Puntuale come un orologio atomico, arriva il nuovo capitolo di MotoGP firmato Milestone, un capitolo con diverse novità ma anche con diversi limiti. Vediamo assieme perché.
 
Nuovo anno, nuova review

MotoGP 24 si configura come una naturale evoluzione iniziata con la versione 2020, con contenuti che via via si sono sostituiti ad altri e cambiamenti radicali come il passaggio a Unreal Engine 4 che ne ha sicuramente migliorato la resa grafica. Da questo punto di vista il salto è abbastanza netto, non solo nella modellazione delle moto, ormai divenute davvero complesse viste le appendici aerodinamiche ma anche per il contesto esterno ai circuiti.

Concentriamoci però sul contenuto in senso stretto, su un gameplay che percorre la via tracciata dai precedenti capitoli ma soprattutto da RIDE 5, la controparte 'civile' del mondo delle moto videoludico. MotoGP 24 non è un titolo facile: bisogna dedicare molto tempo alle prove libere, testare gli assetti e i punti di frenata perché davvero, non ci sono scappatoie. O si guida bene o si cade e anche se è presente il benedetto rewind, la perdita di concentrazione derivante è comunque un danno da tener conto. Passare dunque da RIDE 5 a MotoGP 24 è un'esperienza abbastanza omogenea e le varie moto presenti, dalle 250cc della Moto 3 alle 'Formula 1' a due ruote della MotoGP restituiscono ottimi feedback sia per quanto riguarda la differenza di massa sia per le traiettorie percorse. Il comportamento della moto varia infatti al consumo di carburante, non solo banalmente perché più leggera ma anche per una questione di 'zavorra' collocata al centro della moto che a un certo punto viene a mancare.

Gli ultimi giri infatti sono da vivere in maniera differente rispetto quelli iniziali, con staccate e percorrenza curva che richiedono un'attenzione diversa. Come detto poi, basta davvero poco per trovarsi con la ghiaia negli stivali ma questo, non sembra dipendere direttamente dai nostri errori.
F1 24 è in dirittura d'arrivo ma ha già generato diverse polemiche sul modello di guida, definito da molti più semplice (c'è chi utilizza ancora il termine 'arcade' senza sapere di che parla, ma sorvoliamo). Codemasters ha spinto il focus su un concetto interessante però: la prevedibilità. Tutti, dai meccanici ai piloti cercano di portare in pista mezzi cui si possa prevedere una risposta in base alle circostanze. Proprio nei videogiochi dedicati alla Formula 1 si assisteva a esperienze particolari. Ad esempio, alla curva 12 del circuito di Sakhir che si percorre a circa 250Km/h potevano accadere due cose: o la si faceva in pieno oppure si finiva in testacoda non appena la ruota anteriore destra toccava il cordolo interno. Questo indipendentemente dalla velocità di percorrenza, dalla traiettoria o dalle condizioni meteo. La domanda che ci si faceva allora era: perché? La risposta molto spesso combaciava con il nome del barista protagonista ne I Simpson.
 
Si piega ma non si spezza

Ma perché questo preambolo? Essenzialmente la situazione è la medesima. In MotoGP 24 molto spesso non si ha piena coscienza di quanto accade. Stessa curva, stessa velocità di percorrenza, stessa massa, stessa traiettoria ma guarda un po', a volte si finisce a contare le pietruzze che compongono l'asfalto. Questa imprevedibilità la si può anche testare come ogni buon esperimento scientifico: utilizzando il rewind infatti e ripercorrendo la stessa curva è possibile assistere a esiti diversi, per non parlare di un particolare bug che semplicemente lancia a terra il giocatore e molti piloti controllati dall'IA una volta utilizzato. Inoltre, c'è un'aggravante intrinseca. Se in qualche modo in un racing game automobilistico si può mettere una pezza con volante e pedaliera con un videogioco di moto, c'è poco da poter fare. L'unico mezzo di controllo disponibile è il pad e a meno che non si voglia provare l'ebrezza di tastiera e mouse, è un elemento da tenere in considerazione. Siamo sicuri che sia il mezzo migliore per poter giocare!?

Visto che non ci sono alternative, ecco che rientra il concetto di prevedibilità citato qualche riga fa. Ripetendo che prevedibilità non significa per forza 'semplificazione', rendere più modulabili acceleratore, freni e piega, ampliando la forbice di possibilità data dalla corsa di levetta analogica e trigger forse potrebbe essere una soluzione. O attivare tutti gli aiuti a disposizione e far sì che la moto si guidi da sola. Chi vi scrive non è un programmatore, sia chiaro, ma è un peccato constatare una certa 'discontinuità' anche perché, quando MotoGP 24 decide di fare sul serio è davvero una goduria. L'immersività data dal nuovo lavoro Milestone infatti è a tratti eccellente, indipendentemente dalla visuale scelta. Il contatto tra lo pneumatico e l'asfalto, pieghe al limite della fisica, la resistenza aerodinamica e la deportanza sono elementi che in qualche modo si avvertono come concreti e non come una sequenza di 0 e 1. Durante un Campionato del Mondo, una gara singola o online (niente modalità accessorie in questo capitolo, come Nine del 2022) MotoGP 24 sa regalare grosse soddisfazioni, anche facendo test con le diverse moto. La diversificazione infatti è abbastanza netta, non solo per evidenti differenza di motore ed erogazione della potenza ma anche per carico aerodinamico. In parole povere, le differenze tra Ducati e Yamaha si sentono e non solo per le velocità di punta. Il sottosterzo marcato del capitolo precedente è inoltre rimodulato, permettendo una percorrenza e uscita di curva decisamente più efficace anche se c'è ancora da constatare una forte presenza dell'impennata cosa che, rende totalmente inutile avere quelle appendici aerodinamiche.
 
