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"Mahō Shōjo ni Akogarete" sarebbe potuta essere il tipo di opera di cui vengo a conoscenza per puro caso dopo anni dalla sua uscita, ma non è stato così, poiché un amico (che a quanto pare mi conosce davvero bene) si è premurato di consigliarmelo.
Non gliene sarò mai abbastanza grato, perché quest'anime può essere riassunto con due parole: ben fatto.

Ma partiamo dal principio.
Opera ascrivibile nella sua totalità al genere ecchi, e parodia del genere majokko, "Mahō Shōjo ni Akogarete" parla della storia di Hiiragi Utena (che non ha nulla a che fare con l'Utena di Ikuhara), una ragazza incredibilmente timida che nutre una forte ammirazione e passione per il trio di maghette che ogni giorno salva la sua città. Un giorno, Utena si imbatte in un misterioso animaletto magico che le promette di trasformarla in una maghetta. Lei, emozionata, accetta, solo per poi scoprire che è stata ingannata, poiché in realtà la creatura fa parte di Enormita, l'organizzazione malvagia che le maghette combattono. Utena, suo malgrado, è diventata una vera e propria antagonista delle maghette.
Ben presto si ritroverà a scoprire che, per quanto non lo voglia ammettere, la sua passione per le maghette è morbosa, e che la sua trasformazione è il modo ideale per dominarle sessualmente.

Premesse interessanti, nevvero?

La cosa che più mi ha colpito dell'opera è l'ottima qualità della sua coerenza interna, e del suo motore narrativo.
Mettendo la nostra analisi in prospettiva di ciò che l'opera vuole essere, ci ritroviamo a scoprire che come ecchi è molto intelligente. Non è mai gratuito (eccetto per l'episodio 8, abbastanza di pessimo gusto purtroppo), ma c'è una certa costruzione e anche delle motivazioni per cui si arriva a determinate scene: motivazioni non profonde, ma coerenti.
In particolare, soprattutto all'inizio, ho davvero apprezzato lo sviluppo in Utena del fascino per la dominazione. Nella sua semplicità, e nel suo non voler trattare approfonditamente l'argomento (non è "Nana e Kaoru"), è stata gestita con molta intelligenza e verosimiglianza.
Avendo lo stesso tipo di fantasie di potere, ho empatizzato davvero tanto, e sono certo che tante persone potranno empatizzare come me. Personalmente, credo di poter ritenere Utena uno dei personaggi migliori collegati a questo archetipo, che non ricade nei classici stereotipi degli anime quando si tratta di dominatrix.
Il che è anche un po' ironico, visto e considerando che, dato il genere dell'opera, nessuno (nemmeno io) si sarebbe lamentato se non fosse stato così.

E... non c'è molto altro da dire.
Dopotutto, cosa ci può essere da disquisire in un'opera semplice come questa?

A livello tecnico l'anime sicuramente non è un miracolo.
Ritengo che chi si lamenta delle animazioni non sappia cosa siano le animazioni brutte, ma è pur vero che non sono neanche chissà che cosa: semplicemente rimangono nella media, e almeno la regia è chiara. Il character design, basato sul manga chiaramente, invece è meraviglioso, soprattutto quello di Utena.
Il comparto musicale, al di fuori di opening ed ending, non mi è piaciuto particolarmente. Chiaramente non è parte delle estetiche principali di quest'opera, però sembra davvero uscito da una libreria di tracce copyright free.
Mancava solo qualche brano di Kevin Macleod.

Per il resto, guardatelo.
È bello.

Auf wiedersehen!

P.S. Ultimamente sto dando un sacco di 8. Significherà qualcosa? Naaah!