Se One Piece è il re indiscusso in quanto a vendite dei volumi, Naruto con Ultimate Ninja è sempre stato, sin dalla PS2, la serie videoludica tratta da un manga con più successo. Quando i pirati sembravano essere destinati solamente a qualche gioco sporadico di dubbia qualità, ecco che durante la scorsa generazione Koei Tecmo e Bandai Namco sfornarono un musou chiamato One Piece: Pirate Warriors. Il gioco ebbe successo e nel 2013 venne proposto un sequel, accompagnato anche questo da buone vendite e discrete valutazioni. La strada dei musou sembra ormai essere quella preferita dai fan dell'opera di Eiichiro Oda, tanto che a marzo del corrente anno è uscito in Giappone anche One Piece: Pirate Warriors 3, nuova incarnazione dell'unica serie che sembra eguagliare in quanto a vendite i giochi del ninja biondo e dei Super Saiyan. Dal 27 agosto Pirate Warriors 3 è disponibile anche nel nostro paese per PlayStation 4, PlayStation 3 e PlayStation Vita, e dal 28 anche su Steam. La versione analizzata in questa recensione sarà quella per PS4. Detto ciò, preparatevi a levare l'ancora, è l'alba di una grande avventura!
 
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Trama


La storia di One Piece non ha certo bisogno di spiegazioni. La modalità trama di Pirate Warriors 3, chiamata Diario della Leggenda, si pone l'ambizioso obiettivo di raccontare dall'inizio fino alla saga di Dressrosa compresa le vicende dei pirati di Cappello di Paglia. La cosa si può dire in gran parte riuscita, ma non completamente. In primis è facile immaginare che il finale di Dressrosa sia inventato, dato che al momento dell'uscita del gioco questa saga non era conclusa neanche nel manga in Giappone, mentre in secondo luogo, per quanto siano state aggiunte saghe assenti nei precedenti capitoli (ricordiamoci però che nel 2 la trama era originale), ancora ne mancano all'appello. All'aggiunta di archi narrativi come Sheltz Town, il villaggio Shirop, Logue Town, Jaya, Water Seven, il regno Ryugu e Dressrosa, ancora mancano all'appello Whiskey Peek, Little Garden, Long Ring Long Land e Amazon Lily (ad esser pignoli anche le isole in cui si sono allenati i mugiwara e alcune del mare orientale, ma forse è chiedere troppo). Che alcune di queste saghe non siano state messe perchè non si adattano ad un musou? Difficile da credere dato che alcuni episodi come Logue Town o Jaya, per motivi di trama, non sono particolarmente adatti a quella struttura eppure sono presenti, con improbabili eserciti che aiutano i mugiwara, che invece non sarebbero dovuti esserci. Più probabile è credere che le saghe assenti verranno piano piano introdotte con altri giochi futuri. Il Diario della Leggenda è suddiviso in 5 capitoli e un prologo per un totale di 23 livelli che vi porteranno via quasi 20 ore di gioco. Da questo punto di vista è il più completo dei giochi di One Piece usciti finora, anche se i vari episodi presentano più che altro le fasi finali della saga in questione, ad esempio a Enies Lobby inizierete a giocare solamente dopo la dichiarazione di guerra al Governo Mondiale, saltando quindi le battaglie sul treno marino e lo scontro tra Rufy e Blueno. Ogni livello è giocabile con alcuni dei membri della ciurma appositamente selezionati, e, in alcuni casi, a seconda di chi si utilizza ci saranno filmati differenti. Nonostante questa completezza (più o meno), Pirate Warriors 3 è un gioco solamente per fan che conoscono già la trama dell'opera originale. Nonostante i vari filmati e dialoghi esplicativi, capire l'enorme storia e le sottotrame di One Piece solamente giocando a questo titolo è impossibile. Molte cose sono ovviamente tagliate, molti personaggi non compaiono neanche dato che per loro non è stato creato un modello, ma soprattutto molto è dato per scontato. Un esempio? Basta dire che non viene spiegato in nessun modo durante la cutscene iniziale che Rufy ha mangiato il Frutto del Diavolo!
 
