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7.0/10
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Come me, molti altri avranno conosciuto questa serie attraverso la sua versione animata (mandata in onda su Italia Uno diversi anni fa), molti saranno cresciuti passando le ricreazioni giocando con le carte (false) tratte dalla serie tv inventandosi spesso le regole perché "Ma nel cartone loro fanno così", ed è proprio per questa carica nostalgica che si porta dietro che mi riesce davvero difficile dare un voto ad una serie come Yu-Gi-Oh!. Anzi, iniziamo smettendola di chiamarla così, con questo nomignolo privo di significato affibbiatogli da un gruppo di americani xenofobi uniti sotto la bandiera di una delle peggiori aziende mai esistite: 4 Kids.
Gli "adattamenti" (o meglio, storpiature) di questa famigerata casa sono stati innumerevoli; in questo caso, tuttavia, riuscirono a dare il peggio di sé con modifiche inspiegabili, tagli ridicoli e un appiattimento dei contenuti fuori dalla norma. L'insieme di queste scelte editoriali segnarono la rovina della serie, cosicché ancora oggi, nonostante l'incredibile successo che riscosse quando uscì (e che le sue nuove incarnazioni continuano ad avere), ogni qualvolta si senta parlare di Yugi Muto o del "gioco di carte di Yu-Gi-Oh" lo si ritrova associato automaticamente a qualcosa di infantile.

Il vero titolo della serie sarebbe "YuuJou" ovvero "Re dei Giochi", ma l'aspetto più curioso è che negli ideogrammi che lo formano si nasconde un gioco di parole che permette diverse interpretazioni: sorvolando sul fatto che il protagonista Yugi viene effettivamente chiamato Re dei Giochi, la pronuncia è molto simile alla parola "Amicizia" così come "Yu" e "Jo" altro non sono che le iniziali dei nomi dei due protagonisti.
È quindi possibile intuire lo spirito che l'autore ha voluto dare a questa sua prima opera semplicemente leggendone il titolo, difatti ingegnosi intrighi e indovinelli, misteri e soluzioni che ogni volta sveleranno differenti chiavi di lettura, la paura e la tensione entrambe derivate dalle scelte che i nostri eroi saranno costretti a prendere per superare le innumerevoli sfide che si troveranno ad affrontare, insieme ad un ricorrente (a tratti esasperante) elogio alla fiducia negli amici e al coraggio nato da questo loro forte legame saranno i mattoni che andranno a comporre questa tanto particolare quanto profonda serie.

Nel corso dei 44 volumi che compongono l'opera assisteremo allo sviluppo di diverse saghe, ognuna delle quali sarà fortemente collegata all'altra, tuttavia ciò che le renderà davvero avvincenti non saranno solo i numerosi misteri, le diverse motivazioni che spingeranno i personaggi o le sfide di difficoltà crescente, bensì il fatto che ogni evento influirà pesantemente sulle psicologie dei protagonisti, rendendo così le avventure di Yugi e compagni non un semplice viaggio verso la salvezza del mondo, ma una strada verso la maturazione; non a caso, infatti, le strategie adottate dai nemici/amici possono essere viste come una manifestazione allegorica del loro modo di essere.
Approfitto del tema della maturazione per aprire una piccola parentesi sull'edizione Planet Manga: con l'avanzare dei volumi non saranno solo i personaggi a crescere, ma l'edizione (e il prezzo) cambieranno con loro! Inizialmente (i primi 12 volumi) troveremo le ormai sempre più rare "edizione sottiletta", successivamente (dal 13 al 19) un maxi-formato che poi andrà pian piano ad assottigliarsi fino a raggiungere le fattezze del classico Tankobon. Alla fine avremo l'originale effetto di una fisarmonica rotta.

