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Semplicemente geniale. Satoshi Kon ha concepito un capolavoro che si avventura in tutte le piccole, affascinanti e talvolta pericolose sfaccettature della psicologia umana. La trama principale di questo anime, composto da tredici episodi, ruota attorno alla misteriosa figura di Shonen Bat, una leggenda metropolitana la cui esistenza è in bilico tra la realtà e l'immaginazione. Descritto dalla sua prima vittima come un ragazzino che si muove su dei pattini a rotelle, Shonen Bat colpisce le sue vittime con una mazza da baseball dorata, apparentemente in modo indiscriminato. In realtà, scopriremo ben presto che il ragazzino in questione, comparendo dal nulla, aggredisce coloro che stanno vivendo dei momenti difficili nella loro vita o che sono costantemente perseguitati da sensazioni che in qualche modo turbano il loro animo.

L'attenzione ai dettagli e la minuziosità con la quale vengono create le atmosfere di tensione che lo caratterizzano rendono quest'anime un'esperienza unica da vivere. Il sonoro è secondo me l'elemento più importante e incisivo dell'opera, dal tormentante suono dei pattini a rotelle che si avvicinano sempre di più, all'opening stessa. Devo ammettere che quest'ultima inizialmente mi aveva fatto storcere un po' il naso, in quanto si tratta di un'opening insolita e piuttosto fuori dal comune, ma dietro le risate isteriche di ciascun personaggio si percepiva un qualcosa di stranamente inquietante. È inoltre interessante notare un forte contrasto tra l'opening e l'ending, dove nella prima i personaggi sono svegli e nell'atto di ridere incessantemente, una risata che cerca di camuffare i profondi disagi da loro vissuti, mentre nella seconda essi stanno dormendo in pace e hanno trovato la loro serenità, rifugiandosi nel mondo dei sogni e scappando dalla realtà e dai problemi che li affliggono, tema chiave della serie. Tuttavia, persino questa ending apparentemente tranquilla nasconde un che di inquietante, e la voce di Maromi, il piccolo cagnolino creato dalla prima vittima di Shonen Bat, risuona in sottofondo. Altro punto: Maromi, il tenerissimo personaggio dalle sembianze di un cane rosa creato da Tsukiko Sagi, ci perseguita durante tutta la serie, apparendo su gadget e anche nello studio di animazione che si occupa di produrre il suo anime. Non posso fare spoiler, ma è semplicemente incredibile come un elemento così innocuo e insignificante possa rivelarsi la chiave di tutto.

Un'altra caratteristica che ho molto apprezzato è stato il fatto che a ciascun personaggio è stato dato il suo spazio. Non potendo individuare un vero e proprio protagonista, la trama ruota esclusivamente attorno alle vicende raccontate, mettendo in primo piano la psicologia dei personaggi piuttosto che i personaggi stessi.

Sono stata un po' delusa dal finale, in quanto non era ciò che mi aspettavo, anche se io stessa non avrei saputo in quale altro modo terminare la serie, ma, se dovessi mettere da parte la trama, darei un 10 a "Paranoia Agent" per le sensazioni, già suggerite dal suo titolo, che mi ha saputo trasmettere con successo.