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Gameplay


Pirate Warriors 3 adotta, come i predecessori, lo stile di gioco tipico dei musou. Una volta scelto il nostro personaggio tra i 37 disponibili, verremo catapultati in uno stage in cui dovremo menare a più non posso orde e orde di nemici uno più scemo dell'altro. Tra territori e basi da conquistare avremo anche modo di incontrare nemici più potenti ed altri protagonisti della serie, ovvero gli unici che potrebbero darci del filo da torcere anche nella difficoltà più elevata. I tasti quadrato e triangolo sono sempre adibiti agli attacchi deboli e potenti, che, se alternati, daranno il via alle combo. Altre mosse a disposizione sono lo scatto/schivata e la special che potremo usare quando la specifica barra sarà sufficientemente piena. Fin qui nulla di nuovo, ma soffermiamoci maggiormente sulla principale (e unica) novità in termini di gameplay che questo capitolo offre: il sistema Kizuna. I colpi della ciurma ora sono stati completamente ripensati. Durante un livello potremo avere fino a 4 personaggi di supporto, ciascuno con la propria barra Kizuna (che in giapponese significa appunto "legame"), la quale si riempe colpendo i nemici. Ogni volta che si riempirà salirà di livello, fino a 4, e aggiungerà agevolazioni come combo più lunghe in cui partecipa anche il personaggio di supporto e il Kizuna Rush, una modalità risveglio in cui i nostri colpi diventeranno devastanti e potremo lanciare in compagnia dei supporti un potente attacco speciale di gruppo che farà piazza pulita dell'esercito avversario! Ma non è finita qui, infatti, a rotazione, uno dei nostri supporti sarà marcato come Eroe e potremo far salire la sua barra Kizuna al quinto livello, scatenando il Potere dell'Eroe, che varierà a seconda del personaggio dando effetti benefici al nostro esercito. 
 
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Lo sviluppo dei personaggi, oltre al classico avanzamento di livello per sbloccare nuove combo, è legato alle monete raccolte durante gli scontri con i personaggi più potenti o completando determinati obiettivi nei capitoli della storia. Gli Eventi Tesoro sono infatti delle missioni secondarie all'interno dei capitoli del Diario della Leggenda che se completati ci daranno in premio monete rare, a volte ottenibili solo in quel modo. Per potenziare ulteriormente i vostri pirati o marine preferiti ci saranno anche i Manifesti Abilità dei vari personaggi, con richieste che una volta soddisfatte forniranno ulteriori power up. A volte comunque servirà a poco essere molto potenti dato che perderete lo scontro perchè un alleato si è fatto sconfiggere dall'altra parte della mappa e voi non avete fatto in tempo a salvarlo...
Da sottolineare è il fatto che gli episodi della trama possono essere svolti anche nella modalità Diario Libero in cui sono selezionabili tutti i personaggi sbloccati. Inoltre sia il Diario della Leggenda che quello Libero possono essere completati in compagnia di un altro giocatore sia online che in locale, con anche la possibilità di richiedere aiuto per completare un livello che non riusciamo a superare. Un'ultima, e inedita, modalità di gioco è il Diario dei Sogni. Qui potremo scegliere uno qualunque dei personaggi giocabili per spostarci su una specie di scacchiera, le cui caselle corrispondono ad isole con un livello da completare a fianco di una delle fazioni disponibili. Questa modalità (affrontabile anche in 2 in locale) è fondamentale per sbloccare alcuni personaggi, tra cui molti di quelli inediti. Talvolta compariranno anche dei ricercati sul tabellone che, una volta sconfitti ci rilasceranno un'adeguata ricompensa. Nonostante sia una novità per Pirate Warriors, modalità di questo tipo abbiamo già potuto vederle in altri musou come Hyrule Warriors per Wii U.
 
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Grafica, audio e localizzazione


La versione PS4 di Pirate Warriors 3 non possiede un comparto grafico degno di essere definito next gen. Se i modelli in cel shading dei personaggi principali sono realizzati veramente bene, con dettagli e riflessi moto convincenti nei vestiti, altrettanto non si può dire degli stage. Tralasciando il fatto che isole come Drum o Punk Hazard sono realizzate talmente approssimativamente da essere quasi irriconoscibili, gli elementi grafici che compongono lo scenario sono così poveri da sembrare un gioco indietro di due generazioni. Anche le espressioni facciali, per quanto ben realizzate, sono troppo poche e non sempre sono convincenti rispetto alla frase che sta dicendo il personaggio. Purtroppo si nota più che mai la natura cross gen del titolo, che quasi sempre penalizza la versione più avanzata tecnicamente del gioco. Uniche note positive sono la incredibile quantità di nemici su schermo e la sorprendente stabilità del frame rate, che raramente (e in maniera per nulla fastidiosa) fa scattare il titolo nei momenti con più confusione. Dall'altro lato abbiamo gli immancabili pop-up (per fortuna limitati ai personaggi e non agli elementi di sfondo), pop-in e nemici che piovono dal cielo, perché creare più carri di spawn evidentemente era troppo difficile. Buono è il risultato finale delle cutscene e dei dialoghi che sembrano una pagina del manga. Da notare però che, data l'assenza di modelli di certi personaggi, se in un punto della storia era presente qualcuno di essi, nel gioco durante i dialoghi e i filmati verrà sostituito dai nemici base o completamente tagliato. E vogliamo parlare anche di questi nemici base? Sempre gli stessi! Sono stati creati troppi pochi modelli dei nemici che vedrete a migliaia durante le partite, e tra l'altro anche differenti fazioni hanno sempre gli stessi modelli, o al massimo leggermente diversi. Vi troverete quindi ad affrontare zombie a Thriller Bark che sono gli stessi personaggi con la pelle verde che fungono da pirati di Bagy, o i carpentieri della Galley-La che sono i pirati di Creek senza maglietta, ecc... Neanche gli uomini pesce si salvano, nonostante siano famosi proprio per la loro diversità l'uno dall'altro!
 
