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Ho visionato l'intera serie di "Tonikawa" dopo "Sing 'Yesterday' for Me", e devo riconoscere che proprio il contrasto tra le due opere mi ha sicuramente influenzato negativamente nelle recensione.
Anche a mente fredda fatico a trovare degli aspetti degni di nota positiva. Sebbene riconosca che l'anime era pure partito con un incipit interessante e un po' fuori dal solito contesto (alludo all'incidente del protagonista Nasa salvato in apparenza proprio da Tsukasa, ossia la ragazza che l'aveva folgorato nell'incontro fortuito in strada), la trama si evolve tra il comico demenziale, per poi passare allo sdolcinato più mieloso intriso di buoni sentimenti e buonismo a senso unico, senza alcun difetto o problema.

Si tratta di una storia piuttosto inverosimile, tutta rosa e fiori (le eventuali difficoltà vengono superate dai due protagonisti senza alcun problema, come se il messaggio che si vuole trasferire sia quello della positività e della resilienza ad ogni costo con l'aggiunta del sorriso sulle labbra).
La storia parte con una forzatura non da poco: Nasa si invaghisce di Tsukasa che lo ha salvato da morte certa (investimento da un autocarro) e, il giorno del compimento del diciottesimo anno di Nasa, Tsukasa si presenta a casa di Nasa per chiedergli se aveva ancora interesse a mantenere la promessa fatta in occasione dell'incidente (sarebbe uscita con Nasa solo se l'avesse sposata). Ovviamente si sposano in fretta e furia, e così nel giro di una notte si ritrovano sposati con lui diciottenne e lei sedicenne...
Tutto il resto della storia è una sorta di serie di istantanee slice of life degli inizi della loro relazione con risvolti comico/demenziali e tante occasioni melliflue, nelle quali talvolta si tira fuori un minimo di morale adulta sulla gestione e il mantenimento di una relazione di coppia stabile o formalizzata.
Se l'incipit, come ho scritto, potrebbe essere definito originale e surreale, il resto è abbastanza infantile e noioso: i due protagonisti sembra che imparino a conoscersi dopo essersi sposati, vivendo un rapporto di amore "platonico", perché l'intimità tra due ragazzi in pieno fervore ormonale è bandito per la loro timidezza portata alle estreme conseguenze (fatto salvo il cambio di rotta nell'episodio 13, dove entrambi iniziano a provare attrazione fisica senza negarsi), e gli altri personaggi fanno da contorno, cercando di creare un minimo di intoppo e di vivacità a una storia che filerebbe liscia sui binari della quotidianità anche più banale.

Resta della narrazione della vita di coppia il positivo approccio molto "tradizionale": sentimenti, rispetto, approvazione dei genitori di lui, imbarazzo per tutto quanto riguarda il sesso (si negano anche di mostrarsi nudi tra loro), baci almeno inizialmente molto casti ma anche alcune riflessioni profonde tipiche di persone molto più mature, quando si meravigliano reciprocamente dei pregi dell'altro con riflessioni non proprio banali, che contrastano con la loro età e le loro reazioni talvolta infantili (Tsukasa per i suoi hobby sembra un otaku).

Resta poi un aspetto che non viene minimamente chiarito sul personaggio di Tsukasa. Fin dall'inizio si comporta e nei dialoghi dice delle stranezze che fanno insorgere nello spettatore il dubbio che sia una persona "speciale" o "aliena", come se vivesse da centinaia di anni... Tuttavia questo aspetto non verrà mai chiarito (ma nemmeno abbozzato un minimo di spiegazione) e si lascia il tutto in sospeso...
Forse è questo il motivo per cui ho visionato tutta la serie: proprio per vedere se tale aspetto fosse rivelato agli spettatori. E questo aspetto aveva delle potenzialità molto interessanti, proprio perché la storia è soprattutto all'inizio irreale... ma anche qui una parziale delusione. E poco conta che dal punto di vista tecnico (disegni) l'anime sia piacevole e divertente, e la opening a la ending siano orecchiabili.
Se proprio si voleva creare una storia irreale/fantasy, avrebbe avuto senso spiegare meglio le origini di Tsukasa e sviluppare la storia sui risvolti di tale aspetto. Così, a mio modesto avviso, è rimasta un'opera incompiuta senza ne capo né coda... di puro intrattenimento. Peccato.