My Dress-Up Darling
Ho recuperato recentemente questo anime di cui si è tanto parlato nelle stagioni precedenti. Ero dubbioso se guardare questo anime per la singolarità dell'incipit di trama.
Devo ammettere che ne sono rimasto sorpreso... avevo letto di un mare di polemiche su questo adattamento da parte dei fruitori del manga, ma il mio punto di vista è orfano di questo problema.
Questa prima stagione mi è molto piaciuta. Gli episodi sono scivolati velocemente, pur non essendoci una trama particolarmente complessa e piena di colpi di scena.
Ho trovato i due protagonisti assolutamente adorabili. È una commedia a sfondo romantico (per ora solo abbozzato) particolarmente garbata. La sessualizzazione della protagonista è un motivo di polemica assolutamente fine a sé stesso, e il gioco di imbarazzo delle parti è fatto bene. Essenzialmente è la storia di due bravi ragazzi che mettono in scena al meglio il gioco delle parti, mentre si impegnano al massimo per seguire i propri sogni e hobby. Timido e impacciato lui, ma molto maturo e responsabile per la sua età, sottovalutato dai suoi coetanei, e spigliata e apparentemente sicura di sé lei, che appare bellezza inarrivabile, con la puzza sotto il naso, ma che non lo è affatto. Naturalmente, la loro unione di intenti sotto l'egida del cosplay amatoriale e della sartoria avvicinerà molto i due, in un turbine di ormoni adolescenziali confusi e conditi di inesperienza e imbarazzo.
Spero tanto di seguire un degno seguito. Consigliatissimo anche ai non fruitori del genere, ne rimarrete sorpresi. Mezzo voto in meno solo perché la prima stagione dura davvero poco, o comunque mi aspettavo affrontasse qualche questione in più.
Devo ammettere che ne sono rimasto sorpreso... avevo letto di un mare di polemiche su questo adattamento da parte dei fruitori del manga, ma il mio punto di vista è orfano di questo problema.
Questa prima stagione mi è molto piaciuta. Gli episodi sono scivolati velocemente, pur non essendoci una trama particolarmente complessa e piena di colpi di scena.
Ho trovato i due protagonisti assolutamente adorabili. È una commedia a sfondo romantico (per ora solo abbozzato) particolarmente garbata. La sessualizzazione della protagonista è un motivo di polemica assolutamente fine a sé stesso, e il gioco di imbarazzo delle parti è fatto bene. Essenzialmente è la storia di due bravi ragazzi che mettono in scena al meglio il gioco delle parti, mentre si impegnano al massimo per seguire i propri sogni e hobby. Timido e impacciato lui, ma molto maturo e responsabile per la sua età, sottovalutato dai suoi coetanei, e spigliata e apparentemente sicura di sé lei, che appare bellezza inarrivabile, con la puzza sotto il naso, ma che non lo è affatto. Naturalmente, la loro unione di intenti sotto l'egida del cosplay amatoriale e della sartoria avvicinerà molto i due, in un turbine di ormoni adolescenziali confusi e conditi di inesperienza e imbarazzo.
Spero tanto di seguire un degno seguito. Consigliatissimo anche ai non fruitori del genere, ne rimarrete sorpresi. Mezzo voto in meno solo perché la prima stagione dura davvero poco, o comunque mi aspettavo affrontasse qualche questione in più.
Quando cominci un anime categorizzato come “ecchi” senza apparenti pretese e ti ritrovi a comprare tutta la serie manga, significa che qualcosa è successo.
È successo che l’anime, sebbene sia sicuramente molto leggero e allegro, ha effettivamente una trama da seguire, una tematica ben definita (il mondo del cosplay) e che viene approfondita seriamente, dei personaggi ottimamente caratterizzati a cui ti affezioni, e dei disegni stupendi, quindi alla fine ne rimani così coinvolto, che non puoi aspettare la seconda stagione per vedere come continua la storia.
Premessa: apparentemente, siamo davanti alla solita inflazionata premessa da romcom, storia d’amore tra ragazzo introverso senza amici e ragazza bellissima e popolare. Tuttavia in questo caso c’è un quid in più rappresentato dal contesto: il mondo del cosplay. Mentre nella maggior parte delle romcom il contesto che funge da premessa è giusto un pretesto iniziale che viene buttato lì per permettere ai protagonisti di conoscersi, per poi venire quasi subito dimenticato per passare ai soliti cliché, in “My Dress-Up Darling” il mondo del cosplay resta sempre al centro di tutta la narrazione. Non serve solo come spunto per delle gag, bensì è approfondito in maniera incredibile, scendendo in dettagli realistici sui tessuti, sulle definizioni delle varie tipologie di cosplay, sulle tecniche per modificare i lineamenti del viso o del corpo, ecc.
Mi ha letteralmente affascinato e insegnato tantissimo su questo mondo che alle fiere ho sempre osservato con curiosità.
Possiamo dire che il mondo del cosplay è effettivamente il tema principale di tutta la serie, oltre ad essere l’ambiente in cui i protagonisti avranno modo di conoscersi e legarsi sempre di più. Pure gli altri personaggi significativi che andremo a conoscere sono praticamente tutti legati a questo mondo, e ci faranno conoscere ognuno degli aspetti nuovi del cosplay.
Davvero degni di nota sono i disegni: bellissimi, una gioia per gli occhi, molto curati nei dettagli dei vestiti (aspetto fondamentale, visto il tema del manga) e nell’espressività dei volti.
Il fanservice c’è, ma è fatto bene, limitato, mai invasivo o gratuito, e soprattutto ha una sua giustificazione proprio per il tema che tratta: il mondo del cosplay è fatto di gente che riproduce l’aspetto di personaggi di manga o videogiochi, e questi personaggi spesso hanno un aspetto prorompente, sexy, dunque le scene ecchi ci stanno, hanno un senso e non sono mai cringe.
E poi c’è lei, Marin, che si prende tutti i riflettori.
Non mi piace esagerare con i giudizi, ma stavolta lo devo proprio dire senza ombra di dubbio: è una delle gyaru più belle che si siano mai viste, ovunque, manga o anime che sia. Inoltre, è un personaggio travolgente sotto ogni aspetto: è vitale, solare, spontanea, sempre sorridente, un po' goffa ma senza vergogna. Inoltre, aspetto che trovo assolutamente meraviglioso, è una ragazza che si entusiasma ogni volta che vede qualcuno appassionato per qualcosa, dandogli così forza e coraggio.
È letteralmente impossibile non adorare questo personaggio.
Dall’altra parte c’è Gojo, anche lui un personaggio devo dire molto azzeccato. Un aspetto che apprezzo tantissimo di Gojo è che, nonostante a conti fatti sia il classico protagonista timido emarginato delle romcom, è così ben caratterizzato, da risultare credibile. Quante volte ci siamo sentiti frustrati nel vedere il protagonista di una romcom non cogliere l'ennesimo segnale super-esplicito dalla sua bella, ovviamente innamorata di lui? Quante volte abbiamo sbottato esasperati: “Come fai a non capire che le piaci?! Svegliati, imbecille!”.
Con Gojo no. Intanto perché Marin di approcci davvero espliciti, di quelli che solo un idiota può non cogliere, non ne fa. Ma poi il punto è che Gojo è un ragazzo d’altri tempi trapiantato nel mondo contemporaneo, che ha vissuto sempre chiuso in casa col nonno e appassionato di una cosa super tradizionale. È proprio un’anima candida con una mentalità all’antica, e inoltre ha una passione tale per la sartoria, che, quando ci si mette, va quasi in trance, si distrae da tutto il resto. Pertanto risulta verosimile che certi segnali possa non coglierli, perché in quei frangenti lui pensa proprio ad altro. Non c’è la sensazione che sia una sottospecie di ritardato.
L’affiatamento che si crea tra i due è qualcosa di speciale, sempre positivo, allegro. Stupendo.
Spero vivamente che facciano la seconda stagione (so che è in cantiere da più di un anno), il materiale nel manga c’è ampiamente.
