Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

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"Altair: A Record of Battles", una trasposizione anime del manga omonimo opera dell'autrice Kotono Katō, animato dallo studio Mappa, è una storia che racconta la guerra fra due grandi nazioni, impreziosita da intrighi politici di contorno.

Il protagonista Tuğril Mahmut riveste la carica molto importante di "pasha" nel grande sultanato di Türkiye. Se il tutto ricorda il Medio Oriente, non è un caso, in quanto l'ambientazione prende spunto proprio da quei luoghi, in un passato alternativo e affascinante, visivamente molto realistico. In questa realtà vi sono numerosi conflitti, architettati tutti dal grande impero di Balt-Rhein, che persegue manie di espansionismo. Vi sono numerose piccole nazioni satellitari alle due principali che soffrono di tale tensione, cadendo spesso vittime dell'impero. Tuğril vivrà un viaggio che lo farà maturare molto, per poi essere uno dei protagonisti della rivalsa verso il nemico principale

Punto di forza dell'anime sono le strategie mostrate dai vari eserciti, che rendono il tutto molto avvincente, considerando il periodo storico rappresentato; si vedranno soprattutto cavalleria e fanteria, e più raramente truppe di assedio, il tutto senza mai mostrare elementi fantastici. Una delle parti meglio raccontate ad esempio è la conquista di un'isola-roccaforte che, contando buone difese, sembra inespugnabile. L'autrice rende talmente reali gli eventi raccontati, da far chiedere allo spettatore se non fossero veramente accaduti in qualche stato lontano in un tempo ormai dimenticato. Vi saranno molti intrighi politici raccontati senza risultare pesanti, anzi riuscendo a fornire elementi appassionanti che si aggiungono ai precedenti.

I personaggi che accompagnano il protagonista nella storia sono molteplici, spesso nei suoi viaggi gli capiterà di reclutare compagni preziosi quali Abiriga e Kyros, che gli resteranno fedeli sino al termine della storia; fra i nemici il più carismatico è Virgilio Louis, la mente dietro ai vari successi militari dell'impero. Fra i personaggi secondari, degni di nota sono i fratelli Ulema Beyazit e Al-Kaplan Balaban, entrambi carismatici, la cui storia risulterà molto appassionante. L'aquila che accompagna il protagonista è più un elemento per differenziarlo, un ricordo delle sue origini, che altro.

Le opening, due per la serie, sono orecchiabili ma non memorabili, le musiche sono nella norma, alcune importanti evidenziano più la tensione che si sente prima delle battaglie che quella durante, le scene più importanti avrebbero avuto bisogno di maggiore enfasi.

I punti deboli sono perlopiù ingenuità dell'autrice: una volta che si vuole mostrare elementi reali, personaggi reali che possono essere feriti e uccisi facilmente, stonano quelle che sembrano preferenze dell'autrice. Alcuni personaggi, tutti riconoscibili dal loro agire tronfio, baldanzoso, godono di quella che sembra immunità a morte e invalidità permanenti; queste sue preferenze sarebbero state più marcate se l'opera fosse continuata, infatti la storia raccontata non trova un finale completo, in quanto il manga stesso non è al momento terminato, e, avendo visto il continuo, direi che ci si è fermati al momento opportuno.

Le animazioni sono affidate allo studio Mappa ("Yuri!!! on Ice", "Banana Fish", "Dororo"), che è garanzia di buona qualità; non si vedono cali duranti gli episodi, rimanendo costanti nel tempo, fluide, ogni scena è facilmente comprensibile, ottimi anche i disegni.

Un buon anime fedele alle premesse.

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Quando ho deciso di cominciare questo "Jūni Taisen", non nutrivo grandi aspettative sulle sue potenzialità: in verità ho iniziato a guardarlo perché speravo di trovare un buon survival senza grosse pretese e da liquidare in tutta fretta con un semplice "ben fatto" o con un "ritenta, sarai più fortunato". Ma, se la sua visione non si è di certo dimostrata migliore rispetto alle mie aspettative, formularne un giudizio si è rivelato sicuramente più "complesso" rispetto a quello che speravo: l'anime, infatti, ha una struttura un po' più articolata rispetto alle mie previsioni e, a seconda del particolare aspetto che ci si mette ad analizzare, è possibile giungere a conclusioni diverse sulla sua resa complessiva.

