È fuori di dubbio che, con l'uscita nelle sale di Il Risveglio della Forza, si siano riaccesi l'interesse e la passione del pubblico per l'universo fantascientifico di Star Wars (o Guerre Stellari, che dir si voglia). Tra nuovi libri e fumetti, futuri spin-off, la serie TV in CG Rebels, e un mercandising di proporzioni semplicemente immani, la saga creata da George Lucas nel 1977 sta vivendo quella che sembra essere una nuova era di prosperità, sotto la ferma egida del colosso Disney che ha acquisito i diritti legati al franchise nel 2012.
 
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E naturalmente, il futuro non può che essere promettente anche per quanto riguarda i futuri videogiochi basati su questo universo, con il recente Star Wars Battlefront a fare da apripista per la nuova ondata di titoli e l'annuncio tra le righe di un gioco di ruolo sviluppato da Visceral Games, titolo del quale si sa ancora pochissimo ma che è già in grado di stuzzicare l'immaginazione dei giocatori. Nel corso dei passati 30 anni di Universo Espanso (che Disney ha deciso di rendere non canonico, ribattezzandolo Legends con una mossa a sorpresa che ha fatto infuriare parecchi appassionati), si sono succeduti numerosi videogiochi ispirati a Guerre Stellari, che hanno spesso saputo coinvolgere ed emozionare non solo le vaste schiere di fan del franchise, ma anche chi non aveva mai visto nemmeno un film della saga, dimostrandosi non poche volte titoli non solo capaci di rievocare le atmosfere del cinema, ma anche opere in grado di reggersi sulle proprie gambe, e a volte veri e propri capolavori. Ma ovviamente, c'è stato anche qualche passo falso, a volte davvero clamoroso.

Qui in basso troverete quindi 5 tra i migliori videogiochi di Star Wars mai pubblicati negli ultimi 20 anni, ordinati in una classifica, e 5 dei peggiori obbrobri partoriti dalla mente degli sviluppatori, evidentemente sedotti dal Lato Oscuro. Tra le necessarie chiarificazioni da fare, vorremmo soprattutto sottolineare che entrambe le classifiche sono dettate da alcuni parametri, tra i quali rientrano ovviamente i pareri personali: se un titolo non rientra nella classifica dei migliori non vuol dire che non sia meritevole; parimenti, se un gioco si colloca in una determinata posizione rispetto ad un altro non vuol dire necessariamente che sia migliore o peggiore rispetto a quest'ultimo. Abbiamo inoltre cercato di diversificare, nei limiti del possibile, i titoli presi in esame, e questa è anche la ragione per cui non troverete in classifica due titoli appartenenti alla stessa serie. Detto questo, vi auguriamo buona lettura, e che la Forza sia con voi!

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Il Lato Chiaro: i 5 migliori titoli


   5. - Star Wars Rogue Squadron II: Rogue Leader​ (Factor 5, 2001, GameCube)
 
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Il titolo di Factor 5 riesce in un'impresa veramente speciale: catturare pienamente il feel visivo della saga cinematografica e trasportarla interamente in digitale: Rogue Leader fa immergere il giocatore in incredibili battaglie spaziali, prese direttamente  dalla trilogia originale.

La fedeltà alla fonte è garantita grazie ad un comparto tecnico che è rimasto tra i migliori mai proposti dal GameCube. Ancora oggi, a due generazioni di distanza, convince e impressiona rivedere l'assalto alla prima Morte Nera ricreato con una tale precisione, con un dispiegamento semplicemente impressionante di effetti speciali e ottime texture. E il resto del gioco è tutto in crescendo, con missioni non solo una più spettacolare dell'altra, ma anche varie in struttura e obiettivi da completare.

Tale varietà è garantita anche dall'ampio ventaglio di caccia stellari fra cui scegliere e di location classiche nelle quali combattere, come Bespin, Hoth o Endor. Il gameplay, inoltre, non è mai troppo astruso, eppure permette un ottimo controllo del proprio veicolo, rendendo Rogue Leader un gioco incredibilmente piacevole sia da guardare che da giocare.