Che altro dire? È una delle romcom più piacevoli che abbia mai visto, leggera, fresca e con due protagonisti a cui è impossibile non affezionarsi. Le dodici puntate ve le mangerete in un istante. Stra-consigliata!
Il voto finale potrebbe sembrare esagerato, ma ho aggiunto un +1 per Marin, che è davvero meravigliosa e travolgente.
È successo che l’anime, sebbene sia sicuramente molto leggero e allegro, ha effettivamente una trama da seguire, una tematica ben definita (il mondo del cosplay) e che viene approfondita seriamente, dei personaggi ottimamente caratterizzati a cui ti affezioni, e dei disegni stupendi, quindi alla fine ne rimani così coinvolto, che non puoi aspettare la seconda stagione per vedere come continua la storia.
Premessa: apparentemente, siamo davanti alla solita inflazionata premessa da romcom, storia d’amore tra ragazzo introverso senza amici e ragazza bellissima e popolare. Tuttavia in questo caso c’è un quid in più rappresentato dal contesto: il mondo del cosplay. Mentre nella maggior parte delle romcom il contesto che funge da premessa è giusto un pretesto iniziale che viene buttato lì per permettere ai protagonisti di conoscersi, per poi venire quasi subito dimenticato per passare ai soliti cliché, in “My Dress-Up Darling” il mondo del cosplay resta sempre al centro di tutta la narrazione. Non serve solo come spunto per delle gag, bensì è approfondito in maniera incredibile, scendendo in dettagli realistici sui tessuti, sulle definizioni delle varie tipologie di cosplay, sulle tecniche per modificare i lineamenti del viso o del corpo, ecc.
Mi ha letteralmente affascinato e insegnato tantissimo su questo mondo che alle fiere ho sempre osservato con curiosità.
Possiamo dire che il mondo del cosplay è effettivamente il tema principale di tutta la serie, oltre ad essere l’ambiente in cui i protagonisti avranno modo di conoscersi e legarsi sempre di più. Pure gli altri personaggi significativi che andremo a conoscere sono praticamente tutti legati a questo mondo, e ci faranno conoscere ognuno degli aspetti nuovi del cosplay.
Davvero degni di nota sono i disegni: bellissimi, una gioia per gli occhi, molto curati nei dettagli dei vestiti (aspetto fondamentale, visto il tema del manga) e nell’espressività dei volti.
Il fanservice c’è, ma è fatto bene, limitato, mai invasivo o gratuito, e soprattutto ha una sua giustificazione proprio per il tema che tratta: il mondo del cosplay è fatto di gente che riproduce l’aspetto di personaggi di manga o videogiochi, e questi personaggi spesso hanno un aspetto prorompente, sexy, dunque le scene ecchi ci stanno, hanno un senso e non sono mai cringe.
E poi c’è lei, Marin, che si prende tutti i riflettori.
Non mi piace esagerare con i giudizi, ma stavolta lo devo proprio dire senza ombra di dubbio: è una delle gyaru più belle che si siano mai viste, ovunque, manga o anime che sia. Inoltre, è un personaggio travolgente sotto ogni aspetto: è vitale, solare, spontanea, sempre sorridente, un po' goffa ma senza vergogna. Inoltre, aspetto che trovo assolutamente meraviglioso, è una ragazza che si entusiasma ogni volta che vede qualcuno appassionato per qualcosa, dandogli così forza e coraggio.
È letteralmente impossibile non adorare questo personaggio.
Dall’altra parte c’è Gojo, anche lui un personaggio devo dire molto azzeccato. Un aspetto che apprezzo tantissimo di Gojo è che, nonostante a conti fatti sia il classico protagonista timido emarginato delle romcom, è così ben caratterizzato, da risultare credibile. Quante volte ci siamo sentiti frustrati nel vedere il protagonista di una romcom non cogliere l'ennesimo segnale super-esplicito dalla sua bella, ovviamente innamorata di lui? Quante volte abbiamo sbottato esasperati: “Come fai a non capire che le piaci?! Svegliati, imbecille!”.
Con Gojo no. Intanto perché Marin di approcci davvero espliciti, di quelli che solo un idiota può non cogliere, non ne fa. Ma poi il punto è che Gojo è un ragazzo d’altri tempi trapiantato nel mondo contemporaneo, che ha vissuto sempre chiuso in casa col nonno e appassionato di una cosa super tradizionale. È proprio un’anima candida con una mentalità all’antica, e inoltre ha una passione tale per la sartoria, che, quando ci si mette, va quasi in trance, si distrae da tutto il resto. Pertanto risulta verosimile che certi segnali possa non coglierli, perché in quei frangenti lui pensa proprio ad altro. Non c’è la sensazione che sia una sottospecie di ritardato.
L’affiatamento che si crea tra i due è qualcosa di speciale, sempre positivo, allegro. Stupendo.
Spero vivamente che facciano la seconda stagione (so che è in cantiere da più di un anno), il materiale nel manga c’è ampiamente.
Che altro dire? È una delle romcom più piacevoli che abbia mai visto, leggera, fresca e con due protagonisti a cui è impossibile non affezionarsi. Le dodici puntate ve le mangerete in un istante. Stra-consigliata!
Il voto finale potrebbe sembrare esagerato, ma ho aggiunto un +1 per Marin, che è davvero meravigliosa e travolgente.
Se state leggendo il manga, sappiate che è davvero uguale... solo che l'anime è meglio!
Trama e storia
Lei è Marin, la ragazza più apprezzata della classe... allegra, vivace, divertente, alla moda, fa la modella, segue manga e anime e vuole fare cosplay. Lui viene da un mondo completamente diverso, introverso, solitario, abito classico da artigiano, da grande vuole creare bambole Hina. Lei non sa cucire un bottone. Lui sa usare la macchina da cucire (e non solo).
Questo sostanzialmente è lo spunto da cui prende il via questa serie che ricalca le vicende dell'omonimo manga. I dodici episodi ripercorrono gli eventi dei primi cinque o sei volumetti, ma, personalmente, li ho preferiti. Il manga in alcune fasi è davvero troppo incentrato sugli aspetti tecnici del cosplay e, per me che non sono troppo interessato, questo in alcuni punti è risultato abbastanza pesante. Personalmente ho apprezzato di più l'anime proprio per questo: sì, qualche dettaglio tecnico qua e là è presente, ma la serie animata si concentra in modo decisamente più importante sull'aspetto rom-com, sul rapporto tra Marin e Hojo. Non inventa né aggiunge niente, semplicemente tagliando la parte relativa alla costruzione dei costumi, il focus risulta molto più spostato. Il taglio in alcuni episodi è quasi da slice of life, e in generale personalmente l'ho trovata una serie davvero godibile.
Sviluppo dei personaggi
I dodici episodi si reggono per un buon 80% sui due protagonisti. C'è qualche comprimario importante (che tornerà nella seconda stagione) che rimane per un paio di episodi, ma la verità è che si è scelto davvero di puntare tantissimo sull'aspetto di coppia.
Gojo è un personaggio un po' noioso, ma non è sgradevole. Però, e questa è una cosa che non cambia mai nel corso della serie, è davvero troppo fuori dal tempo. Sembra che sia uscito da un film di Yasujiro Ozu degli anni '50 sulla vita rurale e l'abbiano trapiantato nella Tokyo di oggi.
Marin, al contrario, è un personaggio estroverso e solare, godibilissimo, che regge su di sé il peso dell'intera serie. Forse anche un po' sopra le righe, mi sento di dire, ma non in modo sgradevole o sconveniente.
Detto ciò, si percepisce una crescita di Marin e Gojo nell'arco di tutti i dodici episodi, mano a mano che i personaggi vengono approfonditi e che la relazione di amicizia tra i due si va stringendo, trasformandosi.
