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“A town where you live”, è un’altra opera mastodontica di Kōji Seo, prolifico mangaka del genere rom-com. 27 volumi e 270 capitoli non sono di poco conto, soprattutto se l’opera presenta molte luci ma anche tante ombre che sembrano essere un po’ il “marchio di fabbrica” dell’autore.

Dopo aver letto in sequenza le altre opere come Suzuka, Fuuka e LovePlus: Rinko days, “Kimi no iru machi” o “A town where you live” rappresenta in linea logica e temporale l’opera che si pone in mezzo a “Suzuka” e “Fuuka”.

Le tre opere sono tra loro in un certo senso collegate: ci sono diversi “camei” sia di Suzuka sia di Fuuka dentro questo manga: tra i tanti, quando Yamato porta Suzuka ai bagni termali in cui sono presenti anche i protagonisti Haruto e Takashi o quando Haruto va a vivere con la sorella Aoi ai bagni pubblici e dormitorio femminile dove vivono anche i protagonisti di Suzuka o quando Haruto prende il treno per tornare a Hiroshima e incrocia Fuuka e Suzuka.

Il manga, a differenza di Suzuka e Fuuka, rientra nel classico genere rom-com, scolastico sentimentale, slice of life (e anche ecchi e harem) e non ha una caratterizzazione né sportiva (Suzuka), né musicale (Fuuka). Tale caratteristica potrebbe essere un limite perché non la differenzia da altre opere del genere.

Ma il buon Kōji Seo dimostra, almeno per la prima parte dell’opera (grossomodo fino al capitolo 140-150 – Volume 15) una ottima capacità di tenere vivo l’interesse del lettore alle vicende dei protagonisti per poi “perdersi” man mano che sviluppa la trama sia dal punto di vista della storia (alcuni capitoli sono anche un po’ insulsi), sia dal punto di vista realizzativo-grafico per recuperare (male e frettolosamente) solo nel finale dove i tempi di narrazione prensentano delle soluzioni di continuità dilatate senza avere più quella continuità logico-temporale quasi quotidiana che contraddistingue la prima parte dell’opera.

Di fatto è lo stesso difetto di Suzuka (un po’ meno di Fuuka): dal volume 15 al 27, la trama “saltella” qua e là, i capitoli a prima vista non hanno una consecutio temporale e logica ma spessissimo restano autoconclusivi e poco coinvolgenti, molto spesso superficiali e molto stupidi, talvolta zeppi di fanservice.

Il finale sembra recuperare un po’ della piacevolezza iniziale ma è viziato dalla frettolosità con cui i potenziali sviluppi ben strutturati nella parte “buona” del manga vengono a conclusione in pochi capitoli sempre con grandi salti temporali.

Attenzione: la recensione contiene spoiler!!!

Riassumere la trama è un’impresa titanica perché sembra coprire un arco temporale molto ampio: più o meno 15 anni della vita dei protagonisti (e dei co-protagonisti): dal secondo anno delle scuole superiori al loro ingresso nel mondo del lavoro, al matrimonio e alla loro vita familiare.

In questo periodo ai personaggi accade di tutto: fanno scelte più o meno coraggiose, affrontano diverse peripezie e difficoltà, vivono le loro storie d’amore, cercano di realizzare i loro sogni, subiscono le loro cocenti delusioni... Insomma un manga che racconta uno spaccato di vita in più o meno tutte le sue sfaccettature.

In sostanza, narra le gesta di tre amici “per la pelle”: Haruto, Yura e Akari che vivono in una cittadina in campagna nell’entroterra di Hiroshima. Sono amicissimi fin dalle elementari e hanno un affiatamento incredibile.

Sul loro rapporto, solo alla fine in occasione del matrimonio di Akari saranno svelati i reali sentimenti reciproci dei tre, anche se durante il manga ben 2 volte Akari svela in modo abbastanza esplicito cosa prova per Haruto.

Ai tre si aggiunge l’altra protagonista principale (con Haruto): Yuzuki. Lei si trasferisce a vivere a casa di Haruto da Tokyo per frequentare la stessa scuola. Il perché lo si scoprirà durante la narrazione. Da piccola (bambina delle elementari) Yuzuki aveva già conosciuto Haruto ad un festival estivo e grazie alla gentilezza di lui che l’ha avvicinata dopo che si era persa passano tutta la serata assieme vedendo i fuochi di artificio. Da quella volta lei si era innamorata di Haruto e per fuggire dalla sua nuova famiglia (suo padre si era risposato dopo la morte della madre di Yuzuki), Yuzuki non andando d’accordo con la madre e i fratelli acquisiti chiede di vivere nella casa di Haruto grazie alla circostanza che i due rispettivi padri si conoscevano.

