Non è mai semplice approcciarsi ai videogiochi annuali, specie se le novità presentate sono davvero poche o addirittura nulle. Se WRC 9 rappresentava un "more of the same" dei racing dallo stampo rally KT Racing, WRC 10 è quasi il copia-incolla del precedente capitolo con qualche aggiunta che non fa che aumentare i rimpianti.
Dal 2023 l'intero campionato del mondo rally passerà nelle mani di Codemasters ed Electronic Arts e questo dato, avrà una certa rilevanza nelle righe che seguono.
 
Il giorno della marmotta

Partiamo da una delle novità più apprezzate: l'interfaccia utente ─ potete capire già l'antifona ─, che abbandona lo "stile FIFA", con grosse caselle a scorrimento orizzontale, divenendo un elegante menu verticale suddiviso in sezioni specifiche, sempre chiaro e con i moduli facilmente raggiungibili. L'interfaccia utente di un videogioco, già a partire dal menu, è uno degli elementi più sottovalutati, si dà per scontata e non ci si fa mai caso. In realtà, lo studio dietro a tutto ciò è enorme, visto che il suo utilizzo deve essere chiaro a tutte le fasce d'età e culturali. Se vi ricordate, è un po' come accadde a PlayStation con "X" e "O", dall'utilizzo inverso tra pubblico occidentale e giapponese.
Ora questi problemi sono superati, ma per una volta si è voluto partire da qui, dai menu e dalla loro fruizione, anche perché, come detto, di novità ce ne sono realmente poche.
 
Anche lato gameplay nessuna differenza di nota

In questo caso infatti ─ ed è una cosa che non si fa e non si deve fare mai ─ la recensione di WRC 9 potrebbe servire da compendio a questa, anche perché la domanda di chi vi scrive è la seguente: cosa si deve valutare?
Nella live dedicata al titolo sul canale Twitch di AnimeClick, a un certo punto si è parlato del ruolo del recensore e di quello che effettivamente una recensione sia, ed è un discorso che in questo caso conta parecchio. Dipende molto dalla sensibilità di ognuno e oggi, troverete una valutazione fatta esclusivamente su quanto lavoro e quanto impegno traspare da WRC 10.
I titoli annuali sono una bella gatta da pelare: abbiamo avuto tanti esempi con gli sportivi o con Call of Duty e Assassin's Creed, ma sono situazioni ben diverse. Prendiamo la saga Ubisoft, che a un certo punto è ricaduta sugli stessi errori di Core Design con Tomb Raider. Insomma, vogliono insegnarci la storia, ma loro non si prendono la briga di studiare la loro. Negli AC, per quanto il gameplay in senso stretto mutasse poco, vi era comunque quel cambiamento di ambientazione che in qualche modo faceva apparire tutto nuovo, con nuovi personaggi e nuova narrazione. Per cui, il processo di analisi, nonostante la cadenza annuale è abbastanza semplice.
 
Vetture aggiornate al 2021

Per sportivi come FIFA e PES la situazione è già più complicata, sfociata nel Season Update di eFootball PES 2021, un semplice upgrade stilistico e statistico senza intaccare nient'altro. E cosa si valuta? In parole povere: l'impegno; o meglio, l'impegno in un determinato contesto. Nel caso di eFootball questo era Covid-19 e l'avvicinarsi della nuova generazione, e la scelta seppur audace, è stata ben recepita.
Quindi, dopo questo fiume di parole, che si fa con WRC 10, qual è il suo contesto? Il contesto è quello di un team che tra un anno vedrà la licenza sparire da sotto il naso. La questione pandemica, seppur con qualche strascico è ormai passata, e i WRC di Kylotonn, sono tutt'altro che perfetti.
Quando abbiamo tra le mani Forza Horizon 4, si fa fatica a capire cosa si potrebbe migliorare: sì, magari la personalizzazione delle auto o eventi più comprensibili, ma sono orpelli in un pacchetto praticamente perfetto; e con Forza Horizon 5 sembra abbiano alzato ulteriormente l'asticella. Lasciando perdere i diversi budget a disposizione, quando ci si trova dentro WRC 10 la sensazione fastidiosa è quella del compitino, in cui davvero nulla sembra essere cambiato rispetto al titolo precedente.
 
