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5.5/10
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Gironzolando su una nota piattaforma di streaming ho notato “Angel Beats!” e, dopo aver letto qualche recensione, incuriosito dalla particolarità della trama e dai giudizi tutto sommato positivi, l’ho visionato.
In realtà dalle recensioni avevo notato anche pareri poco lusinghieri, ma volevo verificare di persona per farmene un’idea.

Attenzione: la recensione contiene spoiler!

La storia, devo ammetterlo, mi ha messo in seria “difficoltà”. Nel senso che pur sforzandomi (cercando ausilio e spiegazioni anche in rete), ho stentato a comprendere il senso della trama che racconta la storia di giovani ragazzi che, deceduti, si svegliano in una sorta di limbo, ambientato in una sorta di scuola (sigh! ancora…) dove i ragazzi devono frequentare le lezioni per poter essere “promossi” per poter accedere all’aldilà definitivo o reincarnarsi in qualche altro essere vivente. Le persone che popolano questo mondo hanno una sorta di “credito” o rimpianto di qualcosa di irrealizzato nella breve vita terrena e tale circostanza li tiene ancorati a questo mondo misterioso… In realtà, come si vedrà nella storia di alcuni dei protagonisti, questi sono deceduti dopo sofferenze fisiche e psicologiche “estreme” che rendono, agli occhi dello spettatore, la loro fine “ingiusta”.

Inizialmente si cita Dio e alcuni ragazzi avversano quanto loro capitato in vita boicottando lo scopo del “mondo di mezzo” o “limbo” con tutte le loro forze per dimostrare al Creatore che lui è stato enormemente ingiusto nei loro confronti. Contro quelle che poi saranno una serie di birichinate da bambini (suonare musica senza autorizzazione, rubare i buoni pasto scolastici, ecc.) c’è una ragazza, che inizialmente è definita come un angelo ma che in realtà si chiama Kanade Tachibana (il cognome mi fa sovvenire la protagonista di “After the rain”…) che, dotata di poteri speciali, cerca di bloccare le iniziative dei ribelli che si sono organizzati in un’associazione - sigla SSS (inquietante… ma significa “Shinda Sekai Sensen” ossia “Fronte mondiale dei morti”) – che sotto la guida di una ragazza Yuri, continuano la guerriglia contro il “sistema”.

Tralasciando gli episodi sempre surreali e spesso oltre il limite del comico, l’anime assume connotati “più profondi” quando il protagonista Otonashi (da cui parte la trama con il suo arrivo nel Limbo) recupera i suoi ricordi e si rende conto che l’unico modo per uscire da quella situazione è fare in modo che i rimpianti che ciascuno spirito si porta dietro dalla vita terrena siano “risolti”. Così si spiega la “cancellazione” (abbandono del limbo, ma non si sa verso cosa o quale destinazione) della chitarrista cantante Iwasawa e quella della cantante che l’ha sostituita: Yui. Di questi personaggi, l’anime spiega cosa hanno patito nella loro breve esistenza e sfido qualsiasi essere umano a non essere fortemente turbato dalle loro storie, tanto più strazianti perché non avevano colpe di quanto loro successo…

Lo stesso Otonashi, una volta recuperata la memoria, si adopera per trovare la soluzione a questo “soggiorno obbligato delle anime” e alla fine Yuri accetta la sua visione (far superare i rimpianti e i rimorsi ai giovani appartenenti alla SSS) per superare una volta per tutte la situazione di impasse che vivono: combattere contro il loro stesso “bene”.

La trama ovviamente la sto un po’ interpretando mettendoci del mio: infatti, come già evidenziato da qualcuno, questo anime non dà risposte e ne “abbozza” poche in modo contraddittorio e anche un po’ superficiale. Il tutto viene lasciato alla immaginazione dello spettatore: non ha senso fare tanta speculazione su un prodotto che di filosofico o religioso ha ben poco o nulla. Piuttosto, per come si è evoluto nel finale, mi è sembrato una sorta di “videogame” in cui alcuni personaggi hanno il compito di avversare quanto stabilito dal Creatore, che in questo caso non sarebbe Dio ma qualche programmatore SW… E quanto compie Yuri alla fine della serie sembrerebbe avvalorare questa “tesi” (di cui sono conscio, molto personale) quando risolve il problema della trasformazione dei personaggi non protagonisti (e non solo…) in ombre…

Se proprio bisogna trovare una morale alla storia, una morale “laica”, probabilmente scriverei che "Angel Beats!" pone una specie di riflessione sul senso della vita, sugli obiettivi che ciascuno si pone di raggiungere e su quanto ogni persona si impegni nel vivere la vita nel miglior modo possibile, anche contro le avversità che prima o poi si verificano. Il mancato raggiungimento degli obiettivi o peggio l’infelicità più ingiusta che si potrà patire non giustificano il rifiuto della vita stessa né il considerarla come qualcosa per cui non valga la pena di combattere anche solo per apprezzare quanto di buono ci ha offerto.

Facendo un azzardo, consiglio di visionare “Voglio mangiare il tuo pancreas”: il punto di vista è ovviamente ribaltato, perché l’anime racconta gli ultimi istanti di vita di una ragazza che era consapevole di morire per un male incurabile. Eppure dimostrerà come si può affrontare una ingiustizia “simile” a quelle patite dai protagonisti di "Angel Beats!".

Passando agli aspetti positivi di "Angel Beats!" i disegni sono ben fatti (stiamo parlando di un anime del 2010) e anche le OST rendono quest’anime notevole: sia le canzoni delle Girls Dead Monster, sia l’opening, sia l’ending e soprattutto la canzone che chiude la puntata di Yui sono molto belle. Quest’ultima è a dir poco commovente…

Ne consiglio la visione? Mah, personalmente non ha lasciato molto per i “gravi” buchi di trama e per i personaggi così e così. Tra questi, mi sono dimenticato di scrivere qualcosa su:
- Kanadae “Tenshi” Tachibana, perché a mio avviso non si riabilita neppure nel finale quando chiede a Otonashi di dichararle il suo amore per liberarla dal limbo… quando a causa sua Otononashi è dovuto arrivare in questo mondo misterioso;
- Yuri, che in virtù della tenebra dei ricordi sullo sterminio della famiglia, resta nel limbo solo per cercare di salvare gli amici che riteneva la sua nuova famiglia. Molto meglio da questo punto di vista Iwasawa (che arriva da sola alla conclusione e molla tutto e tutti).

Tuttavia non mi sento di bocciarlo completamente per la qualità formale applicata … a mio avviso deve essere approcciato per quello che è: un videogioco con dei semplici messaggi “morali”… ben riassunti da Otonoashi quando spiega che lui non sarebbe dovuto transitare nel limbo perché morendo aveva superato qualsiasi forma di rimpianto donando consapevolmente i suoi organi…