Il numero delle visual novel approdate in questi ultimi anni in Occidente è aumentato esponenzialmente, soprattutto grazie al publisher Aksys Games, conosciuto per aver distribuito il ben noto Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors in Europa e in Nord America.
Amnesia Memories è stato uno dei prodotti creati grazie agli sforzi combinati tra Idea Factory ed il suo Otomate brand, ben ripagati considerando che il pubblico ha apprezzato il titolo. Tuttavia, adesso è giunto il momento di vedere se anche il più recente Code: Realize ~Guardian of Rebirth~ per PlayStation Vita, è in grado di colpire in positivo sia critica che pubblico occidentale.
 
Quale cuore catturerai?


Nonostante Code: Realize ~Guardian of Rebirth~ sia un otome game (quindi indirizzato principalmente al pubblico femminile), possiamo dire fin da subito che in realtà il titolo può essere benissimo apprezzato da qualunque genere di pubblico in quanto, il romanticismo, all'interno del gioco, è stato davvero ben dosato, non è mieloso e nella prima parte del gioco (la route comune a tutti i personaggi, formata da ben otto capitoli) è praticamente assente.
Quest'ultima nota non va intesa tuttavia in senso negativo: benché non ci siano per una grossa fetta del gioco scene dai toni romantici, la storia non perde affatto il suo fascino, anzi, ne sottolinea spesso i toni drammatici e la volontà della protagonista, Cardia, di voler proseguire con determinazione per la sua strada (sia essa al fianco di un compagno di vita o meno).
Ma qual è l'elemento chiave che rende Code: Realize ~Guardian of Rebirth~ un gioco dai toni drammatici? Senza ombra di dubbio, il fatto che l'eroina sia afflitta da uno strano veleno che risiede nel suo corpo e che le impedisce di toccare animali, oggetti o persone senza che esse si sciolgano.
La ragazza è così costretta a vivere per tanti anni all'interno di una villa, quasi del tutto abbandonata; vi è però una motivazione di fondo che spinge Cardia a non uscire dalla sua dimora: un giorno, infatti, dopo essersi svegliata da un lungo sonno, trova una lettera scritta dal proprio padre, sparito misteriosamente. Al suo interno viene riportato: ''Non abbandonare mai questa villa. Tornerò da te. Te lo prometto. Non dovrai mai infrangere queste regole, ad ogni costo. Se lo farai, per te giungeranno solo momenti di sventura. Perché... Tu sei un mostro.''
Quest'ultima frase non è certo quella che sentireste dire da un padre ogni giorno, ma l'intera vicenda ruota proprio attorno a ciò che in realtà è la ragazza, e il perché sia stata abbandonata dal proprio padre mentre nel suo corpo dimora un potente veleno.
Cardia, un giorno, tuttavia, si trova a dover infrangere le regole dettate dalla persona che ha più cara al mondo, e i risultati sono letali: le persone iniziano a chiamarla ''Mostro'', la osservano impauriti, altri con disprezzo, come se fosse la feccia della società. Da quell'evento - che per ragioni di spoiler non riporteremo in dettaglio - la ragazza decide di confinarsi all'interno di una stanza, seduta accanto ad una miriade di peluche, decidendo così di diventare una bambola vivente, che non ha il diritto di provare emozioni, né di rivolgere la parola a qualcuno. Questo, finché non arriverà suo padre. 
 

Cardia: una ragazza velenosa (letteralmente!)

 
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Ma i giorni trascorrono uno dietro l'altro, e Cardia non fa altro che dormire all'interno della sua dimora... Tuttavia, non per molto: all'improvviso, alcune persone entrano nella sua villa (e di certo non in maniera cortese). Si tratta di alcune guardie della regina Vittoria, seguite da un'importante e ben nota figura nella Londra vittoriana (fantasticata nel titolo, ovviamente): Rempart Leonhardt, pronto a ''catturare il mostro'', proprio come gli è stato ordinato. Tutti si presentano quindi davanti la ragazza con in mano un fucile, finché non osservano bene il volto per scoprire che in realtà il mostro famelico di cui si parlava non è altro che una fanciulla indifesa. 
I cani da guardia che il gruppo di soldati aveva portato dietro però la identificano ancora come nemico, ed uno di essi morde la giovane ad una gamba, per poi sciogliersi come gelatina dentro ad un forno a microonde. Le reazioni sono dunque ovvie: la ragazza è letale, nessuno deve toccarla.
Leonhardt cerca di persuadere la giovane con buone intenzioni affinché venga con loro; la decisione di Cardia è quasi immediata: segue le guardie e il braccio destro della Regina fuori dalla villa e davanti ad una carrozza. Ma come farà a montarci su se il suo corpo emana un veleno in grado di sciogliere qualunque cosa e qualunque persona? In realtà, la ragazza indossa dei vestiti, probabilmente progettati dallo stesso padre, che le permettono di rimanere a contatto - seppure non diretto - con le persone e gli oggetti. E' la pelle della giovane a portare sciagura, non i vestiti, che al contrario la proteggono; perciò, il cane che ha morso Cardia è morto poiché con i denti ha avuto diretto contatto con la pelle. 
Spiegato ciò alle guardie e a Leonhardt, la giovane si prepara a salire in carrozza, quando ecco che arriva un altro problema: una persona che sta cercando di sottrarre sotto la faccia del braccio destro della Regina la giovane Cardia. Questo individuo si svela essere nientepopodimeno che Arsène Lupin, ed in men che non si dica rapisce la ragazza con una maestria degna del suo nome.
Cardia è sconcerta dall'improvviso cambiamento di eventi (e probabilmente lo sarà un po' anche il lettore), soprattutto dall'affermazione del ladro gentiluomo: ''A patto che tu mi dia il tuo cuore, io esaudirò un tuo desiderio.''
 
