Ieri mi sono imbattuto per caso in un lungometraggio d'esordio sperimentale : Nècrose (2024) di Francois Yazbeck, che mi ha lasciato piuttosto stupito dall'inizio fino alla fine È un film difficile da classificare e consigliare perché è fin troppo pieno di stimoli visivi/narrativi. È una sorta di ipnosi visiva che racconta (partendo probabilmente da una esperienza personale del regista con la malattia e la morte delle cellule) una storia "alternativa araba" della Genesi di 2 persone che si risvegliano in un purgatorio. Sarà un viaggio filosofico/poetico e surreale (a tratti anche horror/inquietante ) attraverso un mondo post umano apocalittico che forse vuole essere anche una sorta di documentario/riflessione sulle distruzioni e macerie del Libano (paese d'origine del regista) e della città di Beirut. Lo devo rivedere perché questo tipo di cinema è un'esperienza immersiva che alla prima visone è facile lasciarsi troppo sorprendere e quindi con il rischio di sopravvalutare troppo il film. Ma per il momento mi sembra un film decisamente interessante e sopra la media che tra l'altro ha vinto pure dei premi in qualche festival come "Most outstanding experimental film". Voto : 9 .
Ho visto tutto "Love, Death & Robots", serie antologica prodotta da David Fincher. Gli episodi in CGI sono la maggioranza, quelli in animazione tradizionale sono sporadici. La qualità è molto altalenante, come pure la durata delle puntate che può oscillare tra i 7 e i 18 minuti. Molte storie sono state create partendo da un sogetto pre-esistente come opere letterarie, ecc... In generale trovo che sia una serie profondamente americana, con usi e costumi e cliché tipici. Alcuni episodi li ho trovati insopportabili, ma per fortuna durano mediamente poco. Ritengo sia inutile vederli tutti, è una di quelle serie dove urge fare una selezione e gli episodi sono autoconclusivi, quindi fruibili come prodotto singolo. Di seguito propongo una mia lista personale di tutti gli episodi fondamentali della serie.
1x03* 1x06 1x07 1x08 1x10 1x11 1x12 1x14 1x18
2x02 2x03 2x04 2x05 2x07 2x08*
3x02 3x03* 3x04 3x06 3x08 3x09*
Quelli asteriscati sono i top della stagione, i migliori tra i migliori della serie.
Ho visto le prime 2 stagioni quando avevo ancora Netflix ma, a parte qualche episodio interessante e bello da vedere, mi è sembrata una serie antologica molto inutile (forse è valida solo per gli artisti emergenti che ci hanno lavorato ) con storielle banali e già viste mille volte concentrate in pochi minuti. Mi ricordo a malapena forse solo 2/3 episodi che mi hanno un po' soddisfatto.
Molti sono sempliciotti, e quelli belli necessitavano di un minutaggio superiore per esprimersi al meglio. Io l'ho iniziato per noia, per me è stato solo un passatempo. Comunque ho notato che va in crescendo, nella terza stagione ci sono i due migliori episodi.
Interessante l'ultimo film/documentario (completamente diverso dai suoi film precedenti a parte alcune tematiche) di Nina Menkes : Brainwashed : Sex-Camera-Power (2022). Forse questo film andrebbe visto da ogni appassionato di cinema in generale, anche senza essere d'accordo con alcune delle tematiche femministe della regista americana , che vengono esposte in maniera precisa ,didattica e intelligente, ma forse un po' troppo radicali e facilmente provocatorie e antipatiche ,soprattutto per una buona parte dei fan boy adoranti (verso i propri grandi registi e direttori della fotografia ) di genere maschile e non solo. La Menkes compone un film di montaggio, bello da vedere e mai noioso , con più di 170 frammenti di scene prese da tanti "capolavori" , e film abbastanza noti , della storia del cinema che sono alternati da una lezione didattica esposta dalla Menkes con tanto di bacchetta . Il suo discorso è molto semplice e esplicito : inizia la sua lezione facendo il paragone con la metafora del gatto ( registi , DP, e protagonisti maschili = soggetto) e il topo ( personaggi femminili = oggetto) , per poi mostrare come questo accade nelle varie scene dei film (alcuni molto amati dalla regista stessa) di grandi o famosi registi come Fritz Lang, Hitchcock , Kubrick, Scorsese ,Lynch, Godard e tantissimi altri compresi regist orientali e anche alcune cineaste come Kathryn Bigelow. la cosa interessante è vedere come effettivamente i personaggi femminili vengono spesso ripresi ( proprio dal punto di vista visivo della regia, inquadrature, fotografia e musica ) in maniera diversa e spesso solo come "oggetti" rispetto ai personaggi maschili che appaiono quasi sempre come i veri e unici soggetti/protagonisti.
Nel film si parla anche di altro (che risulta essere molto più grave ,tangibile e condivisibile ) riguardante il maschilismo ai danni delle donne , sia attrici che registe, all'interno dell'industria del cinema soprattutto Hollywoodiano.
Secondo me la Menkes è parecchio coraggiosa e sagace (anche se su certi punti del film sono in parte poco d'accordo ) e soprattutto non è una stupida che vuole accusare di misoginia e maschilismo tanti registi e film ( tra l'altro alcuni di essi sono dichiaratamente film femministi) ma vuole evidenziare una "brutta abitudine" che forse ha anche influenzato, magari inconsapevolmente, un certo sguardo e comportamento misogino nella vita vera di tutti i giorni...La Menkes probabilmente si riferisce soprattutto ad una certa cultura americana che è stata influenzata da Hollywood e altri media nel corso dei anni.
Finalmente lo hanno annunciato Takemitsu, ma a parte questo non ho visto nulla di rilevante, ormai le uscite da ricordare sono una o due all'anno se va bene. Coconino porterà quello nuovo della Yamamoto, non so se lo prenderò. Lei è nota per il racconto del quotidiano, della vita vissuta, e per quanto possegga una grammatica avanzata rispetto ad altri suoi colleghi non mi viene la voglia di provare più di un suo fumetto. Ristamperanno Solo un uomo di Hayami, grande notizia perché era introvabile da tempo.
Ho visto Anora. Non ho molto da dire, se non che non mi ha colpito granchè. La seconda parte vuole essere più grottesca ma non osa mai davvero sotto quel punto di vista, e i dialoghi l'ho trovati abbastanza sciatti in generale. Non so, ho trovato ben poca umanità nei personaggi. Mi sono sembrati tutti monodimensionali e squadrettati, senza sfaccettature. Per me è una pellicola che finisce per non essere nè carne, nè pesce. Il tanto decantato finale, poi, è molto meno ambiguo di quel che credessi. L'unica cosa che mi è davvero piaciuta è che non è mai giudicante il regista, e osserva questi personaggi imperfetti senza crocifiggerli.