   4. - Star Wars: TIE Fighter (Totally Games, 1994, PC)
 
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C'era una volta una saga di ottimi simulatori spaziali chiamata Star Wars: X-Wing, ispirata agli omonimi e carismatici caccia protagonisti dell'assalto alla Morte Nera visto nel primo film; il capostipite (Star Wars: X-Wing, per l'appunto) costruiva solide basi, sulle quali si sono poggiati tra alterne fortune ben tre seguiti. La serie divenne ben presto ben nota e amata dagli appassionati di simulazioni di combattimento spaziale, grazie alla profondità delle sue meccaniche, alle ottime trame e al carisma dell'ambientazione.

Dei quattro titoli che compongono questa fortunata derivazione a carattere simulativo, TIE Fighter è comunemente ritenuto di gran lunga il migliore. A differenza che nella serie "sorella" Rogue Squadron, la formula di gioco si poggia soprattuttosulla grande profondità della simulazione: giusto per fare un esempio, è possibile ridirigere l'energia della propria navicella tra scudi (anteriori, posteriori e laterali), armi e motori, in quantità variabili e in maniera sempre dinamica. L'elemento che ha fatto la fortuna della saga - e che ha raggiunto la sua massima espressione proprio in TIE Fighter - è la grande flessibilità e accessibilità delle meccaniche nonostante la loro complessità, in quanto prive di macchinosità inutili, che insieme ad un sistema di controllo ottimamente calibrato rendono il titolo  complicato, sì, ma perfettamente godibile anche da chi non si è mai avvicinato al genere.

Uniamo a questo una eccellente struttura delle missioni e una trama assai coinvolgente, che - in una mossa di grande originalità - mette il giocatore nei panni di un novello pilota Imperiale, mostrando così in chiave nuova e simpatetica un lato del conflitto galattico decisamente poco esplorato all'interno dell'Universo Espanso di Star Wars. Il gioco, dopo essere stato a lungo irreperibile, è stato recentemente ripubblicato in digital delivery su Steam e GOG, quindi non ci sono proprio scuse per non recuperarlo.


   3. - Star Wars: Republic Commando (LucasArts, 2005, PC e Xbox)
 
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Quello delle Guerre dei Cloni è uno dei periodi in assoluto più decisivi dell'intera timeline starwarsiana; eppure sono stati tutto sommato pochi i titoli che hanno osato mostrare il lato più oscuro e brutale del grande conflitto raccontato nella trilogia prequel. Star Wars: Republic Commando ha proprio questo grande merito.

Republic Commando è uno sparatutto tattico nel quale il giocatore può impersonare il leader di una squadra di cloni commando, la cosiddetta squadra Delta, inviata per la maggior parte delle volte in missioni ad alto rischio dietro le linee nemiche. Il gameplay si sviluppa sui classici canoni degli sparatutto dello scorso decennio, con la possibilità però di poter dare alcuni semplici ordini contestuali ai membri della nostra squadra (quattro uomini compreso il giocatore), comandi tutti rigorosamente scriptati ma che permettono comunque interessanti possibilità tattiche: esempi comuni sono "posizionati qui" indicando con il puntatore una postazione da cecchino, "curati" davanti una stazione medica, e così via. Si tratta di una formula di gameplay semplice ma ben calibrata, che si declina in uno sparatutto che non si limita ad essere un semplice corridoio lineare, bensì offre scontri mai banali e sempre ricchi di possibilità.

Republic Commando è anche un titolo di Star Wars che non ha paura di allontanarsi dalle proprie radici avventurose per affrontare temi diversi. E anzi, se non fosse per la comparsa di qualche personaggio della saga di tanto in tanto, magari non sembrerebbe neanche Star Wars: il focus va principalmente ai propri compagni di squadra e alle relazioni che si instaurano fra i quattro membri del gruppo, sempre con il volto coperto da un casco eppure caratterizzatissimi, ognuno nelle proprie particolari idiosincrasie.


