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10.0/10
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Nello scrivere questa recensione ammetto esserci un pò di reticenza, perchè parlare di un manga come Slam Dunk non è affatto facile. L'opera di Takehiko Inoue è a tutti gli effetti un capolavoro, a mio avviso, sia all'interno che all'esterno del suo genere/target.

La storia, ambientata negli anni '90, è incentrata sulle vicende di un teppista, Hanamichi Sakuragi che per amore nei confronti di una ragazza di nome Haruko entra nel club di basket dello Shohoku, mostrando sin da subito grandi doti atletiche, predisposizione naturale per lo sport e una testa calda, quasi "rovente". Proprio quest'ultima "dote" lo porterà a scontrarsi con uno dei suo compagni di squadra, non che eterno rivale e teppista nato, Kaede Rukawa, ragazzo freddo e distaccato di cui Haruko è segretamente innamorata. Il modo di fare irruento e a tratti demenziale di Hanamichi verrà continuamente ripreso per tutta la serie dal capitano della squadra e fratello della ragazza, Takenori Akagi. La situazione si farà poi ancora più complicata quando ad entrare o meglio ritornare in squadra saranno Hisashi Mitsui del terzo anno e Ryota Myagi del secondo, anche loro con un passato da teppisti alle loro spalle. Con loro due la truppa di combinaguai dello Shohoku è al completo e guidata dal coach Anzai pronta per affrontare le squadre più forti della prefettura e non solo.

Ciò che rende speciale l'opera è innanzitutto proprio la storia, in grado di appassionare anche persone non amanti del basket come me, anche perché nonostante le apparenze non è quello il tema che conta. Il basket non è altro che un mezzo per arrivare alla rivendicazione sociale di ragazzi che la società etichetta come semplici teppisti, che imperversavano nel Giappone degli anni '90. Da Hanamichi capo di una vera e propria banda a Mitsui che aveva lasciato il basket per diventare membro di una gang, i giocatori dello Shohoku al di fuori di Akagi sono dei veri e proprio reietti della società, che solo grazie al basket hanno l'opportunità di redimersi e finalmente far capire al mondo intero di che pasta sono fatti. Ecco che il manga di Inoue diventa quindi "socialmente" impegnato.

Ma tutto ciò è possibile solo grazie a dei personaggi di spessore e che evolvono in maniera esponenziale nel corso della serie. Hanamichi ne è l'esempio più lampante. Lui che entra nella squadra solo per piacere ad una ragazza si appassiona a questo sport fino ad impegnarsi come non aveva mai fatto prima. Ha finalmente qualcosa per cui valga la pena lottare e trova in ciò un valido sostegno nell'amico di sempre, Yohei Mito che appoggia sempre le sue scelte e addirittura lo aiuta ad allenarsi insieme agli altri compagni della banda. Mito è la raffigurazione dell'amico che tutti vorremmo al nostro fianco. Hisashi Mitsui e Ryota Myagi entrambi ex teppisti che prima di diventare membri della stessa squadra, avevano fatto a botte tanto da finire all’ospedale, si ripromettono di non invischiarsi più in situazioni del genere e di dedicarsi solamente al basket. Takenori Agaki, il capitano è il collante che tiene insieme la squadra nei momenti duri e anche lui è soggetto ad una crescita che lo porterà a diventare un leader con la L. Infine c'è l'impassibile Kaede Rukawa, con cui Hanamichi si pizzica sempre e di cui non si fida minimamente, di fatti i due se non involontariamente nel corso delle partite non si passano mai la palla, essendo in continua e inconsapevolmente sana competizione. Una competizione che il coach Anzai approva, conscio del fatto che quei due sono dei talenti puri che possono solo migliorarsi e cominciare ad avere fiducia nell'altro. Infatti la scena del cinque rappresenta uno dei momenti più alti di tutta l'opera, che simboleggia in pieno il significato della parola "maturità" che il team riesce a raggiungere alla fine del percorso.

Infine, ennesimo ed ultimo onore al merito al grande Takehiko Inoue per le splendide tavole che ci ha regalato. Slam Dunk non sarebbe tale senza i disegni magistrali del suo maestro. Mai uno sbaglio, mai una imperfezione. In un manga così movimentato dove la maggior parte del tempo la si passa sul parquet è incredibile come si riesca a comprendere sempre tutto chiaramente e distintamente. Sarà che devo leggere ancora tante opere di spessore, ma per ora non ho ancora trovato disegni migliori di quelli del maestro Inoue.

Perchè io sono un genio!