Zero Time Dilemma, terzo e ultimo capitolo della serie Zero Escape per Nintendo 3DS e PlayStation Vita, è una visual novel di genere avventura, thriller, horror e mistero sviluppata da Spike Chunsoft e pubblicata da Aksys Games.
Fino a qualche anno fa, a causa del paradossale insuccesso in Giappone riscontrato dai precedenti due capitoli (Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors e Virtue's Last Reward), non si immaginava minimamente che sarebbe giunto un nuovo capitolo della ben nota saga di rompicapo ed enigmi, sebbene il suo sceneggiatore nonché director, Kotaro Uchikoshi, avesse scritto già dal 2012 la trama per Zero Time Dilemma.

zero-time-dilemma-featured.png

L'annuncio realizzato nel 2015 è stato dunque una vera e propria sorpresa: come specificato negli stessi titoli di coda del nuovo capitolo, il processo di sviluppo è stato possibile solo grazie alla grande, enorme richiesta dei fan occidentali. Non è un caso infatti che il titolo approdi prima in Nord America e Europa, rispetto alla sua terra d'origine.
Il gioco è stato principalmente creato per coprire alcuni buchi narrativi lasciati scoperti da Virtue's Last Reward, secondo capitolo in ordine di creazione per la saga Zero Escape e rilasciato nel 2012.
Risulta perciò importante, sin dalle premesse, conoscere a grandi linee la trama di VLR per poter comprendere appieno personaggi come Phi, di cui non si conoscevano le origini sin da quando venne introdotta nel secondo capitolo della serie, o ancora i dettagli del misterioso virus Radical-6.
Ciò, però, non basta: in Zero Time Dilemma troveremo nuovi retroscena sulla vita di Akane e Junpei, i protagonisti di 999: Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors, primo leggendario capitolo della serie.
Potete ben immaginare a questo punto che per poter apprezzare pienamente l'esperienza fornita da Zero Time Dilemma, sarà necessario giocare anzitutto i capitoli che lo hanno preceduto - ottimi sotto molti aspetti, specialmente dal punto di vista narrativo - e solo in seguito cimentarvi in ZTD.
 


Spike Chunsoft, come alcuni lettori sapranno, è anche artefice di un'altra visual novel che strizza l'occhio alla serie Zero Escape: stiamo parlando dell'ormai popolarissimo Danganronpa
Prima di descrivervi il terzo capitolo conclusivo di Zero Escape, troviamo opportuno illustrarvi le motivazioni principali che secondo noi rendono davvero speciale quest'ultima serie, tanto simile a Danganronpa quanto incredibilmente diversa.

Danganronpa-x-zero-escape.png

Cercate di associare la serie di Danganronpa all'immagine di un detective, mentre quella di Zero Escape alla figura di un filosofo-scienziato. Riflettendo sulle caratteristiche dei due, si potrebbe affermare che il primo si occupa di uno specifico ambito (lavorativo), senz'altro più circoscritto rispetto all'immagine di un filosofo che lavora anche nel campo della scienza e che, al contrario della prima figura posta sotto analisi, si concentra su più problematiche da risolvere. 
Senza denigrare nessuna delle due serie, dovrebbe essere chiaro che Zero Escape presenta una trama molto, ma davvero molto più complessa di Danganronpa, avendo al suo interno tanti riferimenti alla filosofia e alla scienza in generale.
Gli stessi enigmi proposti al suo interno dimostrano come nel suo specifico sviluppo siano stati effettuati studi complessi, meticolosi, che costringono il giocatore a mettere in moto il cervello, più di una ''semplice'' investigazione atta ad incastrare un criminale (Danganronpa).
Ricollegandoci a Zero Time Dilemma, si può dire che tali caratteristiche della serie non siano per nulla scomparse, anzi, sono state ancora più rimarcate, dovendo in questo capitolo ''tirare le somme'' di tanti fattori di genere filosofico e scientifico (ma anche fantascientifico) che in 999 e Virtue's Last Reward hanno trovato radici.

Zero, l'antagonista della serie Zero Escape patito di frasi latine, ha esordito in Zero Time Dilemma con l'aforisma ''Plaudite, acta est fabula!'' (letteralmente ''Applaudite, la commedia è terminata). 
Applausi meritati? Non vi resta che scoprirlo nella nostra recensione.