   2. - Star Wars: Jedi Knight 2 - Jedi Outcast (Raven Software, 2002, PC e Xbox)
 
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All'epoca della pubblicazione di Star Wars: Jedi Knight 2 - Jedi Outcast, i titoli che permettevano il pieno controllo di un Jedi e delle sue facoltà non erano così tanti come si potrebbe pensare. In effetti, fino a quel momento, solo il primo Jedi Knight permetteva al giocatore di impugnare una spada laser e utilizzare un'ampia gamma di poteri della forza; ma nel caso specifico di questo titolo il gameplay si dimostrava spesso un po' grezzo, pur mantenendo un'ottima qualità.

Raven Software, studio esperto in sparatutto e giochi d'azione, decise così di colmare la lacuna, realizzando un nuovo seguito dell'apprezzata serie Jedi Knight (iniziata con il glorioso Dark Forces nel 1995), con protagonista sempre la spia/contrabbadiere/Jedi Kyle Katarn, che alla fine del gioco precedente aveva deciso di rinunciare ai suoi poteri Jedi. Jedi Knight 2 - Jedi Outcast propone una campagna principale varia e avvincente, nella quale il prode Katarn, costretto dalle circostanze, dovrà recuperare le sue abilità e tornare a menare fendenti con la spada laser, muovendosi all'interno di ambientazioni originali ma sempre fedeli alla saga e tipicamente Star Wars, nonché caratterizzate da un ottimo level design.

Ma ciò che più convince nel titolo è l'implementazione della spada laser. Il sistema di controllo associa la pressione simultanea di un pulsante d'attacco e di un movimento direzionale, e rende possibile la creazione di combo fluide e continue, restituendo ottime sensazioni. Non solo: la possibilità di selezionare tre tipi diversi di "forme" di combattimento (con relative animazioni uniche), l'eccellente visuale in terza persona, la presenza di numerosi poteri della forza - tutti ben bilanciati, configurano Jedi Outcast come l'esperienza Jedi definitiva. Un must per gli appassionati.


   1. - Star Wars: Knights of the Old Republic (BioWare, 2003, PC e Xbox)
 
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Non poteva mancare: un titolo che fatto la storia, uno dei migliori giochi di ruolo mai realizzati, apprezzatissimo da critica e pubblico, e perfino da chi non si è mai avvicinato alla saga cinematografica. 

Realizzato dai maestri di BioWare (che all'epoca era già nota per aver creato capolavori come Baldur's Gate II e Neverwinter Nights), e ambientato nell'epoca d'oro della Vecchia Repubblica - 4000 anni prima dell'era di Luke Skywalker e compagniKOTOR inserisce il giocatore all'interno di un conflitto galattico tra la Repubblica e gli antichi Sith, guidati da Darth Malak, ex-allievo del signore oscuro Darth Revan. Come da tradizione degli RPG, il giocatore creerà un personaggio interamente personalizzabile e si getterà in un avventura che determinerà il destino dell'intera galassia, con la possibilità di scegliere fra Lato Chiaro e Lato Oscuro. E avventura è la giusta definizione: il gioco non sa solo coinvolgere il giocatore, ma sa farlo immergere appieno nell'universo di Lucas come mai era capitato prima, facendogli vivere eventi che non sfigurerebbero affatto in un film a sé stante.

La mano di BioWare si vede: nel corso del gioco il giocatore incontrerà diversi comprimari, ma anche numerosi nemici, cui sarà assai facile affezionarsi, come Bastila, Jolee Bindo, l'esilarante HK-47, e innumerevoli altri. La storia di Darth Revan è entrata di diritto nel pantheon dei migliori racconti dell'Universo Espanso di Star Wars, e un certo colpo di scena di metà gioco (che ovviamente ci rifiutiamo di spoilerare) sa colpire nel cuore ancora oggi.

