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5.0/10
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“Kakegurui XX” è stato pubblicato nel 2019, quale seconda serie di dodici episodi della prima uscita nell’estate del 2017 e, al pari della prima stagione, nemmeno gli ulteriori dodici episodi sono conclusivi della saga degli studenti protagonisti della scuola “Hyakkaou”.

Premessa doverosa (e pleonastica): la seconda serie è diretta conseguenza della prima, pertanto vederla senza rispettare la sequenza non consente di capire granché della trama e degli eventi narrati.

“Kakegurui XX” continua a narrare le gesta dei protagonisti della prima stagione e, ad onor del vero, anche questo brilla poco a livello narrativo al pari della prima.
Anzi, presenta qualche “difettuccio” in più: sembra meno “originale”, poiché perde quell’elemento grottesco ed eccessivo che contraddistingueva la prima serie, per virare su un contesto un po’ più convenzionale in cui il gioco (scommessa) viene esclusivamente interpretato come lotta di potere e affermazione del proprio ego, vendetta (vedi Rei Batsubami) o amore (Sayaka e Ryota).

E così “Kakegurui XX”, sebbene migliori sensibilmente dal punto di vista tecnico/grafico (e anche musicale), non presenta alcun nuovo elemento di originalità rispetto alla prima stagione (nel bene e, soprattutto, nel male, in più di un episodio della prima serie imperversava Midari Ikishima... e chi se la dimentica!) e sono ridotte anche le pagliacciate “grottesche” di godimento di Yumeko, Mary, Itsuki e Kirari. Ma, soprattutto, viene un po’ meno il messaggio simbolico del piacere derivante dal rischio in quanto tale, dando invece più importanza al collegamento del rischio della scommessa a uno scopo (potere, denaro, successo, ecc.).

Al termine della visione dell’anime, francamente resta ben poco: è tutto artificiosamente costruito in modo molto “irrazionale” e senza una vera continuità logica di trama (vedi la puntata sulla torre), per portare avanti il solito messaggio allegorico della scommessa (non lo definirei più come gioco) ad libitum su qualsiasi cosa con regole create ad hoc nei vari giochi.

I personaggi restano sostanzialmente gli stessi e, soprattutto, non hanno un’evoluzione significativa. Solo Mary sembra più risoluta e determinata, mentre Itsuki, artefice della rovina di Manyuda, alla fine di un gioco gli fa chiaramente capire di amarlo. Stucchevole il gioco della torre in cui si consuma un altro dramma amoroso tra la presidente e la sua segretaria.

Termino la mia breve recensione con un breve dialogo tra Yumeko e Ryota sull’opportunità di accettare e affrontare una sfida senza conoscere le identità degli sfidanti.

Yumeko: "Non mi importa conoscere l'identità dello sfidante, purché il gioco sia stimolante".
Ryota (preoccupato di quanto già accaduto con le ragazze telepatiche della sfida precedente): "Ma potrebbero avvelenarti!".
Yumeko: "Che esperienza interessante è stata quella..."
Va beh... non aggiungo altro.