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7.0/10
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ATTENZIONE! La recensione contiene spoiler

“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per un ospedale oscuro, che la vera vocazione era smarrita.”

Il 2023 è stato sicuramente per il sottoscritto un’annata particolare. Vuoi sfortune nella vita privata, vuoi il luogo di lavoro totalizzante, mai come allora ho rischiato di perder la vocazione, la scintilla che mi ha animato su codesto sito, che mi ha fatto conoscere tante belle persone, tanta arte animata, ma al tempo stesso ingurgitare altrettanto liquame (che con sommo gaudio ho recensito).
Ma non siamo qui a parlare delle mie disgrazie, che credo a pochi possano interessare. Siam qua per recensire una serie che due anni fa ha fatto tanto parlare di sé: da alcuni considerata capolavoro, da altri lerciume, da altri un’ottima playlist su Spotify e nulla più … In passato il Dott. Joey si è contraddistinto per autopsie attente e dettagliate ma, fidatevi, dopo che si passa oltre metà della propria giornata tutti i giorni tra mura sanitarie, anche la sola vista della parola “Doc” genera nel sottoscritto la stessa sensazione di una maionese lasciata cinque giorni al Sole di agosto.

Ergo oggi il protagonista non sarà nessun dottore, bensì Joey e basta. E per discendere nelle viscere di questa serie, divisa in ben 8 gironi, urge una guida illuminata. Nessun sommo poeta, nessuna donna angelo, per affrontare una serie così luce-ombra serve una figura più forte: avete capito bene, oggi in questo viaggio mi accompagnerà una persona che mi ha tanto supportato (e mi supporta tuttora) sulla strada del (speriamo!) Nobel … Regina delle Scarpe, scelgo te!

PRIMO GIRONE

La serie si apre con colori accesi, vivaci. Siamo nell’Inferno, un po’ diverso da come me lo ero immaginato. Qui le anime si sono tramutate in strane creature antropomorfe, chi più furry, chi più fantasy, ma tutti accomunati dall’aver commesso qualche peccato. Alcuni, palesemente più peccatori di altri, hanno scalato i ranghi e sono diventati i Signori dell’Inferno. Ma anche nel luogo della perdizione eterna esiste l’evergreen clientelismo, e quindi Charlie, figlia men che meno di Lucifero, non sapendo che fare della propria vita si dà alla filosofia spicciola di Piazza Verdi e decide di avviare il proprio centro social-ehm, volevo dire, hotel, aiutata da una combriccola di casi umani con l’ausilio di un sociopatico. Adamo, dall’alto della sua saggezza, rispolvera alla giovane le vere nozioni di comunismo, ricordandole che tutti facciamo schifo e che quindi unanimemente verremo tutti sterminati tra sei mesi.
Regina delle Scarpe: “di certo il caos regna sovrano quaggiù, par Sottomarina a Ferragosto”
E’ proprio così, guida spirituale. Di certo la grafica è accattivante, un misto tra un cartoon network venuto bene con un tocco di Disney politicamente scorretto. Di certo il musical è il pezzo forte della serie, con canzoni catchy che accompagnano lo spettatore dal primo episodio meglio della sceneggiatura stessa.

SECONDO GIRONE

Regina delle Scarpe: “mmm, qua sembrava davvero un po’ Disney, finché non han parlato”

Il secondo episodio è, per mia personale opinione, forse il peggiore della serie. Certo è interessante vedere TV vs Instagram vs Radio vs Lupanaria, ma la sceneggiatura è frettolosa quanto repentina la redenzione del biscione, personaggio apprezzabile ma non in questo episodio. Per fortuna le battute over18 tirano avanti la carretta.

TERZO GIRONE

Regina delle Scarpe: “ecco, ti presento il Montecitorio degli Inferi, stessi personaggi, stessa utilità, stessa capacità di problem solving”

Il terzo episodio è invece più convincente. Scopriamo qualcosa di più sull’economia disfunzionale degli Inferi, con un governo super-conservatore lanciato verso l’oblio e una sinistra brava solo a sganciare teste decapitate ma senza una reale strategia (non vi ricorda forse qualcosa?). Scherzi a parte l’episodio scorre bene (soprattutto perché non c’è Charlie, la nostra quasi-Mary Sue raccomandata), le canzoni sono calzanti e fanno capire qualcosa di più sulle dinamiche dell’Inferno, ma anche su alcuni personaggi come Vaggie.