Ma KOTOR non è solo una bella trama: il titolo utilizza il sistema "D20" (reso famoso da tabletop come Dungeons & Dragons) per fornire un sistema di regole complesso ma sempre accessibile. Tra punti caratteristiche, abilità, talenti e poteri, il giocatore dispone sempre di completa libertà nello sviluppo del proprio alter ego. Un sistema di combattimento pressoché perfetto, basato sul classico "real time with pause" (cioè in tempo reale ma con la possibilità di mettere in pausa per dare ordini alla squadra) di BioWare, completa il tutto: KOTOR è un capolavoro indiscusso, un titolo che non si può più definire come semplice tie-in cinematografico, ma come opera a sé stante.

 

Il Lato Oscuro: i 5 peggiori


   5. Star Wars: Rebel Assault (LucasArts, 1993, PC/Sega CD/3DO)
 
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Rebel Assault è un titolo risalente ad un'epoca (all'incirca metà anni '90) nella quale spopolavano i porting da arcade e gli sparatutto cosidetti "su binari", quest'ultimi quasi del tutto scomparsi al giorno d'oggi. Il gioco riprende le filosofie di gameplay dietro questo sottogenere videoludico, ma le problematiche che affliggono il risultato finale sono tutte figlie dell'ingenuità degli sviluppatori.

Il gioco, semplicemente, è quasi impossibile da portare a termine. Esso riprende vari eventi e battaglie dei film originali, e si sviluppa secondo i canoni classici degli sparatutto su binari, ma è piagato da un sistema di controllo assolutamente pessimo, che rende il superamento dei vari livelli (ben pochi, tra l'altro) molto più complicato di quanto dovrebbe teoricamente essere: muovere il puntatore del mouse ai lati dello schermo ha l'effetto di spostare leggermente la nave nella direzione scelta - ma la direzione è sempre quella, d'altronde sempre di un binario fisso si tratta; ebbene, peccato che per sparare ai nemici che appaiono sullo schermo sia necessario puntare il mouse con una certa rapidità, e che l'eccessiva sensibilità di questo sistema risulti spesso in colpi mancati e imprecazioni frequenti da parte del giocatore.

Rebel Assault è assurdamente difficile, spesso noioso oltre misura e francamente orrendo in determinate sezioni - ci riferiamo sopratutto a quelle in cui bisogna affrontare assaltatori imperiali a piedi. La fedeltà ai film non manca, e le sequenze in FMV non sono male considerando l'epoca, ma da sole non salvano questo dimenticabile titolo.

   4. Star Wars Episode 1: The Phantom Menace (Big Ape Productions, 1999, PC e PlayStation)
 
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Star Wars Episode 1: The Phantom Menace parte male già dall'idea di base: un adattamento in forma videoludica di uno degli episodi più detestati dai fan di Star Wars. Come vedremo, i timori sono in gran parte fondati.

Episode 1 propone in salsa action-adventure gli eventi principali del primo film in ordine cronologico della saga, ponendo il giocatore al comando di diversi dei protagonisti della pellicola, come Obi-Wan e Padmé (ma anche non protagonisti, come il capitano Panaka). Non appena si comincia l'avventura, ci si rende immediatamente conto dei difetti principali del titolo: il sistema di controllo macchinoso e complicato e la telecamera decisamente troppo ravvicinata e per nulla affidabile fanno di Episode 1 un'impresa anche solo da giocare, figuriamoci da completare. Per non parlare poi dell'aspetto grafico, impresentabile anche per gli standard del tempo.

Non possiamo poi non menzionare l'assurdità di certi livelli, creati allo scopo di allungare il brodo e non ripercorrere pedissequamente la trama del film, che propongono sequenze completamente assenti nel materiale originale e assolutamente senza senso. Qualcuno si ricorda forse di quella volta che Obi-Wan se n'è andato a spasso per Otoh Gunga alla ricerca di un modo per liberare Jar Jar Binks? No? Ecco.


