Hakuoki: Kyoto Winds - Recensione PlayStation Vita

Dodici samurai e una ragazza disorientata: la visual novel di Idea Factory vi porta in un viaggio all'interno di una Kyoto feudale

di sekai12

La console portatile PlayStation Vita è considerata da un buon numero di anni la casa perfetta per le visual novel, genere andato a consolidarsi sulla piattaforma mobile Sony grazie al contributo delle opere firmate Otomate, brand appartenente a Idea Factory, azienda giapponese produttrice di videogiochi, tra i quali figurano Code: Realize, Norn9 e Amnesia: Memories.
 
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Hakuoki: Kyoto Winds rappresenta un ulteriore passo per la compagnia nel monopolio degli otome, visual novel indirizzate per lo più ad un pubblico femminile. La suddetta saga, di cui analizzeremo un capitolo che potrebbe considerarsi caposaldo per la medesima e da cui è stato estratto un anime, è in particolare un buon punto di approdo per le videogiocatrici interessate ad avvicinarsi agli otome games, complice la possibilità di scelta tra numerosi partner per la nostra relazione romantica.
Se il pubblico maschile necessita di ''waifu'' perfette e imprescindibili, è ora che anche il gentilsesso abbia la sua buona dose di ''husbando''.

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Nei panni di Chizuru Yukimura (o di una ragazza qualsiasi di cui potrete specificare nome e cognome) dovremo ricercare nostro padre, scomparso a seguito di circostanze misteriose.
Gli indizi porteranno la giovane Chizuru ad arrivare a Kyoto, una cittadina pacifica, ma turbata da una guerra fredda e interna tra clan: gli Shinsengumi, guerrieri samurai al servizio degli shogunate, i ''signorotti'' del paese, hanno il compito di vigilare sulla tranquillità dei propri compaesani, ricercando i possibili ribelli pronti a disturbare una pace costruita con tanto sacrificio e devozione.
La protagonista, travestita da uomo onde evitare contatti indesiderati con possibili malviventi, si trova ben presto ad assistere ad una scena atroce, osservata in lontananza da una coppia di Shinsengumi.
Per preservare un segreto inviolabile, la ragazza passerà da 'semplice turista' alla ricerca del padre scomparso a prigioniera dei guerrieri samurai, ignari delle vere intenzioni di Chizuru, ma quantomeno disposti al dialogo; per quanto cercheremo di sfuggire dal loro quartier generale, gli Shinsengumi accoglieranno le nostre richieste (principalmente continuare nella ricerca del nostro obiettivo), a patto che si accetti di venire scortati da un guerriero prestabilito per le strade affollate di Kyoto.

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Le vicende della giovane Chizuru verranno raccontate attraverso una serie di scene distribuite nell'arco di quattro anni, in cui scopriremo, principalmente in base al ragazzo con cui entreremo in maggiore intimità, il vero segreto degli Shinsengumi e le ragioni per cui il padre della protagonista ha lasciato la propria famiglia. Tra ben 12 ragazzi possibili come compagni d'avventura, tuttavia, le differenze narrative risulteranno decisamente poche: Hakuoki: Kyoto Winds, per quanto abbia un numero notevole di personaggi con cui relazionarsi, presenta come difetto principale una trama poco variegata, nella quale un certo elemento soprannaturale farà capolino forzatamente, anche ove non necessario.

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In sintesi, le 12 route possibili vi sembreranno tutte piuttosto simili tra di loro, se non addirittura identiche, fatta eccezione per alcune scenette e situazioni che dipingeranno la vostra relazione romantica.
Quest'ultima, a differenza di altri giochi otome, è decisamente platonica, perciò non aspettatevi scene spinte o particolarmente intime: non troverete neanche una semplice CG raffigurante un appassionante bacio. Una volta svelati i pochi misteri che circondano la trama base del gioco, inoltre, non riscontrerete particolari ragioni per cui cimentarvi nelle route dei personaggi che meno vi attirano: questo, a causa di una fastidiosa monotonia che pervade l'avventura, data non solo dalla scarsa varietà di situazioni, ma anche da personaggi psicologicamente poco caratterizzati.
 
 
L'estetica non è tutto: Hakuoki: Kyoto Winds vanta delle belle tavole illustrate, una colonna sonora dal vibe molto orientale e orecchiabile, ma dalla sostanza discutibile. Nonostante il sistema di scelte sfoggi un numero discreto di opzioni che andranno ad influenzare spesso l'affinità con i personaggi, non avvertirete una storia particolarmente profonda.
Se siete alla ricerca di una visual novel elaborata e toccante, il titolo vi deluderà; se, al contrario, non avete specifiche pretese, l'ultima fatica di Idea Factory International potrebbe fare al caso vostro, intrattenendovi all'interno di una Kyoto feudale per un sufficiente numero di ore.


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