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7.0/10
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Pur non ritenendomi affatto un moralista bacchettone e pur vivendo felicemente di determinati spunti erotici e richiami sessuali di vario genere, in alcuni momenti non ho proprio potuto fare a meno di pensare a quanto degradata sia la moralità in generale (sì, anche la mia) e a quanto ossessionanti possano essere le continue e reiterate provocazioni di carattere sessuale che ogni sacrosanto giorno ci vengono propinate quasi in ogni dove: si tratta di un vero e proprio bombardamento sessuale, al quale la maggioranza di noi si sarà senza alcun dubbio così abituata da non farci praticamente neanche più caso, eppure è senza dubbio un richiamo particolarmente efficace qualora si voglia attirare l'attenzione, un ormai ottimo veicolo anche per mezzi pubblicitari di ogni tipo. Eppure... eppure ci potrebbe essere ben di peggio, a ben vedere: avete mai pensato a una forma di dittatura che prevede una moralizzazione forzata della popolazione? Qualcosa che impedisca, con sanzioni severissime, anche solo il pensare determinate cose, qualcosa che bandisca le riviste, le parolacce e qualsiasi altro tipo di oscenità in generale... ci avete mai pensato? Gli autori di "Shimoseka" a quanto pare sì, ed è proprio grazie un'idea di questo tipo che nasce questa serie animata.

In un Giappone portato a una moralità imposta coattivamente qualcuno decide di opporsi in modo drastico attuando un'opera di puro "terrorismo sessuale", cercando di far riacquistare alla popolazione una "normalità" senza alcun dubbio migliore di quella artificialmente imposta. Da tutto ciò (manco a dirlo) nasceranno una serie di situazioni assurde e imbarazzanti e assolutamente esilaranti: si tratta infatti di un'opera ecchi con risvolti comici demenziali e pur tuttavia capace di far comprendere, sin dal primo episodio, l'assurdità di un'imposizione di questo tipo, che rischia oltretutto di ottenere il risultato opposto a quello auspicato, generando degli individui sessualmente repressi e capaci di esplodere da un momento all'altro.
Sarebbe anche da pensare a quanto il Giappone faccia realmente attenzione a un certo tipo di moralità, tuttavia potendo tranquillamente essere preso ad esempio negativo per tutta una serie di eccessi e depravazioni che definire eccessive sarebbe solo un valido eufemismo. Quest'opera credo sia nata anche a seguito di una riflessione di questo tipo, o perlomeno può facilmente condurvi.

Graficamente l'opera si assesta su livelli medio-alti, con disegni e colori vivaci, adeguati al genere di racconto che si ha intenzione narrare. I personaggi hanno una caratterizzazione medio-buona, ma alcuni di essi andranno un pochino "indebolendosi" strada facendo, perdendo spessore, e di altri forse si sarebbe benissimo potuto fare a meno. Buona la soundtrack e relative OST, in particolar modo quelle di apertura e chiusura.

Parlando di "Shimoseka" ci è impossibile non menzionare l'odiosissima e onnipresente censura, e mai come in questa serie è in qualche modo giustificata, visto che, sia a parole che coi fatti, si andrebbe spesso e volentieri a superare abbondantemente il limite massimo di decenza; tuttavia, seppur sia stata realizzata in modo simpatico e scherzoso, la censura è riuscita comunque ad arrecarmi un fastidio non indifferente che avrei preferito evitare.

Ricapitolando, "Shimoseka" parte da un'idea semplice e geniale (per un ecchi), inizia nel migliore dei modi e riesce a divertire come poche altre opere sarebbero capaci di fare, tuttavia la trama prende una piega debole e banale nelle battute conclusive, vanificando tutto quel che di buono si era fatto precedentemente; anche il finale vero e proprio risulta deludente, debole e abbozzato alla meno peggio, frettolosamente direi: è un finale che non riesce a chiudere la serie pur non trattandosi (a mio avviso) di un tentativo di tenere aperta la storia per una possibile seconda serie, credo sia semplicemente stato fatto male, con troppa leggerezza. Nelle ultime quattro puntate sono riuscito a trovare ben poco da salvare, non mi sono affatto divertito come nei passaggi precedenti e questo, purtroppo, in sede di valutazione, deve avere il suo peso. Posso serenamente assegnare un 7 a questo titolo, anche se credo si dovrebbe parlare di un 6 e mezzo stiracchiato, ed è un peccato, con degli sviluppi maggiormente curati quest'opera poteva ambire a tutt'altro tipo di giudizio.