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6.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Dopo averlo visionato, ho scoperto che il nome dell'anime "Koi to Yobu ni wa Kimochi Warui" significa letteralmente "È disgustoso chiamarlo amore".
Ecco, non sarei così drastico... ma si potrebbe parafrasare il titolo dell'anime per definirlo "È difficile valutarlo positivamente"...
Accorciato con il nome di "Koikimo", è un manga di tipo commedia romantica pubblicato tra il 2015 e il 2021, adattato nella primavera del 2021 come anime.

Sicuramente si può definire una commedia romantica, a tratti divertente, che tocca il tema dell'amore (im)possibile a causa della differenza di età dei due protagonisti, nella quale il ragazzo più grande, Ryo, nonostante sia un casanova senza scrupoli, viene messo in scacco dalla ragazza di cui si innamora, Ichika, che è molto più piccola di lui.
Ci vorranno dodici episodi affinché il lungo corteggiamento di Ryo sortisca l'effetto di scalfire la timida e impacciata liceale, e anche il finale, sebbene possa sembrare risolutivo, resta comunque parzialmente aperto, in quanto la ragazza gli chiede di aspettare che lei possa raggiungere l'età adulta per fare sul serio...
Non ho letto il fumetto, e pertanto non posso fare paragoni tra versione disegnata e animata. Limitandomi pertanto all'anime, né la storia né lo sviluppo dei personaggi né il tema del rapporto amoroso tra un ragazzo di venticinque-trent'anni e una ragazza di diciassette mi hanno entusiasmato.

Inizio dai punti che mi hanno convinto meno: Ryo è un bellissimo ragazzo, ha successo con le donne e nel lavoro, si è creato una posizione discreta ed è invidiato da tutti. Ha una sorella (Rio) altrettanto carina che ha una amica, Ichika, di cui Ryo dopo un incontro casuale in metropolitana in cui lei lo salva da una rovinosa caduta, e gli offre pure il suo bento, si innamora dopo averla incontrata a casa della sorella Rio. La situazione assurda è: un donnaiolo impenitente e cinico si trasforma all'improvviso in un imbranato "liceale" alle prime armi con la fissa per una ragazzina neppure tanto carina, normale, che sembra aver come pregio la qualità di affermare sempre ciò che pensa (salvo poi in taluni casi pentirsene) e di essere molto, ma molto "quadrata" e rigorosa nei suoi sentimenti.
Inizia un tira e molla fino alla fine della serie, che porterà i protagonisti solo al dodicesimo episodio a rivelarsi apertamente i loro sentimenti (più Ichika, visto che Ryo fin dall'inizio la tampina in modo quasi morboso). All'inizio l'insistenza di Ryo nei confronti di Ichika sembra più un gioco e una scommessa: ha sì l'effetto di convincere pian piano Ichika a considerare Ryo come il suo ragazzo, ma sembra tutto una classica storia tra liceali più che un rapporto tra una persona adulta e una ragazza. Tutti i temi della differenza di età vengono bellamente messi da parte, perché Ryo si comporta come un ragazzino delle medie con disponibilità economiche al di fuori di ogni umana comprensione.

E così la trama scivola ancora sulla romcom scolastica con le solite situazioni: gita, festival scolastico, Natale, San Valentino e White Day (ci siamo risparmiati l'estate e il mare o la piscina) e soliti equivoci, incomprensioni e spasimanti alternativi (sia per Ichika sia per Ryo) - soprattutto la collega di Ryo sembra più che un'adulta una ragazzina liceale a sua volta.
Verso la fine dell'anime, Ryo all'improvviso realizza che forse il tema dell'età potrebbe rappresentare un problema a livello sociale e familiare (ma devono farglielo presente la collega respinta o il padre?), e così costringe indirettamente Ichika a uscire allo scoperto, dopo che per dieci episodi l'ha bellamente subito e respinto ogniqualvolta Ryo spingeva sull'acceleratore...
Gli altri personaggi sono solo un contorno: solo la sorella Ryo, l'amico Matsuda e alcuni compagni di scuola sono quasi sempre presenti negli episodi e danno il loro contributo senza troppi approfondimenti salvo qualche flashback...

Insomma, una trama piuttosto lineare che inizia anche bene, ma che poi scade nell'estremo banale e scontato: è vero che i due protagonisti alla fine evolvono e maturano a modo loro, ma è il percorso piuttosto troppo semplice, positivo e mellifluo che rende il tutto troppo "patinato" e "soap".
Siamo ben lontani da altre opere tipo "After the Rain" o "Il Giardino delle parole", che trattano la storia d'amore tra due protagonisti con grande differenza di età: in questi due anime le difficoltà della vita, le riflessioni sul rapporto tra due soggetti molto diversi per età sono portate a ben altri livelli di approfondimento, rendendo le opere forse meno "sognanti" e romantiche ma molto più realistiche.

Dal punto di vista tecnico, l'anime non eccelle per le qualità grafiche (disegni molto semplici e animazioni al minimo sindacale), mentre mi è piaciuta l'opening: diversa a livello musicale dalle solite sigle Jpop per prodotti analoghi.