Per qualche oscuro motivo, il numero di dungeon-crawler presenti (e in arrivo) su Playstation Vita è altissimo. Il perché, recentemente, una delle prime tipologie di rpg abbia così tanti esponenti è un mistero, ma è innegabile che questo abbia portato diverse case a sperimentare su di un genere che fino a non troppo tempo fa sembrava essere stato dimenticato.

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Experience inc. non è uno di questi e Stranger of Sword City, infatti, non è il loro primo titolo. Quanto detto appare evidente fin da subito guardando la finezza di certe meccaniche ed impostazioni, nonché da una piccola sensazione di deja-vù che non potrà non venire a coloro che hanno avuto il piacere di giocare Demon Gaze o Operation Abyss: New Tokyo Legacy.
 
TRAMA

In seguito ad un incidente aereo, il protagonista della storia (il cui nome, sesso, aspetto ed età saranno a discrezione del giocatore) si ritroverà in una terra a lui completamente sconosciuta. Ben presto scoprirà di essere ad Escario, la Sword City, una regione bizzarra di un mondo diverso da quello da cui è partito. In questo luogo dalle forti tinte dark-fantasy, accentuate ancora di più da alcuni elementi steam-punk, il protagonista verrà riconosciuto come “Stranger” e reclutato dalla Stranger Guild; un’associazione formata da persone naufragate per caso ad Escario il cui obbiettivo altri non è che tornare a casa, sulla Terra.

La leggenda narra che i prescelti compaiano ad Escario per sgominare la minaccia di Sword City, per questo alla gilda non resta che dedicarsi al recupero dei Blood Crystal dai così detti Lineage Monster, ovvero l’essenza magica cristallizzata di alcune bestie immortali che rendono caotica e precaria la vita ad Escario. Tali creature possono venire eliminate solo dopo averne fatto sparire i cristalli, quest’ultimi tuttavia possono essere ottenuti solo dagli Stranger e distrutti esclusivamente dai Vessel, persone dotate della peculiare capacità di tramutare in poteri magici l’essenza dei Lineage Monster, bloccandone di conseguenza l’eventuale rinascita.


Come spesso accade nei dungeon-crawler, la trama di Stranger of Sword City funge più da pretesto per spingere il giocatore ad esplorare i labirinti che non come principale fonte di intrattenimento, tuttavia, il fatto che venga enfatizzata più la storia del mondo rispetto alle vicende dei singoli personaggi, ben si sposa con l’impostazione presentata.
L’atmosfera che si viene a creare dalla somma dei precedenti fattori è singolare: il giocatore difatti non sarà l’eroe che salverà l’umanità, bensì uno degli ingranaggi chiave che, tramite la propria rotazione, muoverà l’accattivante regno di Escario verso un futuro migliore.
 
GAMEPLAY

Il sistema di gioco di Stranger of Sword City strizza molto l’occhio ai primi dungeon-crawler, ma è evidente come l’esperienza del team abbia portato ad affinare diversi aspetti che hanno reso celebre il genere. Il risultato è un titolo che riprende molte meccaniche tanto geniali quanto eccessivamente spartane, svecchiandole con delle trovate che le rendono, sì, meno punitive, ma senza intaccarne la naturale tensione che scaturisce da tali difficoltà.

L’impostazione di per sé è la classica del genere: un party di sei personaggi, tre davanti per gli scontri fisici e tre dietro come supporto, che esplora labirinti pieni di mostri e trappole. Al giocatore viene lasciata la totale libertà nella formazione del gruppo, potrà infatti creare e modificare da sé tutti i personaggi.

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Ad esclusione della scelta dell’aspetto, nome, sesso e voce, ogni opzione influenzerà in modo significativo le caratteristiche della new entry. La classe determinerà le abilità in battaglia, la razza darà una base per le statistiche e la peculiarità conferirà aiuti essenziali in diversi ambiti, spesso esterni ai combattimenti (dalla possibilità di riconoscere e rimuovere trappole, alla capacità di identificare oggetti misteriosi). L’età stabilirà, con un rapporto inversamente proporzionale, il numero di punti bonus spendibile per l’aumento delle statistiche iniziali (maggiore è, più se ne avranno) e i Life Points, ovvero il numero di volte che sarà possibile riportare in vita il personaggio prima che questi muoia permanentemente.

