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Premetto che è la prima opera di Tsutomu Takahashi che leggo per intero, anche se conosco bene il suo stile e la sua fama, questo se non altro mi evita eventuali paragoni scomodi con le sue precedenti opere (che comunque non si dovrebbero mai fare).

Soul Keeper è, per descriverlo in breve, una fusione (diciamo abbastanza riuscita) tra sovrannaturale e politica, due termini che raramente (o forse mai) ho visto accostati fra loro. La cosa che più ho apprezzato di questo manga è il suo essere molto personale. Sin dal primo volume infatti è facile capire come Soul Keeper sia stato scritto dall'autore per esprimere il suo punto di vista, o meglio il suo disappunto, verso l'attuale situazione politica e sociale del Giappone, e si serve del sovrannaturale (rappresentato dalla protagonista Ryon, spirito custode del primo ministro) per fornire la sua interpretazione su concetti interessanti come la forza di volontà, la purezza di spirito, l'odio delle persone (simboleggiato dalle sfere nere). Ho trovato tutto questo molto originale e fantasioso. Ma la vera critica che l'autore fa, e che emerge verso il terzo volume per raggiungere il suo picco nel quinto (il migliore a mio parere), è rivolta verso l'utilizzo del nucleare: il manga infatti è iniziato nel 2011, guarda caso lo stesso anno dell'incidente alla centrale nucleare di Fukushima, e se leggete il manga appare evidente come Takahashi sia fortemente contrario all'utilizzo del nucleare come fonte di energia. L'autore fa diventare il primo ministro Soichiro Kasuga il suo portavoce e (dopo una rapida parentesi iniziale che lo vede sprofondare quasi nel baratro) lo rende il modello ideale di governante di un paese: retto, carismatico, pieno di fiducia nel prossimo e disposto a dare tutto per il bene del Giappone. Molti di voi potrebbero trovare questa caratterizzazione fin troppo ingenua ed idealistica, e non avrebbero tutti i torti, ma non posso farci nulla, quando un autore riesce a mettere in un'opera anche solo un pezzo delle sue idee e della sua personalità non riesco a giudicare questi aspetti negativamente.

Un'altra cosa che ho apprezzato sono i numerosi spunti di riflessione suscitati dal rapporto tra il primo ministro Kasuga e il suo spirito custode Ryon, con il primo che acquisisce la facoltà di vedere quest'ultima e poterci conversare laddove normalmente non sarebbe possibile. E' giusto sfruttare questa capacità, queste conoscenze e questi poteri sovrannaturali per il bene comune dei cittadini? Come reagirebbe una persona se venisse a sapere di ciò che il fato ha riservato per lui/lei? Domande indubbiamente interessanti!

Tra gli altri punti di forza dell'opera il ritmo ben gestito, non ci si annoia praticamente mai (complice la breve durata e i dialoghi diretti e secchi), e i meravigliosi disegni, lo stile sporco e spigoloso dell'autore è qui al suo meglio e ci sono delle tavole, in particolare nei volumi finali, che mi hanno lasciato a bocca aperta per quanto sono belle

Purtroppo Soul Keeper non è esente da difetti, ce ne sono parecchi e alcuni purtroppo non li ho ben digeriti. Il primo e più evidente è senza dubbio la sua frammentarietà: purtroppo all'opera manca un vero focus, l'alternanza tra le varie parti non è ben gestita e ci sono dei passaggi che ho trovato bruschi, sembra che l'autore abbia aggiunto i vari pezzi in corso d'opera non appena gli venivano in mente senza preoccuparsi di far quadrare il tutto, una maggior coerenza di fondo avrebbe indubbiamente giovato.

A farne le spese (complice anche il numero ridotto di volumi) sono i personaggi. Se si escludono il primo ministro, di cui ho già parlato, e l'antagonista Kubo, quello più convincente e meglio caratterizzato, tutti gli altri vengono relegati allo stato di quasi macchiette, meri strumenti al servizio della trama. Non pretendevo chissà che cosa, ma si poteva fare di più. Anche la stessa Ryon purtroppo, nonostante l'ottimo character design, non brilla per personalità e risulta poco incisiva. Non parliamo poi di Daiki Izumi che è forse quello a cui è riservato il trattamento peggiore (terribile il flashback dove si vede il rapporto col padre).

Non mi è piaciuta nemmeno (anche se purtroppo me l'aspettavo) la piega che il manga prende negli ultimi due volumi e mezzo, dove la politica viene messa da parte a favore del lato sovrannaturale. Sviluppi degni di uno shonen e alcuni buchi di trama rovinano quello che è comunque un buon finale, c'è fin troppo buonismo ma alla fine ci sta, l'autore vuole lanciare un messaggio positivo per cui va bene.

Insomma Soul Keeper è un manga particolare, intrigante, di cui è difficile trovare un analogo in mezzo a tutti gli altri, ma al tempo stesso imperfetto e con parecchie mancanze che gli impediscono di arrivare ad alti livelli. Un manga che non mi pento assolutamente di aver letto e collezionato e che esporrò con fierezza nella mia libreria. Consigliato se volete una lettura diversa dal solito e piena di spunti di riflessione!