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6.0/10
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La prima perplessità sortami durante la visione di Trigun riguarda il nostro protagonista.
Vash ripropone la stessa caratterizzante personalità di Ryo Saeba (che lo ha reso famoso e indimenticabile ai più, ma irritante e antipatico al sottoscritto).
Episodi superficiali e poco interessanti, alcuni dei quali quasi irrilevanti ai fini del proseguimento narrativo, fanno sembrare che l'autore non avesse ancora le idee chiare su come impostare la serie e su come farla avanzare.
Il velo di mediocrità che copre l'anime cala dal quindicesimo episodio, con l'apparizione dei Gung-Ho Guns.
Il ritmo diventa più deciso e incalzante e i frequenti tempi morti, che prima minavano la godibilità della visione, cessano.
Vash comincia ad assumere una personalità più precisa e meno convenzionale a causa (inaspettatamente) dell'aspetto principalmente più stereotipato e noioso: il buonismo.
Qui il buonismo è talmente eccessivo che si rivela globalmente controproducente!
Originariamente mostratoci come un'assassino, si dimostra un'eroe con il proseguire degli episodi e finisce per essere (inconsciamente) il vero artefice del male!
Se si esclude questa interessente anomalia, l'anime si rivela poco più che sufficiente perchè infarcito di dialoghi troppo semplicistici (delle volte banali e fuori luogo) e a causa di una parte iniziale tirata per i capelli e di personaggi troppo poco sviluppati per far percepire emozioni in maniera convincente (escluso il reverendo che è riuscito a trasmettermi qualcosa).
Insomma, da guardare senza troppe pretese.

P.S.: Da applauso l'accompagnamento musicale (a differenza delle sigla di apertura e chiusura)!