Sto leggendo Grey, il manga, e si lascia leggere. È un action come tanti, stereotipato, però disegnato discretamente (il chara vintage non mi piace molto però) e i dialoghi secchi/sarcastici sanno più di americanata che giapponesata, però non sono a cazzo di cane. Mi piace che non si faccia tante seghe mentali ma ho il sospetto che da qui a poco ci sarà "l'approfondimento psicologico". Mi piace il ritmo rapido. Una roba vintage che fa pasare il tempo meglio di tanti altri per me.
Ho comprato anche il nuovo di luther arkw, poi lo leggo.
Ho visto la nuova serie di black mirror, me ne avevano parlato bene. Non ha episodi ridicoli se è per questo ma ce ne passa rispetto al vero BM. Il problema è sempre la regia, ormai molto più scialba. Le idee ci sono, ma sono troppo vicine alla realtà, non si ha neanche più il sentore premonitore. Niente "wow".
C'è qualcosa di interessante al cinema? Non ci sto andando più.
Ho visto Conclave ieri. È un film che mi pare sia passato inosservato tra il grande pubblico, per poi esplodere alla morte del Papa. Un film discreto tutto sommato, che mette in risalto le varie contraddizioni in seno alla chiesa e le varie lotte di potere (e di visioni) per il papato. Il problema maggiore per me sta nel personaggio di Castellitto che recita troppo teatralmente e rompe un po' quel senso di claustrofobia. È perennemente sopra le righe. Se avesse avuto solo scene in interni l'avrei apprezzato molto di più. Alcune tematiche progressiste mi sono sembrate inserite un po' a forza, però il finale non è male.
Tex / C'è qualcosa di interessante al cinema? Non ci sto andando più.
Purtroppo anche io non riesco più ad andare al cinema. Ma forse domani riesco a vedere "Bird" il nuovo film di Andrea Arnold ( American Honey, Fish Tank) che è una regista inglese che mi piace.
Invece la settimana prossima quasi di sicuro vado a vedere l'ultimo di Leos Carax (il mediometraggio sperimentale autobiografico) e forse "Generazione Romantica" di Jia zhangke che lo fanno lo stesso giorno e cinema di quello di Carax.
Bellissimo "Generazione Romantica" (2024) di Jia Zhangke. (L'ho visto ieri su Mubi perché mi sono abbonato grazie ad una nuova offerta ). Di questo film sarebbe quasi più interessante raccontare di come è stato realizzato che parlare della sua storia : la parte veramente nuova, e più di finzione/narrativa, di tutto il film sono soprattutto gli ultimi 30 minuti che sono ambientati durante il periodo del Covid in Cina. Tutto il resto della narrazione (che sembra quasi più un documentario frammentato d'autore sui cambiamenti della società che inizia nel 2001 ) è invece realizzato soprattutto in sala di montaggio dove Il regista riutilizza il suo stesso materiale, inedito e non, girato durante le riprese dei suoi film precedenti. Infatti secondo me la parte più bella è proprio quella realizzata con immagini di repertorio che prendono nuova vita e narrazione creando una peculiare atmosfera di magnifica melanconia. È bella e struggente anche l'ultima parte dove i due protagonisti si incontrano di nuovo dopo tanti anni nella nuova Cina moderna di Tik Tok e delle nuove intelligenze artificiali robotiche , dove anche le donne sono ormai più emancipate e indipendenti (stupenda la scena finale della protagonista femminile che partecipa ad una sorta di corsa notturna di gruppo ). Jia zhangke ,alla fine delle fiere, fa sempre più o meno lo stesso film, ma questo secondo me è forse uno dei suoi più belli, moderni e affascinanti.
Bello anche Bird (2024) di Andrea Arnold. Finalmente sono riuscito ad andare al cinema. La regista inglese ritorna a girare (con il suo solito stile viscerale/immersivo/poetico a macchina a mano) nella sua città natale del Kent a sud/est di Londra, nei quartieri più disagiati , poveri e forse anche dimenticati da stato e istituzioni. Il sotto sottoproletariato che sopravvive di espedienti e appartamenti abusivi che però è anche pieno di vitalità ,bella musica (consiglio di vedere il video musicale "Bug" dei Fontaines D.C per farsi un po' l'idea del film e di alcuni personaggi ) e orgogliosa resilienza. Film adrenalinico e coinvolgente che riesce a mischiare il cinema inglese del realismo sociale con quello di formazione adolescenziale , che viene però illuminato di misteriosa magia grazie al bellissimo personaggio "mutaforma/angelo custode" di Bird che dà il titolo al film. Per quanto mi riguarda un film da vedere e rivedere , soprattutto in lingua originale.
Io invece non ci riesco ad andare al cinema ultimamente e forse non ho neanche troppa voglia. Bird appunto volevo vederlo. Magari ci provo domani.
Ho letto Come un Cane di Zezelj e secondo me è uno dei migliori che ha fatto, quindi lo consiglio. Mi ha fatto anche uno sketch.
Ho letto anche la nuova storia di Max Fridman di Giardino ed è una bella storia, interessante perché parla di una roba che in pochi sanno. Max entra in gioco solo da metà in poi e forse è proprio questo il limite. Innanzitutto funziona anche senza di lui, dopo 80 pagine non è che sentivo la necessità lui in quella storia. Però dopo c'è e forse è un po' troppo vecchio Giardino o il personaggio. Non ha tanto appeal lo spionaggio classico nel 2025 per me. Comunque, è sempre Giardino ma certo è che le migliori sono le 3 antecedenti. Forse è un'aggiunta un po' superflua. Se si è fan del personaggio chiaramente va acquistato. Anche di questo ho lo sketch.
Fuori Fuoco di Dash Shaw mi è piaciuto, al contrario di Ombelico Infinito. Si vede che è più maturo, ha un bel fluire ritmico, i dialoghi sono interessanti e scende a fondo nei pensieri dei personaggi, ecco perché lo mettevano sempre insieme a Sunday di Schrauwen (che però è n'altra categoria).
Poi ho comprato altra roba: Antipodi di Lambè e David B., Bulle e Pupi di Altan, Raptor di McKean (lo ho già in inglese e spero che qualcuno lo compri xD), Un Piccolo Omicidio di Zarate e Moore (sono d'accordo con Moore che lo definisce uno dei suoi migliori. Poi lo rileggerò), il diavolo di Smiling Woods di Starace (chissà). Luther è uno dei prossimi che leggerò.
Dal festival di Cannes ci sono dei film che non vedo l'ora di vedere. Il nuovo di Oliver Laxe "Sirat" , che sembra mischiare slow cinema apocalittico nel deserto del Marocco, cultura rave e influenze da Mad max e Il Salario della Paura.
Il nuovo film in costume storico di Lav Diaz "Magellan" con Gael Garcia Bernal che era in lavorazione da diversi anni con una produzione più complessa e costosa grazie anche alla casa di produzione di Albert Serra (infatti stavolta c'è anche una fotografia a colori con il direttore della fotografia dei film di Serra). Tra l'altro la cosa curiosa sta nel fatto che dovrebbero uscire 2 versioni del film : quella di 2 ore e mezza proiettata fuori concorso a Cannes e quella più lunga di 9 ore che probabilmente uscirà più avanti in qualche festival.