Animazioni e disegni
E qui è dura. Per un buon 90% i disegni mi sono sembrati ottimi... ma c'è un 10% di animazioni in movimento (principalmente) che ho trovato realizzate male, approssimative, e in cui ho pensato: "Ma che è 'sta cafonata?". Se consideriamo che è un anime piuttosto tranquillo, e che quindi le animazioni dovrebbero essere pura routine, non è una cosa trascurabile.
Comparto sonoro
La sigla iniziale è carina, l'ho ascoltata un paio di volte, ma mi ha stufato velocemente. Ma lì sono gusti, immagino. Per il resto mi è sembrato che gli effetti sonori fossero realizzati bene e, nei primi episodi, che ho guardato in giapponese, mi è parso che il doppiaggio fosse di ottimo livello.
Adattamento
Dopo aver guardato i primi due episodi in giapponese, sono passato all'italiano e sono rimasto stupito dal fatto che la voce di Marin, opinione personale, è migliore dell'originale. La doppiatrice (Deborah Morese) secondo me ha fatto un lavoro davvero pregevole nel dare vita al personaggio. Per il resto la parte più complessa dell'adattamento immagino sia stata quella riguardante i nomi dei prodotti per il cosplay, che in molti casi sono nomi tecnici. Per quanto ne capisco, mi sembra sia stato fatto un buon lavoro.
In definitiva
La mia valutazione complessiva è quindi assolutamente buona, e sinceramente spero che la seconda stagione esca al più presto.
Trama e storia
Lei è Marin, la ragazza più apprezzata della classe... allegra, vivace, divertente, alla moda, fa la modella, segue manga e anime e vuole fare cosplay. Lui viene da un mondo completamente diverso, introverso, solitario, abito classico da artigiano, da grande vuole creare bambole Hina. Lei non sa cucire un bottone. Lui sa usare la macchina da cucire (e non solo).
Questo sostanzialmente è lo spunto da cui prende il via questa serie che ricalca le vicende dell'omonimo manga. I dodici episodi ripercorrono gli eventi dei primi cinque o sei volumetti, ma, personalmente, li ho preferiti. Il manga in alcune fasi è davvero troppo incentrato sugli aspetti tecnici del cosplay e, per me che non sono troppo interessato, questo in alcuni punti è risultato abbastanza pesante. Personalmente ho apprezzato di più l'anime proprio per questo: sì, qualche dettaglio tecnico qua e là è presente, ma la serie animata si concentra in modo decisamente più importante sull'aspetto rom-com, sul rapporto tra Marin e Hojo. Non inventa né aggiunge niente, semplicemente tagliando la parte relativa alla costruzione dei costumi, il focus risulta molto più spostato. Il taglio in alcuni episodi è quasi da slice of life, e in generale personalmente l'ho trovata una serie davvero godibile.
Sviluppo dei personaggi
I dodici episodi si reggono per un buon 80% sui due protagonisti. C'è qualche comprimario importante (che tornerà nella seconda stagione) che rimane per un paio di episodi, ma la verità è che si è scelto davvero di puntare tantissimo sull'aspetto di coppia.
Gojo è un personaggio un po' noioso, ma non è sgradevole. Però, e questa è una cosa che non cambia mai nel corso della serie, è davvero troppo fuori dal tempo. Sembra che sia uscito da un film di Yasujiro Ozu degli anni '50 sulla vita rurale e l'abbiano trapiantato nella Tokyo di oggi.
Marin, al contrario, è un personaggio estroverso e solare, godibilissimo, che regge su di sé il peso dell'intera serie. Forse anche un po' sopra le righe, mi sento di dire, ma non in modo sgradevole o sconveniente.
Detto ciò, si percepisce una crescita di Marin e Gojo nell'arco di tutti i dodici episodi, mano a mano che i personaggi vengono approfonditi e che la relazione di amicizia tra i due si va stringendo, trasformandosi.
Animazioni e disegni
E qui è dura. Per un buon 90% i disegni mi sono sembrati ottimi... ma c'è un 10% di animazioni in movimento (principalmente) che ho trovato realizzate male, approssimative, e in cui ho pensato: "Ma che è 'sta cafonata?". Se consideriamo che è un anime piuttosto tranquillo, e che quindi le animazioni dovrebbero essere pura routine, non è una cosa trascurabile.
Comparto sonoro
La sigla iniziale è carina, l'ho ascoltata un paio di volte, ma mi ha stufato velocemente. Ma lì sono gusti, immagino. Per il resto mi è sembrato che gli effetti sonori fossero realizzati bene e, nei primi episodi, che ho guardato in giapponese, mi è parso che il doppiaggio fosse di ottimo livello.
Adattamento
Dopo aver guardato i primi due episodi in giapponese, sono passato all'italiano e sono rimasto stupito dal fatto che la voce di Marin, opinione personale, è migliore dell'originale. La doppiatrice (Deborah Morese) secondo me ha fatto un lavoro davvero pregevole nel dare vita al personaggio. Per il resto la parte più complessa dell'adattamento immagino sia stata quella riguardante i nomi dei prodotti per il cosplay, che in molti casi sono nomi tecnici. Per quanto ne capisco, mi sembra sia stato fatto un buon lavoro.
In definitiva
La mia valutazione complessiva è quindi assolutamente buona, e sinceramente spero che la seconda stagione esca al più presto.
Questa è la storia di un ragazzo, Gojo, solo, che parla con delle bambole, che si ritrova a casa sua mezza nuda la "gyaru" Marin, della sua classe. Un po' improbabile, no? Comunque, tralasciando alcuni particolari e il fatto che sia abbastanza "fanservice" (il che non mi dispiace affatto), lo ritengo un anime di tutto rispetto e anche il più bello dell'estate 2022, secondo me. Questo anime affronta un argomento nuovo, infatti parliamo di cosplay, e può essere un po' d'aiuto a chi fa cosplay al giorno d'oggi. La storia non annoia, vediamo che pian piano la relazione cresce e non è monotona (non citando altri anime come "Rent...").
Spero che di questo anime facciano una seconda stagione al più presto, che la storia resti divertente e che lo sviluppo della relazione tra i due continui a crescere.
Spero che di questo anime facciano una seconda stagione al più presto, che la storia resti divertente e che lo sviluppo della relazione tra i due continui a crescere.
È una serie romance con personaggi principali accattivanti e non piatti, un protagonista che, nonostante sia alle prime armi, non sembra la solita macchietta che di solito caratterizza questi prodotti.
I punti di forza della serie sono proprio i personaggi e i loro dialoghi, non lasciando però da parte la vena leggera e comica che pervade sempre l'opera. Quel che più mi piace è il fatto che i protagonisti, oltre ad essere tridimensionali, sembrano di fatto umani, con le loro insicurezze, paure, pregi e difetti. Marin, la protagonista femminile, è presentata apparentemente come la ragazza perfetta, ma basteranno pochi episodi per scoprila impacciata, a volte insicura e soprattutto imbranata.
"My Dress-up Darling" è divenuta famosa per le sue scene osé, io onestamente non sono contro di esse, anzi, se ben messe e contestualizzate, possono arricchire le opere di momenti piccanti, e poi, diciamocela tutta, i romance senza flirt o eros per me ormai risultano irrealistici o comunque infantili. Ben venga che esistano anche essi, ma di certo preferisco altro. Detto questo, sicuramente non sono un elemento invasivo o eccessivamente presente, sono state inserite in maniera ponderata e per me non eccessiva.
I protagonisti sono alle prime armi, quindi di fatto abbiamo due persone impacciate e che ancora non conoscono bene né il proprio corpo né, figuriamoci, quello del sesso opposto. Detto questo, il tema principale, che si palesa sin dalla prima scena, è quello dell'importanza di seguire le proprie passioni e i propri sogni, anche se queste non sono "popolari" o se sono considerate "strane", senza badare al giudizio altrui e avendo il coraggio di non nasconderle e di mostrarsi per quello che si è.
Cosa c'è di più impopolare di un ragazzo con la passione per le bambole? Probabilmente qualcuno a cui piace anche costruirle e che le ama a tal punto da parlarci e da trattarle come persone. Gojo questo lo impara a sue spese sin da bambino, quando forse la sua migliore amica si dimostra infastidita dalla sua "anormalità", abbandonandolo e ferendolo a tal punto, da farlo chiudere definitivamente in sé stesso, almeno fino a che questo non conosce Marin.
