castlevania: Dracula X” non è presente, ma la sua assenza è maggiormente giustificata essendo una versione differente del “Rondo of Blood” presente nell’altra collection. Non è stato incluso nemmeno “Castlevania Legends”, l’ultimo titolo per Game Boy uscito nel 1997. È probabile che tutti questi titoli non siano presenti anche perché non tra i più memorabili della saga, ma se lo scopo fosse stato quello di fare un lavoro completo, la loro presenza di certo non avrebbe fatto male.

Ad ogni modo, la collection si presenta molto bene, con un menù molto curato ed evocativo, dove oltre ai giochi selezionabili, possiamo immergerci in un prezioso libro digitale come contenuto bonus, che riporta le copertine originali, interviste, concept art ecc. Inoltre, da segnalare anche la presenza della versione giapponese di ogni gioco, con l’eccezione di “Castlevania II: Simon’s Quest”, disponibile sono nell’edizione occidentale. Una volta avviato uno dei qualsiasi giochi presenti notiamo quello che probabilmente è il limite più grande di questa raccolta, la scarsità delle opzioni disponibili. Il solo fatto che ci sia un unico slot di salvataggio è già di per sé un fattore estremamente limitate, purtroppo però anche le opzioni video sono scarse, io personalmente ho giocato tutti i titoli con il display originale perché le altre possibilità non mi convincevano.

Insomma, chiudendo il discorso sul lavoro di raccolta, direi che sono stati bravi nello scegliere i giochi più celebri e probabilmente i migliori (tenendo sempre a mente l’esclusione dei titoli dell’altra collection), ma le assenze ci sono e non sono poche. Anche le opzioni in game non fanno urlare al miracolo, molto buoni invece i menù e i contenuti extra. Di conseguenza direi che il livello della collection di per sé è buono, ma non eccezionale. Tuttavia, rimane probabilmente la migliore raccolta per essere introdotti a dovere nel mondo di “Castlevania”. Veniamo ora ai giochi presi singolarmente.

“Castlevania”, il primo della serie, è un gioco immortale e un’esperienza unica. A essere onesto, questo è l’unico gioco che avevo già completato grazie al NES mini uscito qualche anno prima, ed ero partito con l’idea di avviarlo giusto per controllare un po’ le opzioni con un’esperienza familiare, ma alla fine il gioco è riuscito nuovamente a catturarmi e non ho potuto resistere alla tentazione di finirlo nuovamente. “Castlevania” è un titolo immediato, che ti prende fin dall’inizio, grazie alle ottime musiche e atmosfere, e naturalmente grazie ad un gameplay molto divertente e appagante. Il livello di difficoltà è alto, come del resto per tutti gli altri capitoli della raccolta, ma da questo punto di vista, posso dire a posteriori che è stato comunque uno di quelli più equilibrati e soddisfacenti. “Castlevania” è quindi un gioco invecchiato davvero bene, capace di offrire un’esperienza immersiva e ispirata, e uno dei titoli migliori della raccolta.

“Castlevania II: Simon’s Quest” è invece un titolo ben più discutibile, sicuramente il Castlevania più controverso di sempre. In questo sequel, infatti, troviamo molti elementi notevolmente migliorati rispetto al primo, tra cui grafica, sonoro e soprattutto ambientazioni, su questo piano credo sia il titolo più particolare della saga, con un sapore dark fantasy che nei successivi giochi non si sarebbe più visto. Insomma, l’estetica di questo capitolo è unica ed estremamente ispirata. Il gameplay si mantiene sugli stessi livelli del primo, ma con una impostazione più GDR. Tuttavia, i problemi del gioco sono davvero evidenti, dal fastidioso ciclo giorno/notte che interrompe continuamente la partita, ad un backtracking davvero tedioso. La struttura maggiormente aperta del gioco, infatti, poteva essere una buona idea sulla carta, ma ha reso l’esperienza solo più dispersiva. Il difetto maggiore di questo seguito è però la difficoltà, che è stata stravolta, e non si basa più sulle capacità del giocatore, ma al 100% su dei segreti super criptici per i quali il gioco non ti fornisce nessun indizio. Nonostante questi problemi “Castlevania II: Simon’s Quest” è comunque un buon gioco, ma se paragonato al primo è al tempo stesso una mezza delusione.