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Una richiesta davvero eccessiva. La ragazza però, dopo un primo momento di stupore, risponde in maniera del tutto tranquilla che vorrebbe, almeno prima di morire, poter toccare la pelle di Lupin.
Il ladro gentiluomo, alla fin dei conti, è colui che rimane più stupito dal cambiamento di eventi.
Ben presto i due si troveranno ad incontrare una serie di personaggi, tra i quali Empey, un ingegnere amico di Lupin un po' pervertito e immediatamente cotto di Cardia, Saint-Germain, conte che dà dimora a Lupin e al suo amico, e molti altri che, man mano che incontreremo nel proseguire della visual novel, entreranno non solo a far parte del gruppo di Lupin, ma diventeranno anche residenti della villa dell'eccentrico Saint-Germain.
Cardia si trova così, per la prima volta, a vivere. Il gruppo di Lupin la accetta per come è, e ben presto si scoprirà che in realtà il ladro gentiluomo e i suoi compagni hanno un qualche tipo di legame con il padre della ragazza: c'è chi vuole scoprire il suo genio (il padre di Cardia si svela essere un importantissimo personaggio all'interno del panorama di Steel London, tant'è che ha costruito praticamente lui la maggior parte delle cose nella città, ad esempio la fonte di energia che nutre le locomotive e le macchine), chi semplicemente aiutare Cardia a mettersi in contatto con quest'ultimo al fine di liberarla dalla maledizione del veleno, e chi vuole uccidere una certa persona collegata al padre della giovane.
 

Code: Realize porta alcuni personaggi ben noti: Lupin e addirittura Sherlock Holmes (qui Herlock Sholmes)

 
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Ognuno ha i suoi motivi per tenere al proprio fianco la fanciulla. Il gruppo arriverà ben presto a quota sette persone, contando Cardia: un ladro gentiluomo, un conte che si diverte con poco, un ingegnere (anche un cuoco in gamba), un'arma umana (!), un ragazzino non proprio comune e un giovane genio dell'alchimia accusato di aver commesso dei crimini in città.
Le premesse per una storia avvincente e originale ci sono davvero tutte, anche lo stesso antagonista sarà in grado di sorprendere i giocatori-lettori con i suoi tranelli e malvagi piani, e vedremo addirittura - cosa insolita per un otome game - sangue a fiumi una volta giunti ad un certo punto della trama.
La struttura dei dialoghi è quella tipica di una visual novel: l'artwork dei personaggi che si alterna tra un'espressione facciale e l'altra, fondali caratterizzati dall'ambientazione londinese (una Londra però altamente tecnologica per il suo periodo), artwork di auto d'epoca e aeronavi, il tutto ovviamente presentato dalla localizzazione inglese inserita all'interno di riquadri. Un peccato che le CG tipiche degli otome games, che vengono proposte solitamente in momenti importanti della trama, siano davvero poche per gli standard; solitamente, infatti, il punto forte delle visual novel sono proprio queste tavole illustrate che inquadrano un personaggio in una posa dinamica, al posto della solita statica utilizzata semplicemente per cambiare le espressioni. 
 
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Altra importante caratteristica delle visual novel e di conseguenza di Code: Realize, è la possibilità di far compiere alla protagonista determinate scelte che andranno ad influenzare più o meno in maniera cruciale l'andamento della trama. In Code, il più delle volte, ciò che diremo alla protagonista di fare attraverso determinate opzioni avrà influenza su quale route otterremo al termine della common route, costituita da otto capitoli (ovviamente, la route è chiamata così perché comune a tutti i personaggi); dopodiché, avremo finalmente accesso alla route del personaggio con cui abbiamo più affinità. Le guide al gioco raccomandano di ottenere le ending dei personaggi date dalle route (composte da altri cinque capitoli) secondo il seguente ordine: Van Helsing, Victor, Impey, Saint-G e infine Lupin, per una migliore comprensione della trama.
Un'altra pecca che abbiamo notato, oltre alla carenza di CG, è il fatto che le scelte da fare sono poche, a volte un capitolo che dura mezz'ora non ne avrà neanche una, portandoci a pensare che l'interattività sia troppo limitata. I finali della visual novel sono tipici del suo genere: avremo una ending buona, cattiva e la migliore tra tutte (true ending) in base alle scelte che faremo. Ogni personaggio avrà il suo set di ending composto da tre in totale e, a volte, la scelta che ci sembrerà la più giusta ci porterà ad ottenere un finale cattivo, che vede la protagonista uccisa (noi abbiamo ottenuto una bad ending durante il finale di Van Helsing in cui, piuttosto che stare immobili legati ad una sedia, abbiamo deciso di muoverci, portando Cardia alla morte per mano di un individuo che non mancherà di sorprendere i giocatori).
L'atmosfera, che sia in un finale cattivo o buono, è impreziosita da un'ottima colonna sonora, incantevole nei momenti più cruciali della trama e nei close-up ai fondali.
 

Conclusioni
 
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Code: Realize  ~Guardian of Rebirth~ è una delle migliori visual novel che troverete sul mercato.
Grazie alla sua storia originale, intrigante e storica, un'atmosfera che non esagera con il romanticismo e i suoi personaggi ben caratterizzati, appassionerà i giocatori sia maschili che femminili, rendendo il gioco otome adatto davvero a tutti.
Il titolo sarebbe stato perfetto se avessero dato più spazio alla possibilità di compiere scelte e ad un arricchimento delle illustrazioni. Ciononostante, raccomandiamo di non perderlo d'occhio, in quanto è, senza ombra di dubbio, una delle visual novel meglio riuscite di Idea Factory.