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Che cosa diavolo è successo? Ecco, queste sono le prime parole a balenarmi nella mente durante la visione dei primi secondi di 'Gunslinger Girl - Il Teatrino'. Se non avessi letto il titolo durante l'opening non avrei mai detto di trovarmi di fronte al sequel di quel piccolo gioiellino (seppur leggermente grezzo) che era il primo 'Gunslinger Girl'.
Tra i due anime c'è una differenza temporale di ben 5 anni e aspettarsi come minimo una serie migliorata sotto svariati aspetti era più che legittimo. Invece è venuto fuori un anime assolutamente anonimo, nella migliore delle ipotesi, con un chara design che sembra la fiera del moe e che fa indegnamente scempio dell'aspetto delle piccole cyborg, ora tutte munite di occhioni grandi come finestre e di espressioni pucciose assolutamente fuori luogo con le tematiche caratteristiche dell'anime.

E il personaggio che paga maggiormente lo scotto di un tale, inutile restyling è proprio Henrietta, colei che si potrebbe tranquillamente definire la protagonista del primo 'Gunslinger Girl'. A parte l'aspetto, Henrietta si è ritrovata anche con una seyuu diversa, la cui performance vocale, a dir poco monocorde, non fa altro che contribuire allo svilimento totale di un personaggio che 5 anni prima era stato reso in modo eccellente sullo schermo.
Non che agli altri personaggi sia andata molto meglio. Ad esempio Hilshire, prima il più anziano dei 'fratelli' rimasti, ora sembra invece un giovanotto poco più che ventenne. Marco, invece, sembra che abbia i capelli ossigenati e ora parla come un bulletto dei bassifondi di Osaka.

Purtroppo è fin troppo evidente come il budget usato per la realizzazione di quest'anime abbia subito un ridimensionamento verso il basso. Non soltanto il chara design, ma anche le animazioni sono tutt'altro che fluide, tranne che in un paio di scene, davvero troppo poco per un anime del 2008 di soliti 13 episodi.
E il peggio deve ancora venire. Già al quarto episodio c'è un colpo di scena assolutamente ridicolo, che sembra non tenere minimamente conto del finale della prima serie, vanificandone soprattutto l'efficace e appropriata aura malinconica.
Inoltre l'evidente volontà da parte degli autori di focalizzarsi maggiormente sui terroristi padani peggiora ulteriormente la situazione traballante in cui versano i precedenti protagonisti. Franco e Franca sono delle macchiette, lui un cagnolino da guardia che parla per monosillabi e lei un'idealista che sembra vivere nel mondo delle favole.
Pinocchio, il giovane assassino padano che avrebbe dovuto dare uno sprint d'azione e suspense alla serie, si è invece rivelato soltanto un'aggiunta ingombrante e fastidiosa, una manata di vernice su un dipinto appena terminato. Un dipinto brutto, però.

In tutto questo disastro si salva la colonna sonora, con un'opening di grande presa, stavolta scritta e composta appositamente per l'anime. I pezzi strumentali che si sentono all'interno degli episodi sono ugualmente apprezzabili, nonostante il tutto abbia subito un cambio netto di genere: la dominanza di archi e pianoforte che caratterizzava il primo 'Gunslinger Girl' è stata ora sostituita da sonorità tipicamente J-pop. Menzione speciale per la cover di "Scarborough Fair" che chiude l'episodio dedicato a Claes, forse il migliore.

Ma una bella colonna sonora e un solo episodio su 13 che non faccia venire voglia di sbattere la testa contro un muro non possono certo risollevare le sorti di un anime che a malapena consiglierei ai fan più sfegatati della prima serie.
Davvero un gran peccato.