logo GamerClick.it

7.0/10
-

Si potrebbe definire questo volume unico come una raccolta di “Storie di ordinaria follia”.
La mangaka Rumiko Takahashi le ha scritte in un arco di tempo piuttosto lungo, e ciò si ravvisa in maniera evidente nel diverso tratto grafico che ogni storia propone: si va ad esempio dal 1978 de <I>“La fine del mondo”</I>, il cui protagonista ricorda molto Ataru Moroboshi di Lamù (Uruseiyatsura) sia nel carattere che nell’aspetto, al 1994 di <I>“1 or W” </I>in cui i protagonisti non sono poi granché dissimili dalle rappresentazioni di Ranma e Akane (Ranma ½) degli ultimi volumetti dell’omonimo manga.

Si assiste così ad una sorta di balletto che intervalla diversi tipi di disegni, storie e protagonisti:
- <I>“Slim Kannon” </I>dipinge una liceale che vuole dimagrire per poter essere invitata dal suo senpai al ballo di fine anno. L’inusuale dieta, portata avanti da un coetaneo della ragazza, sarà a base di colpi di scalpello sulla statua della dea Kannon (o Kanzeon Bosatsu).
- <I>“Buono come un cane” </I>racconta di Inugoya, un liceale che si tramuta in cane ogni volta che perde sangue dal naso, e frequentare il club di boxe per amore della bella Momoko di certo non aiuta. Questa divertente storia, realizzata nel 1985, potrebbe senz’altro essere stata il prototipo dal quale la mangaka ha poi sviluppato il concept del famoso e successivo manga Ranma ½.
- <I>“Nonna o non nonna”</I>: quando un’amica di Noriko muore, la giovane prende il suo posto per ottenere l’eredità della ragazza e garantirle così delle degne esequie. Ma il fantasma della nonna incombe su Noriko e sul fidanzato di lei, per vegliare sulla nipote deceduta.
- <I>“La fine del mondo”</I> racconta di un dio, Miroku, estratto come un vegetale dalla terra; il giovane coltivatore di patate Daisuke Goro, tuttavia, mal sopporta la popolarità guadagnata da quest’ultimo e ingaggia così una demenziale sfida a colpi di show televisivi.
- In <I>“Grandfather” </I>apprendiamo che esiste un nonno, Gen, talmente in gamba da sfidare il nipote Tetsu a baseball per vincere la partita e ottenere così i soldi con i quali offrire appuntamenti all’attempata fidanzata.
- <I>“Invito al takarazuka” </I>rappresenta una delle storie più coinvolgenti e divertenti del volume. Ancora una volta, è un fantasma a seminare bizzarrie: in particolare, è la nonna di Masahiko, che dedicò la vita alla sua passione per gli spettacoli del teatro Takarazuka. E così il nipote, giovane rockettaro che ambisce al successo e che mal sopportava la passione della nonna, si ritrova a venir posseduto da quest’ultima suo malgrado.
- <I>“1 or W”</I>: il giovane Miyamoto vuol rinunciare al kendo perché il suo spigliato maestro pretende troppo impegno da lui; sfortuna vuole che un incidente in bici coinvolga lui, il maestro e la giovane Nagisa. Quest’ultima perde la vita, o meglio, diventa un fantasma incapace di tornare al proprio corpo, perché di quel corpo ha preso possesso il maestro di Kendo, con sommo orrore di Miyamoto. La via del Kendo diventa dunque l’unico modo a disposizione del giovane per rimettere i corpi al posto giusto.
- <I>“Happy talk”</I> racconta di una giovane che vuole rivedere la madre che l’abbandonò quand’era piccina; i quartieri a luci rosse in cui la madre lavora, però, non sono facili da attraversare per una ragazza, che si affida così ad un malcapitato detective ed a un curioso compagno di classe.
- <I>“La dea del rugby”</I>: non tutte le squadre liceali ottengono buoni risultati. Ma quando al Capitano giunge l’incitamento del fantasma della giovane Tsukiko, i risultati non sembrano più così impossibili da raggiungere.

Il volume presenta un formato corposo per pagine e dimensioni, oltre a fornire le pagine iniziali in vividi colori; a far da contraltare a queste note positive vi è l’assenza di una sovraccopertina e il senso di lettura ribaltato, ovvero all’occidentale.

Lo spiccato umorismo e la velata ironia con cui la mangaka miscela abilmente le storie fanno da collante al volume, del quale infatti risalta più la leggerezza dei suoi racconti che non la memorabilità degli stessi.
I ricorrenti fantasmi e spiriti presenti in molte delle storie costituiscono un elemento curioso e bizzarro, che riesce sempre a divertire in maniera molto semplice, pur senza proporre nulla di nuovo; altrettanto degni di nota sono i felici connubi tra generazioni diverse, rappresentate spesso da nonni e nipoti o da padri e figli. Pur presentando storie di indubbio divertimento, però, è nella giovane età di quasi tutti i protagonisti di questi corti che si osserva un difetto della raccolta: evitando di indagare più in là del consueto ambiente scolastico o para-scolastico, infatti, viene a mancare quel pizzico di interessante novità che rende altre raccolte dell’autrice sicuramente migliori. Pur senza raggiungere il livello di quest’ultime, tuttavia, la lettura si presenta perlopiù scorrevole, affaticata soltanto dall’altalenante qualità del disegno: si tratta di un effetto forse voluto o forse non percepito, ma è evidente che le storie più fresche siano quelle rappresentate da una contemporanea presenza di un buon tratto e di un buon racconto, connubio ottimamente realizzato in “1 or W” che forse non a caso intitola l’intero volume.

In sintesi, una raccolta leggera consigliata perlopiù a chi già apprezza Rumiko Takahashi e che magari difetta di questo volume nella propria collezione. In tal caso, il reperimento dello stesso è senz’altro fondamentale. Per tutti gli altri, si tratta di un volume senza troppe pretese, funzionale per chi cerca una lettura breve, non banale e anche divertente.
Voto 6,5 arrotondato a sette.