Come già detto, la storia è divisibile in saghe. Ognuna di esse ricorrerà ad espedienti diversi per far risaltare la sagacia e la forza d'animo dei personaggi, tuttavia quella che dovrebbe essere la base per le avventure future risulta davvero mal sviluppata.
La prima parte della storia (assente nelle versioni animate uscite fuori dal Giappone) presenterà toni decisamente più cupi e tetri delle altre (piccola nota: il manga non è tutto rose e "Cuore delle carte" come la controparte animata, tuttavia picchi così dark non si troveranno più). Il famoso alter ego di Yugi non sarà quell'implacabile paladino fedele ai suoi amici a cui tutti siamo abituati, bensì troveremo uno spirito vendicativo, leale solo alle regole dei bizzarri giochi che imporrà alle sue vittime; ovviamente anch'essi saranno fortemente collegati alle peculiarità dei vari nemici. Questa misteriosa entità che prenderà possesso del corpo del povero Yugi (a sua insaputa, mentre questi dorme) non si farà scrupoli a punire pesantemente coloro che avessero abusato dei propri poteri per fare del male al suo portatore o ai suoi cari.
In questo inizio opera non ci sarà una vera e propria trama (se non in alcuni sporadici eventi che porranno le basi per relazioni o sviluppi futuri): troveremo piuttosto un susseguirsi di capitoli auto-conclusivi il cui unico vero scopo sarà semplicemente l'introduzione di nuovi ed intriganti personaggi, insieme alla concretizzazione di una fantasia immensa da parte del autore materializzata sottoforma di giochi, indovinelli e sfide. Nella parte finale di questo lungo prologo, la maturazione dei protagonisti, così come la nascita della fiducia reciproca fra alcuni di loro, non verrà mostrata.
Con la stessa velocità con cui lo avete appena letto, la caratterizzazione dell'alter ego di Yugi (protagonista indiscusso di questa prima parte) subirà un drastico cambio di rotta che lo farà passare da "semi-cattivo" a "incarnazione della giustizia", e lo stesso varrà per altri personaggi più o meno importanti. In realtà alcuni eventi potrebbero giustificare questi sbalzi caratteriali e, ad un'analisi più attenta, si noterà che nessuno di loro tradirà mai i propri principi, tuttavia questo cambiamento radicale avverrà letteralmente da un capitolo all'altro, e questa improvvisa accelerazione narrativa difficilmente non spiazzerà il lettore. Fortunatamente sarà un caso isolato.

Nelle saghe successive le battaglie si concentreranno sul gioco di carte già presentato nei capitoli precedenti come "uno dei tanti espedienti".
Questa scelta, probabilmente dovuta all'apprezzamento dimostrato dal pubblico nei confronti del Traiding Card Game, porterà il lato "competitivo" della serie ad un livello completamente nuovo: l'interessante non sarà più vedere come sarà strutturata la prossima sfida, bensì si concentrerà sul come questa verrà sviluppata, come i protagonisti riusciranno a superare le difficoltà avendo a disposizione delle opzioni limitate ricorrendo a sorprendenti combinazioni o brillanti colpi di genio.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare vedendo la trasposizione animata della serie (ovviamente infarcita di filler dalla qualità altalenante nei quali i personaggi si ritrovavano ad usare elementi unici ad ogni occasione), le carte usate dai protagonisti rimarranno sempre le stesse, tuttavia raramente le loro applicazioni verranno ripetute, e così ci troveremo ad assistere a duelli spettacolari dalle forti componenti strategiche, ma mai davvero simili fra loro. Ogni saga rivoluzionerà radicalmente lo stile di gioco, rendendo così ognuna di esse unica e a suo modo interessante.
Gli unici aspetti dei combattimenti che rimarranno invariati dall'inizio alla fine, insieme alle preferenze dei personaggi in fatto di approccio di gioco, saranno la forte componente strategica e i valori simbolici che ogni duello assumerà.

Per concludere, YuuJou è una serie particolare i cui punti di forza non andranno cercati nelle caratterizzazioni dei personaggi, bensì nei percorsi che questi sceglieranno e nei molteplici messaggi (dalle più disparate interpretazioni) che questi poi ci forniranno. È un'opera dai forti insegnamenti morali, rovinata da un adattamento animato che non ha saputo trasmetterli e che quindi ha spinto a sé una tipologia di fan incapaci di coglierne i valori nascosti e, di conseguenza, apprezzarne i veri punti di forza.