Sembra molto interessante anche il nuovo film di Bi Gan e soprattutto quello di Jafar Panahi.
C'è anche il nuovo film d'animazione di Sylvain Chomet che però sembra un po' deludente dal punto di vista narrativo .
Come in Black Hole, Charles Burns affronta l'adolescenza, le paure e le ansie, gli incubi, la sessualità. Anche Labirinti è una storia di infelicità ed è inquietante. Brian è un adolescente affascinato dai vecchi film horror, un po' inibito e a disagio nella sua pelle. il cinema horror è un modo di trascrivere una forma di fantasia, disegna, immagina un film, coinvolge gli amici nei suoi progetti cinematografici, è anche il suo modo di avere legami sociali, ma non riesce a liberarsi dallo sguardo di una telecamera interposta, dallo sguardo di un cinefilo, del disegnatore, e di avvicinarsi davvero alle persone, in particolare alla bellissima Laurie che idealizza attraverso il suo film. I tre volumi si riferiscono a un film sull'invasione extraterrestre e, non per niente, potremmo ovviamente vedere un parallelo tra gli extraterrestri e il cineasta che dissacra il corpo della sua star, monopolizzandola con le sue fantasie. È in questa direzione che ci porta Charles Burns, sempre con un'ambiguità volutamente pesante. Il disegno di Charles Burns è molto suggestivo, il tratto è lavorato in linee spesse, molto regolari e lisce, con trame di linee sottili, e questo conferisce alla sua grafica un aspetto freddo e inquietante. I colori e i contrasti fortissimi sono tenui mentre, al contrario, l'aspetto liscio e preciso ci chiude in un silenzio soffocante. Gioca sulla commistione dei generi, solo il finale ci svela se si tratta di un thriller, di fantascienza, di horror o di morale; è il mistero su queste intenzioni che è la forza di questa storia che resiste seppur in equilibrio precario. Certamente non è al livello di Black Hole, la storia è molto meno interessante e vivida.
A me erano già piaciuti tutti i film precedenti di Oliver Laxe ma Sirat sembra ancora più intrigante e bello. I film usciti prima erano tutti e tre abbastanza diversi l'uno dall'altro a parte alcune tematiche e atmosfere simili. Con Sirat ritorna a girare in Marocco (paese che conosce bene dato che si è convertito all'islam e ci vive da anni) dove aveva già fatto il film "Mimosas" (2016) che era una sorta di viaggio spirituale con una atmosfera mortifera/inquietante ambientata nei paesaggi rocciosi e desertici più selvaggi e belli del Marocco.
Come in Black Hole, Charles Burns affronta l'adolescenza, le paure e le ansie, gli incubi, la sessualità. Anche Labirinti è una storia di infelicità ed è inquietante. Brian è un adolescente affascinato dai vecchi film horror, un po' inibito e a disagio nella sua pelle. il cinema horror è un modo di trascrivere una forma di fantasia, disegna, immagina un film, coinvolge gli amici nei suoi progetti cinematografici, è anche il suo modo di avere legami sociali, ma non riesce a liberarsi dallo sguardo di una telecamera interposta, dallo sguardo di un cinefilo, del disegnatore, e di avvicinarsi davvero alle persone, in particolare alla bellissima Laurie che idealizza attraverso il suo film. I tre volumi si riferiscono a un film sull'invasione extraterrestre e, non per niente, potremmo ovviamente vedere un parallelo tra gli extraterrestri e il cineasta che dissacra il corpo della sua star, monopolizzandola con le sue fantasie. È in questa direzione che ci porta Charles Burns, sempre con un'ambiguità volutamente pesante. Il disegno di Charles Burns è molto suggestivo, il tratto è lavorato in linee spesse, molto regolari e lisce, con trame di linee sottili, e questo conferisce alla sua grafica un aspetto freddo e inquietante. I colori e i contrasti fortissimi sono tenui mentre, al contrario, l'aspetto liscio e preciso ci chiude in un silenzio soffocante. Gioca sulla commistione dei generi, solo il finale ci svela se si tratta di un thriller, di fantascienza, di horror o di morale; è il mistero su queste intenzioni che è la forza di questa storia che resiste seppur in equilibrio precario. Certamente non è al livello di Black Hole, la storia è molto meno interessante e vivida.
Interessante. Sembra valida anche la trilogia di fumetti scritta prima di Black Hole, ovvero Skin Deep, El Borbah e Big Baby.
Nella mia fumetteria è rientrato tutto Soil di Atsushi Kaneko (usato come nuovo) a 50 euro. Ero quasi tentato di prenderlo.
Sì, certo, sono tutti buoni volumi, ma quelli sono più grotteschi e ribelli. Tra l'altro io l'ho messa di recente in vendita. Mi bastano black hole, xed out e Labirinti.
Chissà , potrebbe arrivare Tenshi no Tamago. Forse in pochi cinema.
Sembra una figata Xed Out. Me lo segno. A me interessa molto anche quella trilogia, e se vira sul grottesco non mi dispiace.
Per me dopo Black Hole è il migliore a mani basse ed è sicuramente quello più mindfuck. "Dopo" solo perché Black Hole è uscito prima ed è più importante.
Oh, non mi aspettavo che Dellamorte Dellamore mi piacesse così tanto. Certo, ha dei problemi però è veramente un film stranissimo e con un'atmosfera unica. Gioca sempre sul filo. Uno dei film più coraggiosi che abbiamo fatto da allora. È anche pieno di idee suggestive. L'avevo sempre snobbato. Non c'entra 'na mazza con Dylan Dog comunque.
Con un'Anna Falchi da mancamento. Lo ricordo con piacere, anche se non saprei dire bene il perchè. Dovrei rivederlo. L'atmosfera era incredibile, ma molti film horror italiani come, ad esempio, quelli di Bava o Fulci erano abbastanza particolari. Avevano una loro estetica peculiare, poi ripresa anche da Hollywood.
Dellamorte è un film piuttosto unico che c'entra poco anche con gli altri film di Soavi stesso o quelli di Argento. Non è un caso che sia diventato un cult anche fuori dall'Italia e che sia molto apprezzato da registi come Scorsese e Tarantino. Io ogni tanto me lo rivedo sempre molto volentieri e di Soavi mi sono sempre piaciuti anche gli altri film soprattutto Deliria e Arrivederci Amore Ciao , ma DellaMorte è decisamente più bello e intrigante. Se non sbaglio ne avevamo già parlato qualche anno fa . Comunque Dellamorte vive di un'equilibrio particolare tutto suo tra horror e commedia , grazie anche alla bravura tecnica/visiva di Soavi, che era forse l'unico a livello di Dario argento e infatti ha lavorato anche con Terry Gillian, e soprattutto ad un finale surreale e malinconico che ti rimane in testa e nel cuore .