Da qui inizia l’arco narrativo della campagna in cui Haruto e Yuzuki frequentano la scuola. Ovviamente mentre Haruto è innamorato di Nanami sua compagna di classe mentre Yuzuki è innamorata di lui... tra varie peripezie ed equivoci, Haruto non capisce come da cliché solito i sentimenti di Yuzuki fino a quando lei decide senza tanto preavviso e spiegazioni di ritornare a Tokio, proprio quando Haruto realizza di volerle bene.

Sullo sfondo di questa fase si inseriscono le vicende dei due amici del cuore Takashi e Akari nonché il fratello di Nanami e la sorella di Haruto Aoi e la sorella minore acquisita di Yuzuki: Rin. Quest’ultima è un po’ lo tsundere della situazione: tanto babbea Yuzuki quanto scaltra e senza scrupoli lei. Non a caso lei è la causa non solo del trasferimento di Yuzuki lontano da Tokyo ma anche del tira e molla tra Haruto e Nanami fino al momento in cui Nanami desiste da avere una storia con lui (salvo pentirsene quando Haruto partirà per Tokyo).

Questa fase della trama è molto godibile e classica secondo il solito stile delle commedie romantiche scolastiche, la storia è logica (se così la possiamo definire) e il tutto fila “liscio”, per le logiche di un manga di questo genere.

Haruto decide di seguire Yuzuki a Tokyo decidendo di frequentare l’ultimo anno delle superiori li e trasferendosi a vivere dalla sorella Aoi, che vive nello stesso dormitorio di Yamato e Suzuka (protagonisti del precedente manga Suzuka), mollando la vita del suo paesello e soprattutto i suoi cari amici... A tokyo grazie alla sorella conosce Asuka e Kyosuke che poi saranno anche suoi compagni di classe a scuola. Con questi instaura subito un ottimo rapporto di amicizia e parte alla ricerca di Yuzuki. La incontra nuovamente ma lei lo respinge invitando Haruto a non vedersi più.

Rin (da sempre gelosa della sorella per il rapporto che aveva con Haruto) continua anche in questa fase come la guastafeste: compare sempre al momento giusto per giocare maliziosamente con lui cercando di irretirlo...

Questa fase è caratterizzata anche da alcuni colpi di scena tipici di Seo Koji: in primis scopre che Kyosuke è un malato terminale e poi che lui è il ragazzo di Yuzuki. Durante la malattia di Kyosuke compare anche Kyiomi, ragazza da sempre innamorata di lui.

Dopo la morte di Kyosuke (intorno al capitolo 100...), Yuzuki comunque respinge gli assalti di Haruto che alla fine si convince di amare Asuka, che dopo la morte di Kyosuke si era avvicinata molto ad Haruto. La loro storia durerà una trentina di capitoli: in questa fase della storia Haruto mette sempre a dura prova la sua pazienza e la capacità di sopportazione, ma Asuka si dimostra sempre accondiscendente e paziente nei suoi confronti, al limite della dabbenaggine.

Resiste fino a quando scopre la bugia raccontata da Haruto durante le vacanze estive: Haruto e Yuzuki (che nel frattempo è ricomparsa con la scusa di ritornare a casa di Haruto mentre Asuka era dai suoi genitori) erano assieme a casa di Haruto quando Asuka piomba all’improvviso per fargli una sorpresa. Di fronte all’evidenza e all’impossibilità di trovare una scusa plausibile, Haruto sceglie di amare Yuzuki e decide quindi di lasciare Asuka e di trasferisi a vivere da solo lontano sia da lei sia dalla sorella Aoi.

Yuzuki dopo aver litigato con la famiglia va a convivere contro il parere del padre con Haruto, dopo aver rischiato di essere trasferita a Nagoya dove nel frattempo si erano trasferiti i genitori.

Ho tralasciato di raccontare che nel frattempo tutti il gruppetto di amici si era ricongiunto a Tokyo perché tutti hanno deciso di frequentare l’università. Tuttavia la rottura tra Haruto e Asuka ha determinato l’allontanamento di Haruto e Yuzuki dagli amici di sempre, ossia Akari, Yura, Nanami, Asuka e Kiyomi.

Solo col tempo e la buona volontà di Akari, che nel frattempo ha deciso di mollare gli studi e di ritornare dai genitori in quel della campagna di Hiroshima, il gruppetto di chiarisce e ritornano a frequentarsi anche se nel frattempo si verifica un altro imprevisto indiretto: Yura e Kiyomi hanno un bambino e devono mollare anche loro l’università. Nel frattempo anche Nanami e Asuka restano ai margini, tenendo conto che tutti devono fare i conti col fatto che dovendo pensare al futuro devono cercarsi anche un lavoro.