Qualche aggiunta storica

Il gameplay è praticamente identico (nonostante la promessa da parte degli sviluppatori di una revisione più accurata del sistema fisico) con vetture che forse vantano un po' più di presenza in pista apparendo più pesanti ma in generale il feeling di guida è il medesimo. E rimangono gli stessi problemi della fisica, che in generale fa un discreto lavoro ma nello specifico si assiste a svarioni a volte curiosi, come se la gravità possa variare tra una curva e l'altra. Ma come detto, su questo potete trovare tutto ciò che vi serve nella recensione di WRC 9, evitando la riscrittura delle stesse parole a distanza di un anno. Veniamo alle novità vere e proprie.
Partiamo dalla personalizzazione delle livree, un editor abbastanza vario in cui potremo realizzare qualunque cosa la nostra fantasia possa immaginare. Alla larga ricorda quello di Gran Turismo Sport, ma senza la cura per i particolari o tecnica. Però funziona ed è una feature che sarebbe servita come il pane in DiRT 5. Il problema sovviene non appena vogliate decidere un colore. Sembra incredibile, ma ogni colore a disposizione va sbloccato attraverso alcuni obiettivi secondari durante le gare e non c'è modo di girarci intorno: è un'idea che ha poco senso. Se da un lato si può invogliare il giocatore a sperimentare il più possibile le peculiarità del titolo dall'altro, se si ha bisogno di far questo a partire da semplici colori di personalizzazione, qualcosa si è rotto. Facciamo un esempio: volete una particolare tonalità di verde perché ricorda gli occhi della vostra o del vostro amato/a? Dovete superare determinate prove e se non riuscite, dovrete accontentarvi. Non è una cosa che impatta particolarmente sulla valutazione sia chiaro, ma è il mood del gioco a far storcere il naso.
 
Il peccato più grande

Arriviamo al più grande spreco di WRC 10: il 50° anniversario. Sì, perché ci troviamo a festeggiare i cinquant'anni del Campionato del Mondo Rally, un evento importante e che avrebbe meritato miglior trattamento, magari incentrando il titolo più su questo piuttosto che sulla stagione 2021.
Tutto questo discorso sarà simile a quanto detto per la modalità Breaking Point F1 2021: non esiste coinvolgimento. Che differenza c'è tra questi eventi e una gara veloce? A conti fatti nessuna, ma se per F1 almeno avevamo un po' di trama attraverso ottime cutscene, in WRC 10, nulla. Alcuni rally sono entrati nella storia dell'automobilismo, battaglie epiche come lo scontro tra Audi Quattro e Lancia 037, scontri all'ultima sgommata con i piloti prodi cavalieri di folli mezzi da 800 CV tra stradine poco più larghe delle auto stesse.
Tutta l'epica va farsi benedire, alla vista di qualche riga di testo che semplicemente introduce l'evento, e nulla più. Si sale in auto e si va. È qui che tutto il castello di carte crolla inesorabilmente, con la possibilità di mostrare le bellezze dello sport che si ha sulla copertina ma risolta in maniera terribilmente blanda, senza alcuno sforzo. In F1 2013 ad esempio, vennero introdotti eventi simili (Modalità Scenario), in cui eravamo chiamati a ripercorrere alcuni dei momenti più importanti delle stagioni passate, tutti eventi accaduti nella realtà e che il giocatore poteva rivivere in prima persona, con una discreta presentazione. Niente di ché, ma un minimo di sforzo era stato fatto. Qui, come detto, che facciate l'evento 50° anniversario o una gara veloce, non fa che la benché minima differenza.
 

 
Valutare WRC 10 in fin dei conti è semplice: rimane un buon racing game, in grado di darvi grosse soddisfazioni una volta padroneggiato, con una carriera ben strutturata e capace di intrattenervi. Dunque, se non avete mai giocato e posseduto un WRC, questo decimo capitolo può essere una buona alternativa a DiRT Rally.
E per chi ha WRC 9? Questo "sequel", vale il prezzo? A fronte di qualche introduzione contenutistica, risulta comunque mal calibrata e non aggiunge nulla di particolare rispetto al precedente capitolo. Quello che preoccupa, è la recensione di WRC 11. Eventualmente, si potrà fare un bel copia-incolla.