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Premessa: Questa recensione si riferisce unicamente a "Death". Approcciarsi ad “Evangelion Death” è possibile sia per chi non ha seguito la serie sia per chi è ovviamente già informato, avendo assistito ai drammi della serie “Neon Genesis Evangelion”, ai successi del giovane Shinji Ikari e al districarsi oppure meno dei vari dubbi, dei drammi, degli enigmi, delle bugie e dei misteri dei personaggi, fino al momento del finale nel quale i robot non sono che un’inutile artefatto narrativo non più necessario.
Molti non hanno gradito le scelte finali, altri invece hanno apprezzato la conclusione della serie televisiva. A ciò si deve dunque il motivo della creazione di "Death".
Death è indubbiamente legato al secondo film dell’universo narrativo creato da Hideaki Anno, “The End of Evangelion”.
Death è un riassunto della serie utile a rinfrescare la memoria dello spettatore che ha visto la serie televisiva e necessaria per affrontare il finale cinematografico, rendendo oltretutto più lineari gli avvenimenti della serie originale e al contempo suggerendo numerose anticipazioni. Questo lo rende dunque sconsigliato come approccio iniziale alla saga di Evangelion, dal momento che immortala eventi fino all’episodio XXIV (la serie originale è composta di ventisei episodi.). Andrebbe infatti a spezzare completamente gli intrecci della serie animata, la quale andrebbe vista appieno senza interferenze per godere dell’ottimo intreccio narrativo e degli eventi allucinanti e drammatici che si susseguono nella battaglia per il futuro tra esseri umani e angeli.

Entrando nella struttura del film i vari eventi vengono rivisti in base ai diversi personaggi: Shinji, Asuka, Rei, Misato, ecc., rimontando in maniera lineare eventi che in originale non lo erano. In generale il film è basato su flashback e sogni, come a volerci mostrare che quello della nostra storia è solo uno dei mondi possibile e non necessariamente il migliore. È solo il mondo a cui siamo legati. Il solo mondo in cui ci è concesso di poter crescere, nell’unico tempo che ci è concesso di vivere. Anche se ci viene mostrato un altro mondo. Lo stesso che avevamo già incontrato alla fine di Neon Genesis Evangelion, qui funge da intermezzo nell’attesa che si compia il "progetto per il perfezionamento dell’uomo" e ci mostra che avremo sempre qualcosa oltre l’orizzonte che non riusciamo a vedere. Un sogno che ci accompagna da un po' di tempo. Questo film ci riporta ancora una volta in quel sogno, al confine con la realtà. Evangelion "Death" è un film dedicato dunque a tutti coloro che amano la serie, mentre se non si è visto la serie originale rischia di essere sprecato, di avere effetti controproducenti sullo spettatore. Il giudizio su esso può essere tanto alto quanto basso a seconda dello stato d’animo dello spettatore. A livello tecnico è leggermente migliore della serie televisiva, ma dato che la maggioranza del materiale è preso da essa, il mio giudizio finale è inferiore ad essa. Insomma, dal punto di vista dell'originalità, non può essere giudicato.