Eh, Anna Falchi era una statua... Comunque ha tanti momenti wtf e allo stesso tempo straordinariamente geniali. A me nessun film di Argento piace quanto questo, anche perché a livello di scrittura c'è un abisso. Sì , ok, Suspiria in particolare è una figata ma sempre e solo a livello visivo. Gli altri registi sono più interessanti ma gli altri film horror italiani che ho visto a me danno sempre quel senso di superamento della linea che li fa scadere nel kitsch. Dellamorte è autoironico invece. E poi nessuno di quelli lo trovo profondo e ti fa riflettere allo stesso modo. Vabbè, io non sono un fan dell'horror all'italiana.
Bava era anche un grande effettista, oltre che regista. Riusciva sempre a tirare fuori delle soluzioni visive di grande impatto con poco o escamotage che sfruttassero i tagli di luce e la fotografia più in generale. I suoi film non sono particolarmente elaborati narrativamente, ma sono visivamente di impatto. Nei suoi migliori film, come La Maschera del Demonio, riusciva a ridurre la narrativa all'osso (è una storia di vendetta come tante, in cui una donna viene riportata in vita per sbaglio se non erro) e far vivere l'intero film di un'atmosfera gotica e funerea. E' stato parecchio influente, anche se in pochi ne hanno capito la genialità. A lui si deve anche la nascita dello slasher con Sei Donne per L'Assassino e Reazione a Catena, senza considerare che Scott prese a modello Terrore nello Spazio per Alien. I suoi contributi sono stati enormi nel cinema di genere.
P.S: mi sono dimenticato di Cani Arrabbiati, che viene considerato l'antesignano dei pulp movie.
Eh, un paio di film di Bava sono molto validi, cioè i primi, quelli citati. Non dico che 6 Donne per l'Assassino sia inferiore o meno importante di Dellamorte, ma si colloca sempre nel filone di film unicamente visivi, non trattano temi nel modo in cui lo fa Dellamorte. In questo si differenzia. Vabbè che ci passano 30 anni.
Eh, un paio di film di Bava sono molto validi, cioè i primi, quelli citati. Non dico che 6 Donne per l'Assassino sia inferiore o meno importante di Dellamorte, ma si colloca sempre nel filone di film unicamente visivi, non trattano temi nel modo in cui lo fa Dellamorte. In questo si differenzia. Vabbè che ci passano 30 anni.
Sí, in quello Dellamorte lo ricordo sicuramente più interessante. Vabbè, quasi quasi me lo riguardo in questi giorni xD.
Ultimamente mi stavo riascoltando Philip Glass, in particolare la colonna sonora di Koyaanisqatsi e Mishima di Paul Schrader. La sua capacità di evocare paesaggi sonori è degna della miglior world music, poi nel caso di Koyaanisqatsi è proprio perfetta con le immagini.
Ho visto di recente "Visitors"(2013) di Godfrey Reggio con la musica molto bella, come al solito direi, di Philip Glass. Sapevo che esisteva questo film sperimentale di Reggio e Glass ma me l'ero praticamente dimenticato. Film a livello tematico molto pesante e retorico (lo scimmione del cazzo che ci guarda poteva evitarlo ) come il suo ultimo film "Once within a time"(2023) che è più bello secondo me di Visitors. Però chi se ne frega (è comunque una sua visione rispettabile soprattutto di un possibile futuro dell'umanità ) anche perché il film è piuttosto interessante e originale a livello visivo con delle idee artistiche a tratti notevoli e immersive. La cosa sicuramente interessante è che i suoi ultimi film sono comunque sempre un'esperienza visiva piuttosto unica e affascinante anche grazie alla musica di Glass.
La settimana prossima vado al Milano film fest a vedere "Triptico de Mondongo"(2024) l'ultimo film di Mariano llinás del Pampero cine e il nuovo film di Jeremiah mosese "Ancestral vision of the future", regista africano che aveva fatto il precedente "This is not a burial it's a resurrection" (2019 - uscito anche in bluray per la Criterion) che mi era piaciuto parecchio. Sono molto curioso del nuovo film trilogia/documentario/finzione di 4 ore e mezza di llinás (la recensione su Cinelapsus sembra interessante ), anche perché dopo "La Flor"(2018) non ho più visto niente del regista argentino.
Ieri ho visto PEPE (2024) di Carlos de Los Santos Arias , il film consigliato e nella top di Poison che mi aveva incuriosito parecchio. Nel frattempo avevo visto un'altro film del regista "Cocote"(2017) che è altrettanto bello , interessante e simile per alcune caratteristiche , ma un po' ridondante nella storia e caratterizzazione del protagonista . Invece PEPE è più bello, originale e immaginifico. È un film strano e bizzarro che ha una capacità visiva/narrativa di farti ipnotizzare , riflettere e divertire allo stesso tempo, e saper evocare i fantasmi della violenza attraverso linee temporali , piani di realtà e sperimentazione visiva (ha vinto l'orso d'argento per la miglior regia alla Berlinale 2024). Tra l'altro la cosa curiosa è che per certi versi assomiglia , nonostante siano due film completamente diversi, al bel film/documentario di Mati Diop "Dahomey"(2024) che invece ha vinto L'orso d'oro sempre alla Berlinale dello stesso anno. Si perché anche il film (più interessante che veramente bello in assoluto, secondo me ) di Diop mette in scena l'espediente bizzarro di una voce narrante surreale e un po' sarcastica/malinconica che da la voce ad una statua antica africana che dopo tanti anni in un museo francese ritorna finalmente nel suo paese d'origine. Un po' come succede con la voce narrante nel film di Arias che sostiene di essere il fantasma di Pepe, il primo e unico ippopotamo mai ucciso nelle Americhe.
A proposito di musica...ho visto qualche giorno fa 2 live in Spagna e Portogallo, trasmessi in diretta su YouTube, dei King Gizzard & the Lizard Wizard. Cazzo, loro si che mi piacerebbe vederli.
Ah, non me lo aspettavo. Cosa ti ha spinto a prenderlo?
Ho letto la leggenda di Luther Arkwright. Rispetto al primo è meno underground, ha una narrazione più semplice e meno dirompente, e anche a livello grafico perde qualcosa ma resta sempre affascinante. Mi è piaciuto di più rispetto a Cuore dell'Impero, che comunque era bello. Qui Luther ritorna a essere centralissimo e Talbot fa una panoramica sull'umanità a 360°. La storia è in teoria abbastanza epica ma resta con i piedi per terra tutto sommato. È meglio aver letto i precedenti.
Antipodi. Not bad ma David B ha fatto di meglio e Lambè anche. Penso che lo venderò per spazio.