"Se una cosa non ti va di farla, dovresti dirlo apertamente": quante volte da ragazzi siamo caduti nel tranello di fare qualcosa non nelle nostre corde solo per apparire migliori agli occhi degli altri, per far piacere a qualcuno a cui non importa nulla di noi o per integrarci? Quest'opera invece potrebbe insegnare ai ragazzi più "deboli" che loro non sono sbagliati e che il vero errore è farsi sopraffare dalla massa e farsi ingiustamente sfruttare dagli altri.
Lungi da me il voler presentare quest'opera come un qualcosa di estremamente profondo ed elaborato, ma sicuramente riesce nei suoi intenti dell'essere una serie romance comica, intrattenente, con personaggi ben scritti e dialoghi quasi mai banali e che di base non si presenta sterile o fine a sé stessa, ma che di fatto ha qualcosa da dire e da lasciare allo spettatore. A questo si aggiunge un'ottima cura nelle animazioni, anche se con rari, ovvi e scusabili cali, OST calzanti e una regia che a me è piaciuta davvero tanto.
I punti di forza della serie sono proprio i personaggi e i loro dialoghi, non lasciando però da parte la vena leggera e comica che pervade sempre l'opera. Quel che più mi piace è il fatto che i protagonisti, oltre ad essere tridimensionali, sembrano di fatto umani, con le loro insicurezze, paure, pregi e difetti. Marin, la protagonista femminile, è presentata apparentemente come la ragazza perfetta, ma basteranno pochi episodi per scoprila impacciata, a volte insicura e soprattutto imbranata.
"My Dress-up Darling" è divenuta famosa per le sue scene osé, io onestamente non sono contro di esse, anzi, se ben messe e contestualizzate, possono arricchire le opere di momenti piccanti, e poi, diciamocela tutta, i romance senza flirt o eros per me ormai risultano irrealistici o comunque infantili. Ben venga che esistano anche essi, ma di certo preferisco altro. Detto questo, sicuramente non sono un elemento invasivo o eccessivamente presente, sono state inserite in maniera ponderata e per me non eccessiva.
I protagonisti sono alle prime armi, quindi di fatto abbiamo due persone impacciate e che ancora non conoscono bene né il proprio corpo né, figuriamoci, quello del sesso opposto. Detto questo, il tema principale, che si palesa sin dalla prima scena, è quello dell'importanza di seguire le proprie passioni e i propri sogni, anche se queste non sono "popolari" o se sono considerate "strane", senza badare al giudizio altrui e avendo il coraggio di non nasconderle e di mostrarsi per quello che si è.
Cosa c'è di più impopolare di un ragazzo con la passione per le bambole? Probabilmente qualcuno a cui piace anche costruirle e che le ama a tal punto da parlarci e da trattarle come persone. Gojo questo lo impara a sue spese sin da bambino, quando forse la sua migliore amica si dimostra infastidita dalla sua "anormalità", abbandonandolo e ferendolo a tal punto, da farlo chiudere definitivamente in sé stesso, almeno fino a che questo non conosce Marin.
"Se una cosa non ti va di farla, dovresti dirlo apertamente": quante volte da ragazzi siamo caduti nel tranello di fare qualcosa non nelle nostre corde solo per apparire migliori agli occhi degli altri, per far piacere a qualcuno a cui non importa nulla di noi o per integrarci? Quest'opera invece potrebbe insegnare ai ragazzi più "deboli" che loro non sono sbagliati e che il vero errore è farsi sopraffare dalla massa e farsi ingiustamente sfruttare dagli altri.
Lungi da me il voler presentare quest'opera come un qualcosa di estremamente profondo ed elaborato, ma sicuramente riesce nei suoi intenti dell'essere una serie romance comica, intrattenente, con personaggi ben scritti e dialoghi quasi mai banali e che di base non si presenta sterile o fine a sé stessa, ma che di fatto ha qualcosa da dire e da lasciare allo spettatore. A questo si aggiunge un'ottima cura nelle animazioni, anche se con rari, ovvi e scusabili cali, OST calzanti e una regia che a me è piaciuta davvero tanto.
Trama: 7/10
Lui e lei si ritrovano a condividere un hobby. Non si distingue per la trama in sé, diciamocela tutta, ma funziona davvero bene questa base. Ogni episodio non è mai un continuo caso astrale dei due che si incontrano, ma appunto, dato il fatto di condividere un hobby, rende il tutto plausibile e sensato. Le vicende e il voler seguire i pensieri dei due protagonisti vi faranno innamorare di questo anime. L'evolversi delle relazioni tra i personaggi intrattiene e funziona molto bene, anche di quelle tra i personaggi secondari.
Intrattenimento: 10/10
Non mi pento assolutamente di aver scelto di mettere in pausa altri anime per ammirare questa piccola perla. Ho adorato ogni episodio di questo anime, godendomelo fino in fondo. Ti strappa dei sorrisi, ti fa sentire quanto single sei, magari (sempre se siete single). Ma fa anche emozionare in alcuni momenti. Non ha alcun tratto melodrammatico, trasmette molta energia positiva.
Disegni: 10/10
Avete di fronte un anime con ottimi disegni dei personaggi. Saranno praticamente zero le scene dove i protagonisti sembreranno malformi o abbozzati; anche se sfornato negli ultimi anni, non è da sottovalutare. Data anche la sceneggiatura dei personaggi (dove l'aspetto copre un ruolo importante), direi che se la sono cercata, e hanno fatto un ottimo lavoro.
Animazioni: 8/10
Tett... volevo dire cura dei movimenti del corpo dei personaggi niente male, nulla di speciale. Le scene sono sempre particolarmente statiche, nella maggior parte dei casi. Ma risulta sempre molto piacevole e non fa perdere credibilità. In un particolare episodio la fisica delle tette è stata eccelsa, come neanche negli hentai.
Voto finale: 9/10
Tutto sommato, per il suo genere, fa il suo sporco lavoro. Funziona tutto molto bene, nel complesso, facendoti venire anche voglia di vederne ancora e ancora.
Avrà sicuramente una prossima stagione, nel caso sia un fattore importante per la vostra decisione nel vederlo o meno.
Lui e lei si ritrovano a condividere un hobby. Non si distingue per la trama in sé, diciamocela tutta, ma funziona davvero bene questa base. Ogni episodio non è mai un continuo caso astrale dei due che si incontrano, ma appunto, dato il fatto di condividere un hobby, rende il tutto plausibile e sensato. Le vicende e il voler seguire i pensieri dei due protagonisti vi faranno innamorare di questo anime. L'evolversi delle relazioni tra i personaggi intrattiene e funziona molto bene, anche di quelle tra i personaggi secondari.
Intrattenimento: 10/10
Non mi pento assolutamente di aver scelto di mettere in pausa altri anime per ammirare questa piccola perla. Ho adorato ogni episodio di questo anime, godendomelo fino in fondo. Ti strappa dei sorrisi, ti fa sentire quanto single sei, magari (sempre se siete single). Ma fa anche emozionare in alcuni momenti. Non ha alcun tratto melodrammatico, trasmette molta energia positiva.
Disegni: 10/10
Avete di fronte un anime con ottimi disegni dei personaggi. Saranno praticamente zero le scene dove i protagonisti sembreranno malformi o abbozzati; anche se sfornato negli ultimi anni, non è da sottovalutare. Data anche la sceneggiatura dei personaggi (dove l'aspetto copre un ruolo importante), direi che se la sono cercata, e hanno fatto un ottimo lavoro.
Animazioni: 8/10
Tett... volevo dire cura dei movimenti del corpo dei personaggi niente male, nulla di speciale. Le scene sono sempre particolarmente statiche, nella maggior parte dei casi. Ma risulta sempre molto piacevole e non fa perdere credibilità. In un particolare episodio la fisica delle tette è stata eccelsa, come neanche negli hentai.
