Level 22 - Recensione

In Level 22 saremo chiamati a salvare Gary dal licenziamento

  
Tutto inizia la sera prima degli eventi del gioco, Gary, il nostro protagonista, ha festeggiato il suo compleanno con gli amici, facendo baldoria e bevendo come se non ci fosse un domani. Purtroppo per lui, il domani invece inevitabilmente arriva e Gary si sveglia tardi senza ricordare nulla della sera prima. Adesso è in ritardo per il lavoro, cosa che non può assolutamente permettersi: il suo capo infatti gliel’ha giurata: al prossimo ritardo sarebbe stato licenziato.
Per questo motivo, Gary deve arrivare nel suo ufficio al 22° piano dell’edificio della compagnia senza che nessuno lo scopra.
 
Gameplay 
Impersonando Gary dovremo farci strada attraverso i 22 piani dell’edificio, senza che nessun collega o agente di sicurezza scopra il nostro povero impiegato ritardatario. Per far questo dovremo ingegnarci usando l’ambiente e tutto ciò che offre. Alcune volte per evitare alcuni colleghi basterà nascondersi dietro un muro o una colonna, ma per altri avremo bisogno di usare oggetti di tutti i giorni che sarà possibile reperire man mano che il gioco procede. Un giornale servirà ad esempio a nascondere il volto facendo finta di leggere, oppure potremo usare un bicchiere di caffè per mandare in corto circuito fotocopiatrici e pc, potremo usare anche un lassativo da mettere nel caffè dei colleghi per costringerli ad alzarsi dalle loro postazioni messe proprio di fronte alle porte in cui dobbiamo entrare. E ancora, si possono usare delle golose ciambelle per attirare lontano agenti di sicurezza, usare grossi libri contabili per tramortire persone che non si schiodano da dove sono, oppure… usare una scatola di cartone. Sì, proprio come un certo Solid Snake. In alcuni casi sarà anche necessario nascondersi in alcuni armadietti, in bagagliai di automobili, o persino strisciare nei condotti di aereazione.
  
Grafica e audio 
Guardando le immagini è evidente che il gioco sfrutta solo una minima parte delle potenzialità delle varie console su cui gira, ma è pur vero che questo tipo di grafica ben si presta a questo tipo di gioco, rivelandosi una scelta azzeccata. Certo, un gioco come questo con una grafica come quella di Metal Gear Solid V sarebbe stato forse una figata assurda (o forse no), ma anche così, con questo suo stile fumettoso da webcomic non se la cava male. Il tutto è molto colorato e il suo effetto “spixellato” lo fa sembrare un gioco a 8 o 16 bit, ideale per i nostalgici di quel periodo.
Per quel che invece riguarda l’audio, c’è abbastanza poco da dire: il videogame non è doppiato e quindi non ci sono voci. Ci sono giusto gli effetti sonori delle varie cose che si muovono (porte, telefoni che squillano, sbadigli dei colleghi, e poco altro) e pochi brani musicali in sottofondo ai vari livelli. Questi sono tutti abbastanza semplici, e pur fornendo un accompagnamento abbastanza orecchiabile non si fanno per nulla ricordare una volta spenta la console.
 
Longevità e difficoltà 
“Level 22” non è un gioco molto lungo. Come si intuisce dal titolo, il videogame è composto da 22 livelli, che all’apparenza possono sembrare un bel po’, ma il fatto è che sono tutti abbastanza brevi. Si va da livelli che si possono concludere in 5 minuti ai più lunghi che ne possono richiedere poco più di 10. Questo ovviamente per chi sa cosa fare. Il design dei livelli infatti pur non essendo mai impossibile richiede comunque nella maggior parte dei casi un minimo di ragionamento e diversi tentativi. Bisognerà sbagliare parecchie volte prima di capire ad esempio il giusto ordine in cui “togliere di mezzo” i diversi colleghi e passare alla schermata successiva. La cosa comunque non è frustrante come può sembare perché i livelli hanno al loro interno diversi checkpoint, che facilitano di molto il compito del giocatore.
Anche così comunque, per completare “Level 22” bastano poche ore, 4 o 5 ad andare larghi, mentre forse può servire qualche ora in più per trovare i collezionabili e i segreti nascosti nei livelli.
  
Traduzione e localizzazione 
Il gioco nella versione italiana si presenta con testi tradotti nella nostra lingua in modo abbastanza corretto per quel che riguarda le parole in sé, meno per quel che riguarda la punteggiatura, spesso completamente assente (parole senza apostrofi o accenti vari).
 
Conclusioni