STORIA
''Mors certa, hora incerta'' : La morta è certa, la sua ora è incerta

Zero-Time-Dilemma-Dated-June-28.jpg

Cronologicamente parlando, gli eventi di Zero Time Dilemma si collocano tra la fine di 999: Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors e l'inizio di Virtue's Last Reward. Più precisamente, nel caso del primo capitolo della serie, si parla di un anno dopo la fine del Nonary Game, mentre per il secondo si tratta di circa 46 anni; si può affermare dunque che ZTD è un midquel abbastanza distanziato dai suoi predecessori.
L'inizio della sua trama segue gli standard forniti dalla serie: nove persone si trovano improvvisamente intrappolate all'interno di una base sotterranea collocata - questa volta - nel deserto del Nevada, al cospetto di un individuo mascherato dall'abito del medico della peste, il nuovo Zero. Nessun uomo misterioso con indosso una maschera antigas (prima sostanziale differenza rispetto ai precedenti capitoli), bensì proprio una figura caratterizzata da un oggetto che, storicamente, era stato ideato come protezione dalla peste.

Zero_Time_Dilemma_Personajes_Principal.jpg

I giocatori nostalgici dei primi due capitoli saranno felici di ritrovare immediatamente Sigma, Phi, Akane e Junpei (questi ultimi due più cresciuti rispetto all'ultima volta che li abbiamo visti in 999). Altri più o meno familiari sono Diana, stranamente molto simile a Luna di Virtue's Last Reward e Q, un bambino con indosso un casco sferico in testa e che vi ricorderà un personaggio coperto da un'armatura metallica visto in origine in VLR.
Le new entry, apparentemente, sono Mira, l'ennesimo personaggio dal davanzale scoperto inserito per fan-service, Eric, un fifone che vede Mira come una dea, e Carlos, un uomo alto, biondo e palestrato con precedenti esperienze lavorative in una squadra di pompieri. 
Tutti e nove, come rivelato dagli stessi personaggi, hanno preso parte originariamente ad un esperimento,  il Dcom Experiment, organizzato per un futuro viaggio su Marte e al fine di constatare se il pianeta può costituire un rimpiazzo della Terra.
Come si suol dire, però, l'apparenza inganna: l'uomo misterioso che si fa chiamare Zero ha organizzato un Death Game, o meglio, un Decision Game, in cui la morte di una persona può rivelarsi una salvezza per poter fuggire dal luogo in cui i personaggi sono stati intrappolati.
Ma come costringere un individuo ad eliminare il prossimo?
Innanzitutto, Zero ha ben pensato di dividere in tre gruppi le nove persone partecipanti al suo ''gioco'': troveremo perciò il D-Team capitanato dalla gentile Diana e seguita da Sigma e Phi, il C-Team con leader Carlos e alleati la coppia Junpei - Akane, e infine il Q-Team con a capo il misterioso bambino mascherato da un casco e ribattezzato Q, seguito da Eric e Mira.

Zero-Time-Dilemma-Shot-04.jpg

A ciascun personaggio, come da prassi per la serie, è stato inserito al polso un orologio, non rimovibile a meno che una persona si tagli di netto il braccio, e dalle duplici funzionalità: controllare l'ora e dover patire la fuoriuscita di una droga, ogni 90 minuti, capace di cancellare i ricordi vissuti fino ad un certo momento dalla persona che lo indossa, nonché addormentarla per un dato lasso di tempo.
I tre team, all'inizio, sono costretti a dover compiere, dopo il lancio di una moneta, la prima di una serie di decisioni (da qui, Decision Game) che porteranno alla morte di un individuo o addirittura di un intero gruppo. ''Basterà'' premere un pulsante con sopra indicato il nome degli altri due team, in base al gruppo che controlleremo.
I risultati sono ovviamente devastanti. Per poter uscire dalla base sotterranea si dovranno uccidere sei persone su nove, al fine di ottenere sei password che apriranno la cosiddetta X-Door, l'unica via di fuga da tale prigione.
Zero Time Dilemma, proprio come i suoi due predecessori, presenta più finali, buoni o cattivi che siano, ottenibili solo compiendo determinate scelte, e necessari qualora puntaste nel scoprire il vero finale di gioco. Il primo che abbiamo ottenuto è stato la CQD-END 1, in cui tutto il gruppo esce ''inspiegabilmente'' dalla base sotterranea a seguito di una determinata scommessa con Zero; le virgolette da noi evidenziate dovrebbero farvi capire che, in realtà, una motivazione c'è per cui i personaggi sono riusciti a fuggire dalla prigione che li teneva rinchiusi.
In Zero Time Dilemma nulla è lasciato al caso, anche un semplice cagnolino che troverete nel gioco, chiamato Gab, ha un suo significato. 
Spesso, gli stessi personaggi, vi sorprenderanno per le loro azioni, scaturite dalle nostre scelte... E in questo caso, vi consigliamo di tenere d'occhio il Q-Team, il più misterioso tra i due gruppi, non solo per la presenza del bambino mascherato.

