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Se state pensando che abbia deciso di vedere questo film perché stregata dalla copertina con una bionda armata di pistolone che mi prometteva di vedere una sonora trashata all'insegna dell'orgoglio imbecille, be', sappiate che è un complotto delle toghe rosse, non credeteci.
Comunque, "Goshogun: Time Stranger" è un film spin off di Gotriniton, dimenticabile anime robotico anni Ottanta. E' uno spin off in quanto la protagonista assoluta è Remy, uno dei personaggi della serie tv. In questo film la bionda pistolera viene coinvolta in un incidente stradale, dove rimane gravemente ferita. In coma, tutto il resto del cast di Gotriniton si riunisce al suo capezzale in ospedale dove i medici daranno loro un'orrenda notizia: le sue speranze di risvegliarsi sono pochissime, entro due giorni morirà. L'azione subito dopo si sposta in un paese mediorientale, dove Remy è in missione assieme ai suoi compagni. Lì incontrerà una bambina a cavallo di una pantera che le mostrerà delle foto in cui Remy è un cadavere sanguinolento e le predirà che morirà tra due giorni.

Non mi aspettavo a dire la verità una trama così interessante da parte di un film tratto da un anime che fu tutto fuorché epocale: forse che "Goshogun: Time Stranger" è un nuovo "Lamù: Beatiful Dreamer"? Non credo proprio.
L'idea di metaforizzare la lotta per la sopravvivenza di Remy attraverso un sogno in cui la nostra eroina deve capire come evitare di morire entro due giorni è in sé intelligentissima, ma credo che solo un regista del calibro di Satoshi Kon avrebbe potuto tirare fuori da un pretesto del genere qualcosa di eccezionale, mentre qui ci troviamo di fronte a un prodotto scadente sotto ogni punto di vista.
Certo, l'inizio fa ben sperare a dire la verità, visto che è un trionfo di flashback e flashforward e gioca su più livelli tra la vicenda dell'incidente, l'infanzia di Remy e la missione in cui è coinvolta. Il problema però è che dopo la prima mezz'ora si passa come se niente fosse dall'onirico al soporifero. Si vede da lontano un miglio che gli sceneggiatori si erano sparati tutte le cartucce subito, con il risultato che la trama va in loop per quaranta minuti abbondanti. Non è un dettaglio se vi dico che per tre quarti di film Remy è inseguita da qualcuno, è praticamente lo svolgimento di tutto il film, con l'aggravante che si continua a insistere con i ricordi dell'infanzia di Remy. Dato che l'anime perde subito quota e il nesso tra la missione e il coma di Remy diventa estremamente flebile, i flashback dell'infanzia hanno come unico scopo quello di ricordare allo spettatore che quello a cui sta assistendo è un sogno. Il risultato? Che il ritmo narrativo si interrompe senza motivazione apparente con delle scene che sembrano letteralmente piombare dal nulla.

Insomma, "Goshogun: Time Stranger" è un anime pieno di ambizione che si è sgonfiato come un soufflé immediatamente.
Non si vede luce nemmeno dal comparto tecnico. Nonostante sia un film, non si è investito tanto sulla sua realizzazione, anzi, sembra di assistere né più né meno a un episodio lungo di Gotriniton, che era pure di qualche anno prima. Nemmeno la colonna sonora si distingue.
In sintesi Goshogun è solo un'occasione sprecata sotto tutti i punti di vista. Peccato, perché lo spunto di base era interessantissimo.