Voto finale: 9/10
Tutto sommato, per il suo genere, fa il suo sporco lavoro. Funziona tutto molto bene, nel complesso, facendoti venire anche voglia di vederne ancora e ancora.
Avrà sicuramente una prossima stagione, nel caso sia un fattore importante per la vostra decisione nel vederlo o meno.
"My Dress-Up Darling" parla di un liceale di nome Wakana Gojou, di quindici anni, che in passato fu traumatizzato a causa delle sue passioni per così dire "femminili", e da quel giorno divenne un asociale. A scuola si rende conto di essere l'unico diverso da tutti e fa fatica a fare amicizia, ma un giorno si avvicina una scolaretta di nome Kitagawa che ha la passione di fare cosplay. Presto loro due legheranno e condivideranno le loro passioni, diventando degli "ottimi amici".
Parto dal presupposto che a me i romance non fanno impazzire, ma quest'anime è stato veramente godibile sotto ogni punto di vista, tranne per il protagonista che arrossisce ogni tre frame, e dopo un po' inizia a diventare imbarazzante da guardare anche per lo spettatore.
L'anime in generale sprofonda nel disagio più totale anche con il fanservice, che ci mette sempre del suo nei romance come questo, facendo capitare momenti di puro imbarazzo. Di momenti carini ce ne sono tanti, e ti strappano pure un sorriso mentre li guardi, ma alla fine l'anime non risulta nemmeno troppo ripetitivo, visto che col progredire degli episodi l'atmosfera, i luoghi e l'avvenire dei fatti cambiano, notando anche con piacere che ad ogni episodio i due ragazzi si spingono a fare sempre cose più insolite.
Il finale è stato veramente ben fatto, per una serie che contiene solo dodici episodi, ma che ben presto avrà una seconda stagione; possiamo ammirare tutta la felicità del protagonista, mentre guarda i fuochi d'artificio da vicino insieme alla sua Kitagawa: mi ha trasmesso un forte senso di tristezza e solitudine sentirlo parlare dei suoi anni passati da solo in camera.
L'anime promette bene: con solo dodici episodi mi ha intrattenuto molto, perché in fondo la semplicità è quello che noi spettatori cerchiamo in un anime.
Voto: 7
Parto dal presupposto che a me i romance non fanno impazzire, ma quest'anime è stato veramente godibile sotto ogni punto di vista, tranne per il protagonista che arrossisce ogni tre frame, e dopo un po' inizia a diventare imbarazzante da guardare anche per lo spettatore.
L'anime in generale sprofonda nel disagio più totale anche con il fanservice, che ci mette sempre del suo nei romance come questo, facendo capitare momenti di puro imbarazzo. Di momenti carini ce ne sono tanti, e ti strappano pure un sorriso mentre li guardi, ma alla fine l'anime non risulta nemmeno troppo ripetitivo, visto che col progredire degli episodi l'atmosfera, i luoghi e l'avvenire dei fatti cambiano, notando anche con piacere che ad ogni episodio i due ragazzi si spingono a fare sempre cose più insolite.
Il finale è stato veramente ben fatto, per una serie che contiene solo dodici episodi, ma che ben presto avrà una seconda stagione; possiamo ammirare tutta la felicità del protagonista, mentre guarda i fuochi d'artificio da vicino insieme alla sua Kitagawa: mi ha trasmesso un forte senso di tristezza e solitudine sentirlo parlare dei suoi anni passati da solo in camera.
L'anime promette bene: con solo dodici episodi mi ha intrattenuto molto, perché in fondo la semplicità è quello che noi spettatori cerchiamo in un anime.
Voto: 7
Una piacevolissima sorpresa.
"My Dress-up Darling" ci mostra la vita di tutti i giorni del protagonista Wakana Gojo, patito delle bambole hina e abilissimo sarto, e di Marin Kitagawa, una vivacissima e iperattiva gyaru con una grandissima passione per gli anime e il cosplay.
Da amante della moda gyaru e ganguro ho tardato eccessivamente nell'iniziare a vedere questa serie, complici anche altri fattori, ma, ora che l'ho fatto, posso dire di essere rimasto piacevolissimamente sorpreso.
La trama lascia presupporre il solito schema del soft-ecchi odierno: tante situazioni equivoche, protagonista verginello e avvenente protagonista femminile... ma fortunatamente sono stato smentito nelle parti che avrebbero rovinato il tutto. Il fanservice c'è, ma non è mai eccessivo o sopra le righe. L'opera si concentra soprattutto sulle personalità di Wakana e Marin, diametralmente opposte ma incastrate alla perfezione, e sui loro interessi "insoliti" agli occhi di chi li circonda: Marin è iperattiva, gioiosa, tenerissima e molto schietta, fiera della sua passione di cosplayer, al contrario dell'estremamente timido e introverso Wakana, il quale si vergogna profondamente del suo amore per le bambole Hina. Ho adorato come si è evoluto il loro rapporto nella serie e soprattutto ho adorato che la serie non è trasformata, almeno fino ad ora, in un harem copia-incollato, anzi, il focus principale rimangono sempre e comunque Marin e Wakana, con efficaci e interessanti comparse come Juju e sua sorella minore.
Sopra ogni altra cosa, mi è piaciuto tantissimo il messaggio di fondo importante che l'anime ha voluto far passare in maniera molto leggera ma anche molto significativa: mai vergognarsi delle proprie passioni.
Trama e personaggi, per il genere, sono davvero fatti benissimo. L'unica cosa che posso criticare è l'ultimo episodio, che non è altro che un gigantesco filler.
Il lato tecnico è secondo me uno dei migliori degli anime più recenti, e forse uno dei miei preferiti. Il tratto è pulito e animato divinamente, sia le scene normali che le scene "deformed". Marin è bellissima e caratterizzata in maniera perfetta nel suo aspetto fisico e in ogni costume che indossa. Le musiche sono molto carine e mi sembra di aver udito delle musiche classiche riadattate, il che è buonissimo. Opening ed ending carine, soprattutto l'ending.
Un anime molto semplice, leggero, ma con tantissimi accorgimenti e dettagli che contribuiscono a creare un'opera piacevolissima. Senza dubbio lo consiglio a tutti.
"My Dress-up Darling" ci mostra la vita di tutti i giorni del protagonista Wakana Gojo, patito delle bambole hina e abilissimo sarto, e di Marin Kitagawa, una vivacissima e iperattiva gyaru con una grandissima passione per gli anime e il cosplay.
Da amante della moda gyaru e ganguro ho tardato eccessivamente nell'iniziare a vedere questa serie, complici anche altri fattori, ma, ora che l'ho fatto, posso dire di essere rimasto piacevolissimamente sorpreso.
La trama lascia presupporre il solito schema del soft-ecchi odierno: tante situazioni equivoche, protagonista verginello e avvenente protagonista femminile... ma fortunatamente sono stato smentito nelle parti che avrebbero rovinato il tutto. Il fanservice c'è, ma non è mai eccessivo o sopra le righe. L'opera si concentra soprattutto sulle personalità di Wakana e Marin, diametralmente opposte ma incastrate alla perfezione, e sui loro interessi "insoliti" agli occhi di chi li circonda: Marin è iperattiva, gioiosa, tenerissima e molto schietta, fiera della sua passione di cosplayer, al contrario dell'estremamente timido e introverso Wakana, il quale si vergogna profondamente del suo amore per le bambole Hina. Ho adorato come si è evoluto il loro rapporto nella serie e soprattutto ho adorato che la serie non è trasformata, almeno fino ad ora, in un harem copia-incollato, anzi, il focus principale rimangono sempre e comunque Marin e Wakana, con efficaci e interessanti comparse come Juju e sua sorella minore.
Sopra ogni altra cosa, mi è piaciuto tantissimo il messaggio di fondo importante che l'anime ha voluto far passare in maniera molto leggera ma anche molto significativa: mai vergognarsi delle proprie passioni.