Torna anche il mitico Pecco!

Ma il godimento di un gran premio va di pari passo con l'intelligenza artificiale, qui rimodellata e in grado di adattarsi alla nostra efficacia in pista. Questa “Difficoltà Adattiva” dovrebbe in qualche modo garantire un'esperienza ottimale indipendentemente dal livello di difficoltà scelto e funziona. Il più delle volte.
Se infatti risulterà molto semplice finire sul gradino più alto del podio, ecco che MotoGP 24 mette subito un freno ai nostri entusiasmi, abbassando i tempi sul giro di tutti i piloti. Detta così sembra un modo altisonante per chiamare quello che definiamo 'effetto elastico' ma in realtà il sistema va ben oltre. Si tiene conto del nostro comportamento in generale, dal modo di confrontarci con gli altri piloti, dalle penalità subite, agli errori commessi. L'IA agirà di conseguenza, con i piloti digitali che cominceranno a commettere più errori e a subire sanzioni, in modo da uniformare il più possibile l'esperienza 'gran premio' attorno al giocatore. In MotoGP 24 possiamo osservare come il GP sia davvero un tutti contro tutti, visto che potremo vedere diversi piloti prendersi a sportellate senza tanti complimenti. Tuttavia, qualche svarione è sempre dietro l'angolo, a cominciare da piloti che spesso agiscono come se non fossimo presenti in pista ma soprattutto, non sembra essere molto meritocratico. Dà quasi la sensazione di BoP delle gare endurance, in cui non importa quanto si giri in pista per testare al meglio l'assetto della moto, limare ogni centesimo di secondo. A prescindere, avrete i piloti alle calcagna. Fortunatamente è possibile disattivarlo ma con un po' di olio di gomito questo sistema potrebbe essere davvero un game changer.

Le novità fortunatamente non si fermano qua, cominciando dall'acclamato mercato piloti che finalmente fa capolino in MotoGP 24. Attivabile già dalla prima stagione, potremo vedere cambiamenti radicali come il buon Pecco Bagnaia accasarsi in Yamaha (per qualche ragione) o Martìn gettarsi tra le braccia di Honda. Ma questi eventi non sembrano essere semplici cambiamenti di casacca. Ogni pilota, così come ogni moto, possiede delle statistiche e la combinazione delle due può portare a esiti inaspettati. Si può assistere a 'due metà della mela' che finalmente danzano insieme fino alla vittoria o a del dentifricio che cerca di rientrare nel tubetto occupando gli ultimi posti della griglia. Il meccanismo gestito dall'IA sembra assai complesso anche se il supporto del social network che dovrebbe mostrare compatibilità tra piloti e case non sembra mostrarlo particolarmente, risultando abbastanza primitivo. Tuttavia, sembra influenzare in qualche modo gli obiettivi e il comportamento dei centauri in pista nei nostri riguardi, con rivalità che possono essere accese e ardere durante i sorpassi. La metodologia di risposta però non invoglia particolarmente a esplorare la natura dei rapporti, ma anche qui, con qualche miglioria, si potrebbe davvero creare qualcosa di unico.
 
La novità del mercato piloti


Il trasferimento piloti dunque rende ogni stagione effettivamente diversa dalle precedenti, ma ciò che aiuta a viverla appieno è anche la presenza di cosiddetti Turned Point, degli obiettivi in grado di cambiare radicalmente una stagione. Diventare prima guida in modo da indirizzare lo sviluppo della moto o attirare le attenzioni delle case ufficiali sono solo alcune delle situazioni che si verificheranno tra la pista e il retro-box. La soglia d'attenzione dunque rimane abbastanza alta, con obiettivi ben calibrati e coerenti con quanto svolto fino a quel momento. Novità anche per steward e penalità, con una maggiore attenzione e precisione da questo punto di vista e forse uno dei migliori su piazza.

MotoGP 24 è tutto sommato un buon capitolo che presenta diverse novità nella sua infrastruttura e non visibili a un primo sguardo. La direzione è sicuramente quella giusta, con un'IA adattiva che necessità di qualche limatura ma che in generale funziona oltre a tanti piccoli aggiustamenti che però hanno bisogno di qualche contenuto in più per essere goduti appieno. Il modello di guida il più delle volte regala grosse soddisfazioni ma c'è ancora un po' di strada da fare per una perfetta interfaccia uomo-macchina, visto che il pad ha sicuramente dei limiti in tal senso.