La personalizzazione così ampia permette di approcciare gli scontri in modi diversi a seconda delle proprie preferenze, tuttavia la stessa strategia difficilmente sarà applicabile in tutti i dungeon perché i mostri offriranno sfide diverse e non sempre tutti i componenti del gruppo saranno in condizioni di lottare, dopotutto bisogna tenere a mente che in Stranger of Sword City si muore abbastanza spesso. Vedere alcuni dei propri personaggi arrivare a 0 HP non è cosa rara e l’attesa per che essi si riprendano non è poca. Proprio per questo motivo, la fantasia del giocatore nel mettere insieme tattiche diverse con i compagni disponibili in quel momento diventa molto importante, rendendo così il gioco decisamente più vario e divertente.

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Non disperate comunque, il personaggio principale può resuscitare all’infinito e, attendendo di più, è anche possibile recuperare i Life Points, inoltre l’esperienza ricevuta nei dungeon viene in parte ottenuta anche da chi è (vivo) alla base, perciò concentrarsi su uno o diversi gruppi non porterà ad un’eccessiva “perdita di tempo”.

Da segnalare inoltre l’ottima aggiunta del sistema di “Ambush” che permette di organizzare agguati ai nemici che trasportano oggetti preziosi. Questa originale meccanica rende molto più immediato il “diventare più forti” perché, sebbene l’esperienza da ottenere per salire di livello sia molta, con relativamente poche battaglie difficili sarà possibile migliorare sensibilmente il proprio equipaggiamento. Ovviamente, con il proseguire della storia, la crescità si farà più lenta, ma non per questo meno soddisfacente.
 
GRAFICA & AUDIO
 
I dungeon-crawler non hanno chissà quale comparto grafico da sfoggiare, dopotutto la maggior parte del gioco è composto dalle mura dei labirinti e da ambientazioni e personaggi rappresentati con immagini 2D statiche, bisogna ammettere tuttavia che la cura con cui sono stati realizzati su Stranger of Sword City è a dir poco eccezionale.

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Le ambientazioni dall’esterno sono estremamente curate e suggestive, varie e uniche sia nella presentazione estetica che nella struttura interna (sia intesa come forma del labirinto che come stile in sè), ma inaspettatamente spoglie e minimali nella loro realizzazione 3D.

I personaggi principali sono stati disegnati con due stili radicalmente diversi, uno più realistico che ricorda quasi i fumetti occidentali e un secondo, dai toni molto più dolci, che si rifà alle ultime produzioni nipponiche. Scegliere con quale giocare è solo una questione di gusti, ma il secondo stona parecchio con quella che è l’atmosfera del titolo poiché mostri ed ambientazioni sono state realizzate seguendo il primo.

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Come se ciò non bastasse, i personaggi creati dal giocatore (protagonista compreso) non variano con il cambio di stile e, data la forte differenza che caratterizza i due, un'eventuale mix risulta abbastanza fastidioso.

Il comparto audio di Stranger of Sword City è composto per lo più da tracce orchestrali che, pur non avendo motivetti incisivi che rimangono nella testa del giocatore, risultano piuttosto orecchiabili e offrono un discreto accompagnamento durante le fasi più concitate.
Di contro, le musiche proposte in alcune aree (fortunatamente poche) sono state riprese in toto dai precedenti titoli di Experience inc. e qui non rendono tanto quanto facessero in precedenza.
 
 
GIUDIZIO FINALE
 
Stranger of Sword City è un ottimo dungeon-crawler che, sebbene non proponga nulla di particolarmente innovativo, esalta i punti di forza del genere grazie ad un sistema semplice, variegato e funzionale. Chi non gradisce questo genere di rpg difficilmente troverà in Stranger of Sword City l’eccezione che gli farà cambiare idea, ma per tutti coloro che invece apprezzano esplorare l’ignoto addentrandosi in misteriosi labirinti, l’ultimo lavoro di Experience Inc. sarà una piacevole sfida che li terrà impegnati per settimane e mesi.