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Un far west del futuro: Night City è una città in cui tutto può succedere ed è ammesso.
Solo se si superano i "limiti" tollerati dalle corporazioni che controllano la città (ad es., quando un edgerunner perde il controllo di sè e diventa una sorta di gun-machine o compie uno "sgarro") il sistema (la polizia e in ultima battuta la squadra speciale Max-Tac, al soldo delle corporazioni) interviene per ripulire e ristabilire uno pseudo ordine con azioni caratterizzate da eccesso di adrenalina e follia, tenuta a malapena a bada dal cromo che i cyberpunk sono costretti ad iniettarsi nel corpo per controllarsi e sopravvivere al rigetto degli impianti meccanici ed elettronici nel corpo.

Ma poi che resta? Edgerunners è sembrato un anime senza molta logica, eccessivo, splatter, di mero intrattenimento.... Un videogame sparatutto in cui l'unico scopo è sopravvivere un giorno in più...
Si salvano a malapena, come personaggi, come Maine, Lucy, David e sua madre che "nobilitano" la storia con un minimo di scopo, se così lo possiamo definire...
Altrettanto non si può scrivere di personaggi come Kiwi e Rebecca...

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Ahimè l'impianto narrativo è troppo semplice e superficiale: troppo accelerata la storia con soluzioni di continuità tra un episodio e l'altro che portano velocemente all'epilogo dell'anime alla "Leon" (film di Luc Besson) e all'"Akudama Drive" con meno "filosofia" e molta più adrenalina fine a se stessa.
Come per "Akudama Drive", "Edgerunners" viene salvato dall'ottimo comparto tecnico sul quale è difficile muovere qualche appunto: Trigger ha fatto un ottimo lavoro ed ha saputo mantenerlo costante per tutti gli episodi, con uno stile volutamente grottesco (per essere coerente alla tamarraggine della trama) e colori vividi e accesi.
Menzione d'onore per la parte musicale di gusto molto "occidentale": a parte l'opening (vecchio pezzo dei Franz Ferdinand) di cui per stile non so se sia in linea con lo spirito dell'anime, l'ending mi è particolarmente piaciuta con quello stile malinconico e ipnotico che ben si concilia con il finale dell'anime.
"Cyberpunk: Edgerunners", tutto sommato vale la pena vederlo. Non siamo di fronte ad una storia complessa né infarcita delle implicazioni "filosofiche" tipiche del cyberpunk, non è "Blade Runner", "Ghost in the Shell" o "Psyco-Pass", ma ne abbozza alcuni temi quali il rapporto tra uomo e macchina e tra realtà e mondo virtuale tra un mucchio di violenza, azione ed eccessi.