“Castlevania III: Dracula’s Curse” è spesso considerato il migliore della trilogia per NES e uno dei migliori titoli della saga in generale. Devo ammettere che non sono troppo d’accordo con queste valutazioni e, a malincuore, lo ritengo un po’ sopravvalutato, visto che viene anche considerato uno dei migliori giochi per NES in assoluto. È sicuramente un gran bel titolo, con un comparto tecnico-artistico davvero fenomenale e con un gameplay che fa sostanziali passi in avanti rispetto ai primi due, visto che viene data la possibilità di controllare nel corso dell’esperienza personaggi diversi. A livello strutturale il gioco è molto più simile al primo capitolo, ma con una significativa aggiunta: durante il nostro percorso, spesso incontreremo dei bivi in cui scegliere una strada piuttosto che l’altra. Onestamente, nonostante questo sia un elemento distintivo di questo terzo capitolo e probabilmente pensato per aumentarne la rigiocabilità, non mi è piaciuto molto, perché una volta scelta la direzione non è possibile tornare indietro e in questo modo spesso si perde la possibilità di affrontare alcuni livelli e sbloccare certi personaggi. Anche sul fronte della difficoltà ho un’opinione dolceamara. Da un lato sono contento che si sia tornati con questo capitolo ad una difficoltà basata sull’abilità del giocatore e non su stupidi e incomprensibili segreti. Dall’altro però questa difficoltà è decisamente sbilanciata. Questo terzo capitolo è sicuramente il più difficile di quelli presenti in questa raccolta, ma per motivi sbagliati. Il gioco troppo spesso ci lancia letteralmente addosso schiere di nemici a ripetizione e le trappole sono stati posizionate ovunque, anche nei punti in cui il giocatore è praticamente impossibilitato a difendersi come si deve. Da quello che ho scoperto, la versione originale non era così frustrante e la difficoltà è stata innalzata artificiosamente nella versione occidentale per aumentare la longevità del gioco, però hanno davvero esagerato. Al di là di questo fatto, “Castlevania III: Dracula’s Curse” è un valido titolo, di gran lunga superiore rispetto al secondo, ma personalmente fino a qui ho preferito il primo.

“Super Castlevania IV” è il miglior titolo presente in questa collection. Teoricamente si tratta di un remake del primo capitolo, ma definirlo così mi sembra davvero troppo riduttivo visti i miglioramenti enormi e le tante differenze tra i due giochi. Il livello tecnico e artistico segna nuovi e impressionanti traguardi, regalandoci un gioco stupendo ancora oggi. Ma ad essere progredita più di tutte è la giocabilità. Grazie a dei controlli notevolmente migliorati e alla possibilità di colpire i nemici con la frusta in ogni direzione, il feedback che viene trasmesso al giocatore è ottimo, con un gameplay estremamente più fluido e una difficoltà più corretta, non dettata più dai limiti tecnici imposti al giocatore. La struttura di gioco è tornata totalmente lineare, e io sinceramente la preferisco così. Ottimo naturalmente il comparto musicale.
“Super Castlevania IV” è quindi a mio modo di vedere il titolo più divertente ed equilibrato di questa raccolta, che riesce a riprendere ogni aspetto della prima trilogia, migliorandolo sensibilmente.

“Castlevania: Bloodlines” è invece quello che mi ha stupito di più, in quanto si tratta di un capitolo meno famoso degli altri, ma non certo meno bello. Rispetto allo strepitoso quarto capitolo si sente la mancanza della possibilità di controllare a proprio piacimento la frusta, ma in compenso abbiamo la possibilità di giocare con due personaggi diversi. La difficoltà torna su livelli molto alti, ma anche qui avevo trovato migliore l’esperienza del quarto. Tutto il resto è riuscito alla perfezione. Grafica spettacolare, ispirazione artistica notevole, aiutata dalla grande varietà degli scenari, visto che questo titolo è ambientato in tutta Europa e non solo in Transilvania. L’esperienza è nel complesso molto divertente e appagante, a mio avviso il terzo miglior titolo di questa raccolta, dopo il quarto e il primo capitolo.

“Castlevania: The Adventure” è il primo titolo portatile del franchise ed è complessivamente una delle esperienze meno esaltanti. Di fatto è un gioco che ripropone in modo molto essenziale le caratteristiche chiave dei primi capitoli e il risultato sarebbe stato discreto, se non fosse stato per dei controlli veramente pessimi. Il protagonista si muove con una lentezza allucinante e i salti sono rigidissimi. Considerando che è uscito nel 1989 per Game Boy, essere troppo severi sarebbe ingiusto, ma rimane il gioco meno riuscito della raccolta.

“Castlevania II: Belmont’s Revenge” è il seguito del precedente titolo per Game Boy che lo migliora sotto ogni punto di vista. Buoni controlli, gameplay più vicino ai titoli per home console, e un level design decisamente superiore. Anche la colonna sonora è molto buona considerando gli ovvi limiti tecnici della console.

Infine, “Kid Dracula” è uno spin-off/parodia con protagonista Dracula, con uno stile molto caricaturale e bambinesco. Si tratta di un Platform discretamente riuscito, i poteri di Dracula sono molto divertenti da usare, ma i controlli sono troppo rigidi per un gioco di questo genere. Un titolo simpatico, ma divertente fino a un certo punto. Inoltre, il legame con la serie è ridotto veramente all’osso, francamente credo abbia più senso considerarlo un gioco a sé. La scelta di inserirlo comunque credo sia derivata dal fatto che in occidente non era stato mai pubblicato, e quindi hanno voluto impreziosire la raccolta con un gioco, per quanto modesto, completamente inedito.

In definitiva, si tratta di una buona collection che mi ha fatto entrare a pieno titolo in una saga affascinante e super divertente. I titoli qui presenti sono sicuramente un ottimo punto di partenza e la voglia di giocare i successivi è inarrestabile.