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“Castlevania: Lords of Shadow” è un reboot della celebre serie Konami uscito nel 2010 nonché il primo capitolo sviluppato per console fisse di settima generazione. Si tratta di un gioco che aldilà del titolo c’entra ben poco con la saga di Castlevania e anche se inizialmente vedevo ciò come un difetto, ammetto di essere riuscito ad apprezzare questo capitolo sviluppato da Mercury System sotto diversi aspetti, altri invece non mi hanno convinto del tutto.

Partirei dicendo che questo gioco ha una fase iniziale veramente fiacca e anonima. Che il gioco sia tecnicamente fatto bene è evidente fin da subito e anche la direzione artistica è di qualità, con un’inquadratura fissa che, al netto di qualche sporadico problema di visuale, regala delle viste mozzafiato. Però rimane il fatto che il gioco su tutti gli altri fronti, in particolare nel gameplay, sembra davvero privo di identità propria, il frutto di un insieme di elementi action presi a destra e sinistra e incollati su quello che sembra la versione banale di un qualunque “God of War”. Seppur con molta calma, il gameplay si arricchisce con il passare dei capitoli, presentando delle meccaniche un po’ più originali che danno spessore al gioco. L’esperienza si fa quindi più divertente con l’aggiungersi di Power-Up, armi secondarie, oggetti da raccogliere ecc. Questi ultimi in particolare sono uno dei principali motivi che spingono il giocatore a ripercorrere livelli già completati, e quindi il gioco riesce ad esprimere una discreta rigiocabilità.

Purtroppo, le note dolenti in questo capitolo però non sono state poche. Se è vero che la parte più debole in assoluto è quella iniziale, vi sono alcuni difetti più generali che hanno contraddistinto tutta la mia esperienza. Sono considerazioni molto personali, lo riconosco, ma la trama non mi ha mai preso e la durata del titolo mi è sembrata un po’ eccessiva. So che è strano lamentarsi della longevità di un videogioco, di solito in questo campo si è abituati (purtroppo) a considerare meglio ciò che dura di più a prescindere. Ma a mio avviso non è così e questo gioco è un buon esempio di come un action dalle modeste qualità possa diventare stancante solo per l’eccessiva lunghezza. Sono stati molti i livelli e i nemici che mi hanno dato l’impressione di essere stati inseriti solo per allungare il brodo. A proposito di questi ultimi, ve ne sono molti che hanno il solo scopo di far perdere tempo al giocatore con sfide banali dove non viene mai messa alla prova l’abilità del giocatore, ma solo la sua pazienza. Un esempio sono quegli odiosi mostriciattoli che ti rubano tutte le reliquie e che devi inseguire non potendo usare nessun potere. O quei Boss colossali che per essere affrontati nella giusta maniera vanno abbattuti seguendo schemi predefiniti infarciti da un numero infinito e ultra-ripetitivo di quit-time event. Insomma, il gioco offre naturalmente anche delle buone battaglie e dei livelli divertenti da affrontare, ma è anche ricco di lungaggini inutili che annacquano il tutto.

Nel complesso, credo che “Castlevania: Lords of Shadow” sia un titolo poco più che discreto, una gioia per gli occhi senza dubbio e con un gameplay abbastanza valido, ma con una storia che ho trovato poco interessante e con dei livelli a volte poco ispirati, pieni di escamotage per rallentare il percorso del giocatore senza metterlo realmente alla prova. Non è un brutto gioco anzi, ma visto il comparto tecnico e il fatto che si trattava di un reboot, credo fosse lecito aspettarsi un’avventura più stimolante e intensa.