A due anni di distanza dall'uscita di Warlord of Draenor è tempo di nuova espansione per World of Warcraft, la gallina dalle uova d'oro della Blizzard che ormai domina da più di un decennio il mercato dei mmorpg, e che, con suoi numeri da capogiro, sembra destinato a restare ancora a lungo sulla cresta dell'onda.
 
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Con Legion torna protagonista ancora una volta la temibile legione infuocata. Agli ordini dello stregone Gul'Dan, tornato al comando dopo la sconfitta di Garrosh Hellscream, l'armata demoniaca insidia nuovamente Azeroth, attaccando le principali città e soprattutto le isole disperse, sede dell'antica città di Suramar, luogo di nascita di Tyrande Soffiabrezza e di Malfurion e Illidan Grantempesta, del 'carcere' di quest'ultimo, e, soprattutto, della tomba del Titano Oscuro Sargeras. Di fronte a questa temibile minaccia, Orda e Alleanza decidono quindi di unire le forze ancora una volta, ma, come già accaduto durante la battaglia di Angrathar, le cose non vanno come pianificato, con il fallimento dell'assalto e la morte dei due leader Vol'Jin e Varian Wrynn, che porta la fragile unione a sgretolarsi dinanzi alle accuse di tradimento nei confronti della nuovo capo guerra dell'orda, Sylvanas, da parte di Jaina Marefiero e Genn Mantogrigio.

Come da tradizione della Blizzard, insomma, tanti sono i cambiamenti apportati dall'espansione al mondo gioco, sempre vivo ed in evoluzione, ma a cambiare questa volta è anche il punto di vista del giocatore, che, pur sempre ancorato alle due fazioni principali, Alleanza e Orda, questa volta si basa soprattutto sulla classe utilizzata e su una narrazione incentrata specificatamente sul giocatore, visto un po' come l'eroe della provvidenza sulle cui spalle pesa il futuro di tutta Azeroth.
 
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Ecco proprio da questa centralità del giocatore viene una delle novità più interessanti di Legion, che abbandonando il classico modello in cui le nuove zone introdotte sono suddivise per livello, introduce un mondo totalmente dinamico che si adatta al livello del giocatore, tanto nel livello dei nemici, quanto negli oggetti ottenuti, e liberamente esplorabile senza dover seguire alcuna sequenza precisa (salvo Suramar che si sblocca per ultima). Il giocatore, in sostanza, è libero di decidere dove iniziare e proseguire la sua avventura, con un sistema di autolevling che riguarda anche le istance, concepito chiaramente (e con successo) per distribuire i giocatori sulle isole disperse, evitando quell'intasamento che di solito di produce nelle zone iniziali al lancio di ogni espansione, poi seguito dal quasi totale abbandono delle stesse.

Seconda novità di rilievo è il totale revamp della classi del gioco, alcune quasi irriconoscibili, con un intervento piuttosto invasivo da parte della Blizzard che da una parte ha cercato di semplificare il più possibile per venire incontro ai nuovi giocatori, e dall'altra ha tentato di aumentare la differenziazione delle specializzazioni delle singole classi per diversificare il più possibile l'esperienza di gioco, creando un risultato finale senza dubbio apprezzabile in cui il focus del gioco si sposta dalle rotazioni delle varie abilità alle meccaniche degli scontri, e la sensazione di premere tasti in continuazione è molto attenuata (da questo punto di vista Legion è l'opposto di Final Fantasy XIV ove alcune classi presentano delle rotazioni mostruose).
 
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Integrata all'interno di questo revamp delle classi è poi l'introduzione di una classe che forse molti attendevano, ovvero il Cacciatore di Demoni. Dotato di un interessante storia iniziale che si svolge in parte durante gli eventi narrati con la prima espansione del gioco, il Demon Hunter è stato concepito dalla Blizzard come una classe estremamente mobile riservata esclusivamente agli elfi della notti e agli elfi del sangue, che con le sue due specializzazioni, Vendetta e Rovina, può svolgere sia il ruolo di tank, sia, con ottimi risultati, quello di dps, rivelandosi molto duttile, e, soprattutto, divertente da giocare.

Oltre a ciò, la decisione di incentrare l'espansione sulla classe utilizzata si è poi tradotta in due ulteriori novità contenutistiche, la prima delle quali sono le Hall di classe. Queste ultime, superando il sistema del Garrison introdotto con Warlords of Draenor, diventano un punto di aggregazione per tutti i personaggi aventi la stessa classe, da cui è possibile mandare in missione i propri alleati (npc) e le truppe a disposizione per ottenere interessanti ricompense. Lo funzionalità sono in sostanza simili a quelle delle Garrison, ma la Blizzard, resasi di conto del danno causato da quest'ultime alla community, ha voluto restituire un minimo di socialità al sistema, rendendo le Hall un hub alternativo a Dalaran anche se sfruttato in modo non proprio ottimale.
 
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Più interessante, invece, è l'introduzione delle armi artefatto, legate alla singola classe e suddivise per specializzazione. Queste armi infatti hanno un sistema di leveling separato che nelle intenzioni della Blizzard si sviluppa in parte parallelamente alla crescita del personaggio, e in parte come obiettivo successivo al raggiungimento del livello 110 (la via per potenziare tutti gli artefatti è piuttosto lunga). Esse inoltre costituiscono l'altra faccia del sistema di personalizzazione del personaggio, visto che con l'aumentare del livello dell'arma si può accedere a potenziamenti, da scegliere in piena libertà, finalizzati a modificare, o meglio amplificare, le caratteristiche delle varie abilità (cosa che però taglia le gambe all'uso dei personaggi secondari visto che per livellare un artefatto ci vuole tempo).

Per il resto, giunti al livello 110 Legion offre contenuti più o meno in linea con la storia del gioco, e di certo non mancano attività da fare, anche considerato le spedizioni Mitiche+ riprese da Diablo III (un sistema di progressione della difficoltà delle istance) e le daily (correlate al potenziamento delle Hall di classe), le quali, pur non brillando per originalità (parliamo pur sempre di quest ripetibili), offrono comunque una discreta varietà di missioni utili per riempire i tempi morti. 

Da un punto di vista tecnico, poi, è innegabile il gran lavoro fatto dalla Blizzard nelle nuove zone del gioco, e, pur non avendo alle spalle un motore grafico di ultima generazione (i poligoni sono quelli che sono, cioè pochi), appaiono comunque molto curate, restituendo, anche grazie all'ampio uso del phasing, l'idea di un mondo vivo e in movimento, in grado di regalare alcuni paesaggi decisamente affascinanti ed impreziositi da un sistema di gestione delle luci veramente notevole. A completare il quadro un buon numero di cut-scene e un ottimo lavoro di doppiaggio, con molte parti del gioco doppiate, tutte in italiano così come anche i testi.
 
 
Passano gli anni ma World of Warcraft resta sempre sulla cresta dell'onda. Legion non rappresenta certo una rivoluzione e, come per tutti i mmorpg, non sfugge alla regola base del "more of the same" (i contenuti di base sono quelli, o piacciono o non piacciano), ma probabilmente è la migliore espansione di WoW da un po' di tempo a questa parte, con un sistema di leveling piacevole, una storia epica che rappresenta una sorta di ritorno alle origini, e varie novità che mirano ad ampliare l'endgame. Insomma, l'inizio di questa nuova fase è certamente buono, e se la Blizzard manterrà la promessa di introdurre contenuti sino all'arrivo della prossima espansione, senza più quindi i tempi morti che hanno caratterizzato le espansioni del passato, per WoW si profila un futuro piuttosto radioso.