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Visionato nel 2013 e rivisto al cinema nel 2014, Il giardino delle parole è una delle migliori opere di Makoto Shinkai che ho visto.

La trama ruota attorno ad uno studente che nutre il sogno di diventare un artigiano di scarpe e una giovane donna, ma più grande di lui di versi anni, Yukino.
Entrambi si incontrano praticamente in ogni giorno di pioggia, sempre sulla stessa panchina dello stesso parco di Tokyo. I due non stabiliscono mai un appuntamento ma si limitano a un "il prossimo giorno che pioverà".

La trama di per se non è affatto complessa ma nel suo "piccolo" riesce ad intrattenere lo spettatore riservandogli parti dove il manifestarsi dei sentimenti lo si nota in maniera molto forte.I protagonisti li ho trovati discretamente caratterizzati e ci si lascia coinvolgere molto facilmente nelle loro emozioni. Forse il vero punto debole di questo film è la sua durata: 40 minuti non sono moltissimi, o meglio con più tempo si sarebbe potuto sviluppare meglio alcuni loro lati caratteriali o rendere le vicende un pochino più complesse, ma anche così è un film che riesce ad intrattenere molto bene.
Nulla da dire sull'aspetto grafico, semplicemente eccezionale,al limite del fotorealismo, nient'altro da aggiungere, fantastico.

Questa è un'opera che nella sua semplicità mi ha coinvolto molto e reputo ben narrata nonostante il suo limite di durata e che rivedo sempre volentieri. Sicuramente non è un capolavoro assoluto ma sicuramente lo reputo degno di essere visto.