Ma cominciamo con la trama: dodici guerrieri, vestiti come degli imbecilli in onore dei dodici segni zodiacali del calendario cinese, devono sfidarsi in una tradizionale battaglia all'ultimo sangue che si tiene ogni dodici anni; per l'occasione la location scelta è una città resa deserta con modalità misteriose dagli stessi organizzatori.
Faccio notare che, anche se non amo molto riassumere le trame, non sono stato affatto pigro nel descrivere la storia: ma, oltre a quanto detto, non saprei davvero cosa aggiungere senza cominciare a 'spoilerare' cose a casaccio, per cui meglio limitarsi all'essenziale. Ci sono, però, diversi elementi legati alla trama che debbono essere analizzati in separata sede; e il modo migliore per farlo è tracciare una bella linea e dividere gli aspetti positivi da quelli negativi.

Comincerò col descrivere gli aspetti che ho valutato positivamente. Come detto in precedenza, "Jūni Taisen" nasce come un "survival" e, a mio modo di vedere, questa parte è resa davvero molto bene: lo spettatore potrà anche divertirsi a fare congetture, ma avrà la certezza sulla vera identità del vincitore soltanto quando l'autore deciderà di fargliela conoscere. Il modo in cui viene raccontata la battaglia, infatti, è tale da non concedere a chi guarda alcun punto di riferimento: l'anime non sembra avere mai preferenze per questo o quel personaggio, non esiste un "favorito" (anche se qualche "sfavorito" obiettivamente sì); più di una volta, poi, si avrà la sensazione di aver individuato il futuro "campione", per poi vederlo invece morire brutalmente appena un attimo dopo.
Non sono d'accordo, poi, con chi non ha apprezzato le dinamiche degli scontri, ritenute spesso troppo brevi per essere parte di un survival; ma finire l'avversario in un sol colpo quando meno te l'aspetti ha regalato ancor più imprevedibilità alla serie, motivo per cui a me la scelta è piaciuta. Sono invece d'accordo con chi dice che il seguire sempre uno stesso schema ha fatto sì che molto spesso si riuscisse a capire in anticipo chi (ma non come) alla fine avrebbe avuto la meglio in uno scontro. Lo stratagemma usato dall'autore, infatti, funziona benissimo per un episodio o due, e riesce, effettivamente, a lasciare di stucco lo spettatore. Ma, una volta svelato il trucco, la magia non si ripete più.

Gli aspetti negativi che ho individuato, invece, sono sostanzialmente due: i flashback e l'assenza di una spiegazione valida a ciò che sta accadendo.
Iniziamo coi flashback. Ogni personaggio ha, ovviamente, un suo passato, e l'anime, usando una tecnica alla "Captain Tsubasa", lo racconta con una serie di flashback che spezzano il ritmo dell'azione. Non so se in assoluto l'idea debba essere considerata come giusta o sbagliata; quello che posso dire è che "Jūni Taisen" ne fa un vero e proprio abuso, e, cosa peggiore, molti di questi "ricordi" risultano essere troppo lunghi, noiosi e assolutamente irrilevanti per la trama.
La cosa peggiore, però, è che il "perché" di questi tornei, che sembrano avere un'importanza assoluta per il destino della guerra, non viene spiegato. Qualcuno potrebbe ribattere, evidenziando una mia probabile distrazione (tra l'altro pure comprensibile con tutti quei flashback), perché in realtà una spiegazione al perché degli eventi viene data; ma, pur prendendo per buona una motivazione così ridicola, si vede benissimo che lo stesso autore ha semplicemente cercato di tappare maldestramente un buco, proponendo una storiella rapida e poco approfondita. Probabilmente a lui interessavano solo gli scontri, o magari la sua idea originale è stata realizzata molto male (bisognerebbe leggere la light novel per saperlo); sta di fatto che quel che viene proposto è assolutamente insoddisfacente.