QUARTO GIRONE

Regina delle Scarpe: “qui mi censuro, perché questo episodio è solo meno indigesto di Angel Dust stesso”

Qua però, come accade con Dante e il buon Virgilio, il medico della mutua sente di dissentire dalla guida. Per quanto mi riguarda, questo è l’episodio migliore della stagione. Non solo le canzoni sono accattivanti con un buon story-telling, ma anche l’esplorazione di personaggi come Angel Dust, Husk e la stessa Charlie sono ben riusciti. In questo episodio assistiamo per la prima (e unica) volta al fallimento della principessa infernale, e alla nascita di un’amicizia particolare, tra un PTSD ninfomane tossicomane e un ludopatico depresso. “Loser” è il mantra che mi fa sorridere ogni giorno e alzarmi sempre pieno di energie, va solo saputo accogliere!

QUINTO GIRONE

Regina delle Scarpe: “Arriva il Papi … fine”

E qui torno a darle ragione, guida spirituale. In realtà il quinto episodio di per sé non è un granché. La sceneggiatura è lenta e, personaggio di Lucifero a parte (originale, irriverente e soprattutto spassoso), anche a tratti confusionaria. La canzone “more than anything” e il Re dell’Inferno salvano baracca e burattini, ma una riconciliazione così frettolosa con la figlia davvero dà un nonsoché di superficiale.

SESTO GIRONE

Regina delle Scarpe: “bello questo paradiso ipocrita”

Il sesto episodio è sicuramente quello più significativo in termini di sviluppo della trama. Nella prima parte Charlie gioca la carta della diplomazia in Paradiso, salvo scoprire che non è solo Adamo la mela marcia belligerante, ma è la stessa corte celeste a lasciargli carta bianca. Bello lo scambio di opinioni in musical, accattivante ma descrittivo al tempo stesso. La seconda parte è incentrato sul tradimento di Vaggie o, meglio, sul segreto oscuro (o in questo caso direi quasi radioso) che si porta dentro da tantissimo tempo. A nulla valgono le (comprensibili) giustificazioni, Charlie si sente raggirata e abbandona la sua spalla più fidata.

SETTIMO GIRONE

Regina delle Scarpe: “episodio di passaggio”

E’ di poche parole il mio mentore, e qui come posso darle torto? La sceneggiatura è a tratti assai frettolosa, palesemente accelerata per lasciare spazio al gran finale nell’ultimo episodio. Interessante l’accordo stipulato tra Charlie e il Demone Radio, che sicuramente avrà risvolti interessanti di trama nella seconda stagione. Meno ispirata invece qui la parte musical. Nel complesso, classico episodio da 6 risicato, tendente al 5.

OTTAVO GIRONE

Il viaggio si conclude con una feroce battaglia: Angeli vs Demoni (no, non è la parodia di Dan Brown). Lo scontro è anche qui un po’ rushato, ma certe scelte le ho trovate interessanti. Non scontato l’esito dello scontro Adamo vs Alastor, ben architettato lo scontro tra Charlie e Adamo con intervento finale forse scontato per alcuni ma non così tanto alla fine. Il sacrificio di Pentious è sicuramente commovente, ma solo negli elogi musicali finali e non nella sequenza sceneggiata, che fallisce sia nel dispiacere ma al tempo stesso risulta poco comica. Il finale è un po’ tarallucci e vino, ma alcune piccole scelte e sequenze mostrate fanno ben sperare per una seconda stagione.

REFERTO FINALE

Niente da fare, alla fine il workaholism ha avuto il sopravvento. Nel complesso un cartone divertente, non un capolavoro, ma intrattiene. La sceneggiatura è appena sufficiente, complice i davvero troppo numerosi alti e bassi, soprattutto in termini di pacing. Ottimo e da Spotify il comparto musicale, buono il lato tecnico soprattutto nella scelta dei colori e dello stile. I personaggi possono essere amati come odiati, dal momento che sono tutti delle caricature. Io ha trovato sinceramente Adamo, Lucifer e Alastor i meglio riusciti.

Alla fine, son tornato a veder le stelle, e ringrazio la Regina delle Scarpe per avermi ricordato, stimolandomi alla recensione di questa serie, che c’è sempre posto per dell’animazione, anche nei momenti più difficili quando il fanciullino sembra in procinto di nascondersi. E invece eccoci qui, più forti che mai, con le lacrime agli occhi dopo la visione di una serie con sì parecchi difetti ma che è riuscita in ciò che dovrebbe generare ogni cartone animato: portare felicità.