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6.0/10
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Mi sono avvicinato a questo manhwa sotto consiglio di chi me lo paragonava ad una sorta di Berserk tutto combattimento estremo. Ovviamente anche il solo nominare Berserk vicino a questo titolo è del tutto fuorviante, non solo non hanno nulla da spartire, ma la creazione del maestro Kentaro Miura sovrasta il lavoro del coreano sotto ogni punto di vista.
Chonchu fa insorgere diversi dubbi nel lettore (almeno per me è così) ed un senso di già visto pervade l'intero arco di lettura.
Il fumetto all'inizio si presenta con dei disegni molto particolari, non so se siano una caratteristica dell'autore o ne testimonino una mancanza di talento, personalmente, andando avanti nella lettura ho avuto l'impressione che sia una mescolanza dei due fattori, fatto sta che i busti degli uomini alle volte hanno le fattezze di una scultura granitica fatta con un piccone.
I dialoghi non sono certo ricercati e non è difficile dimenticarli appena voltata pagina, a favore però bisogna dire che sono fluidi e scorrevoli e non appesantiscono l'opera alla quale si adattano abbastanza bene.
per parlare della storia in modo corretto bisognerebbe sapere come nasce, si svolge e si conclude; ma qui insorge il più grande problema di questa produzione... al di là della sceneggiatura, dei disegni, etc.; stranamente da un opera che gode di un discreto successo (per lo meno in patria) e che comunque ha ricevuto il premio di miglior manhwa 2003 ci si aspetta almeno, non dico una grande serie, ma almeno un inizio ed una fine. invece appena si finisce di leggere il quindicesimo, nonché ultimo numero della prima serie, si scopre che al posto di chiudere un capitolo la storia viene lasciata completamente incompiuta, al culmine della sua maturazione ed in piena svolta narrativa cala il sipario sulla prima serie. fin qui non ci sarebbero assolutamente problemi; chi segue manga è abituato, suo malgrado, a queste situazioni e a spezzare il ritmo ritrovandosi in attesa. Ma il problema sorge quando gli autori scompaiono nel nulla portandosi dietro quanto prodotto.
Anche se la speranza è l'ultima a morire dubito che sapremo mai come andranno a finire le vicende di Chonchu; ed in tutta sincerità, non mi è poi tanto difficile farmene una ragione.

La valutazione è una, appena raggiunta, sufficienza, in quanto l'opera procede senza lode né infamia con un tratto caratteristico e comunque è anche a fiducia in quanto si spera vada migliorando con la prossima serie. in caso dovesse rimanere questa la situazione il voto è, ovviamente, gravemente insufficiente.
Per quanto riguarda l'edizione ci troviamo in mano un buon volume con sovraccoperta, dalla buona carta e dall'inchiostro che viene un po' troppo via. Il prezzo è forse un po' troppo alto visto il ridotto numero di pagine per volume e la qualità certo non eccelsa dell'opera ma si attesta nella media.
Ora come ora, la collezione ha un valore infimo, si reperisce senza alcun problema e non esistono numeri rari.

In conclusione, a meno che non esca la seconda serie, mi sento di sconsigliare vivamente Chonchu a chiunque.