Il diavolo di smiling Woods. Il precedente di Starace mi era piaciuto, ma qui ha toppato per me. Pare un film zombie hollywoodiano. Belli i disegni però. Poi 'sta via di mezzo, un po' slice of life, un po' ambientalista... O fai la cafonata e diverti o fai qualcosa di autoriale.
Un piccolo Omicidio. Riletto e confermo: davvero stratificato e ricco di metafore intelligenti.
Ah, non me lo aspettavo. Cosa ti ha spinto a prenderlo?
Ho letto la leggenda di Luther Arkwright. Rispetto al primo è meno underground, ha una narrazione più semplice e meno dirompente, e anche a livello grafico perde qualcosa ma resta sempre affascinante. Mi è piaciuto di più rispetto a Cuore dell'Impero, che comunque era bello. Qui Luther ritorna a essere centralissimo e Talbot fa una panoramica sull'umanità a 360°. La storia è in teoria abbastanza epica ma resta con i piedi per terra tutto sommato. È meglio aver letto i precedenti.
Antipodi. Not bad ma David B ha fatto di meglio e Lambè anche. Penso che lo venderò per spazio.
Il diavolo di smiling Woods. Il precedente di Starace mi era piaciuto, ma qui ha toppato per me. Pare un film zombie hollywoodiano. Belli i disegni però. Poi 'sta via di mezzo, un po' slice of life, un po' ambientalista... O fai la cafonata e diverti o fai qualcosa di autoriale.
Un piccolo Omicidio. Riletto e confermo: davvero stratificato e ricco di metafore intelligenti.
Mi aveva colpito la sinossi sul sito Coconico, oltre alla cover che mi dava l'idea di essere un fumetto alternativo con tinte (?) psichedeliche. A livello puramente narrativo mi sembra essere una storia che va sull'esistenzialismo, e storie del genere mi piacciono sempre. Oddio, dipende anche come vengono messe in scena. Da quel che ho letto sembra anche essere stratificato, con tanti tasselli che si intrecciano ed azioni che influenzano il corso dell'esistenza dei personaggi.
Btw, è uscito questa nuova opera di Junji Ito, che mi ricorda Plastic Girl per l'essere più un volume di illustrazioni con una storia che un fumetto classico. Sembra essere anche decisamente più ambizioso nel disegno, e alcune tavole sono state realizzato a olio su pannelli di legno. La storia pare anche riprendere l'inquietudine del quotidiano di Uzumaki, che si cela negli oggetti, nelle persone, nei paesaggi. Chissà... https://fumettologica.it/2025/05/junji-ito-occhi-j-pop/
Ho visto Following di Christopher Nolan. E' sicuramente il meno chiacchierato dei suoi film, quello più vecchio e meno considerato. E a me mancava. In questo film troviamo Nolan ancora acerbo ma il pradosso è che questa sua inesperienza narrativa si trasforma in un punto di forza; infatti c'è come al solito l'intreccio per immagini che però è meno forzato del solito, i pezzi del puzzle vanno automaticamente al loro posto e la ricostruzione degli eventi è logica e accessibile. Rispetto ai suoi film successivi viene meno il giochino di dover ricomporre il 'grande disegno', che alla lunga diventa un esercizio ripetitivo e noioso, oltre ad essere fine a se stesso. In questo caso la storia ha davvero qualcosa da raccontare, e lo spettatore non sta semplicemente guardando un film-rompicapo per passare il tempo. I personaggi coinvolti mi sono sembrati più autentici, le situazioni meno artificiose e c'è una morale di fondo. Va da se che Nolan non spettacolarizza come poi ci avrebbe abituato a fare, ogni cosa viene mostrata senza indugiare più del dovuto, e l'atmosfera del film è composta da una pace e da una tranquillità quasi irreale, la tensione filmica è inesistente e va di pari passo con la rinuncia alla vita del protagonista, ormai assorbito dal suo mondo fatto di nulla. Un b/n sgranato accentua tutte queste sensazioni e se possibile le amplifica. Il film è comunque telefonato in certi passaggi, e qui si vede davvero la mano di un regista alle prime armi. Il finale ha un bel plot-twist che salva il tutto. E' il migliore di Nolan? Non lo so, se la gioca con Memento, però tendo a preferire questo perchè appartiene al Nolan pre-hollywoodiano; è quindi un film più quadrato nonostante la poca esperienza del regista.
Mercoledì sono andato al Milano film fest per vedere l'ultimo film di Mariano llinás (La Flor, Historias Extraordinarias) : El Triptico de Mondongo (2024). C'è poco da fare, Llinás è un genio affabulatore che riesce a trasformare qualsiasi tipo di racconto realistico come un documentario su un duo artistico, i Mondongo appunto, che sono anche suoi amici di lunga data, in qualcosa di indefinibile , molto metanarrativo, sperimentale e spesso anche molto divertente/auto ironico . Un trittico di film diversi e coerenti, della durata complessiva di 4 ore e mezza, che non ci provo neanche a raccontare perché sarebbe piuttosto inutile. Per quello c'è un nuovo video su YouTube del canale Salotto Monogatari (uno dei migliori a tema cinema) e la recensione sul sito di cinelapsus (anch'esso di gran lunga uno dei migliori ). Voto : 9
Ho visto anche Ancestral vision of the future (2025) di jeremiah mosese, film ambientato in Africa, nel piccolo e rurale Lesotho, che Mosese dichiara di essere un'ode al cinema e sua madre. Un film molto onirico, spirituale/poetico, politico e autobiografico con immagini magnifiche, che però sono un po' appesantite da una voce narrante, quella del regista stesso, ridondante e da una musica a tratti troppo assordante e inquietante. Voto : 8.
È un film difficile da classificare e consigliare perché è fin troppo pieno di stimoli visivi/narrativi.
È una sorta di ipnosi visiva che racconta (partendo probabilmente da una esperienza personale del regista con la malattia e la morte delle cellule) una storia "alternativa araba" della Genesi di 2 persone che si risvegliano in un purgatorio.
Sarà un viaggio filosofico/poetico e surreale (a tratti anche horror/inquietante ) attraverso un mondo post umano apocalittico che forse vuole essere anche una sorta di documentario/riflessione sulle distruzioni e macerie del Libano (paese d'origine del regista) e della città di Beirut.
Lo devo rivedere perché questo tipo di cinema è un'esperienza immersiva che alla prima visone è facile lasciarsi troppo sorprendere e quindi con il rischio di sopravvalutare troppo il film.
Ma per il momento mi sembra un film decisamente interessante e sopra la media che tra l'altro ha vinto pure dei premi in qualche festival come "Most outstanding experimental film".
Voto : 9 .
Gli episodi in CGI sono la maggioranza, quelli in animazione tradizionale sono sporadici. La qualità è molto altalenante, come pure la durata delle puntate che può oscillare tra i 7 e i 18 minuti. Molte storie sono state create partendo da un sogetto pre-esistente come opere letterarie, ecc... In generale trovo che sia una serie profondamente americana, con usi e costumi e cliché tipici. Alcuni episodi li ho trovati insopportabili, ma per fortuna durano mediamente poco.
