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6.0/10
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Nonostante i pochi punti in comune, Dancouga Nova si presenta come il seguito della serie degli anni '80 "God Bless Dancouga".
Quattro adolescenti, molto diversi fra loro, vengono reclutati senza alcun apparente motivazione, per essere i piloti del robot componibile Dancouga Nova. Le missioni di questo robot consistono nell’intervenire nei vari conflitti che si svolgono sul pianeta, schierarsi dalla parte della fazione che sta avendo la peggio e, non risolvere il conflitto a favore di quest’ultimi come si penserebbe, ma annientare un numero di nemici della fazione vincente in modo tale che le forze in campo si equivalgano nuovamente. Lo scopo del Dancouga Nova non è eliminare i conflitti, bensì il contrario, eliminare la possibilità che non ce ne siano più.
L’incontro, e il successivo scontro, con un robot simile al Doncouga Nova darà il via ad una serie d’eventi che porterà i giovani piloti a scoprire le origini di questo robot, ed il vero scopo per cui è stato creato.

Il character design di quest’anime rispecchia gli standard in vigore nel periodo in cui è stato prodotto, con linee morbide e tondeggianti. Il mecha design, pur modernizzandone il tratto, cerca di riprodurre quello dell’originale Dancouga, risultando piacevole da vedere, applicando però alcune scelte discutibili. I mecha pilotati dalle due ragazze, forse per una sorta d’identificazione pilota/mezzo, hanno figure troppo esili e slanciate che non convincono appieno. Buon l’uso dei colori, con tinte accese e vivaci. Le animazioni si attestano su un discreto livello, anche se le sequenze riciclate vengono sfruttate abbastanza spesso, così come i fermo immagine e le immagini a scorrimento. Buone nel complesso le musiche, in particolare i tre pezzi cantati, l’opening, Tori no Uta, l’ending, PLACE, e quello utilizzato per gli scontri “importanti”, Rock Yo Mind.

Essendo una sorta di sequel, i paragoni con l’originale Dancouga sono quasi inevitabili. Purtroppo per il Nova direi. Nonostante gli anni trascorsi, God Bless risulta superiore a Nova sotto quasi ogni punto di vista. Nonostante il character certamente meno accurato e preciso, i personaggi originali riuscivano a essere più carismatici. Così come il mecha design, che pur avendo linee più spigolose, era sicuramente più preciso e accurato: sia nella rappresentazione dei singoli mezzi, sia nelle sequenze d’unione, sia nella rappresentazione del Dancouga.
Se invece dovessimo giudicare Dancouga Nova come anime a se stante, il giudizio migliorerebbe un po’, nonostante anche preso singolarmente non sia esente da difetti. Risulta essere un anime interessante, ma la sensazione che si potesse fare di meglio aleggia per tutta la durata dell’anime. L’idea del robot al di sopra delle parti è buona ma, nonostante una spiegazione sia data, si poteva approfondire meglio. Forse il maggior difetto di quest’anime è proprio questo, non soffermarsi su certi punti che potevano risultare interessanti, lasciando la maggior parte delle cose solo accennate. Come le situazioni, anche i personaggi non sono stati sfruttati appieno, apparendo caratterialmente abbozzati e privi di spessore.
Il finale poi, si evolve in modo semplice e frettoloso, lasciando quasi l’amaro in bocca.
Un maggior numero di puntate, unito ad una maggior attenzione per situazioni e personaggi, avrebbe sicuramente giovato alla qualità finale, rendendo l’anime più completo e interessante.
Sia che si voglia fare un paragone con l’opera precedente, sia che si voglia giudicare l’anime a parte, Dancouga Nova risulta un’opera riuscita solo a metà. Un’ anime che ha tutte le basi per essere un prodotto che si distingue da gli altri, ma che non le sfrutta, sciupando così una buona occasione.