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Tra gli anime di genere commedia-sentimentale, sono stato incuriosito dal titolo, perché ero alla ricerca di una storia in un contesto più maturo di quello in cui vengono sviluppate solitamente le storie del genere rom-com (per lo più in ambito adolescenziale e scolastico).

L’ho visto tutto d’un fiato e tutto sommato mi è piaciuto, anche se di “maturo” c’è poco, se non per qualche aspetto del rapporto di coppia coprotagonista Tarō e Hanako, perché quella formata da Narumi e Hirotaka sembra composta da due liceali alle prime armi... Paradigmatico e incredibilmente comico lo scambio di battute tra Narumi e Hirotaka a casa di quest’ultimo: Narumi fraintende le intenzioni del ragazzo, quando pensava che lui volesse baciarla, e si ricorda di avere l’intimo di colore beige; in imbarazzo risponde a Hirotaka di attendere di flirtare, quando avesse indossato intimo di colore rosa... per tutta risposta Hirotaka voleva prendere i controller della Nintendo Wii e risponde che non aveva il controller di colore rosa... se questa è la passione e il livello di dialogo tra “otaku”...

La trama narra le vicende di due coppie di otaku, delle loro passioni e della loro amicizia che si sviluppa sia sul luogo di lavoro sia all’esterno, in particolare in casa, bar, ristoranti e librerie di manga. Vista l’ambientazione piuttosto ricorrente (ad eccezione di un episodio al luna park), fa sembrare l’anime quasi una sitcom giovanile. Le coppie sono formate da Narumi e Hirotaka da un lato e Tarō e Hanako dall’altro.

La prima non sarebbe neppure definibile come tale. Narumi e Hirotaka, poco più che ventenni, sembrano stare insieme quasi per convenzione e copertura reciproca: entrambi hanno passioni “otaku” (Narumi per boys love, cosplay e videogiochi, Hirotaka solo per videogiochi) e, visto che pochissimi potrebbero convivere con le loro fissazioni, si avvicinano l’un l’altro fino a sembrare quasi una coppia. Narumi in realtà sembra già aver avuto delle storie che si sono risolte in modo negativo per lei (probabilmente per le sue passioni) ed è molto in ansia nel mettersi allo scoperto per quello che realmente è. Hirotaka vive in modo atarassico tra il lavoro e il suo mondo di videogiochi e RPG di cui è un mostro di bravura: non si fa tanti problemi a mostrarsi per quello che è, ma è letteralmente solo...

La seconda coppia è molto più intrigante e “reale”: Taro e Hanako si sono messi assieme già ai tempi delle superiori e vivono già come trentenni ben inseriti nel mondo del lavoro e, soprattutto Hanako per boys love e cosplay, hanno passioni otaku. Litigano spesso, soprattutto per la profonda insicurezza di Hanako e per la superficialità di Taro, ma nel complesso vivono la loro storia in modo tutto sommato credibile e normale, sebbene abbiano i loro “hobby” di nicchia.

Solo nel finale appaiono due ulteriori personaggi che tuttavia non hanno un particolare sviluppo: il fratello minore di Hirotaka, Naoya, e una versione femminile di Hirotaka, Ko Sakuragi.

“Wotakoi - Love Is Hard for Otaku” non trasmette particolari messaggi sul mondo degli otaku: non fa introspezione, né tramite il solito simbolismo ci vuole spiegare il loro mondo, anzi... Sembra più un pretesto per raccontare in modo leggero e comico la storia di due coppie che hanno sicuramente passioni “otaku”, ma che tutto sommato le vivono in modo “rilassato”, ben inseriti nel sistema “sociale” e con il giusto equilibrio tra i “doveri” della vita quotidiana e l’originalità delle loro “fissazioni”.

Siamo ben lontani dalle crisi esistenziali di Yamazaki in “Welcome to NHK” e come spirito dell’opera siamo molto più vicini a “My Dress-Up Darling”: aver il coraggio di vivere alla luce del sole le proprie passioni senza vergognarsene, trovando in chi ci è vicino una spalla per affrontarle senza insicurezze e timori. In “My Dress-Up Darling” si arriva (nel manga soprattutto) addirittura a scoprire che le virtù di Marin e Goyo saranno molto apprezzate dai loro compagni di scuola, una volta che vedranno cosa sono capaci di fare; in “Wotakoi” il messaggio resta un po’ a metà, e sembra adombrare che in fondo gli otaku stanno bene soprattutto tra di loro...

L’anime in ogni caso ha una bella grafica e un comparto musicale simpatico e adeguato alla natura dell’opera. I personaggi sono ben curati, soprattutto nelle loro espressioni, che diventano una caricatura durante le scene più comiche. Ci sono per gli esperti del settore molti riferimenti a pietre miliari dei videogiochi.

Si tratta di un anime leggero, divertente, piacevole da guardare per quello che sembra il suo scopo primario: intrattenere senza far meditare troppo.