Dal capitolo 170 fino alla fine, il manga diventa molto meno godibile, la trama è farraginosa, episodica e anche un po’ insulsa. Va bene che dopo 200 capitoli arriva anche la prima volta di Haruto e Yuzuki, ma creare di seguito 10 capitoli di puro fanservice per creare la prima volta di Haruto con le possibili ragazze che avrebbe potuto avere è stato veramente un insulto all’intelligenza de povero lettore... al pari dell’annuncio delle nozze dell’amica del cuore Akari con il fratello di Nanami: Akari, da sempre innamorata di Haruto pensa bene di offrirsi a Haruto (che si è sempre dimostrato flessibile come una putrella d’acciaio sull’argomento sesso... 😊 ), venendo ovviamente respinta.

La storia così si trascina fino all’ingresso nel mondo del lavoro di Haruto e Yuzuki: il lavoro di Haruto lo obbliga a trasferirsi lontano da Tokyo e dopo alcune peripezie entrambi maturano l’idea che continuare la storia a distanza sia in quella fase della loro vita impossibile... e così la grande storia d’amore si interrompe in stazione quando Haruto saluta per l’ultima volta Yuzuki partendo con lo Shinkasen...

Ormai siamo alla fine del manga: la trama salta di un paio d’anni dall’ultima volta in cui si sono visti e continua con Haruto che ottiene il trasferimento a Tokyo, dove vive ancora Yuzuki che è una insegnante. Dopo qualche tempo Haruto torna in preda alla nostalgia nel punto panoramico del parco ove si era trovata con Yuzuki in passato e … magia anche lei compare … e di nuovo amore fu.

La trama salta ancora di qualche anno con il matrimonio di Haruto e Yuzuki per finire per scoprire che Haruto, nonostante i successi ottenuti con il suo lavoro, ha deciso di abbandonarlo per seguire la sua vera passione nota fin dall’inizio del manga: la cucina. La storia termina proprio nel suo ristorante dove vederemo che lui e Yuzuki hanno anche un pargoletto di qualche anno...

Ho volutamente riassunto la storia per far capire che probabilmente il manga, pur essendo pregevole soprattutto all’inizio, è in pratica una soap opera, con i tanti difetti e i pochi pregi di un prodotto del genere... Di sicuro il buon Seo ci ha messo dentro i suoi marchi di fabbrica: il lutto e la sua elaborazione (anche in Suzuka e Fuuka è presente) e la gravidanza indesiderata (presente solo in Suzuka...) e alcuni plot twist che rendono la storia un po’ imprevedibile, ma anche un po’ inverosimile.

Sotto certi aspetti questo manga mi è sembrato paragonabile a Domestic Girlfriend o a Good Ending dI Kei Sasuga... e spero che i fan di Seo Koij non me ne vogliano.

Purtroppo, in manga di questo tipo, per giustificare i colpi di scena i personaggi principali devono risultare un po’ insulsi e poco veri/coerenti. Alla fine gli amici dei due sembrerebbero più maturi: Akari insegue Haruto in silenzio fino a quando di fronte all’ennesimo rifiuto di lui se torna al paesello e si sposa (e qui sorge la battuta: ma una che ha appena accettato la proposta di matrimonio si va ad offrire al ragazzo che ha sempre amato sebbene non sia mai stata ricambiata?); Asuka è ancora più coerente e credibile perché una volta aver realizzato dolorosamente che Haruto era da sempre innamorato di Yuzuki, se ne fa una ragione e non torna più sull’argomento se non in una occasione in cui chiede alcune spiegazioni ad Haruto; Yura dopo essere diventato padre, sposa Kiyomi e mette la testa a posto...

Atteso che non credo che si possano scrivere trattati di psicologia sui protagonisti, Haruto e Yuzuki non mi sembrano protagonisti con cui il lettore si possa immedesimare. Troppo sciocco/testardo lui e troppo ondivaga lei, salvo nel finale dove pare di capire che lei attende il ritorno di Haruto dopo essersi lasciati per la lontananza...

Nel mio caso, sono arrivato al termine dell’opera solo per la curiosità di capire come si concludeva la storia, sebbene fossi consapevole che dopo tutte le peripezie non poteva esserci un finale diverso... Su questo aspetto, il mangaka non ha avuto lo stesso coraggio suicida di Kei Sasuga con Domestic Girlfriend...

Vale la pena leggere un’opera del genere? Dopo tutti i volumi letti, resto sempre dell’idea di sì, ma bisogna armarsi di tanta pazienza per sorvolare sulla seconda parte dell’opera piuttosto approssimativa sia per la grafica sia per la trama.