ztd-q-team.jpg

Ottenendo gradualmente tutti i molteplici finali di gioco, arriverete ad un punto di stallo, in cui per poter proseguire dovrete tornare sui vostri passi, rifare una scelta al posto di un'altra e di conseguenza visualizzare la cutscene non ancora ottenuta. Solo a questo punto, potrete riprendere dalla parte in cui eravate rimasti bloccati.
In altre parole, non dovrete dare per scontato nulla, se avete ad esempio deciso di far fuori il team Q al posto di un altro, per poter andare avanti fino al vero finale sarà necessario ripercorrere i vostri passi, selezionando ad esempio di eliminare il team C al posto del team Q. 
I personaggi ad un certo punto si chiederanno: ''Perché ho fatto questo? Non era mia intenzione''; ciò, a dimostrazione che le nove vittime del Decision Game sono in perfetta sintonia con quanto il giocatore sta compiendo in quel preciso istante. Sono influenzate in tutto e per tutto dalle nostre scelte, in grado non solo di plasmare una storia intrigante, ma anche di rendere incredibilmente realistico il suo cast, donandogli un'umanità mai vista prima.

GAMEPLAY

Una visual novel che si rispetti ha come nucleo principale la storia; nel caso di Zero Escape, però, il gameplay, costituito da enigmi da risolvere e decisioni da compiere, ne rappresenta in sostanza il suo involucro, perciò la sua portata non è affatto da sminuire.
Rispetto ai precedenti capitoli, Zero Time Dilemma presenta un sistema più elaborato che vi consentirà di ripercorrere i vostri passi:
dopo aver caricato il vostro gioco o aver iniziato una nuova partita, la prima schermata che troverete sarà quella del Team Select
A questo punto, selezionando uno dei tre diversi gruppi messi a disposizione, avrete accesso ad una serie di cornici che indicano una scena da visualizzare. Quest'ultima, in realtà, è solo un ramo di una storia dalle mille sfaccettature, come dimostrato dal Global Flowchart, una sorta di albero ramificato che indica tutti i percorsi da seguire o da noi seguiti fino a quel punto di gioco.
Ovviamente, all'inizio, ne vedremo solo una piccola porzione, ma sarà sufficiente per coglierne le sue caratteristiche principali: qualora trovaste un bivio, nel 90% dei casi, ci sarà al centro una scelta da compiere, mentre nella sua specifica biforcazione le conseguenze/i finali ottenibili. Meno evidenti sono invece i punti in cui dovremo risolvere uno degli enigmi elaborati da Zero (in realtà, concretamente parlando, è il geniale Uchikoshi il mastermind di questi ultimi).

whudlliqqit2lcikztrl.jpg

Come molti di voi probabilmente sapranno, il punto forte della serie Zero Escape sono proprio le cosiddette Escape Room o Escape the room, una meccanica appartenente prettamente ai videogiochi di avventura e point-and-click in cui per poter fuggire da una determinata stanza sarà necessario esplorarne i suoi contenuti. Dovremo analizzare ogni sorta di oggetto, anche lo stesso pavimento potrebbe suggerire indizi, nascosti, che ci aiuteranno nell'impresa.
Il più delle volte, dovremo trovare una password, numerica o alfabetica, per poter compiere la nostra fuga.
Non è però così semplice: come nel caso di un enigma in cui ci siamo trovati in una stanza dalle pareti bianche, segnate solo da alcune strisce verticali di colore verde, prima di poter sbloccare la porta di uscita era necessario ruotare letteralmente le pareti della location, allineando le misteriose strisce verdi. La meccanica dietro alla rotazione della stessa stanza era tutt'altro che una passeggiata nel parco, in quanto il più delle volte una parete non si allineava perfettamente con l'altra.
Dopo diversi tentativi, preceduti dall'ottenimento di determinati oggetti come un martello, designato per far muovere a suon di colpi le stesse pareti, finalmente siamo giunti all'agognata porta di uscita, non costituita però da una schermata con password da digitare, bensì da una ruota, molto simile a quella del gioco delle freccette, in cui era necessario scorrere i numeri fino ad arrivare per un tot di volte alla sottrazione numerica richiesta (guarda caso, zero).