Ritengo sia inutile vederli tutti, è una di quelle serie dove urge fare una selezione e gli episodi sono autoconclusivi, quindi fruibili come prodotto singolo.
Di seguito propongo una mia lista personale di tutti gli episodi fondamentali della serie.
1x03*
1x06
1x07
1x08
1x10
1x11
1x12
1x14
1x18
2x02
2x03
2x04
2x05
2x07
2x08*
3x02
3x03*
3x04
3x06
3x08
3x09*
Quelli asteriscati sono i top della stagione, i migliori tra i migliori della serie.
Mi ricordo a malapena forse solo 2/3 episodi che mi hanno un po' soddisfatto.
Forse questo film andrebbe visto da ogni appassionato di cinema in generale, anche senza essere d'accordo con alcune delle tematiche femministe della regista americana , che vengono esposte in maniera precisa ,didattica e intelligente, ma forse un po' troppo
radicali e facilmente provocatorie e antipatiche ,soprattutto per una buona parte dei fan boy adoranti (verso i propri grandi registi e direttori della fotografia ) di genere maschile e non solo.
La Menkes compone un film di montaggio, bello da vedere e mai noioso , con più di 170 frammenti di scene prese da tanti "capolavori" , e film abbastanza noti , della storia del cinema che sono alternati da una lezione didattica esposta dalla Menkes con tanto di
bacchetta .
Il suo discorso è molto semplice e esplicito : inizia la sua lezione facendo il paragone con la metafora del gatto ( registi , DP, e protagonisti maschili = soggetto) e il topo ( personaggi femminili = oggetto) , per poi mostrare come questo accade nelle varie scene dei film (alcuni molto amati dalla regista stessa) di grandi o famosi registi come Fritz Lang, Hitchcock , Kubrick, Scorsese ,Lynch, Godard e tantissimi altri compresi regist orientali e anche alcune cineaste come Kathryn Bigelow. la cosa interessante è vedere come effettivamente i personaggi femminili vengono spesso ripresi ( proprio dal punto di vista visivo della regia, inquadrature, fotografia e musica ) in maniera diversa e spesso solo come "oggetti" rispetto ai personaggi maschili che appaiono quasi sempre come i veri e unici soggetti/protagonisti.
Nel film si parla anche di altro (che risulta essere molto più grave ,tangibile e condivisibile ) riguardante il maschilismo ai danni delle donne , sia attrici che registe, all'interno dell'industria del cinema soprattutto Hollywoodiano.
Secondo me la Menkes è parecchio coraggiosa e sagace (anche se su certi punti del film sono in parte poco d'accordo ) e soprattutto non è una stupida che vuole accusare di misoginia e maschilismo tanti registi e film ( tra l'altro alcuni di essi sono dichiaratamente film femministi) ma vuole evidenziare una "brutta abitudine" che forse ha anche influenzato,
magari inconsapevolmente, un certo sguardo e comportamento misogino nella vita vera di tutti i giorni...La Menkes probabilmente si riferisce soprattutto ad una certa cultura americana che è stata influenzata da Hollywood e altri media nel corso dei anni.
Comunque jpop ha annunciato takemitsu zamurai di Matsumoto.
https://www.ibs.it/tua-voce-cyberpunk-2007-libro-vari/e/9788828769743
Minchia, pensa i pezzi brutti.
Coconino porterà quello nuovo della Yamamoto, non so se lo prenderò. Lei è nota per il racconto del quotidiano, della vita vissuta, e per quanto possegga una grammatica avanzata rispetto ad altri suoi colleghi non mi viene la voglia di provare più di un suo fumetto.
Ristamperanno Solo un uomo di Hayami, grande notizia perché era introvabile da tempo.
Ho comprato anche il nuovo di luther arkw, poi lo leggo.
Ho visto la nuova serie di black mirror, me ne avevano parlato bene. Non ha episodi ridicoli se è per questo ma ce ne passa rispetto al vero BM. Il problema è sempre la regia, ormai molto più scialba. Le idee ci sono, ma sono troppo vicine alla realtà, non si ha neanche più il sentore premonitore. Niente "wow".
C'è qualcosa di interessante al cinema? Non ci sto andando più.
Non ci sto andando più.
Purtroppo anche io non riesco più ad andare al cinema.
Ma forse domani riesco a vedere "Bird" il nuovo film di Andrea Arnold
( American Honey, Fish Tank) che è una regista inglese che mi piace.
Invece la settimana prossima quasi di sicuro vado a vedere l'ultimo di Leos Carax (il mediometraggio sperimentale autobiografico) e forse "Generazione Romantica" di Jia zhangke che lo fanno lo stesso giorno e cinema di quello di Carax.
Al cinema sembra interessante anche il nuovo film di Juho Kousmanen "Silent Trilogy".
Di questo film sarebbe quasi più interessante raccontare di come è stato realizzato che parlare della sua storia :
la parte veramente nuova, e più di finzione/narrativa, di tutto il film sono soprattutto gli ultimi 30 minuti che sono ambientati durante il periodo del Covid in Cina.
Tutto il resto della narrazione
(che sembra quasi più un documentario frammentato d'autore sui cambiamenti della società che inizia nel 2001 ) è invece realizzato soprattutto in sala di montaggio dove Il regista riutilizza il suo stesso materiale, inedito e non, girato durante le riprese dei suoi film precedenti.
Infatti secondo me la parte più bella è proprio quella realizzata con immagini di repertorio che prendono nuova vita e narrazione creando una peculiare atmosfera di magnifica melanconia.
È bella e struggente anche l'ultima parte dove i due protagonisti si incontrano di nuovo dopo tanti anni nella nuova Cina moderna di Tik Tok e delle nuove intelligenze artificiali robotiche , dove anche le donne sono ormai più emancipate e indipendenti (stupenda la scena finale della protagonista femminile che partecipa ad una sorta di corsa notturna di gruppo ).
Jia zhangke ,alla fine delle fiere, fa sempre più o meno lo stesso film, ma questo secondo me è forse uno dei suoi più belli, moderni e affascinanti.
Finalmente sono riuscito ad andare al cinema.
La regista inglese ritorna a girare
(con il suo solito stile viscerale/immersivo/poetico a macchina a mano) nella sua città natale del Kent a sud/est di Londra, nei quartieri più disagiati , poveri e forse anche dimenticati da stato e istituzioni.
Il sotto sottoproletariato che sopravvive di espedienti e appartamenti abusivi che però è anche pieno di vitalità ,bella musica (consiglio di vedere il video musicale "Bug" dei Fontaines D.C per farsi un po' l'idea del film e di alcuni personaggi ) e orgogliosa resilienza.