   3. Star Wars: Super Bombad Racing (Lucas Learning, 2001, PlayStation 2)
 
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Già l'immagine in alto dovrebbe farvi capire l'infimo livello del gioco.

Super Bombad Racing segue il trend dei titoli alla Mario Kart, un'influenza che già aveva colpito le serie di Crash Bandicoot Sonic, ma con la differenza che questi ultimi hanno raggiunto risultati molto migliori. Il titolo è veramente terribile, un racing game con tracciati ripetitivi e mal progettati, power-up sbilanciati e un aspetto estetico che in teoria dovrebbe essere buffo e accattivante ma che in realtà finisce solo per irritare tremendamente.

Cosa ancora peggiore, il gioco non include nemmeno i personaggi della trilogia originale, ma esclusivamente quelli di La Minaccia Fantasma. Quindi sì, potete trovarvi contro personaggi odiati come Jar Jar che vi lanciano addosso l'equivalente di una conchiglia rossa, facendovi perdere posizioni e sanità mentale. Non è una bella prospettiva, vero?

   2. Star Wars: Masters of Teräs Käsi (LucasArts, 1997, PlayStation)
 
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L'idea era promettente: realizzare un picchiaduro con i personaggi di Star Wars. I titoli di riferimento per gli sviluppatori erano Virtua Fighter e soprattutto Soul Calibur, e in alcuni elementi di design si vedono le evidenti influenze di questi titoli. Ma Masters of Teräs Käsi finisce per essere ben lontano da tali, illustri ispirazioni; in effetti, si tratta di un gioco pazzescamente brutto.

Masters of Teräs Käsi include parecchi personaggi amati dai fan, come Luke Skywalker e Darth Vader...e altri che sono invece dei perfetti sconosciuti. Il sabbipode Hoar? Thok la guardia gamorreana? E chi sarebbero? E a queste scelte infelici aggiungiamo grossolane incongruenze con gli stessi film: perché Leia combatte con una sorta di staffa laser mai vista prima d'ora? Per quale motivo Boba Fett usa i pugni invece di un blaster? Sono veramente necessarie delle spade laser per bloccare dei semplici calci?

Indipendentemente da questi errori, però. Masters of Teräs Käsi è generalmente considerato uno dei picchiaduro più brutti di sempre, a causa di sbilanciamenti tra i personaggi (alcuni troppo potenti, altri inutili), un sistema di controllo lento e macchinoso, collisioni non pervenute, una grafica decisamente poco gradevole e, in generale, una sensazione perenne di approssimazione e cattivo design. Potremmo andare avanti per ore, ma è meglio smettere qui. Brrr.

   1. Kinect Star Wars (Terminal Reality, 2012, Xbox 360)

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Arriviamo così al punto più basso, raggiunto tra l'altro proprio negli scorsi anni. Non spenderemo troppe parole su questo gioco, quindi andremo subito al sodo: Kinect Star Wars è un abominio, un titolo che non dovrebbe nemmeno esistere.

Soprattutto se andiamo a considerare le aspettative: venivano sbandierate ai quattro venti possibilità come l'utilizzo del Kinect per manovrare realisticamente una spada laser: roba da far sbavare qualunque appassionato. Ciò che abbiamo tra le mani, invece, è Han Solo che balla (male) insieme a degli Stormtrooper al ritmo di Ridin' Solo di Jason Derulo in una versione cover. È una semplice serie di minigiochi realizzata in maniera pessima, dolorosa da vedere e da giocare. È una sonora mazzata nei denti inflitta a tutti i fan, anche perché in quegli anni i videogiochi basati su Star Wars si erano fatti sempre più rari e di minore qualità.