In definitiva, "Jūni Taisen" è un buon survival, che però dopo un'ottima partenza finisce per perdersi nei suoi tanti, troppi difetti. Devo confessare che sono stato a lungo tentato dall'assegnargli almeno la sufficienza, perché, come detto sopra, almeno la parte in stile "battle royale" m'era piaciuta; poi però bisogna considerare anche tutto il resto, e allora il giudizio diventa inevitabilmente più severo.

9.5/10
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Manga pubblicato da Star Comics dal 2005 al 2015. Non è mai stato ristampato e questo rende molto difficile il reperimento di volumi non di seconda mano. La storia editoriale travagliata non è stata sicuramente d’aiuto.

La trama vede due parti contrapposte, l’Organizzazione e gli yoma. La prima è composta dalle guerriere, dette informalmente Claymore, che combattono i secondi, dei mostri mangia uomini che si mimetizzano tra la popolazione. Per diventare delle Claymore sono prese contro la loro volontà delle bambine rimaste orfane, vengono sottoposte a una mutazione per aumentare le loro capacità e sono allenate duramente. L’unica eccezione, perché si è unita all’Organizzazione di propria volontà, è la protagonista Claire. Il manga segue le sue vicende alla ricerca della propria vendetta contro uno yoma particolare, un “risvegliato”.
Il mistero è una delle colonne portanti dell’opera. L’autore non si dimentica mai di quello che scrive e offre sempre una spiegazione, alcune possono sembrare troppo sbrigative; in particolare la spiegazione sull’origine dell’Organizzazione, ma la vastità dell’idea prospettata meritava una serie spin-off.
Gli elementi horror vanno scemando man mano che si procede: si passa da mostri abbozzati o ripugnanti a figure mostruose, ma armoniose; le ambientazioni in foreste contorte o in buie rovine lasciano spazio a combattimenti in campo aperto o cittadini. Viene dato molto risalto al senso di cameratismo che si sviluppa tra le guerriere, che diventa successivamente vera e propria amicizia rendendo così la seconda parte del manga un racconto di gruppo.

Una grande nota di merito sono i personaggi che sono sempre approfonditi o nel corso della storia o con dei flashback. Non viene introdotto alcun personaggio inutile tralasciato o dimenticato, tutti appaiono nuovamente. La qualità della storia viene dimostrata nei volumi sequenziali dove manca la protagonista, una scelta coraggiosa che dimostra come il mondo e i personaggi costruiti sono così solidi da poter reggere il peso del racconto e di portarlo avanti con grande vitalità. La sua assenza lascia spazio alle compagne rendendo il racconto ancora più bello e coinvolgendo il lettore a tal punto da lasciarlo con un senso di sorpresa.
Gli scontri sono sempre belli e adrenalinici. Il livello di sfida ogni volta è elevato e le caratteristiche proprie di ogni combattente da entrambe le parti sono ben delineate e molto differenti tra loro. Ho apprezzato molto il numero ridotto delle abilità per ciascun personaggio, non esiste nessun “tuttologo”.

Inevitabile è dover spendere parole per il finale tanto atteso e contestato. Il manga termina in modo diretto, non viene lasciata alcuna domanda senza risposta. Il finale è emozionante nel modo più puro del suo genere, viene dato spazio solo ad uno stupore emozionante.

La tecnica di disegno cresce man mano che si procede con la storia. I primi volumi sono oggettivamente brutti con personaggi dalla fisionomia deforme, ma si arriva ai volumi finali dove veramente dispiace che l’opera stia per finire talmente l'autore ha affinato il proprio stile. I combattimenti graficamente sono sempre molto chiari, non c’è confusione e si capisce sempre cosa stia avvenendo. L’uso delle splash pages, oltre a rendere l’atmosfera generale, serve anche come espediente narrativo per evitare che il lettore anticipi con la coda dell’occhio le scene successive per dare maggiore sorpresa. Purtroppo, all’inizio a maggior ragione, non è sempre facile distinguere le differenti guerriere in volto, viene in aiuto solo la capigliatura differente per ciascuna di esse.

Claymore non si propone come un manga riflessivo su grandi temi. Vuole offrire una storia memorabile senza parti stagnanti e adatta ad un pubblico adulto non offrendo mai parentesi comiche o rilassate. Questi obiettivi vengono raggiunti pienamente.