Trama e personaggi, per il genere, sono davvero fatti benissimo. L'unica cosa che posso criticare è l'ultimo episodio, che non è altro che un gigantesco filler.
Il lato tecnico è secondo me uno dei migliori degli anime più recenti, e forse uno dei miei preferiti. Il tratto è pulito e animato divinamente, sia le scene normali che le scene "deformed". Marin è bellissima e caratterizzata in maniera perfetta nel suo aspetto fisico e in ogni costume che indossa. Le musiche sono molto carine e mi sembra di aver udito delle musiche classiche riadattate, il che è buonissimo. Opening ed ending carine, soprattutto l'ending.
Un anime molto semplice, leggero, ma con tantissimi accorgimenti e dettagli che contribuiscono a creare un'opera piacevolissima. Senza dubbio lo consiglio a tutti.
Ho seguito con molto interesse la serie anime, ritenendola uno dei prodotti più interessanti della stagione invernale 2021-2022. Dall’interesse suscitato e dall’entusiasmo riscontrato dai vari commenti sul sito, credo che a livello di successo ottenuto se la sia giocata con mostri sacri come “Attack on Titan”.
I primi episodi dell’anime sono tratti dall’omonimo manga del 2018, la cui pubblicazione è ancora in corso, e corrispondono in modo quasi fedele a quanto contenuto nei suoi primi cinque volumi.
La storia è piuttosto semplice e al tempo stesso particolare. I due protagonisti Marin Kitagawa e Wakana Gojo sono compagni di classe delle superiori e per puro caso la prima scopre che il secondo è capace di cucire e di creare vestiti, quando lo incontra nel doposcuola nell’aula di economia domestica.
I due protagonisti non possono essere più diversi come carattere e modo di comportarsi a scuola e nella vita di tutti i giorni. Marin è solare, estroversa, molto bella (è un eufemismo, credo che al lancio dell’anime e per i primi episodi siano girati migliaia di wallpaper con la sua immagine...) e pertanto molto popolare tra i compagni e a scuola, capace di trascinare chiunque con la sua verve ed entusiasmo, senza dimenticare che per mantenersi lavora come modella per photoshoot di riviste di moda. Vive da sola in un appartamento moderno. Tuttavia, ha un lato “nascosto”, una passione “molto nerd” per videogiochi, manga, anime e pertanto per i relativi personaggi, tanto da essere anche una cosplayer piuttosto attiva... È un po’ una gyaru, ma, salvo in alcune circostanze, anche “con gusto”, e la sua casa sembra uscita dalla descrizione della canzone di “Bambolina/barracuda” di Ligabue (praticamente, la sua camera è un tripudio di poster, gadget, accessori dei suoi personaggi preferiti).
Wakana è un ragazzo molto chiuso, orfano di entrambi i genitori, e vive col nonno fin da piccolo in una casa tradizionale in cui lo aiuta a produrre bambole hina, per le quali fin da piccolo ha sviluppato una grande passione, al limite dell’ossessione. A scuola è quasi un “poster”, interagisce il minino indispensabile coi compagni e, appena finisce le lezioni, “scappa” letteralmente a casa, dove si rifugia per dedicarsi al nonno e alla sua passione: il disegno dei visi delle bambole e la loro produzione, essendo il nonno un artigiano. È comunque il classico bravo ragazzo, coscienzioso, altruista, onesto, preciso e responsabile, affidabile al limite del noioso, ingenuo e tanto, ma tanto introverso e impacciato, tradizionale anche nel modo di abbigliarsi. I suoi limiti sono ancor più evidenti quando si capisce il trauma infantile vissuto per la sua passione per le bambole hina: da bambino fu pesantemente offeso per il suo interesse, e pertanto se ne guarda bene dal condividere tale passione con alcuno, eccetto ovviamente suo nonno e la famiglia. Vive nel suo mondo, estraniandosi da tutto e soprattutto dalle relazioni interpersonali sia con ragazzi sia, tanto più, con le ragazze.
Che cosa poteva risultare dalla interazione per modo di dire “forzosa” di due soggetti che più diversi non potevano essere? Un mix che alla fine risulta essere molto gradevole, simpatico, godibile e, usando un termine già ampiamente abusato dagli addetti ai lavori, “frizzantino”, nel panorama degli anime rom-com, scolastici, slice of life, per lo stile e per lo sviluppo della trama.
Invece di sfiancare lo spettatore nella solita stucchevole storia d’amore unilaterale non capita/corrisposta tra due compagni di scuola (equivoci, balbettamenti, imbarazzi, fughe, incomprensioni, ecc.), inizia una bell'amicizia nell’ambito della creazione dei costumi per cosplay, che man mano diventa sempre più dolce e intima, sfruttando l’avvenenza e il temperamento vulcanico di Marin e il contrasto con l’ingenuità e dolcezza di Wakana.
Ma qual è il “quid novi” di questo anime rispetto ad altri del genere? Pur sfruttando (ma in modo intelligente) la “fisicità” di Marin, per creare situazioni moderatamente “ecchi”, l’anime e il manga hanno il messaggio di fondo che lancia un messaggio neppure tanto “celato”: ciascuno di noi deve sentirsi libero di manifestare e vivere le proprie passioni senza vergognarsene o essere additato come “diverso”, e pertanto essere colpevolizzato ed emarginato a causa di passioni e interessi non omologati nel mainstream della società. E in Giappone credo che si tratti di un tema molto sentito e ricorrente...
Di sicuro l’evoluzione più evidente è quella del personaggio di Wakana, che grazie alla pazienza e alla dolcezza di Marin riesce pian piano a superare il suo blocco e a manifestarsi per quello che realmente è: un ragazzo non solo capace di creare dei piccoli capolavori con le bambole hina e con i vestiti da cosplay, ma anche di riuscire bene in tutto ciò in cui si applica “ex novo” con passione (vedi il trucco, le riprese fotografiche, ecc.).
Di Marin è incredibile la sua capacità di entusiasmarsi non solo per le sue passioni, senza nasconderle, ma anche e soprattutto per la sua capacità di incoraggiare, trascinare e lodare in modo anche disinteressato e onesto Wakana, rendendolo sempre più sicuro di sé... che poi lo faccia per un sentimento d’amore sempre più evidente poco importa: in fondo, pur essendo l’archetipo della ragazza molto popolare nella scuola e l’oggetto del desiderio di tutti, insiste nelle interazioni con Wakana, cercando di diventare sempre più intima con lui, assecondandolo senza forzarlo.
Pertanto, sebbene in apparenza sembri una ragazza appariscente ed estroversa all’inverosimile (e, come ho già scritto, un po’ “gyaru”), nasconde un carattere dolce, un po’ infantile e anche timido, molto più semplice di quanto si possa immaginare... si capisce chiaramente che solo con Wakana può essere "sé stessa pienamente".
C’è anche un elemento oggettivo che differenzia questo anime (più il manga, per quello che ho potuto vedere finora) dal solito genere: il mondo del cosplay. Non tanto per come vivono questa passione durante gli eventi (quasi fosse una tribù), quanto per la preparazione maniacale dalla scelta dei tessuti, dei vestiti e soprattutto degli accessori e del trucco. Nel manga si arriva a un livello di dettaglio forse anche eccessivo ai fini della trama, ma che dimostra la meticolosità e la “professionalità” nella realizzazione dei travestimenti fino all’immedesimazione dei personaggi.
Sicuramente il cosplay è un po’ la scusa per creare quel “trait d’union” tra i due, ma non viene utilizzato così in modo solo utilitaristico ai fini della storia, attribuendogli una dignità e visibilità che da noi è ancora un po’ di nicchia (forse per me...).
Dal punto di vista tecnico, nulla da eccepire, anzi: chara design molto bello e accattivante, sguardi e primi piani ricchi di dettagli, ma anche gli sfondi e le animazioni non sono da meno. Comparto musicale carino e simpatico, in linea con il genere della produzione.