ME3050700161_2.jpg

L'enigma specifico della Rec Room, raffigurato da un insieme di carte, sembrava una semplice equazione a prima vista. Ma, in verità, non era altro che un raggruppamento di lettere che portavano ad interagire con oggetti apparentemente inutili, svelando la vera chiave numerica del tutto. Volendo, proprio come nei precedenti Zero Escape, sarà possibile trascriverla nell'opzione Memo, una sorta di foglio trasparente che funge da promemoria e disponibile premendo il tasto quadrato.

Altro enigma, particolarmente difficile da risolvere, è stato quello in cui dovevamo letteralmente tradurre dei geroglifici per tramutarli in numeri da 0 a 11, analizzando attraverso un macchinario di rilevazione delle carte trovate in giro per la stanza. Il congegno ci mostrava quale carta ha il dominio sull'altra: ad esempio, inserendo la carta del sole, il dispositivo piazzava automaticamente, il più delle volte, la figura del Benu, distruggendone la nostra (l'azione è accompagnata da una risatina misteriosa). In sostanza, il dispositivo ci permetteva di scoprire quale carta con sopra caratteri geroglifici avrebbe avuto un valore numerico maggiore o minore. Solo convertendo i geroglifici in numeri si poteva sperare di uscire da quella determinata escape room.

ME3050676391_2.jpg

Le stanze in cui finiscono imprigionati i personaggi di ogni team hanno un loro significato ben preciso a livello narrativo, come dimostrato, a seguito di una cutscene ottenibile in un punto abbastanza avanzato del gioco, dalla stessa escape room in cui abbiamo trovato il sopraccitato enigma dei geroglifici.
Possiamo affermare che gli enigmi, in sé, sono senza ombra di dubbio molto elaborati, originali e variegati nonostante alcune meccaniche (come l'inserimento di una password) si ripetano. Molti oggetti disseminati per la stanza sono anche caratteristici, come le Polovtsian Dolls che in base alla posizione delle braccia indicano 'negativo' o 'positivo'. In base alle vostre abilità, un enigma, senza una guida sottomano (niente cheat), può portarvi via un'ora o poco di più; questo, almeno per gli enigmi più complessi.

ME3050700181_2.jpg

Parlando invece del sistema di scelte presente in Zero Time Dilemma, in maniera molto analoga ai precedenti capitoli, arrivati al punto clou della scena che si sta visualizzando, saremo chiamati a compiere una scelta per conto del leader di uno dei tre team. A differenza di molti altri titoli che vantano di lasciare al giocatore totale libertà di scelta e di avere effettive ripercussioni sull'andamento della trama, quando in realtà rappresentano l'esatto contrario, la serie di Zero Escape propone probabilmente il miglior sistema di scelte, in quanto, effettivamente, anche la scelta più innocua ha un impatto incredibile sulla prosecuzione della sua storia.
Zero Time Dilemma procede dunque su queste linee, proponendo scelte del calibro ''Hai 10 secondi per decidere chi sparare tra i due'' oppure ''Hai 40 secondi per immettere il nome del colpevole''. Un sistema decisionale che trasmette tensione e che, una volta compiuta la propria scelta e trovata la soluzione più giusta alla problematica, darà ad ogni giocatore tanta soddisfazione.
Nel nostro caso, abbiamo trovato molto appagante scoprire il codice per poter rimuovere il casco di Q (sì, si può togliere), in quanto non era per nulla scontato ed era stato necessario compiere una serie di ''balzi temporali'' nella Global Flowchart per poter ricavare da una scena la password da digitare.
Ricordiamo però che per poter sbloccare il vero finale di gioco sarà necessario compiere tutte le scelte messe a disposizione, perciò anche quelle che non ci vanno più a genio, alla fin dei conti, saremo costretti a vederle.