Film adrenalinico e coinvolgente che riesce a mischiare il cinema inglese del realismo sociale con quello di
formazione adolescenziale , che viene però illuminato di misteriosa magia grazie al bellissimo personaggio "mutaforma/angelo custode" di Bird che dà il titolo al film.
Per quanto mi riguarda un film da vedere e rivedere , soprattutto in lingua originale.
Ho letto Come un Cane di Zezelj e secondo me è uno dei migliori che ha fatto, quindi lo consiglio.
Mi ha fatto anche uno sketch.
Ho letto anche la nuova storia di Max Fridman di Giardino ed è una bella storia, interessante perché parla di una roba che in pochi sanno. Max entra in gioco solo da metà in poi e forse è proprio questo il limite. Innanzitutto funziona anche senza di lui, dopo 80 pagine non è che sentivo la necessità lui in quella storia. Però dopo c'è e forse è un po' troppo vecchio Giardino o il personaggio. Non ha tanto appeal lo spionaggio classico nel 2025 per me. Comunque, è sempre Giardino ma certo è che le migliori sono le 3 antecedenti. Forse è un'aggiunta un po' superflua. Se si è fan del personaggio chiaramente va acquistato. Anche di questo ho lo sketch.
Fuori Fuoco di Dash Shaw mi è piaciuto, al contrario di Ombelico Infinito. Si vede che è più maturo, ha un bel fluire ritmico, i dialoghi sono interessanti e scende a fondo nei pensieri dei personaggi, ecco perché lo mettevano sempre insieme a Sunday di Schrauwen (che però è n'altra categoria).
Poi ho comprato altra roba: Antipodi di Lambè e David B., Bulle e Pupi di Altan, Raptor di McKean (lo ho già in inglese e spero che qualcuno lo compri xD), Un Piccolo Omicidio di Zarate e Moore (sono d'accordo con Moore che lo definisce uno dei suoi migliori. Poi lo rileggerò), il diavolo di Smiling Woods di Starace (chissà).
Luther è uno dei prossimi che leggerò.
Il nuovo di Oliver Laxe "Sirat" , che sembra mischiare slow cinema apocalittico nel deserto del Marocco, cultura rave e influenze da Mad max e Il Salario della Paura.
Il nuovo film in costume storico di Lav Diaz "Magellan" con Gael Garcia Bernal che era in lavorazione da diversi anni con una produzione più complessa e costosa grazie anche alla casa di produzione di Albert Serra (infatti stavolta c'è anche una fotografia a colori con il direttore della fotografia dei film di Serra).
Tra l'altro la cosa curiosa sta nel fatto che dovrebbero uscire 2 versioni del film : quella di 2 ore e mezza proiettata fuori concorso a Cannes e quella più lunga di 9 ore che probabilmente uscirà più avanti in qualche festival.
Sembra molto interessante anche il nuovo film di Bi Gan e soprattutto quello di Jafar Panahi.
C'è anche il nuovo film d'animazione di Sylvain Chomet che però sembra un po' deludente dal punto di vista
narrativo .
Final Cut è Labirinti della Coconino press.
Come in Black Hole, Charles Burns affronta l'adolescenza, le paure e le ansie, gli incubi, la sessualità. Anche Labirinti è una storia di infelicità ed è inquietante.
Brian è un adolescente affascinato dai vecchi film horror, un po' inibito e a disagio nella sua pelle. il cinema horror è un modo di trascrivere una forma di fantasia, disegna, immagina un film, coinvolge gli amici nei suoi progetti cinematografici, è anche il suo modo di avere legami sociali, ma non riesce a liberarsi dallo sguardo di una telecamera interposta, dallo sguardo di un cinefilo, del disegnatore, e di avvicinarsi davvero alle persone, in particolare alla bellissima Laurie che idealizza attraverso il suo film.
I tre volumi si riferiscono a un film sull'invasione extraterrestre e, non per niente, potremmo ovviamente vedere un parallelo tra gli extraterrestri e il cineasta che dissacra il corpo della sua star, monopolizzandola con le sue fantasie. È in questa direzione che ci porta Charles Burns, sempre con un'ambiguità volutamente pesante.
Il disegno di Charles Burns è molto suggestivo, il tratto è lavorato in linee spesse, molto regolari e lisce, con trame di linee sottili, e questo conferisce alla sua grafica un aspetto freddo e inquietante. I colori e i contrasti fortissimi sono tenui mentre, al contrario, l'aspetto liscio e preciso ci chiude in un silenzio soffocante.
Gioca sulla commistione dei generi, solo il finale ci svela se si tratta di un thriller, di fantascienza, di horror o di morale; è il mistero su queste intenzioni che è la forza di questa storia che resiste seppur in equilibrio precario.
Certamente non è al livello di Black Hole, la storia è molto meno interessante e vivida.
I film usciti prima erano tutti e tre abbastanza diversi l'uno dall'altro a parte alcune tematiche e atmosfere simili.
Con Sirat ritorna a girare in Marocco (paese che conosce bene dato che si è convertito all'islam e ci vive da anni) dove aveva già fatto il film "Mimosas" (2016) che era una sorta di viaggio spirituale con una atmosfera mortifera/inquietante ambientata nei paesaggi rocciosi e desertici più selvaggi e belli del Marocco.
Nella mia fumetteria è rientrato tutto Soil di Atsushi Kaneko (usato come nuovo) a 50 euro. Ero quasi tentato di prenderlo.
Tenshi No Tamago 4k di Oshii.
Speriamo che arrivi anche da noi.
Per me dopo Black Hole è il migliore a mani basse ed è sicuramente quello più mindfuck. "Dopo" solo perché Black Hole è uscito prima ed è più importante.
Non è un caso che sia diventato un cult anche fuori dall'Italia e che sia molto apprezzato da registi come Scorsese e Tarantino.
Io ogni tanto me lo rivedo sempre molto volentieri e di Soavi mi sono sempre piaciuti anche gli altri film soprattutto Deliria e Arrivederci Amore Ciao , ma DellaMorte è decisamente più bello e intrigante.
Se non sbaglio ne avevamo già parlato qualche anno fa .
Comunque Dellamorte vive di un'equilibrio particolare tutto suo tra horror e commedia , grazie anche alla bravura tecnica/visiva di Soavi, che era forse l'unico a livello di Dario argento e infatti ha lavorato anche con Terry Gillian, e soprattutto ad un finale surreale e malinconico che ti rimane in testa e nel cuore .
Comunque ha tanti momenti wtf e allo stesso tempo straordinariamente geniali. A me nessun film di Argento piace quanto questo, anche perché a livello di scrittura c'è un abisso. Sì , ok, Suspiria in particolare è una figata ma sempre e solo a livello visivo. Gli altri registi sono più interessanti ma gli altri film horror italiani che ho visto a me danno sempre quel senso di superamento della linea che li fa scadere nel kitsch. Dellamorte è autoironico invece. E poi nessuno di quelli lo trovo profondo e ti fa riflettere allo stesso modo.