I primi episodi dell’anime sono tratti dall’omonimo manga del 2018, la cui pubblicazione è ancora in corso, e corrispondono in modo quasi fedele a quanto contenuto nei suoi primi cinque volumi.
La storia è piuttosto semplice e al tempo stesso particolare. I due protagonisti Marin Kitagawa e Wakana Gojo sono compagni di classe delle superiori e per puro caso la prima scopre che il secondo è capace di cucire e di creare vestiti, quando lo incontra nel doposcuola nell’aula di economia domestica.
I due protagonisti non possono essere più diversi come carattere e modo di comportarsi a scuola e nella vita di tutti i giorni. Marin è solare, estroversa, molto bella (è un eufemismo, credo che al lancio dell’anime e per i primi episodi siano girati migliaia di wallpaper con la sua immagine...) e pertanto molto popolare tra i compagni e a scuola, capace di trascinare chiunque con la sua verve ed entusiasmo, senza dimenticare che per mantenersi lavora come modella per photoshoot di riviste di moda. Vive da sola in un appartamento moderno. Tuttavia, ha un lato “nascosto”, una passione “molto nerd” per videogiochi, manga, anime e pertanto per i relativi personaggi, tanto da essere anche una cosplayer piuttosto attiva... È un po’ una gyaru, ma, salvo in alcune circostanze, anche “con gusto”, e la sua casa sembra uscita dalla descrizione della canzone di “Bambolina/barracuda” di Ligabue (praticamente, la sua camera è un tripudio di poster, gadget, accessori dei suoi personaggi preferiti).
Wakana è un ragazzo molto chiuso, orfano di entrambi i genitori, e vive col nonno fin da piccolo in una casa tradizionale in cui lo aiuta a produrre bambole hina, per le quali fin da piccolo ha sviluppato una grande passione, al limite dell’ossessione. A scuola è quasi un “poster”, interagisce il minino indispensabile coi compagni e, appena finisce le lezioni, “scappa” letteralmente a casa, dove si rifugia per dedicarsi al nonno e alla sua passione: il disegno dei visi delle bambole e la loro produzione, essendo il nonno un artigiano. È comunque il classico bravo ragazzo, coscienzioso, altruista, onesto, preciso e responsabile, affidabile al limite del noioso, ingenuo e tanto, ma tanto introverso e impacciato, tradizionale anche nel modo di abbigliarsi. I suoi limiti sono ancor più evidenti quando si capisce il trauma infantile vissuto per la sua passione per le bambole hina: da bambino fu pesantemente offeso per il suo interesse, e pertanto se ne guarda bene dal condividere tale passione con alcuno, eccetto ovviamente suo nonno e la famiglia. Vive nel suo mondo, estraniandosi da tutto e soprattutto dalle relazioni interpersonali sia con ragazzi sia, tanto più, con le ragazze.
Che cosa poteva risultare dalla interazione per modo di dire “forzosa” di due soggetti che più diversi non potevano essere? Un mix che alla fine risulta essere molto gradevole, simpatico, godibile e, usando un termine già ampiamente abusato dagli addetti ai lavori, “frizzantino”, nel panorama degli anime rom-com, scolastici, slice of life, per lo stile e per lo sviluppo della trama.
Invece di sfiancare lo spettatore nella solita stucchevole storia d’amore unilaterale non capita/corrisposta tra due compagni di scuola (equivoci, balbettamenti, imbarazzi, fughe, incomprensioni, ecc.), inizia una bell'amicizia nell’ambito della creazione dei costumi per cosplay, che man mano diventa sempre più dolce e intima, sfruttando l’avvenenza e il temperamento vulcanico di Marin e il contrasto con l’ingenuità e dolcezza di Wakana.
Ma qual è il “quid novi” di questo anime rispetto ad altri del genere? Pur sfruttando (ma in modo intelligente) la “fisicità” di Marin, per creare situazioni moderatamente “ecchi”, l’anime e il manga hanno il messaggio di fondo che lancia un messaggio neppure tanto “celato”: ciascuno di noi deve sentirsi libero di manifestare e vivere le proprie passioni senza vergognarsene o essere additato come “diverso”, e pertanto essere colpevolizzato ed emarginato a causa di passioni e interessi non omologati nel mainstream della società. E in Giappone credo che si tratti di un tema molto sentito e ricorrente...
Di sicuro l’evoluzione più evidente è quella del personaggio di Wakana, che grazie alla pazienza e alla dolcezza di Marin riesce pian piano a superare il suo blocco e a manifestarsi per quello che realmente è: un ragazzo non solo capace di creare dei piccoli capolavori con le bambole hina e con i vestiti da cosplay, ma anche di riuscire bene in tutto ciò in cui si applica “ex novo” con passione (vedi il trucco, le riprese fotografiche, ecc.).
Di Marin è incredibile la sua capacità di entusiasmarsi non solo per le sue passioni, senza nasconderle, ma anche e soprattutto per la sua capacità di incoraggiare, trascinare e lodare in modo anche disinteressato e onesto Wakana, rendendolo sempre più sicuro di sé... che poi lo faccia per un sentimento d’amore sempre più evidente poco importa: in fondo, pur essendo l’archetipo della ragazza molto popolare nella scuola e l’oggetto del desiderio di tutti, insiste nelle interazioni con Wakana, cercando di diventare sempre più intima con lui, assecondandolo senza forzarlo.
Pertanto, sebbene in apparenza sembri una ragazza appariscente ed estroversa all’inverosimile (e, come ho già scritto, un po’ “gyaru”), nasconde un carattere dolce, un po’ infantile e anche timido, molto più semplice di quanto si possa immaginare... si capisce chiaramente che solo con Wakana può essere "sé stessa pienamente".
C’è anche un elemento oggettivo che differenzia questo anime (più il manga, per quello che ho potuto vedere finora) dal solito genere: il mondo del cosplay. Non tanto per come vivono questa passione durante gli eventi (quasi fosse una tribù), quanto per la preparazione maniacale dalla scelta dei tessuti, dei vestiti e soprattutto degli accessori e del trucco. Nel manga si arriva a un livello di dettaglio forse anche eccessivo ai fini della trama, ma che dimostra la meticolosità e la “professionalità” nella realizzazione dei travestimenti fino all’immedesimazione dei personaggi.
Sicuramente il cosplay è un po’ la scusa per creare quel “trait d’union” tra i due, ma non viene utilizzato così in modo solo utilitaristico ai fini della storia, attribuendogli una dignità e visibilità che da noi è ancora un po’ di nicchia (forse per me...).
Dal punto di vista tecnico, nulla da eccepire, anzi: chara design molto bello e accattivante, sguardi e primi piani ricchi di dettagli, ma anche gli sfondi e le animazioni non sono da meno. Comparto musicale carino e simpatico, in linea con il genere della produzione.
Non potevo ignorare quest'opera, visto quanto se ne è parlato nell'ultimo periodo.
Mi sono pentito di averla vista? Assolutamente no.
È un capolavoro come viene acclamato da qualcuno? Assolutamente no.
Ma andiamo con ordine: Wakana Gojou è uno studente quindicenne, ma non condivide assolutamente gli interessi dei suoi coetanei. Rifiuta infatti la vita da adolescente, per concentrarsi senza paura in quella che è la sua grande passione, costruire bambole Hina come il nonno (che per lui è un punto di riferimento). A sconvolgere le giornate del protagonista, ci penserà Marin Kitagawa, sua coetanea e con carattere opposto sotto quasi tutti i punti di vista. Gojou viene colpito dall'esuberante (ma dolce) carattere della ragazza e, rimanendo ispirato dalla determinazione con cui quest'ultima porta avanti la sua passione (fare cosplay), senza badare al giudizio altrui, decide di aiutarla a realizzare stupendi costumi tratti da vari anime. La serie prosegue con simpatiche gag, dove vediamo il protagonista spesso a disagio nel frequentare una disinibita Marin, che sembra invece trovarsi completamente a suo agio con lui.
Tra i due nascerà del tenero con l'avanzare delle puntate e costume dopo costume? Non 'spoilero' nulla, anche se la risposta appare scontata.