zero-time-dilemma-pc-screenshot-13.jpg

Ciò che abbiamo trovato un po' scomodo è stata l'assenza, all'interno delle schermate Global Flowchart, Team Select e Fragment Flowchart (permette di vedere uno screenshot associato ad una scena per ciascun ramo del Global Flowchart), dell'apposito menu utilizzabile nel corso della risoluzione enigmi per visualizzare tutti i file a nostra disposizione, utili per rivedere determinati indizi che potrebbero portare ad una soluzione per un enigma o per risolvere parti decisionali in cui immettere una password numerica o alfabetica.
In altre parole, siamo costretti ad accedere ad un ramo del Global Flowchart o del Fragment per poter rivedere i file in nostro possesso, suddivisi per ''Cinema'', ovvero riguardanti la trama in sé, e per ''Quest'', specifici per la risoluzione degli enigmi. Non si potrà quindi rivedere il tutto dai menu sopraccitati.


GRAFICA E AUDIO

Zero Time Dilemma è, graficamente parlando, sia un grande passo in avanti per la serie, sia un passo indietro.
Rui Tomono, il nuovo character designer chiamato specificatamente per questo nuovo capitolo, ha portato una ventata d'aria fresca, rendendo i personaggi più ''fumettistici'' e molto vicini agli standard di Telltale Games, ma allo stesso tempo realistici: nessuna censura per sangue (ne vedrete a fiumi), teste sgozzate e brandelli di carne umana o pezzi di corpo sparpagliati qua e là anche nelle stesse sessioni di escape room.
Il gore è tanto, perciò non è difficile immaginare che Zero Time Dilemma sia il capitolo più cruento della trilogia Zero Escape.
I modelli in 3D dei personaggi, rispetto a Virtue's Last Reward, non propongono più le stesse pose o le stesse espressioni facciali, sono bensì cangianti, più variegate e dinamiche. A causa di problemi di budget, però, probabilmente, alcune animazioni, come l'atto di una decapitazione, sono state ''censurate'' dalle stesse inquadrature.
Se, ad esempio, ad un determinato personaggio verrà staccata di netto la testa, il gioco porterà la visuale, per qualche secondo, sull'ambientazione, e solo successivamente si sposterà sul corpo della povera vittima, mostrandone la pozza di sangue e la testa mozzata.

Zero-Escape-Zero-Time-Dilemma.jpg

Il principale difetto del titolo, però, a parer nostro sono le labbra dei personaggi. Sembrerà assurdo, ma quando vedremo i team interfacciarsi l'uno con l'altro o semplicemente rivolgersi contro Zero, la bocca di ciascun personaggio vi sembrerà ''strana'', artificiosa, senza sincronizzazione labiale. Vi ricorderà una marionetta giocattolo.
Un peccato, perché anche questo minimo dettaglio avrebbe contribuito ad esaltare ancora di più la già ottima esperienza fornita da Zero Time Dilemma.

F152Hk1.png

Per quanto concerne la colonna sonora, ritorna a grande richiesta il compositore Shinji Hosoe, già celebre per le OST elaborate nei precedenti due capitoli, perciò di eccellente qualità.
In Zero Time Dilemma abbiamo notato che per il Team D è stata riutilizzata la colonna sonora di Virtue's Last Reward, per il Team C quella di 999 e per il Team Q tracce tutte nuove.
Non si tratta però, nel caso dei primi due gruppi citati, di un riciclo: ascoltando la bellissima traccia Monitor di VLR, per poi risentirla in Zero Time Dilemma in occasione di una escape room, noteremo che sono state aggiunte nuove note e il violino come strumento musicale per un determinato punto del brano.
Tutto ciò si traduce in un tocco di classe, ideato per esaltare, quasi commuovere e dare un profondo senso di nostalgia all'ultimo capitolo di Zero Escape.

zero_escape_3-3365253.jpg
 
Zero Time Dilemma saluta i fan della serie Zero Escape come se fosse un imperatore, trionfante da una guerra e col capo coronato d'alloro. Si tratta di un capitolo conclusivo vincente, molto vicino alla definizione di capolavoro e che, una volta raggiunto il finale definitivo, vi lascerà ''un buco al cuore'', come solo pochi giochi al giorno d'oggi sanno offrire.
Per tutti coloro che avessero dubbi su ciò che il titolo prometteva all'inizio del suo sviluppo, ovvero di risolvere pienamente tutti i misteri lasciati dai suoi predecessori, state tranquilli: ad ogni scena, ad ogni flashback e ad ogni enigma, ci sarà una spiegazione.