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Poco o nulla da dire per quanto riguarda l'audio. La colonna sonora è carina, ma sempre la stessa dei capitoli precedenti, con solo un paio di aggiunte. Il doppiaggio in giapponese dei seiyuu originali dell'anime è ottimo (tranne qualche labiale fuori posto), ma, come dicevo, non sempre le espressioni dei personaggi riescono a seguire l'espressività della voce.
Il gioco però tocca il suo punto più basso nella localizzazione italiana, uno dei peggiori lavori degli ultimi tempi. Ormai è palese che i giochi della Bandai Namco non sono tradotti direttamente dal giapponese, ma dall'inglese (frasi tradotte così letteralmente da poterle pensare sul momento in inglese), ma soprattutto è palese che i traduttori non solo non conoscono nulla dell'opera originale, ma nemmeno traducono guardando le scene di gioco! Ci sono frasi che a volte non corrispondono a ciò che viene detto nel filmato o dialogo, come in una scena a Logue Town, in cui i mugiwara devono fuggire dalla piazza del patibolo e la frase è resa come se dovessero scappare da un luogo chiuso (traduzione letterale di "get out of here"?). Ma la cosa peggiore sono gli errori che inficiano sulla trama di One Piece! Voi sapevate che Nami fu allevata da Bellmere E da un ex-marine? No? Bhè, neanche io, ma si vede che i traduttori sono molto vicini ad Oda che gli racconta particolari della trama che ancora non ha svelato nel manga! Non mi dilungo più di tanto sui numerosi errori di battitura, su parti che invece che in italiano sono in spagnolo e sui nomi degli attacchi tradotti senza seguire la nomenclatura "ufficiale", cosa che almeno non è accaduta con i nomi dei personaggi, i quali sono fedeli alla prima edizione italiana del manga.
 
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Per i neofiti dei musou il consiglio è di buttarsi a capofitto in One Piece: Pirate Warriors 3

 

Divertimento e longevità


Tralasciando tutti i limiti tecnici dovuti alla sua natura cross gen e agli orrori di localizzazione, Pirate Warriors 3 è un buon titolo che riesce ad emergere da una moltitudine di giochi tutti troppo uguali tra loro. A coprire (in parte) i problemi di poca innovazione ed eccessiva ripetitività è il roster variegato di personaggi giocabili. Ci sono pirati e marine con abilità di combattimento così diverse tra loro che, ora che li avrete provati e sbloccati tutti, avrete quasi completato il gioco. Collezionare personaggi e monete, combattimenti frenetici e il proseguire nella trama dovrebbe bastare a non farvi abbandonare il titolo dopo poche ore. E il che sarebbe un peccato dato che stiamo comunque parlando del gioco più completo dedicato a One Piece mai uscito finora. Oltre alle 20 ore della storia ce ne sono decine e decine ad attendervi per completare tutte le modalità al 100%. L'unica cosa che potrebbe rivelarsi frustrante è il dover ripetere più volte i livelli della trama per sbloccare gli eventi secondari. Dispiace anche vedere che alcuni personaggi, nonostante abbiano un modello realizzato da tempo, ancora non siano stati resi giocabili. La difficoltà generale è tendenzialmente verso il basso, e solamente gli eroi in modalità difficile potranno darvi del filo da torcere. Comunque nulla che con una breve sessione di grinding non si possa superare.
 


 

Considerazioni finali

One Piece: Pirate Warriors 3 è un musou sviluppato da Koei Tecmo che non aggiunge nulla di nuovo al genere a cui appartiene e poco o nulla alla sua serie. Le aggiunte in termini di trama, modalità e personaggi sono talmente poche che fanno chiedere se fosse veramente necessario realizzare nel 2015 questo gioco. Il gameplay ripetitivo tipico dei musou è in parte coperto dal variegato roster di pirati e marine con cui vi divertirete a spazzare via orde di nemici. Notevole il frame rate e buoni i modelli 3D in cel shading dei personaggi principali, da buttare invece tutto il resto del comparto grafico. Terrificante è il lavoro di localizzazione in italiano di Bandai Namco, la quale dovrebbe rivedere certe politiche di risparmio sui traduttori. Se avete giocato e amato i capitoli precedenti, in parte amerete anche questo e in parte vi annoierà in quanto troppo simile al secondo capitolo. Per tutti i neofiti dei musou di One Piece invece il consiglio è di buttarsi a capofitto.