Kinect Star Wars è la morte nel cuore, non solo per un fan di Star Wars ma anche per un qualsiasi videogiocatore. Uno di quegli orrori che andrebbero rinchiusi in una cassaforte e nascosti per sempre agli occhi del mondo.

 

Menzioni speciali

 
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Era inevitabile dover lasciare da parte diversi titoli, data la lunga e complessa storia dei giochi di Star Wars su licenza. In questa sezione ci limiteremo a citare diversi nomi - alcuni più che meritevoli, altri invece degni solo dell'oblio - che per cause di forza maggiore sono rimasti fuori dalle nostre classifiche.
 
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Non possiamo non partire con un titolo che è rimasto nel cuore di chi vi scrive: Star Wars: Knights of the Old Republic II - The Sith Lords, sviluppato dai talentuosi sviluppatori di Obsidian Entertainment, è un prodotto sfaccettato e multiforme, diverso da qualunque altra cosa mai pubblicata in 30 anni di Universo Espanso, che osa decostruire la quasi totalità dei preconcetti del fan medio di Guerre Stellari su Jedi, Sith, e sulla Forza in generale. Un titolo che va assolutamente giocato almeno una volta, per le domande che pone e le questioni filosofiche che solleva.
Star Wars: Battlefront II unisce l'epicità delle battaglie multigiocatore agli scontri più famosi della saga, e il risultato è qualcosa di esplosivo. Battaglie sia a terra che nello spazio, ampi spazi, tantissimi veicoli da guidare, classi diversificate, due ere differenti, e persino una solida campagna in singolo: in tantissimi sono rimasti affezionati a questo titolo, tanto che all'annuncio del nuovo Battlefront ci sono state vere e proprie esultanze di massa.
È stato visto all'inizio come uno scherzo di cattivo gusto, ma ha poi finito per conquistare i cuori di parecchi giocatori: stiamo parlando naturalmente di Lego Star Wars, che coniuga con un vero e proprio colpo di genio mattoncini Lego e spade laser: il gioco è scanzonato, ricco di humor e piacevole da giocare, un cavallo su cui nessuno avrebbe mai puntato e che invece ha finito per vincere e convincere.
Dopo il deludente Force Commander e l'interessante ma derivativo Galactic BattlegroundsStar Wars: Empire at War soddisfa finalmente la voglia dei giocatori di comandare un'armata galattica: tra battaglie spaziali e terrestri, una mappa della galassia in stile "4X", tanta spettacolarità e una benvenuta dose di tatticismo, il titolo è ancora oggi un strategico assai apprezzato. Da non sottovalutare anche l'ampia community di modders.
 
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Star Wars: Flight of the Falcon ci ricorda perché non abbiamo mai visto molti titoli in 3D su GameBoy Advance, tra controlli penosi, una grafica da far girare la testa per tutti i motivi sbagliati e una tremenda monotonia di fondo.
E a proposito di sistemi di controllo da buttare, Star Wars: Obi-Wan rappresenta, più che un titolo di per sé brutto, una vera e propria delusione: gli sviluppatori avevano promesso il pieno controllo dei movimenti della spada laser tramite gli stick analogici, ma ciò che è uscito fuori è solamente un'esercizio di frustrazione, complice anche un sistema di telecamera che farebbe infuriare anche un monaco tibetano.
Non possiamo accanirci troppo su Yoda Stories, dato che si rivolge dichiaratamente ad un pubblico di età molto bassa. Ciò non toglie che, nonostante le scarse ambizioni, questo gioco non sia nulla di più che noioso, talmente semplice da essere un insulto anche per l'intelligenza di un bambino. Utile solo per prendere note su come non realizzare un clone di Zelda.
Avendo già citato Star Wars: Force Commander non possiamo esimerci dal descriverlo meglio, in modo da evitare agli appassionati la tortura rappresentata da questo titolo: con controlli frustranti, un'IA deficitaria, bug a non finire e un'interfaccia tra le peggiori del genere, Force Commander non è nulla di più che dimenticabile.