Tralasciando la trama, che, nonostante l'incipit originale, può sembrare un po' banale, dal punto di vista tecnico siamo di fronte senz'altro a un ottimo lavoro, piacevole da guardare e con animazioni molto fluide.
Per gusti personali trovo un po' banale la comicità delle gag, un po' ripetitiva (oltre che vista e rivista in molte opere), dove il ragazzo timido ma sensibile si trova in imbarazzo davanti alla ragazza carina che normalmente non si dovrebbe neanche accorgere di lui, ma che per qualche motivo ne rimane invece affascinata (senza che lui ovviamente se ne renda conto).
In definitiva, consiglio la visione di "My Dress-up Darling", se siete alla ricerca di un anime leggero, poco impegnativo e con una waifu d'eccezione che di sicuro vi conquisterà. Probabilmente uno dei migliori nuovi anime invernali 2022 (anche se temo sia soprattutto dovuto alla scarsità di opere degne di nota della stagione invernale).
Darei un voto discreto, sul 7. Mezzo punto in più per la opening, molto carina!
Mi sono pentito di averla vista? Assolutamente no.
È un capolavoro come viene acclamato da qualcuno? Assolutamente no.
Ma andiamo con ordine: Wakana Gojou è uno studente quindicenne, ma non condivide assolutamente gli interessi dei suoi coetanei. Rifiuta infatti la vita da adolescente, per concentrarsi senza paura in quella che è la sua grande passione, costruire bambole Hina come il nonno (che per lui è un punto di riferimento). A sconvolgere le giornate del protagonista, ci penserà Marin Kitagawa, sua coetanea e con carattere opposto sotto quasi tutti i punti di vista. Gojou viene colpito dall'esuberante (ma dolce) carattere della ragazza e, rimanendo ispirato dalla determinazione con cui quest'ultima porta avanti la sua passione (fare cosplay), senza badare al giudizio altrui, decide di aiutarla a realizzare stupendi costumi tratti da vari anime. La serie prosegue con simpatiche gag, dove vediamo il protagonista spesso a disagio nel frequentare una disinibita Marin, che sembra invece trovarsi completamente a suo agio con lui.
Tra i due nascerà del tenero con l'avanzare delle puntate e costume dopo costume? Non 'spoilero' nulla, anche se la risposta appare scontata.
Tralasciando la trama, che, nonostante l'incipit originale, può sembrare un po' banale, dal punto di vista tecnico siamo di fronte senz'altro a un ottimo lavoro, piacevole da guardare e con animazioni molto fluide.
Per gusti personali trovo un po' banale la comicità delle gag, un po' ripetitiva (oltre che vista e rivista in molte opere), dove il ragazzo timido ma sensibile si trova in imbarazzo davanti alla ragazza carina che normalmente non si dovrebbe neanche accorgere di lui, ma che per qualche motivo ne rimane invece affascinata (senza che lui ovviamente se ne renda conto).
In definitiva, consiglio la visione di "My Dress-up Darling", se siete alla ricerca di un anime leggero, poco impegnativo e con una waifu d'eccezione che di sicuro vi conquisterà. Probabilmente uno dei migliori nuovi anime invernali 2022 (anche se temo sia soprattutto dovuto alla scarsità di opere degne di nota della stagione invernale).
Darei un voto discreto, sul 7. Mezzo punto in più per la opening, molto carina!
Si tratta di una storia sorprendentemente "wholesome" e dotata di una particolare forza, capace di trascinarmi in un mondo che altrimenti difficilmente avrei esplorato, e che prima d'ora guardavo con superficialità, come quello del cosplay.
Senza dimenticare le svariate parentesi sulle bambole hina, il cui nome non avevo mai sentito prima d'ora.
Ci sono, come spesso accade, momenti comici e momenti "fanservice"; ma l'idea di due personaggi che si avvicinano per via delle proprie passioni è una bella ventata d'aria fresca nell'ambiente delle commedie animate, saturo di storie dove la coppia principale inizia a frequentarsi solo perché gli sceneggiatori o il mangaka hanno deciso che deve andare così. Si è dato insomma un minimo di credibilità al fatto che due personaggi (apparentemente) così diametralmente opposti nel carattere vadano tanto d'accordo, il che per me è un valore aggiunto alla serie nel suo complesso.
I protagonisti sono una gioia per gli occhi; ovviamente Marin si prende praticamente tutti i riflettori, visto che è un personaggio straordinario e, allo stesso tempo, più verosimile del 95% dei personaggi di tutta la storia dell'animazione nipponica. Al di là della bellezza fisica, ha un carattere magnetico, e questo non mi fa stupire del fatto che attualmente nelle varie community specializzate sia praticamente sulla bocca di tutti. Ma ciò non sminuisce Gojou, un personaggio a sua volta interessante per la sua particolare passione e per i momenti davvero comici che ha saputo regalarci nell'arco di questa stagione.
Insieme formano un ottimo duo; se si vuole invece criticare qualcosa, a mio parere sono da citare i personaggi secondari: abbastanza trascurati a livello di caratterizzazione (con una o due eccezioni) e, onestamente, piuttosto dimenticabili.
Graficamente gli si può dire davvero poco; il design dei personaggi è gradevole e, nonostante in un paio di scene l'utilizzo pesante di CGI sia abbastanza evidente, non risulta così fastidioso, dato che a malapena si nota (ottimo lavoro).
Per il reparto sonoro ho apprezzato le interpretazioni di entrambi i doppiatori dei protagonisti e mi è piaciuta molto la canzone finale, che per me ritrae perfettamente lo spirito della serie.
Nel complesso: bella, bella, bella.
Prego la divinità protettrice degli anime per una seconda stagione, il materiale originale per altri dodici episodi ci sarebbe praticamente già tutto. Vedremo.
Senza dimenticare le svariate parentesi sulle bambole hina, il cui nome non avevo mai sentito prima d'ora.
Ci sono, come spesso accade, momenti comici e momenti "fanservice"; ma l'idea di due personaggi che si avvicinano per via delle proprie passioni è una bella ventata d'aria fresca nell'ambiente delle commedie animate, saturo di storie dove la coppia principale inizia a frequentarsi solo perché gli sceneggiatori o il mangaka hanno deciso che deve andare così. Si è dato insomma un minimo di credibilità al fatto che due personaggi (apparentemente) così diametralmente opposti nel carattere vadano tanto d'accordo, il che per me è un valore aggiunto alla serie nel suo complesso.
I protagonisti sono una gioia per gli occhi; ovviamente Marin si prende praticamente tutti i riflettori, visto che è un personaggio straordinario e, allo stesso tempo, più verosimile del 95% dei personaggi di tutta la storia dell'animazione nipponica. Al di là della bellezza fisica, ha un carattere magnetico, e questo non mi fa stupire del fatto che attualmente nelle varie community specializzate sia praticamente sulla bocca di tutti. Ma ciò non sminuisce Gojou, un personaggio a sua volta interessante per la sua particolare passione e per i momenti davvero comici che ha saputo regalarci nell'arco di questa stagione.
Insieme formano un ottimo duo; se si vuole invece criticare qualcosa, a mio parere sono da citare i personaggi secondari: abbastanza trascurati a livello di caratterizzazione (con una o due eccezioni) e, onestamente, piuttosto dimenticabili.
Graficamente gli si può dire davvero poco; il design dei personaggi è gradevole e, nonostante in un paio di scene l'utilizzo pesante di CGI sia abbastanza evidente, non risulta così fastidioso, dato che a malapena si nota (ottimo lavoro).
Per il reparto sonoro ho apprezzato le interpretazioni di entrambi i doppiatori dei protagonisti e mi è piaciuta molto la canzone finale, che per me ritrae perfettamente lo spirito della serie.
Nel complesso: bella, bella, bella.
Prego la divinità protettrice degli anime per una seconda stagione, il materiale originale per altri dodici episodi ci sarebbe praticamente già tutto. Vedremo.