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Canonico o non canonico, questo “Le origini nel mito” è quanto di più interessante ed emozionante ci si potesse aspettare da un prequel della saga.
Sarà che il franchise di Dragon Ball ci ha ormai disabituati ad un certo tipo di contenuti, ma rivedere questo film a distanza di, non so, forse quindici anni dall’ultima volta, mi ha fatto ampiamente rimpiangere i bei vecchi tempi.

Per chi non lo sapesse, lo special in questione narra le gesta di Bardak, valoroso nonché spietato Sayan, padre del ben più puro d’animo Kakarot. Vedremo dunque lui, insieme alla sua squadra di Sayan conquistatori, lavorare ai servizi di Frieza, fin quando quest’ultimo, spaventato dal potere latente della razza, si sveglia un bel giorno e decide di far saltare in aria il loro pianeta, insieme ovviamente a tutti i nostri cari amici scimmioni. Trama dunque semplice e lineare, che rispecchia bene o male ciò che un po’ a grandi linee avevano già fatto trapelare nella saga di Namek.

Il valore aggiunto del film risiede nel così abile modo di metterci di fronte a praticamente tutti i personaggi (ottimamente ringiovaniti) che incontrammo nelle prime due saghe della serie “Z”; Un Vegeta bambino, un Nappa ringiovanito ed un Frieza che ci viene già presentato egregiamente come un tiranno spietato qual’è. Il film ovviamente, come già detto in precedenza, gira attorno a Bardak, che vedremo caratterizzato alla perfezione, e che in soli quaranta minuti circa di film, vedremo avere una vera e propria evoluzione; resosi conto di ciò che lui e la sua razza andrà da li a poco a subire, lo vedremo alle prese con il disperato tentativo di cambiare questo tremendo destino.

I momenti di angoscia a cui il lungometraggio ci metterà di fronte sono resi talmente bene da trasmettere questa sorta di malessere allo spettatore. Dopo un eccellente sviluppo, dunque, anche il finale non delude. Nonostante si sappia già lo svolgimento degli eventi, la conclusione riesce comunque ad emozionare ed incuriosire, grazie ai continui flashback che il protagonista ha durante tutta la visione e soprattutto nelle battute finali; flashback che mostrano suo figlio intento a vendicare la sua razza, immagini che lo faranno morire con il sorriso.

Per quanto riguarda la trama, il suo svolgimento, e l’intreccio degli eventi, dunque, non sono riuscito a trovare difetti, e la così breve durata dello special diventa ben presto un pregio, dato che riesce a focalizzarsi sulle fasi salienti della narrazione, senza mai perdersi in inutili giri di parole (difetto a cui la serie anime regolare ci ha purtroppo abituati).

Per quanto riguarda lo stile grafico, beh, mi ero quasi dimenticato di essere di fronte ad un prodotto del 1990, stiamo parlando di quasi 35 anni fa; animazioni fluide e disegni così ben delineati, fanno invidia ad opere dei giorni nostri, e su questo ho ben pochi dubbi. A far da contorno, vedremo delle ambientazioni in cui gli autori si saranno dati alla pazza gioia, dato che il film si svolge su diversi pianeti di fantasia ben caratterizzati.
Sempre eccellenti anche le OST, alcune già presenti nella serie regolare, che fungono da ciliegina sulla torta.

In conclusione, se siete cresciuti con la famosissima opera di Akira Toriyama, non servirà che io vi consigli la visione di questo piccolo gioiello, ma se diversamente siete dei giovani alle prime prese con questo mondo, e quindi con i nuovi prodotti inerenti a “Dragon Ball Super”, vi consiglio di fare un salto indietro con gli anni, e recuperare tutti i vari adattamenti cinematografici che di vecchio, ad oggi, hanno solo la data di uscita.