Vabbè, io non sono un fan dell'horror all'italiana.
P.S: mi sono dimenticato di Cani Arrabbiati, che viene considerato l'antesignano dei pulp movie.
Sapevo che esisteva questo film sperimentale di Reggio e Glass ma me l'ero praticamente dimenticato.
Film a livello tematico molto pesante e retorico (lo scimmione del cazzo che ci guarda poteva evitarlo ) come il suo ultimo film "Once within a time"(2023) che è più bello secondo me di Visitors.
Però chi se ne frega (è comunque una sua visione rispettabile soprattutto di un possibile futuro dell'umanità ) anche perché il film è piuttosto interessante e originale a livello visivo con delle idee artistiche a tratti notevoli e immersive.
La cosa sicuramente interessante è che i suoi ultimi film sono comunque sempre un'esperienza visiva piuttosto unica e affascinante anche grazie alla musica di Glass.
Sono molto curioso del nuovo film trilogia/documentario/finzione
di 4 ore e mezza di llinás (la recensione su Cinelapsus sembra interessante ), anche perché dopo "La Flor"(2018) non ho più visto niente del regista argentino.
Nel frattempo avevo visto un'altro film del regista "Cocote"(2017) che è altrettanto bello , interessante e simile per alcune caratteristiche , ma un po' ridondante nella storia e caratterizzazione del protagonista .
Invece PEPE è più bello, originale e immaginifico.
È un film strano e bizzarro che ha una capacità visiva/narrativa di farti ipnotizzare , riflettere e divertire allo stesso tempo, e saper evocare i fantasmi della violenza attraverso linee temporali , piani di realtà e sperimentazione visiva (ha vinto l'orso d'argento per la miglior regia alla Berlinale 2024).
Tra l'altro la cosa curiosa è che per certi versi assomiglia , nonostante siano due film completamente diversi, al bel film/documentario di Mati Diop "Dahomey"(2024) che invece ha vinto L'orso d'oro sempre alla Berlinale dello stesso anno.
Si perché anche il film
(più interessante che veramente bello in assoluto, secondo me )
di Diop mette in scena l'espediente bizzarro di una voce narrante surreale e un po' sarcastica/malinconica che da la voce ad una statua antica africana che dopo tanti anni in un museo francese ritorna finalmente nel suo paese d'origine.
Un po' come succede con la voce narrante nel film di Arias che sostiene di essere il fantasma di Pepe, il primo e unico ippopotamo mai ucciso nelle Americhe.
Cazzo, loro si che mi piacerebbe vederli.
Ho letto la leggenda di Luther Arkwright. Rispetto al primo è meno underground, ha una narrazione più semplice e meno dirompente, e anche a livello grafico perde qualcosa ma resta sempre affascinante. Mi è piaciuto di più rispetto a Cuore dell'Impero, che comunque era bello. Qui Luther ritorna a essere centralissimo e Talbot fa una panoramica sull'umanità a 360°. La storia è in teoria abbastanza epica ma resta con i piedi per terra tutto sommato. È meglio aver letto i precedenti.
Antipodi. Not bad ma David B ha fatto di meglio e Lambè anche. Penso che lo venderò per spazio.
Il diavolo di smiling Woods. Il precedente di Starace mi era piaciuto, ma qui ha toppato per me. Pare un film zombie hollywoodiano. Belli i disegni però. Poi 'sta via di mezzo, un po' slice of life, un po' ambientalista... O fai la cafonata e diverti o fai qualcosa di autoriale.
Un piccolo Omicidio. Riletto e confermo: davvero stratificato e ricco di metafore intelligenti.
Btw, è uscito questa nuova opera di Junji Ito, che mi ricorda Plastic Girl per l'essere più un volume di illustrazioni con una storia che un fumetto classico. Sembra essere anche decisamente più ambizioso nel disegno, e alcune tavole sono state realizzato a olio su pannelli di legno. La storia pare anche riprendere l'inquietudine del quotidiano di Uzumaki, che si cela negli oggetti, nelle persone, nei paesaggi. Chissà...
https://fumettologica.it/2025/05/junji-ito-occhi-j-pop/
In questo film troviamo Nolan ancora acerbo ma il pradosso è che questa sua inesperienza narrativa si trasforma in un punto di forza; infatti c'è come al solito l'intreccio per immagini che però è meno forzato del solito, i pezzi del puzzle vanno automaticamente al loro posto e la ricostruzione degli eventi è logica e accessibile. Rispetto ai suoi film successivi viene meno il giochino di dover ricomporre il 'grande disegno', che alla lunga diventa un esercizio ripetitivo e noioso, oltre ad essere fine a se stesso.
In questo caso la storia ha davvero qualcosa da raccontare, e lo spettatore non sta semplicemente guardando un film-rompicapo per passare il tempo.
I personaggi coinvolti mi sono sembrati più autentici, le situazioni meno artificiose e c'è una morale di fondo. Va da se che Nolan non spettacolarizza come poi ci avrebbe abituato a fare, ogni cosa viene mostrata senza indugiare più del dovuto, e l'atmosfera del film è composta da una pace e da una tranquillità quasi irreale, la tensione filmica è inesistente e va di pari passo con la rinuncia alla vita del protagonista, ormai assorbito dal suo mondo fatto di nulla.
Un b/n sgranato accentua tutte queste sensazioni e se possibile le amplifica.
Il film è comunque telefonato in certi passaggi, e qui si vede davvero la mano di un regista alle prime armi. Il finale ha un bel plot-twist che salva il tutto.
E' il migliore di Nolan? Non lo so, se la gioca con Memento, però tendo a preferire questo perchè appartiene al Nolan pre-hollywoodiano; è quindi un film più quadrato nonostante la poca esperienza del regista.
El Triptico de Mondongo (2024).
C'è poco da fare, Llinás è un genio affabulatore che riesce a trasformare qualsiasi tipo di racconto realistico come un documentario su un duo artistico, i Mondongo appunto, che sono anche suoi amici di lunga data, in qualcosa di indefinibile , molto metanarrativo, sperimentale e spesso anche molto divertente/auto ironico .
Un trittico di film diversi e coerenti, della durata complessiva di 4 ore e mezza, che non ci provo neanche a raccontare perché sarebbe piuttosto inutile.
Per quello c'è un nuovo video su YouTube del canale Salotto Monogatari (uno dei migliori a tema cinema) e la recensione sul sito di cinelapsus (anch'esso di gran lunga uno dei migliori ).
Voto : 9
Ho visto anche Ancestral vision of the future (2025) di jeremiah mosese, film ambientato in Africa, nel piccolo e rurale Lesotho, che Mosese dichiara di essere un'ode al cinema e sua madre.
Un film molto onirico, spirituale/poetico, politico e autobiografico con immagini magnifiche, che però sono un po' appesantite da una voce narrante, quella del regista stesso, ridondante e da una musica a tratti troppo assordante e inquietante.
Voto : 8.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.